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Autore: emme30    07/07/2013    5 recensioni
Blaine lo vede per la prima volta un giovedì mattina di ottobre.
Lo vede e quasi non lo nota, confuso in mezzo alla folla, con quel taglio di capelli anonimo, quel viso che non cattura più di tanto l'attenzione e il fisico da ragazzo normale. Per un attimo Blaine pensa di non prestargli più di quel fugace sguardo mentre si siede sulla sedia di plastica con la sua colazione. Poi però l'occhio cade sul vestiario del suddetto ragazzo chino a scribacchiare su un quaderno e capisce che può decisamente spendere più di una manciata di secondi a guardarlo.
Riconosce il disegno sulla sua t-shirt in un lampo: una sfera pokè mezza stilizzata dal quale fuoriesce un pokémon, uno Squirtle, per la precisione.
Beve un sorso di caffè e il ragazzo con la maglia di Squirtle diventa improvvisamente il più interessante di tutta la piccola caffetteria.
[Nerd!Sebastian con una passione viscerale per i videogiochi, i film di fantascienza e le magliette nerd]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction partecipa all'iniziativa domeniche a tema organizzata dal gruppo Seblaine Events 

Un Cupido di nome Squirtle

 

 

 

Blaine lo vede per la prima volta un giovedì mattina di ottobre.

Le prime settimane di college solo volate via in un battito di ciglia, e ci ha messo relativamente poco a trovare quella caffetteria non molto lontana dal campus in cui fare colazione in pace e tranquillità, con il suo muffin ai mirtilli e il suo cappuccino medio.

Lo vede per la prima volta e quasi non lo nota, confuso in mezzo alla folla, con quel taglio di capelli anonimo, quel viso che non cattura più di tanto l'attenzione e il fisico da ragazzo normale. Per un attimo Blaine pensa di non prestargli più di quel fugace sguardo mentre si siede sulla sedia di plastica con la sua colazione. Poi però l'occhio cade sul vestiario del suddetto ragazzo chino a scribacchiare su un quaderno e capisce che può decisamente spendere più di una manciata di secondi a guardarlo.

Riconosce il disegno sulla sua t-shirt in un lampo: una sfera pokè mezza stilizzata dal quale fuoriesce un pokémon. Sa che la buffa tartarughina azzurra sul petto del ragazzo è proprio uno di quei mostriciattoli per cui andavano pazzi lui e Cooper quando era piccolo perchè era il suo preferito, sceglieva sempre quello quando suo fratello per dispetto gli cancellava tutti i dati. Si chiamava Squirtle. Sorride, al ricordo delle ore passate davanti al suo game boy color nelle grigie giornate invernali, a litigare sul possesso del videogame con Cooper o a uscire matto tutte le volte che le pile si scaricavano e lui non aveva salvato il gioco.

Beve un sorso di caffè e il ragazzo con la maglia di Squirtle diventa improvvisamente il più interessante di tutta la piccola caffetteria.

Sta chino a scrivere numeri su un quaderno a quadretti con una biro mangiucchiata in cima e quasi senza inchiostro. E' concentrato, sembra quasi perso nel suo mondo. Ha i lineamenti spigolosi, è molto magro, anche se dagli avambracci Blaine può notare che possiede la giusta quantità di muscoli, e la cosa non può che farlo arrossire. Ogni tanto beve un sorso del suo Americano e digita qualcosa sullo schermo del suo cellulare appoggiato accanto al quaderno, le dita lunghe e sottili.

Blaine prova a capire il nome dalla scritta sulla sua tazza di carta, ma è seduto troppo lontano, quindi si accontenta di studiare ancora un poco quel ragazzo che dovrebbe avere la sua età e che la mattina esce di casa con una t-shirt raffigurante un pokémon.

La sua colazione passa così, a guardare quel tipo misterioso da lontano, chiedendosi quale sia la sua storia, come si chiami, da dove venga e soprattutto perchè abbia l'aria di essere così tremendamente solo.

 

 

Lunedì il ragazzo-con-la-maglietta-nerd, ormai Blaine ha deciso di rinominarlo così quando pensa a lui, si presenta in caffetteria con una t-shirt nera con il logo di Guerre Stellari. Blaine quasi si strozza con il suo cappuccino quando riconosce la scritta, e dimentica metà muffin per guardare il ragazzo trafficare con un l'ultimo modello di iPad uscito.

Martedì il ragazzo-con-la-maglietta-nerd entra in caffetteria con un una t-shirt rossa con delle figure in nero che inizialmente Blaine non riesce a riconoscere. Dopo mezz'ora buona che lo fissa facendo finta di guardare i suoi appunti di storia della musica, vede in quelle figure nere tutte le forme di Goku da quando era un bambino fino al super Sayan.

Mercoledì Blaine prova a interpretare per almeno un'ora il triangolo verde con la forma stilizzata di un giovane sul petto del ragazzo-con-le-magliette-nerd, ma alla fine non riesce proprio a capire di cosa si tratti.

Giovedì quasi gli scoppia a ridere in faccia quando lo vede togliersi la giacca bagnata di pioggia e rivelare una t-shirt grigia in cui sono disegnati in verde i pettorali di Hulk.

