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Autore: Nanix    21/01/2008    2 recensioni
desidero solo volare. Spiegare le mie ali e andare. Ma non temere ci rivedremo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-ehi ci sei?-
-si-
-no, cavoli, stavo dicendo che sei incredibilmente fortunato. Hai tutto dalla vita. Sei nato in una buona famiglia, che ti ama, hai un sacco di amici, sei intelligente, una miriade di ragazze di vengono dietro. Sono invidioso addirittura del tuo aspetto fisico.-
-sbagli.-
-in cosa?-
-non ho tutto-
-a no? E che ti manca?-
-lei-
Il mio migliore amico, John, segue il mio sguardo, rapito ormai da 5 anni da Chisa.
È l’unica ragazza che suscita in me un interesse fuori da comune, la desidero, la voglio accanto.
Con le ragazze sono sempre stato pressoché fortunato, eppure con lei mi sento timido, inesperto.
Ho iniziato ad innamorarmene poco alla volta.
La prima cosa che suscitò in me interesse furono i suoi occhi.
Grandi, color del mare.
Poi pian piano iniziai ad amare ogni cosa di lei.
I suoi capelli neri, lisci e lunghi certe volte legati in due codini, facendola sembrare cosi piccola.
La sua pelle chiara, come una bambola di porcellana.
Il suo sorriso, spontaneo.
Il suo look pressoché inusuale.
Il suo carattere.
Ogni cosa mi piace di lei.
Mentre parla con alcune nostra compagne si volta verso di me e mi sorride.
Che carina, mette quasi tenerezza.
Finite le ore di lezione si avvicina a me.
-ti va di fare la strada con me? Abitiamo vicini vero?.-
A dire il vero no, ma farei di tutto pur di stare con lei.
-si certo.-
Ci avviamo silenziosamente verso casa, passando davanti ad una scogliera.
-mi piace passare qui davanti. Mi da un senso di libertà che forse nemmeno immagini.-
-già-
Si ferma e guarda l’oceano. Il suo sguardo si perde nell’orizzonte, in questo momento sembra essere da tutt’altra parte. Sembra che viaggi con la mente, con lo spirito.
Il sole le bacia dolcemente il viso rendendola ancora più bella ai miei occhi.
-voglio volare.-
Lo dice cosi, di botto. Rido perché mi sembra una cosa un po’ stupida.
-beh ci sono gli aerei, per quello.-
-no, io voglio essere come un gabbiano, spiegare le ali e volare, baciare il sole e lasciarmi cullare dai suoi raggi. E arrivare poi a sera parlando alla luna. Voglio essere libera.-
-certo che sei un po’ strana per davvero. Posso chiederti una cosa?-
-si certo dimmi-
-delle volte non vorresti essere diversa? Non ti capita, non so di desiderare d’essere un'altra persona?-
-no mai. Io mi piaccio cosi come sono, e credo che riuscire ad accettarsi per come si è sia la cosa più bella del mondo-
-ma non hai paura che magari a causa del tuo carattere o anche semplicemente del tuo modo di vestire, essere considerata diversa o addirittura essere isolata?-
-nessuno viene isolato. Anche quelli che al primo sguardo sembrano insignificanti, che passano ore a trovare un modo per isolarsi, nemmeno loro sono soli.-
-ma se si isolano da soli, sono soli veramente.-
-no perché ci sarà sempre qualcuno pronto a tendere loro una mano.-
-ah. Quindi tu sei convinta che nessuno è solo, e tu sei contenta di essere cosi e non vorresti essere nessun altro-
-io voglio solo essere Chisa, è forse sbagliato?-
-no credo di no-
Questo è il nostro primo discorso, al quale poi succedettero tanti altri. Tutti però preceduti dalla solita frase “voglio volare”.
In classe non parlavamo mai, il che è strano, devo ammettere che questo mi rendeva triste, ma ero felice perché poi dopo la scuola l’avrei avuta tutta per me.
Terminate le ore di lezione, torniamo a casa insieme passando sempre davanti alla scogliera. Ormai era diventata il nostro punto di sosta.
Nell’aria sentivo qualcosa di diverso. Negli occhi aveva una luce diversa, come se fosse pronta per fare una grande passo.
Diversamente dal solito mi prende per mano. Il suo gesto mi coglie impreparato, ma mi rende comunque felice.
Ha le mani incredibilmente fredde benché sia quasi estate.
-è arrivato per me il tempo di spiegare le mie ali.-
-cosa stai dicendo?-
Lascia la mia mano facendo scivolare la sua, e lentamente senza timore si avvicina al bordo della scogliera dalla quale con un piccolo spostamento d’aria potrebbe finire infondo agli abissi.
-ferma torna indietro, non fare stupidaggini.-
-so quello che faccio. Ora devo andare.-
-andare dove?-
-in un altro mondo, in un'altra vita.-
-no, che diavolo stai dicendo?-
-addio Bryan. Non temere ci rivedremo molto presto. Kristal-
Solo un nome e una frase per poi andarsene.
Apre le braccia, si butta all’indietro verso l’oceano con il suo dolce sorriso sulle labbra.
E se ne va lasciandomi impietrito.
Corro verso la scogliera.
Non c’è è sparita.
È volata via, lontano da me. Forse era un angelo.
Torno a casa, con le lacrime agli occhi e il cuore distrutto.
Il giorno dopo ho un aspetto orribile e a scuola se ne accorgono tutti.
-ehi che ti è succeso?-
-Chisa è morta.-
-chi? Il tuo cane?-
-no, Chisa cristo santo, la nostra compagna di classe.-
-Bryan, non esiste nessuna Chisa, te la sei sognata.-
Spalanco gli occhi.
Sognata? Non è impossibile, lei c’era, c’è sempre stata. Era con me quando è volata via.
Anche altre mie compagne me lo confermano.
Sono impazzito.
Appoggio la testa sul banco e nemmeno quando entra il professore la alzo.
Me ne frego, stò troppo male.
-bla,bla bla…-
Parole al vento per conto mio, non sento. La testa è altrove.
-vi presente Kristal Sullivan.-
Kristal.
Kristal.Chisa.
Alzo lentamente lo sguardo.
Capelli neri lunghi raccolti il due codini.
Occhi blu come il mare.
Pelle di porcellana.
Sorriso spontaneo.
Look stravagante.
È lei. È la mia Chisa.
Saluta tutti educatamente e mentre passa accanto al mio banco sorridendomi mi sussurra.
-te l’ho detto che ci saremmo rivisti-

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Sinceramente non so che è venuto fuori, è solo che me la sono sognata stanotte e ho voluto scriverla.
  
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