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Autore: Hermione93    20/01/2008    17 recensioni
Mi scostai da lei ma sentii la sua presa farsi più rigida mentre non guardandomi mi implorava con voce tremante.
“Non lasciarmi…”
“Non ti lascio ma tu dormi…”
“Non voglio… ho paura che se mi addormento mi possa lasciare anche tu…”
Come potrei lasciarti? incentrata sul Team Gai.[NejiTen]
baci Ten
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gai Maito, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Naruto Shippuuden
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friends in destiny Dopo l'ultima NejiTen, "Thieves of love" (ultima della lunga sfilza XD) eccomi con una nuova idea pazza!
Prevedo gia grandi maledizioni quando leggerete il capitolo ma spero tanto di riuscirmi a salvare per leggere le recensioni.

Omaggio al mio adorato team Gai!

Dedicato a eringad e a annasukasuperfan!

baci e buona lettura a tutti ^^

ps. seconda fic che scrivo dal punto di vista di Neji!
mi raccomando non vi sbagliate che qua non è Tenten che narra in prima persona XDDD





Ero seduto su un lettino di ospedale.
La mia compagna di team rannicchiata tra le mie braccia, sulle mie gambe.
Mi stringeva quasi non volesse lasciarmi mentre i singhiozzi bloccati le facevano vibrare il ventre.

“Tenten, calmati…”

La guardai tristemente mentre quella si aggrappava con le mani alla mia casacca appoggiando poi la testa sul tessuto della maglia ormai non più bianca.
Si pulì senza volerlo, la guancia sporca di sangue sulla maglia.
I tagli sui vestiti ancora sporchi di terra.

“È meglio tu riposi…”

Riprovai cercando di non sembrare troppo brusco.
Lei scosse la testa piangendo e mi sentii un verme nel vedere che non potevo aiutarla in alcun modo.
Sentii scendere un calore allo stomaco mentre le sue lacrime bagnavano il tessuto macchiato.

“No, non voglio…”

La osservai comprensivo ma insistetti non riuscendo a sopportare oltre la scena.
Le urla pochi minuti prima mi tornarono alla mente fervide come la rabbia che ribolliva ancora nelle mie vene.
Io ero a capo di quella missione.
Ed era tutto fallito dopo che era successo quell’accaduto.

“Tenten…è meglio che tu dorma adesso…”

Mi scostai da lei ma sentii la sua presa farsi più rigida mentre non guardandomi mi implorava con voce tremante.

“Non lasciarmi…”

“Non ti lascio ma tu dormi…”

“Non voglio… ho paura che se mi addormento mi possa lasciare anche tu…”

Come potrei lasciarti?

“Non dire fesserie… non ci ha lasciati”

Il mio tono sembrava duro ma nascondeva l’insicurezza e la paura che anche io stavo provando in quel momento.
Mi guardò male, con rabbia come se l’avessi ferita e riappoggiandosi al mio petto continuò a piangere in silenzio.

“È colpa mia Neji…”

Le sentii dire tra i tremori che le scuotevano le spalle e la schiena esile.

“Non è vero… non essere crudele con te stessa…”

Gemette lasciandosi scappare un singhiozzo sfuggito al suo orgoglio e alla sua testardaggine che le impedivano di farsi sentire anche in un momento così doloroso.
Non riuscì più a trattenersi e dopo poco scoppiò nel più profondo baratro di tristezza.
L’accolsi quasi con dolcezza tra le mie braccia non riuscendo a non vederla come una creatura indifesa in quel momento.
Lasciai che si sfogasse mentre comprimeva il seno contro il mio torace riportandomi appena alla realtà imbarazzandomi alquanto.

Passò così una mezzora e non vedemmo ne infermiere ne dottori uscire dalla sala operatoria davanti al quale stava la stanza aperta dove aspettavamo.
Provarono ad entrare diverse infermiere per provare a curare la ferita al braccio mia e quella alla gamba di Tenten ma vedendo la situazione decisero di rimandare.
Anche senza situazione rinviarono comunque quando Tenten lanciò il kunai senza guardare a un filo dal viso di una di quelle che scappò terrorizzata.

Mentre osservavo il viso pallido della mia compagna con aria impassibile ricordai la scena della missione.


Correvamo nella fitta vegetazione saltando da un ramo a un altro cercando di accelerare la velocità.
Erano due giorni che non rientravamo a casa e le forze e il chakra ormai si stavano per consumare del tutto anche dopo le ore di riposo tra una sera e l’altra.

- Lee dovremmo fermarci! Stiamo per terminare tutto il chakra!

Aveva urlato Tenten a Lee mentre quello accelerava sorridendo e guardandoci chiedendoci di sbrigarci.
Gai non era con noi in quella missione.
Ci aveva reputato degni di fiducia come al solito.