Venerdì il ragazzo-con-la-maglietta-nerd si presenta con una t-shirt grigia su cui sono rappresentati un leone e un lupo, quasi a formare un particolare ying yang. Blaine non conosce nemmeno quella, ed è davvero tentato di alzarsi e andare a farselo dire da lui, da quelle labbra che sono sempre serrate o al massimo dischiuse leggermente.

Passano le settimane e ormai la colazione in caffetteria è diventato il momento preferito della giornata di Blaine, più che altro perchè può rivedere il suo “amico” e cercare di decifrare la t-shirt che indossa quella mattina. La cosa che non riesce a spiegarsi è come faccia ad averne così tante: ogni giorno sotto la giacca esce sempre un disegno diverso, sempre una nuova sfida. Gliene ha viste indossare due volte solo alcune, e solo quella di Squirtle Blaine l'ha vista addirittura per quattro mattine. Non si lamenta comunque, visto che è la sua preferita.

Ogni giorno Blaine si sveglia con l'idea che quel giorno troverà il coraggio di parlare al ragazzo che lo incuriosisce così tanto, ma puntualmente non appena entra in caffetteria perde tutta quella forza di volontà e coraggio, passando il tempo della sua colazione a fissarlo e farsi mille domande a cui, è sicuro, non avrà mai una risposta.

 

 

 

 

E' il cinque dicembre, Blaine stringe tra le mani gelate la sua cioccolata calda e aspetta paziente che il ragazzo-con-la-maglietta-nerd arrivi in caffetteria, come tutte le mattine d'altronde. Addenta la sua brioche calda e lo cerca dietro le porte di vetro, fino a quando finalmente non lo intravede, tutto imbaccuccato nella giacca con un cappello di lana in testa. Blaine si sistema sulla sedia, pronto alla sfida della mattina, e lo guarda di sfuggita ordinare il suo Americano e avvicinarsi al suo solito tavolino accanto alla vetrata. Il ragazzo si sfila sciarpa, guanti, cappello, ma nel momento in cui si toglie la giacca, Blaine quasi rovescia il liquido caldo sul tavolino quando nota che sta indossando una camicia. Una camicia bella, la stoffa tirata nei punti giusti, il primo bottone sbottonato e con i fianchi sfilati, ma pur sempre una camicia.

Arriccia le labbra deluso quando lo vede sedersi e tirare fuori l'iPad dalla borsa, chiedendosi per quale motivo quella mattina non abbia indossato quelle magliette che gli piacciono ormai così tanto.

Senza propriamente rendersene conto, si alza dal suo tavolino, recupera la tracolla, afferra la sua cioccolata e va diretto dal ragazzo, sedendosi di fronte a lui e facendo strascicare la sedia sul parquet. Il tipo alza lo sguardo dal suo iPad e corruga le sopracciglia confuso.

Posso fare qualcosa per te?” domanda con una voce gentile che però ha una nota canzonatoria.

Blaine non ha idea di cosa lo faccia parlare in quel modo. “Perchè oggi non ti sei messo una delle tue solite magliette?”

Si aspetta quasi una risata, un insulto o un'occhiata confusa. Non capisce il ghigno divertito che compare sulle labbra del ragazzo che ha di fronte a sé.

Per vedere se così facendo ti decidevi a venire a parlarmi invece di stare a fissarmi per quarantacinque minuti buoni,” si morde il labbro e ridacchia. “A quanto pare ha funzionato.”

Blaine non si aspettava quel tipo di risposta e per un attimo si ritrova a balbettare impacciato e confuso, non sapendo bene cosa dire.

Non è vero che ti fisso...” prova a replicare dopo un paio di attimi, sentendosi quasi in colpa.

Ah no? Quello non era fissare? Perchè sono abbastanza sicuro che tu non abbia idea del colore del bancone della caffetteria ma tu sappia benissimo che t-shirt indossavo ieri o tutta la scorsa settimana.”

Blaine arrossisce, il tipo ghigna.

Come volevasi dimostrare,” ridacchia il ragazzo tra sé e sé. Blaine si aspetta quasi che lo insulti, che gli dica qualcosa di molto cattivo o che lo faccia sentire estremamente mortificato, ma invece quando alza lo sguardo dalle proprie dite strette attorno alla sua cioccolata, trova una mano tesa.

Guarda il volto del ragazzo, nota in quel momento che ha gli occhi verdi quasi azzurri, e afferra il suo palmo.

Mi chiamo Sebastian,” dice il ragazzo con un sorriso.

Blaine si ritrova ancora una volta senza parole nel giro di mezzo minuto, il che è grave, visto che è davvero difficile farlo stare zitto. Sorride, un poco imbarazzato.

Blaine.”
“Bene, adesso il mio stalker ha anche un nome.”

Ehi, non ti sto stalkerando!”

Sebastian ridacchia, bevendo un paio di sorsi della sua bevanda. “Non ho mica detto che non mi piace essere stalkerato. Mi piacciono le tue attenzioni.”

Blaine non sa davvero come rispondere a quel commento, e non riesce nemmeno a mantenere lo sguardo su quelle iridi verdi divertite, quindi lo abbassa sull'iPad che giace dimenticato sul tavolo.

E' quello nuovo?”

Sebastian alza le spalle. “Già, ma non è un gran che. Spero che il prossimo modello sia un po' più funzionale, in questo ci sono delle cose che vanno assolutamente aggiustate. Potevano fare di meglio.”

