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Autore: Aredhel Afterlife    07/07/2013    6 recensioni
Terza e ultima lacrima. Ora poteva dire di non averne davvero più, fino alla prossima visita al cimitero, fino alla prossima visita a lui. Aveva giurato di non innamorarsi mai più, perchè nessuno sarebbe mai stato in grado di farle provare cose simili, nessuno. Preferiva rimanere sola tutta la vita, con il suo ricordo nel cuore, e quello, ne era certa, non sarebbe MAI morto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Three tears on the tombestone.


 

La ragazza fissava quella pietra grigiastra con infinita tristezza, il vuoto era tornato da quando lui se n'era andato, ironia della sorte. Posò lo sguardo sulle cicche sparse a terra, erano tante, troppe..le loro cicche, residui delle loro sigarette, e ormai residui apparenti del loro amore; ma sapeva che non l'aveva abbandonata veramente, non lo avrebbe mai fatto, glielo aveva promesso, pensò, mentre l'ultima lacrima del suo corpo cadeva sulla lapide. Una folata di vento le scompigliò i capelli, e lei ricordò:

Era Novembre inoltrato, loro erano felici, spensierati, innamorati. Una folata di vento mandò all'aria il quarto d'ora che aveva impiegato per piastrare i capelli, ritrovandoseli, ora, su tutto il viso. Se li scostò irritata, mentre lui la fissava divertito.

Odio il vento! L'unica cosa che detesto in questa stagione.” sbuffò lei.
"Sei bellissima.” le accarezzò una guancia.
“Graz-grazie..” diventò rossa.

Era strano, stavano assieme da due mesi già, ma ogni volta che lui la sfiorava o le faceva un complimento il suo lato timido veniva fuori, in contrasto con la sua 'finezza da scaricatrice di porto', come le ripeteva lui. Le si avvicinò e dolcemente posò le sue labbra sulle sue, a lei bastava quello, non avrebbe potuto desiderare di meglio che quei baci.”

Si accese un'altra sigaretta, era l'ultima del pacchetto che aveva comprato prima di andare al cimitero, un'ora prima. Si sarebbe fatta venire il cancro, ma almeno se sarebbe morta lo avrebbe raggiunto, pensò con amarezza. Già, amarezza, tutto ciò che le era rimasto dentro dalla sua...no, non riusciva a dirlo, neanche dopo un anno, specialmente quel giorno, il 12 gennaio, il giorno del suo compleanno, il giorno in cui lo incontrò per la prima volta, il giorno in cui la sua vita cambiò, in meglio. Perchè lui era stato una rinascita per se stessa, quella vera, che aveva sempre tenuto per se e non aveva celato a nessuno, fin che non l'aveva conosciuto. L'odore di pioggia le arrivò potente al naso, e un tuono accompagnò quell'odore che aveva sempre amato. Un altro ricordo:

Erano a casa sua, fuori c'era il temporale, ed entrambi erano raggomitolati nel letto, abbracciati. Lo baciò, cercando nelle sue labbra tutta la sicurezza che le mancava. I baci erano diventati fuoco, un elemento estraneo ad entrambi. Lui si mise sopra di me, attento a non pesarmi, mentre lasciava una dolce scia sul mio collo. Strinsi quel ciuffo che stavo scompigliando volontariamente. Ridacchiò, era buffo così, e sexy, come sempre. Lui però non si unì alla sua risata, ma in compenso la fissò negli occhi, quelli che riuscivano ad accelerare i battiti del suo cuore solamente puntandoli nei suoi.

Devo dirti una cosa prima di continuare.” sussurrò.
Dimmi.” accarezzai il suo petto nudo, percorrendo i contorni di quei tatuaggi che conosceva a memoria.
Magari è ovvio, sai che non sono bravo con le parole, ma voglio dirtelo in modo chiaro come non ho mai fatto in questi quattro magnifici mesi.” strofinò il suo naso contro il mio, provocandomi dei brividi piacevoli in tutto il corpo.
Lo invitai a continuare.
Helyn, io ti amo.” confessò in fine.
Lo fissai, annullando ogni distanza e catturandolo in un bacio. 
Anche io ti amo, davvero.” dissi piano.
Sorridemmo a fior di labbra, all'unisono; poi posai le mani sulle sue spalle, e lui sui miei fianchi, e continuammo da dove avevamo interrotto.”

 

 Una secondo lacrima cadde sulla lapide, aveva pianto così tanto che le sembrava impossibile che le lacrime non fossero esaurite; ma, forse, come il suo amore incondizionato per lui non aveva fine neppure le lacrime ne avevano una.
La cosa più dolorosa in quell'anno era stato convivere col vuoto che era comparso nel suo stomaco. Dormire sola, scaldarsi con delle coperte inanimate anziché con la sua pelle profumata. Svegliarsi e scoprire che quello che stai abbracciando è il tuo cuscino, che ti ricordava che erano solo un sogno le sue braccia che ti avvolgevano. Guardare film profondi e ritrovarsi a ragionarci sopra da sola, senza più il confronto delle sue idee con le mie. Disegnare ascoltando la musica senza la sua presenza affianco, che come da fotocopia, faceva la stessa identica cosa. Andare a fare la spesa, cosa che aveva sempre odiato, e non poter comprare più caramelle e cioccolata, ma solo cose normali, perchè tanto mangiarle da sola non sarebbe stato lo stesso.
Questi erano gli ostacoli più difficili che lei avesse mai affrontato, e non riusciva a superarli, e forse non lo avrebbe mai fatto.

Il suono della campana le riportò alla mente l'ultimo ricordo:

Erano tutti vestiti di nero, tutti tristi, affranti, e lei non riusciva a smettere di piangere, non ce la faceva. Erano giorni che andava avanti così, ma non le importava, voleva solo annullarsi piano piano, nel suo dolore, nella sua perdita. Una canzone incominciò a risuonare fra tutti i presenti, era la canzone che aveva scelto lei, la canzone che lui, le aveva confidato, avrebbe voluto al suo funerale. Su quelle note qualcuno incominciò a leggere parole che lei non riusciva ad udire, sopraffatta dal dolore. Quando fu sepolto non restò per abbracciare i suoi genitori e le sue sorelle, poiché troppi ricordi felici le avrebbero martellato la testa; così corse via, corse e corse, fino a ritrovarsi persa in un vicolo, con la testa fra le mani a piangere tutta la sua solitudine che la morte portava con sé.”

Terza e ultima lacrima. Ora poteva dire di non averne davvero più, fino alla prossima visita al cimitero, fino alla prossima visita a lui. Aveva giurato di non innamorarsi mai più, perchè nessuno sarebbe mai stato in grado di farle provare cose simili, nessuno. Preferiva rimanere sola tutta la vita, con il suo ricordo nel cuore, e quello, ne era certa, non sarebbe MAI morto.
Mise un disegno in mezzo ai fiori che aveva portato, lo cambiava ogni volta che ci andava, quella sera aveva portato il ritratto che lui le aveva fatto mentre dormiva dopo la prima volta che avevano fatto l'amore. Soffiò un bacio in direzione della tomba, poi si voltò, mise il cappuccio, e lentamente si avviò verso 'casa', che purtroppo non potevano più essere le sue braccia.

Sulla lapide c'era scritto:

Zayn Jawaad Malik, 12-01-1993. Bradford.
Morto a vent'anni in un incidente d'auto.

Sotto la frase:

Esistere nei tuoi ricordi è l'unica immortalità che desidero, sopravvivere in te, Helyn, è questa la mia idea di paradiso.”

  
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