- Avanti voi due! Non siate lenti che non vedo l’ora di fermarmi da baa-chan per del curry! Tanto è di strada no?!

Sospirai stanco e indignato mentre Tenten gia ribatteva sconcertata.

- Lee come fai a mangiare certa robaccia! Io digiuno piuttosto o mi viene il mal di pancia!

Mentre loro continuavano a batti-beccare io mi guardavo intorno ansioso avendo sentito delle presenze.
Fu tutto questione di attimi che chiamai a gran voce i miei compagni e Lee scansò con una spallata Tenten mentre una carta bomba scivolava sul tronco dove erano poggiati in precedenza e lo faceva esplodere con un gran boato.
Attivai il Byakugan e due mi furono addosso.
Non mi ci volle poco per liberarmene vista la loro velocità in battaglia.
Alla mia destra Lee stendeva con un calcio uno e ne ammazzava un altro che lo stava per colpire a sorpresa.
Mi tranquillizzai appena e continuai a lottare poi cercando più ansioso l’altra mia compagna.
Quando si era a capo di una missione dovevi sempre mantenere la calma e tenere d’occhio i tuoi sottoposti e compagni.
Tenten aprii il rotolo e colpì due nemici in piena fronte con due shuriken.
Mi sorrise e colpii con il juuken un nemico al mio lato cercando di eliminare gli altri.

Tenten intanto aveva tirato fuori due katane gemelle per fronteggiare due nemici…la vidi in difficoltà ma Lee gia occupatosi del suo avversario prese in disparte uno dei due iniziando a combatterci…lo disarmò dalla sua spada facendola cadere in terra.
Tenten sentendo quel rumore metallico si lasciò distrarre e colpire da un kunai alla gamba e si piegò a terra dolorante.
Avvenne tutto in un battito di ciglio…io per osservare la scena venni colpito di striscio a un braccio e stesi l’ultimo dei miei avversari con il juuken, Lee si voltò a guardare Tenten che aveva gemuto.
Sentii un urlo della mia compagna e il rumore di una lama che taglia e perfora delle carni.
Mi voltai sbarrando gli occhi.
Il nemico disarmato che combatteva con Lee prese la katana che era caduta di mano a Tenten trafiggendo il torace di Lee di spalle.
Tenten lanciò un grido di dolore e mi lasciai andare anch’io un “no” arrabbiato contro il nemico.
Gli occhi ancora con il Byakugan che ignettavano terrore nelle iridi nemiche.
Colpii con l’hakke poi seguito dal juuken i due, che caddero a terra con il viso stravolto rivelando i lineamenti marcati e il coprifronte del suono.
Mi girai vedendo Tenten con lo sguardo terrorizzato guardare davanti a se.
Si rialzò al volo buttandosi in avanti prendendo tra le braccia Lee, evitandogli la caduta.
Fece attenzione alla lama ancora infilata nel costato e mi avvicinai di corsa ai due.

- Lee… sta tranquillo adesso torneremo a Konoha…

La voce della ragazza sembrava più acuta e vibrava leggermente sicuramente mentre lo stesso groppo alla gola che mi stava assalendo le stava per bloccare le parole.

- Tenten-chan…fa male…

Lee sorrise come suo solito alla ragazza mentre un rivolo di sangue gli colava dalla bocca lateralmente.

- Lee!! Resisti, adesso torniamo a casa!!

Gli gridò contro chiudendo gli occhi disperata mentre io afferravo la ricetrasmittente e chiamavo aiuti.

“ci servono rinforzi! Siamo il Team Gai! Ci hanno attaccati a ritorno missione! Siamo feriti…uno di noi gravemente! Mandate rinforzi! Noi intanto cercheremo di arrivare alle porte. Passo.”

Gli anbu e juonin di servizio erano scattati prendendo radio e cercando di raggiungerci.
Mi avvicinai ai miei compagni sentendo dei rumori…

- farà male ma non ti muovere…

Vidi la mia compagna con immane coraggio afferrare la katana e sfilarla mentre passava una mano vicino alla ferità, dove piano scorreva la lama all’interno, per venir levata.
Del chakra verde venne emanato vicino alla ferità, mentre l’arma usciva del tutto…Lee tossì sangue e si piegò addosso a Tenten, non avendo più forze per sorreggersi.
Lei lo sorresse e gli venni in aiuto guardando il mio amico preoccupato mordendomi l’interno della guancia ansioso.

- ehi Lee… non fare il coglione.

Lui mi sorrise con le labbra e i denti sporchi di sangue e saliva rossastra…mi caricai un braccio sulle spalle sollevandolo e tenendogli un braccio per sostenerlo, mi morsi un labbro mentre sentivo la ferita al braccio pulsarmi e Tenten si rialzava con noi.