Blaine lo guarda incuriosito. “Sembra che te ne intendi di elettronica.”

Diciamo che so di cosa sto parlando.”
“La studi al college?”

Sebastian ridacchia a quella domanda, ma poi guarda tocca lo schermo dell'iPad, illuminandolo. “Credo che tu debba andare, altrimenti arriverai in ritardo.”

Blaine corruga le sopracciglia confuso, ma guarda comunque l'orologio sullo schermo del suo cellulare. Sono le otto meno cinque e sì, arriverà decisamente in ritardo se non si sbriga.

Raccoglie la sua roba in un secondo, ma prima di alzarsi si prende un attimo per sorridere a Sebastian. “Grazie per avermelo fatto notare, come facevi però a sapere-”

Pensi di avere l'esclusiva sullo stalking?” Sebastian lo interrompe con una risata, facendogli poi l'occhiolino.

Blaine si morde il labbro e arrossisce. “Oh.. ok... Quindi...Ci... ci vediamo?”
“Certo, a domani!” Sebastian gli fa un cenno con la testa prima di prendere in mano l'iPad e aprire un programma che Blaine non ha idea di cosa sia. Esce confuso dalla caffetteria, un poco frastornato, non riuscendo a credere che tutto quello che è appena successo sia avvenuto nella realtà e non sia solo frutto della sua fervida immaginazione.

 

 

 

 

Il giorno dopo quando Blaine arriva in caffetteria, Sebastian non c'è. Mentre è in coda che aspetta il proprio turno non può che pensare preoccupato che il giorno prima ha davvero esagerato, ma cosa gli è preso ad andare da lui in quel modo e dire quelle cose? Si è solo reso ridicolo, ha fatto bene Sebastian a cambiare caffetteria quella mattina.

Ordina il suo cappuccino e il suo muffin sovrappensiero, così intontito che quasi non si accorge la commessa chiedergli se vuole altro. Prima che possa dire di no e tirare fuori il portafoglio una voce alla sua destra attira la sua attenzione.

Anche un Americano grande, grazie!”

Blaine quasi spalanca la bocca quando si volta e vede che il ragazzo che ha appena ordinato è proprio Sebastian, con le guance rosse per il freddo, i capelli arruffati e un ghigno in volto.

Vorrebbe dirgli qualcosa, ma la voce gracchiante della ragazza alla cassa non glielo permette.

Sono sei dollari e settantacinque.”

Blaine fa per tirare fuori il portafoglio dalla tasca, ma Sebastian è più veloce di lui, allungando i soldi sul bancone e facendo un sorriso alla ragazza. “Tieni pure il resto! E tu non obiettare,” continua, voltandosi verso di lui e afferrando l'Americano fumante che gli passa la barista. “La colazione te la offro io stamattina.”

Blaine apre e chiude la bocca un paio di volte prima di afferrare il muffin e il cappuccino e seguire Sebastian al tavolo, togliendosi il giaccone senza riuscire a dire una sola parola.

Si siedono in silenzio, sorridendosi, ma non si dicono altro. Sebastian beve un paio di sorsi di caffè e si scalda le mani contro il cartoncino caldo prima di tirare fuori un quaderno dallo zaino e aprirlo sul tavolo. E' pieno di numeri e scritte. Sebastian legge veloce le pagine, fermandosi di tanto in tanto a correggere un paio di simboli con una matita.

Blaine è così preso da quel gesto e dal fatto che sta davvero facendo colazione con il ragazzo-con-la-maglietta-nerd, che quasi si dimentica della sua sfida giornaliera. Subito i suoi occhi si spostano sul torace di Sebastian, provando a decodificare il disegno su esso.

E' un quarantadue gigantesco, scritto in rosso su sfondo blu e con i bordini gialli. Blaine nota anche che all'interno del numero, ce ne sono altri più piccoli, che a primo sguardo non si vedono.

Pensa che cosa potrebbe significare quel quarantadue, ma non gli viene in mente nulla, non ha idea a cosa si riferisca. Non prova neanche a googlarlo, sarebbe troppo generico e non troverebbe nulla.

Rimane a fissare la maglia di Sebastian per una decina di minuti, sbocconcellando il suo muffin e bevendo il suo cappuccino, fino a quando una risata non arriva alle sue orecchie.

Allora, sei riuscito a capire cosa vuol dire la t-shirt di oggi?”

Blaine sbatte la palpebre confuso un paio di volte. “Come?”
“Andiamo, dopo due mesi l'ho capito il gioco. Ti diverti un sacco a cercare di capire le mie magliette, non è così?”

Sebastian si appoggia allo schienale della sedia e lo guarda giocoso, incurvando all'insù un angolo della bocca.

Beh, direi di sì,” confessa Blaine dopo poco, cercando di non imbarazzarsi troppo.

Ecco perchè ieri ci sei rimasto male che non l'avevo!”

Blaine arriccia il naso ma non riesce a non sorridere. “Non ci sono rimasto male.”

Come no,” Sebastian ridacchia, bevendo un sorso di caffè. “Allora, quella di oggi l'hai indovinata?”
Blaine torna a fissare il torace del ragazzo e beve un paio di sorsi del suo cappuccino.

No,” ammette sconfitto dopo un minuto. “Ma non mi è nuova, è probabile che lo sappia ma non mi venga in mente.”

Quarantadue è la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto.”

Blaine alza un sopracciglio. “... ok? È una roba da matematici o da fisici?”
Sebastian scoppia a ridere a quella domanda e Blaine non può che chiedersi se abbia detto qualcosa di estremamente stupido, sentendosi tremendamente in imbarazzo.

No, non è una cosa da matematici o fisici,” risponde Sebastian quando riesce a calmare le risate. “E' la citazione di un film di fantascienza. Mai visto Guida Galattica per Autostoppisti?”

Blaine scuote la testa. “E perchè fa ridere? Non ho mica capito.”

Perchè tu fai ridere,” risponde con semplicità Sebastian, inclinando il capo di lato. “Sei divertente Blaine, oltre ad essere anche un bel ragazzo. Non me l'aspettavo.”

Oh... grazie?” Blaine arrossisce al complimento e deglutisce imbarazzato, non sapendo cosa rispondere.

Rimangono in silenzio a far finta di non guardarsi fino a che Blaine non deve scappare a lezione e Sebastian lo saluta facendogli l'occhiolino.

 

 

 

 

All'inizio è un po' strano e imbarazzante, ma con il passare del tempo fare colazione con Sebastian tutte le mattine diventa estremamente piacevole e divertente. Le prime volte non parlano quasi, si scrutano, si scambiano convenevoli più o meno gentili – Sebastian lascia sempre cadere qua e là complimenti o frasi molto ambigue – e spesso Blaine rimane sulle sue, non troppo sicuro di quello che può o non può dire.

Blaine continua il suo piccolo gioco delle t-shirt di Sebastian, solo che adesso quando il disegno o la scritta non gli è proprio chiara, chiede delucidazioni al ragazzo seduto di fronte a lui, che è sempre felice di aiutarlo, anche se sembra molto più contento quando Blaine indovina da solo cosa abbia stampato sul torace.

Passano le settimane, ed entrambi cominciano a parlare davanti alle loro tazze di caffè, a raccontarsi la propria vita, il proprio passato, le abitudini, le cose che amano e che odiano, cosa studiano e cosa sperano di fare in futuro. Sebastian sembra sempre un po' restio a raccontare della sua vita, però adora parlare dei suoi videogames, di film, fumetti, libri, computer o altro ancora. Blaine spesso non ci capisce niente, ma non importa, gli piace sentire Sebastian raccontargli come abbia sconfitto il boss di quel videogioco con il nome strano, o di un film che “deve assolutamente vedere”.

Sono diventati amici, ma la cosa lo preoccupa un poco perchè Sebastian gli piace di più di quanto vorrebbe, e non va bene, visto che non è nemmeno certo se sia gay.

E' vero che fa sempre molte battute ambigue, ma Blaine è sicuro che non abbia mai ammesso chiaramente di essere omosessuale, mentre lui ha parlato più e più volte di un ex-fidanzato; l'ultima cosa che vuole è prendersi una cotta per un ragazzo che non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti.

Quindi si obbliga a pensarsi amici e stop, senza coinvolgere altro che potrebbe potenzialmente fargli molto male, e non ne ha bisogno dopo tutto il dolore dell'ultima rottura.

Ride e scherza con lui, mette su il muso quando lo prende in giro perchè non conosce quel libro o quel film o quel videogioco, arrossisce quando il ragazzo gli sfiora per caso la mano o la sua voce si abbassa e si fa più profonda.

Sebastian scivola quasi silenziosamente nella sua vita, con i suoi occhi brillanti, la sua risata contagiosa, i suoi quaderni pieni di numeri e le sue innumerevoli t-shirt colorate.

 

 

 

 

Ho bisogno di un caffè, mi sento che se non bevo un caffè in questo momento muoio.”

Come siamo tragici. Vai a prendere posto che lo ordino.”

Voglio anche un brownies con le nocciole!”

Blaine, sei in mezzo ai piedi, vai a sederti.”

Blaine sbuffa, ma fa come Sebastian gli ha detto, trotterellando verso il fondo alla caffetteria e spalmandosi completamente sul tavolo.

Blaine, sei morto per caso?” la voce divertita di Sebastian arriva alle sue orecchie un paio di minuti dopo, ma lui non si muove da quella posizione, mugugna sottovoce.

Magari fossi morto.”
Sebastian sospira e gli si siede di fronte. “Va bene, allora il brownies che ti ho preso me lo mangio io.”

Parole magiche.

Blaine alza subito il capo dal tavolo con un sorriso, cercando con gli occhi il dolce nominato da Sebastian. “Me lo hai preso!”
“Come facevo a non prendertelo, sembravi un cucciolo che avevano appena finito di prendere a calci!” Sebastian ridacchia, porgendogli il piattino e il suo solito cappuccino, togliendosi poi la tracolla dalle spalle e sbottonandosi leggermente la giacca.

Blaine sospira, prendendo la forchettina e portandosi alla bocca un pezzo di brownie. “Ho appena fatto l'esame più difficile della mia vita, è ovvio che sembra che mi abbiano preso a calci,” fa un sorriso sconsolato e beve un sorso di caffè. “Ed è anche ovvio che tu oggi pomeriggio e in questa pausa merenda debba fare tutto quello che dico io, mio carissimo amico nerd.”