- salutatemi Gai-sensei… non si sa mai…

Lo vedemmo chiudere gli occhi e abbozzare un sorrisetto, piegò la testa in avanti perdendo i sensi mentre il giubbotto da juonin che portava si macchiava del tutto di vermiglio.

- Neji muoviamoci!

Sentii la sua voce rotta richiamarmi e iniziammo a percorrere la strada del ritorno con ansia.
Appena eravamo arrivati vicini alle porte di Konoha con non poca fatica vista la ferita alla gamba di Tenten che dimezzava la velocità e il peso che dovevo portare, con un braccio che pulsava.
Arrivammo facendoci forza pensando solo al bene del nostro compagno e amico.
Gli anbu ci vennero incontro aiutandoci al rientro e lasciandoci vicino all’ospedale dove ci soccorsero i dottori.
Ce ne fregammo altamente delle nostre cure seguendoli verso la sala operatoria.
Quando Lee entrò su una barella nella stanza e le porte di legno di chiusero osservammo la luce rossa accendersi in alto.
Tenten scoppiò a piangere cadendo a terra senza forze.
La presi in braccio facendo una smorfia e lei mi si aggrappò come fossi la sua unica ancora.
Pianse appena mordendosi sempre le labbra fino a farsele gonfiare.
Ci mettemmo a sedere poi in attesa su un lettino nella stanza vicina alla sala operatoria…vuota bianca con quell’odore che si sente solo in ospedale.
Quell’odore di medicine, disinfettante e aria chiusa che sapeva di morte, salvezza, sangue, ferite.


La missione era fallita dalla consapevolezza nel quale uno di noi avrebbe potuto perdere la vita da un momento all’altro.
Ed era stato tutto così veloce che non eravamo riusciti ad accorgerci quasi di nulla.
E ora Lee era là dentro e Tenten mi piangeva tra le braccia.

Sentimmo ansimare e gridare per i corridoi…poi una voce familiare e i passi affrettati di diverse persone.
Riconobbi l’altro team.
Quello che aveva iniziato la missione con noi e che si era diviso dal nostro gruppo per sicurezza e per mantenere la segretezza delle informazioni portate agli alleati al confine.

Gai, Sakura-san e Naruto correvano verso di noi affannati.
Kakashi-san non era con loro visto il ricovero della settimana prima.

Gai correva disperato e confuso mentre Naruto sembrava quasi inseguirlo con rabbia o forse voleva solo arrivare alla meta stabilita.
Tenten non si mosse e alzai solo io la testa mentre Gai scansava un’infermiera e entrava nella nostra stanza.
Stette per dire qualcosa ma le parole gli morirono in gola quando ci vide.
Tenten non aveva mai pianto davanti a noi.
Mai una volta.
Solo quando ero tornato mezzo morto dalla missione per recuperare l’Uchiha anni prima mi aveva raccontato il maestro.

Ma mai una volta l’avevo vista più stravolta.
Il mio sguardo invece rifletteva tutta la frustrazione e la rabbia che mi stavano invadendo e attanagliando le viscere in corpo.

Gai ci fissò serrando una mascella con occhi lucidi mentre Sakura e Naruto dietro di lui gli si affiancavano per vedere meglio la scena.
Anche loro ci guardarono affranti.

Dopo poco Gai fece un passo avanti e Tenten si staccò da me voltandosi con lo sguardo verso il maestro.

- g gai-sensei…

La voce era bassa e tremava mentre le labbra rosse risultavano secche e screpolata alla luce fastidiosa al neon in quella stanza.
L’uomo fece un passo avanti mentre lei continuava stringendo in un pugno la mia maglia.

- è tutta colpa mia! Sensei è tutta colpa mia!

Chiuse gli occhi singhiozzando e lasciando scorrere quelle parole nella mente e nel cuore di Gai come una pugnalata.
Naruto stava per scattare in avanti bisognoso di spiegazioni ma Sakura lo bloccò con un braccio davanti al busto scuotendo piano la testa con occhi tristi mentre lo guardava.
Squadrai intanto Tenten serrando la mascella seccato.

- non essere stupida… sai che non è così…

Lei mi guardò con astio e si alzò dalle mie gambe con uno scatto non badando al dolore evidente che le procurava la gamba, mi spinse appena battendo sul mio busto e allontanandosi poi guardandomi con i denti serrati e i pugni chiusi in una morsa.

- smettila Neji!