Ridacchia quando Sebastian fa una smorfia per quel nomignolo. Non gli piace essere chiamato nerd, odia quel soprannome che ogni tanto Blaine gli affibbia apposta per farlo arrabbiare.

Non chiamarmi così.”

Blaine sorride, divertito, mangiando un altro pezzetto di brownie. “Oh, e per quale motivo? Dimmi, a quale videogioco hai giocato ieri sera?”

Blaine ride e Sebastian fa finta di fare l'offeso, alzando gli occhi al cielo e bevendo un paio di sorsi della sua bevanda calda. “Non deve interessarti.”
“Ah no?”

Sono abbastanza sicuro che non lo capiresti, nemmeno se te lo spiegassi con quei manuali per idioti.”

Blaine gli fa la linguaccia, e inforca un altro pezzo di dolce, ma questa volta non se lo porta alle labbra, lo offre a Sebastian seduto di fronte a lui. E' un gesto che non ha mai fatto, ma in quel momento gli viene naturale dividere con lui quel brownie che è così buono.

Sebastian lo guarda sorpreso, ma si fa imboccare senza fare storie, piegandosi in avanti e mettendosi la forchetta in bocca senza staccare lo sguardo dagli occhi di Blaine.

Mastica piano, continuando a fissarlo, e tra i due cala un silenzio quasi teso, carico di qualcosa che Blaine non ha idea di come definire.

E comunque,” dice Sebastian dopo poco, la voce di un'ottava più bassa. “Ieri sera sono andato per locali, altro che x-box.” commenta con un ghigno che Blaine ormai conosce troppo bene. “Vuoi sapere quale boss ho sconfitto nei bagni del Paradise?”

Blaine arriccia il naso e cerca di nascondere il rossore sulle guance, ma fa una smorfia e beve un paio di sorsi di caffè.

Eppure non capisco,” afferma un paio di attimi dopo, tornando a tagliare un pezzetto di brownie e portandoselo alle labbra. “Tu hai tutti questi interessi così... da nerd... eppure non... non ne avresti bisogno.”

Sebastian alza un sopracciglio. “Non sono sicuro di stare capendo quello che mi stai dicendo.”
Blaine sbuffa, offrendo un altra forchettata di dolce al ragazzo seduto di fronte a sé. “Sto dicendo che di solito... non che io lo pensi eh, lo sai che non sono quel tipo di persona... ma comunque nella coscienza comune chi è interessato a questo tipo di cose di solito è...”

È...?”
“Uno sfigato,” Blaine dice con un sospiro. “Nel senso, non guardarmi così lo sai che non lo penso. Ma un ragazzo appassionato di elettronica, e di videogames, fumetti e tutta la roba che piace a te di solito non ha il carattere come il tuo. Tu sei spigliato, sei divertente e popolare, vai per locali, sei praticamente un modello e... insomma, diciamo che non rientri nei canoni di nerd.”

Sebastian lo guarda per un attimo confuso, e poi ridacchia. “Te l'ho detto che io non sono un nerd. Capita che mi piacciano certe cose, punto. Perchè hai così tanta voglia di darmi un'etichetta?”

Ma non è quello! È che non riesco a capire come uno come te, fatto nel modo in cui sei fatto tu, possa avere interessi del genere.”

Sebastian alza un sopracciglio ma il sorriso non sparisce dalle sue labbra. “Sei così curioso di sapere la storia della mia vita?”

Assolutamente.”

Mio dio, quell'esame ti ha davvero steso eh, la prossima volta te ne prendo dieci di brownies.”

Blaine ridacchia e inforca l'ultimo pezzo di dolce per offrirlo a Sebastian che esattamente come poco prima mangia senza dire nulla, leccandosi un paio di briciole che sono rimaste sulle labbra.

Ma non c'è molto da dire su perchè mi piaccia tutta questa roba.” Alza le spalle e accavalla le gambe, appoggiandosi allo schienale della sedia. “Credo che tu abbia notato che non sono esattamente americano americano, giusto?”
“Ogni tanto parli strano, ma pensavo che fosse un accento o un qualcosa di simile.”

Sebastian ride. “Nah, sono mezzo francese. Sono cresciuto in Francia.”

Blaine spalanca la bocca, sorpreso. “Oh ma che figata! Non me lo avevi mai detto!”

Non pensavo fosse importante.” Sebastian alza le spalle decisamente soddisfatto della reazione di Blaine. “E comunque non c'è nulla di figo riguardo alla Francia, visto che i miei adorabili genitori negli ultimi cinque anni mi hanno rinchiuso a studiare in un convento.”

Non puoi essere serio,” Blaine ridacchia, sempre più incuriosito dalla storia di Sebastian.

Mi piacerebbe dirti che sto scherzando, ma purtroppo è così. È una scuola francese molto prestigiosa, che però è gestita da suore che applicano un regolamento rigido e molto stressante.”

Ovvero?”
“Ovvero che l'unica cosa che potevo fare nel mio tempo libero era studiare e pregare. E onestamente, mi ci vedi a pregare a me?”
Blaine scoppia a ridere.

Esatto, poi fai conto, il primo anno che mi ci hanno mandato ero nel pieno scoppio ormonale e avevo appena fatto coming out. Col senno di poi, credo che i miei lo abbiano fatto per cercare di aggiustarmi.”

Blaine deglutisce, perchè quella è la primissima volta che sente Sebastian affermare che è gay. Lo aveva capito da un po' ormai, ma non ha mai avuto la conferma. Sente qualcosa nel petto accendersi, come una piccola fiammella.

Ma comunque, non hanno aggiustato niente, grazie al cielo,” ridacchia ancora facendo l'occhiolino. “Le prime settimane chiuso in quell'inferno ho cercato di trasgredire come potevo, ma alla terza ammonizione i miei genitori mi hanno amorevolmente ricattato dicendomi che se continuavo a trasgredire alle regole in quel modo non mi avrebbero mandato a studiare in America.”

Ouch.”
“Già... ho dovuto per forza calmarmi e smetterla di evadere dalla mia stanza facendo corde con le lenzuola.”

Blaine scoppia a ridere, non riesce assolutamente a credere a tutto ciò che gli sta raccontando il suo amico. “Ti prego, non puoi essere serio!”

Sebastian a quel punto alza la manica della giacca e gli fa vedere una piccola cicatrice sull'avambraccio. “La prima volta che sono evaso sono caduto dall'altezza del primo piano e mi sono aperto il braccio. Cinque punti e il primissimo ammonimento, ma almeno da quella volta ho imparato ad annodare le lenzuola!”

Ridono entrambi, Blaine appoggia i gomiti sul tavolino e il mento sul palmo della mano, affascinato da quei racconti e dalla risata contagiosa dell'amico.

E quindi quando ho capito che dovevo darmi una calmata altrimenti addio America, ho cercato di trovare un modo per passare il tempo che non mi facesse uscire di testa. Grazie alla grana di papà sono riuscito a far entrare molto illegalmente una piccola tv nella mia stanza, che per fortuna nessuno controllava mai. Da sola era pressochè inutile, visto che non prendeva nessun canale, quindi ho comprato i primi videogames. Pokémon, Zelda, Final Fantasy, Metal Gear, Metroid, X-box, Playstation, Game boy. Non c'era nulla che il denaro di mio padre non potesse comprare. Dai giochi sono passato ai film, soprattutto quelli di fantascienza, poi libri e telefilm. Tutti i modi possibili per tenermi occupato e non diventare matto.”

Chi ti dice che tu non lo sia diventato, alla fine?”

Posso assicurarti di essere sano come un pesce, più di te almeno, che se non ti ingozzi di zuccheri dopo un esame fai i capricci come un bambino.”

Blaine ignora la frecciatina ma sorride. “Come mai film di fantascienza?”

Perchè mio nonno era tipo socio del planetario di Parigi e quando ero piccolo mi portava sempre con lui. Mi raccontava tutte queste storie sugli altri pianeti e sugli alieni... poi beh, Star Wars e Star Trek hanno fatto il resto.”

Blaine ridacchia, ricordando con affetto i pomeriggi in cui lui e Cooper facevano finta di essere guerrieri Jedi e si rincorrevano per casa con finte spade laser ricavate dai rotoli di scottex terminati.

Ma scusa... le suore non ti dicevano nulla che facevi tutte 'ste cose?”

Finchè rimanevo in camera mia no. Effrazioni a parte, ero lo studente modello, voti altissimi e genitori pieni di soldi. A loro poco interessava se passavo le serate a giocare a Zelda piuttosto che a pregare.”

Blaine corruga le sopracciglia, pensieroso. “Cavolo però, che scuola strana. Non avevi amici? Compagni di classe? Gente con cui parlare?”
Sebastian alza le spalle. “A parte le mie insegnanti non ho mai avuto l'occasione di parlare con nessuno in quel luogo di pazzi. Beh... a parte Aiden.”

Blaine sente la gola secca quando Sebastian pronuncia quel nome in modo quasi affettuoso, intimo. “Chi è Aiden?”
“Era il tuttofare che aiutava le suore e che faceva un po' tutti i lavoretti che servivano. Oh e pure il tipo che mi sono fatto negli ultimi cinque anni.”
La bocca e gli occhi di Blaine si spalancano prima ancora che il legittimo proprietario se ne possa accorgere. E' sorpreso e stupito, oltre che estremamente curioso. “Ma... nel convento?

Sebastian sorride al suo stupore. “Beh sì. Faceva anche da postino. Io compravo un videogioco la settimana su internet e me lo facevo spedire a scuola, e lui me li portava tutte le volte in camera, e poi sai... una cosa tira l'altra, la mia astinenza forzata, tutti quegli ormoni, lui uomo maturo e con tanta esperienza... hai bisogno di un disegnino?”
Blaine sbuffa alla presa in giro. “No, grazie.” commenta acido, “E non vi hanno mai scoperto?”

No, perchè, lui mi portava i pacchi in camera e rimaneva una quindicina di minuti per fare un po' di roba, giusto per sfogarsi.”

Oh,” Commenta Blaine perplesso. “Quindi non... stavate insieme?”

Oddio, certo che no!” Sebastian scoppia a ridere, scuotendo la testa quasi spaventato. “Nessuno dei due aveva interesse per queste cose.”

Rimangono in silenzio per un poco, mentre Blaine spera che Sebastian non stia pensando a quel tipo, anche se è estremamente sicuro che non costituisca una minaccia.

La passione per i videogiochi la capisco adesso... ma la cosa delle magliette non me l'hai mica spiegata.”