Non mi si era mai rivoltata contro.
Per quello che la conoscevo non l’avevo mai vista così davanti a me e d’istinto mi alzai sentendo un bruciore allo stomaco.
Lee non poteva lasciarci o il team Gai sarebbe andato a puttane con noi.
Dovevo far qualcosa perché non avrei resistito a lungo.

- smettila di cosa, Tenten?! Hai visto com’è andata?!
- Mi prendi in giro forse?!
- Tenten non è stata colpa tua cazzo!

Le fui davanti furioso e mi accorsi di aver perso la calma anch’io mentre entrambi urlavamo e Gai ci guardava affranto e sull’orlo del pianto non sapendo neanche che fare per separarci o calmarci.

- si che lo è! Era mia quell’arma!
- Non vuol dir…
- Era mia quella katana Neji!

Si avvicinò a me battendo con forza un pugno sul mio petto mentre le lacrime le rigavano le guance arrossate dallo sfogo.

- Neji non ti accorgi della situazione?! Lee potrebbe…
- Non è detto…

La guardai furente mentre lei aveva abbassato la voce insieme alla testa.
Rialzò il capo tremando di rabbia e Gai stette per intervenire.

- sta zitto non capisci un cazzo! Lee è morto per colpa mia!!!

Gai si bloccò di nuovo mentre Sakura si portava le mani alla bocca e Naruto sbarrava gli occhi azzurri.
Sentii il cuore e la testa come scoppiare e la rabbia prudermi le mani.
Alzai un braccio e con un gesto secco le tirai uno schiaffo in viso urlando.

- Lee non è morto!

Lei rimase con il viso voltato mentre tutti ci guardavano preoccupati.
Gli scappò un singhiozzò e la afferrai tra le mie braccia con forza mentre lei si fiondava su di me affondando la testa sul torace stringendosi a me con rabbia.
Appoggiai il capo vicino al suo mentre ognuno si aggrappava all’altro debolmente affondando le unghie sulla pelle dell’altro in modo che il dolore fisico ci avrebbe distratto da quello emotivo e che quel silenzio profondo rotto solo dai singhiozzi di Gai e Tenten sembrasse un po’ più vivo.

Restammo in quella posizione per svariati minuti.
Ad occhi chiusi mentre la stringevo neanche pensando al dolore delle nostre ferite e alle sensazioni che avrei provato in un’altra situazione stringendo una ragazza…Tenten tra le mie braccia come a volerla proteggere.

Solo un “tac” ci fece risvegliare dalle nostre angosce e tristezze.
La luce rossa sopra alla porta della sala operatoria si era spenta con un suono secco come un cuore che smette di battere.
Prima rallenta e poi smette del tutto di pulsare.
La porta si aprì e io e Tenten voltammo solo la testa seguendo i movimenti delle infermiere che uscivano silenziose.
Mi sentii mancare pensando solo che quella luce rossa potesse simboleggiare la vita del mio amico.
Gai si piazzò davanti alla porta aspettando il dottore insieme a Sakura mentre Naruto si mangiava le unghie seduto su una sedia fuori tra la sala e il corridoio vuoto.

Uscì dopo poco un dottore con il viso smunto e segnato dalle tante ore di lavoro, ci guardò stancamente togliendo il camice sporco di chiazze rosse…Gai lo guardò aspettando solo una risposta non avendo neanche il coraggio di porgere la domanda... quello sospirò mentre Tenten e io ci separavamo avvicinandoci alla scena con il cuore il gola.
Lei mi strinse la mano e risposi ansioso.

- ha bisogno di riposo. Ma è forte e tra qualche mese sarà di nuovo in missione.

Sorrisi di gioia per la prima volta in vita mia mentre Tenten si portava le mani sulla bocca coprendo anche il naso e guardandomi con gli occhi lucidi arrossati che le sorridevano finalmente come al solito, forse ora più splendidamente.

- che ti dicevo…

Abbozzai un sorriso strafottente alla ragazza e lei mi si buttò addosso sorridendo e piangendo in contemporanea…la guardai contento e le passai le braccia intorno alle spalle mentre Naruto esultava abbracciando Sakura e baciandola su una guancia euforico e Gai strinse il dottore a se non lasciandolo più andare mentre quello chiedeva pietà.

E quel giorno mi ricordai una cosa.
Che il destino non esiste e che noi lo possiamo sfidare e modificare solo con la forza di volontà.
Lee aveva voluto reagire e aveva superato la sua prova.
E ora… il suo destino, ancora una volta si sarebbe ricongiunto a quello del team Gai.







“oggi più forti di ieri”




Allora... mi sono salvata col finale? non uccidetemi per carità!!! sono ancora giovane!!! >//<
Spero nelle vostre recensioni e ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno recensito le mie NejiTen passate.

Baci, siete i miei miti ragazzi!
Ten




  
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