Sebastian si morde il labbro e lo guarda come se avesse appena detto una cosa ovvia. “Dopo cinque anni di divisa dalla mattina alle 8 fino alla sera alle dieci, secondo te ho bisogno di un motivo per indossare qualcosa legato ai pochi momenti di umanità e felicità che ho sperimentato chiuso in quella prigione?”

Blaine vorrebbe dire qualcosa di saggio per fargli intendere che ha tutte le ragioni del mondo per vestirsi come gli pare e piace, ma nulla gli sembra appropriato a quel momento. Quindi sorride e gli fa un cenno col mento.

Fa' vedere quella di oggi.”

Sebastian ridacchia e si sbottona completamente il giubbotto, rivelando una maglietta blu con la scritta “Ho comprato questa t-shirt domani”. Blaine la fissa per qualche istante e poi sorride, vittorioso.

Ritorno al futuro?”

Sul viso di Sebastian si forma un ghigno compiaciuto. “Chi è il nerd, adesso?”

 

 

 

 

Con l'arrivo della primavera Blaine si convince sempre di più che la sua più grande paura si è decisamente avverata: l'affetto che prova per Sebastian si sta trasformando in qualcos'altro, qualcosa di più profondo e che lo coinvolge di più a livello emotivo. Insomma, si è preso una gran bella cotta per il suo amico, c'è poco da fare.

Sente il bisogno fisico di stare sempre con lui, di chiamarlo, parlargli, farlo ridere, sfiorargli accidentalmente il polso quando lo accompagna a casa, e ogni giorno questo bisogno cresce sempre più, fino a quando Blaine non ammette a se stesso che l'unico ragazzo con cui vorrebbe stare è proprio Sebastian.

Il problema è che quell'attrazione non è reciproca.

Sebastian non è interessato a lui, ne è sicuro ormai. Ci sono delle volte in cui vorrebbe semplicemente dirgli che gli piace così tanto da fare quasi male, ma ha troppa paura di rovinare il bellissimo rapporto che hanno, quindi si morde la lingua e si perde nella voce melliflua di Sebastian e nel calore del suo sguardo.

Spera solo che questa cotta tremendamente inappropriata passi il prima possibile.

 

 

 

 

Blaine odia la pioggia.

La odia soprattutto quando lo coglie all'improvviso un pomeriggio che è uscito senza ombrello e che deve fare un sacco di strada a piedi per arrivare a casa di Sebastian. Maledice il tempo che da un paio di giorni è sempre più imprevedibile, maledice il mese di aprile, maledice pure Sebastian che lo ha invitato a casa sua quel pomeriggio per studiare in vista dei prossimi esami.

Maledice tutti i santi del cielo e persino un paio di Dei pagani, ma la situazione peggiora visto che comincia pure a grandinare e lui non ha da che ripararsi.

Inutile dire che quando Sebastian apre la porta del suo appartamento non può che ritrovarsi davanti Blaine bagnato come un pulcino che trema e che borbotta maledizioni sottovoce.

Uscire con l'ombrello era un optional?” Lo saluta il ragazzo scherzando facendolo entrare in casa.

Non pioveva quando sono uscito, porca miseria!” Si lamenta Blaine cercando di non gocciolare sul pavimento e stringendosi nei suoi vestiti fradici. “Bagno?”

Sebastian gli indica ridendo una porta sulla destra. “Vuoi farti una doccia calda?”

No, basta un qualcosa per asciugarmi e se avresti tipo qualcosa di asciutto da prestarmi per oggi...”

Il ragazzo annuisce, sparendo nella sua camera e tornando poco dopo con un paio di pantaloni della tuta. “Tieni questi, vado a rimediarti una felpa.”

Blaine lo ringrazia con lo sguardo prima di infilarsi nel piccolo bagno e rimuovere i vestiti fradici di dosso. Si sente tremendamente in imbarazzo ad essere capitato in casa di Sebastian così conciato, ma è anche un poco contento di essere finalmente in quell'appartamento e di indossare addirittura i vestiti del suo amico.

Ridacchia quando si mette i pantaloni della tuta e nota che sono troppo lunghi per lui e che è costretto a fare un paio di giri agli orli. Esce dal bagno con i capelli umidi e a petto nudo, chiamando Sebastian e dirigendosi poi in quella che capisce essere la sua camera.

La stanza è pulita e luminosa e i muri sono ricoperti di poster e fotografie. Sebastian è in piedi accanto all'armadio con una t-shirt in una mano e il cellulare nell'altra.

Tieni, metti questa!” Gli dice senza smettere di guardare lo schermo del telefono, lanciandogli la maglietta.

Blaine la afferra, curioso di sapere che disegno ci sia sopra. Quasi squittisce quando nota che è la sua preferita, quella di Squirtle.

Oh, ma questa è la mia preferita!” Commenta infilandosela dalla testa, notando lo sguardo sorpreso di Sebastian posarsi su di lui.

Come?”

Sì, questa... questa t-shirt l'avevi la prima volta che ti ho notato in caffetteria,” Blaine sorride contento al ricordo di quella mattina di ottobre quando Sebastian non era neanche ancora il ragazzo-con-la-maglietta-nerd. “È quella che metti più spesso, te l'ho vista indosso un sacco di volte, e... è diventata la mia preferita. Sei sempre così bello quando indossi questa t-shirt.”

Blaine si accorge delle parole che gli sono uscite dalla bocca troppo tardi. Non appena capisce dallo sguardo stupito di Sebastian cosa ha detto, arrossisce come un peperone e prova a balbettare qualcosa che assomiglia a un arrampicarsi molto malamente sugli specchi.

Cioè... nel senso... che ti sta bene! In quel senso sei bello... cioè, non che tu non lo sia, ma insomma... voglio dire che.... ti fa delle belle spalle e ti sta... giusta! Ecco in quel senso... perchè-”

Il balbettio sconnesso di Blaine si interrompe quando Sebastian percorre l'intera stanza con un paio di falcate e si avvicina pericolosamente a lui.

Blaine lo guarda, immobile, non sapendo bene come comportarsi, e lascia che il ragazzo gli sfori la guancia con la punta delle dita e lo accarezzi dietro il collo prima di avvicinarsi al suo viso e respirare sulle sue labbra.

Sebastian,” Sussurra con la gola secca e il respiro corto.

Lui ghigna e dopo essersi leccato le labbra si sporge in avanti per baciarlo. Blaine neanche si accorge del sospiro di sollievo che fa quando finalmente la bocca di Sebastian preme contro la sua.

Porta involontariamente le braccia intorno alle spalle del ragazzo, alzandosi un poco sulle punte per essere al suo stesso livello, per approfondire il bacio, per accarezzargli il palato con la lingua e gemere piano nella sua bocca.

Quando si staccano hanno entrambi le labbra rosse e il respiro un poco affannato. Non si dicono nulla, Blaine tira semplicemente Sebastian contro di sé finchè non cadono sul letto, senza smettere di baciarsi, scompigliare capelli o lasciarsi scappare piccoli versi o schiocchi. I baci diventano prima insistenti e passionali, ma poi mutano in qualcosa di languido e dolce, con Sebastian sdraiato sulla schiena e Blaine sopra i lui che fa scontrare il naso contro il suo, sorride e gli accarezza le guance.

Non lo sapevo.” Dice a un certo punto Sebastian, scuotendo piano la testa adagiata contro il cuscino.

Non sapevi cosa?”

Di piacerti.”

Stai scherzando spero, sono mesi che ti muoio dietro, per quale motivo secondo te l'altro giorno ti ho addirittura lasciato raccontarmi tutta la storia di The Legend of Zelda?”

Sebastian ride leggero, tirandogli un pizzicotto in un braccio. “E io che pensavo che ti interessasse sul serio.”

No, era un modo molto astuto per farti capire che volevo infilarmi nelle tue mutande.”
“Sarebbe stato molto più astuto e proficuo per entrambi se invece di usare questi mezzucci da quattro soldi l'avessi fatto sul serio. Infilarti nelle mie mutande, dico.”
Blaine lo bacia, perchè ora può farlo, e mentre assapora le sue labbra pensa di essere il ragazzo più fortunato del mondo.

Ma pensavo di non interessarti,” si giustifica, rotolando sulla schiena e lasciando che Sebastian gli baci il collo. “E non volevo pensare di essere come tutti i tipi che ti fai quando esci la sera.”

Sebastian lo guarda, divertito. “Sei un cretino, non potrai mai essere come tutti i tipi che mi faccio per cercare di non pensare a te.”
A Blaine si scaldano le guance a quell'ammissione. “Ah no? E perchè?”

Perchè...” Sebastian si interrompe, come per cercare le parole giuste da dirgli. “Perchè tu sei il mio reattore Arc, non posso certo stare senza di te.”

Fammi indovinare, stavi leggendo l'ultimo numero Iron Man prima che arrivassi, non è così?”

Sebastian scoppia a ridere. “Non lo saprai mai,” dice prima prima di baciarlo ancora e ancora fino a fargli dimenticare il suo nome.

Passano il pomeriggio su quel letto, a ridere, scherzare, fare finta di non dover dare degli esami a breve e a recuperare il tempo perduto in cui pensavano di non piacersi.

Si salutano con un'infinità di baci sulla porta dell'appartamento di Sebastian, Blaine con ancora in dosso i vestiti asciutti di quello che è ormai il suo ragazzo.

Nel tragitto per tornare a casa Blaine si rende conto che, per la prima volta da quando ha conosciuto Sebastian, non ha fatto caso alla t-shirt che indossava quel pomeriggio.

Ride tra sé e sé, passandosi una mano sul disegno di Squirtle che ha sul torace, pensando che non gli interessa più di tanto quel fatto, ora che ha anche lui una t-shirt nerd.

 

 

 


Inizio col dire che questa storia è un grandissimo esperimento, perchè io non ho mai né letto né scritto di Nerd!Sebastian, e quindi volevo provare questa cosa nuova infilandoci dentro le magliette di Qwertee e un prompt che mi piaceva tanto :3 Potete vedere le magliette di Sebastian cliccando i link che ho lasciato qua e là all'interno della fanfiction! :D

Spero davvero tanto che non faccia schifo e che vi sia piaciuta <3

Un grazie giganteschissimo a MedeaFarina che me l'ha betata, ha corretto il mio pessimo italiano e ha fangirlato, love you dear <3

Vi sbaciucchio e vi auguro buona domenica <3

Marti

   
 
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