A guardarlo negli occhi si vede chiaramente quanto è ferito. Sono spalancati in un'espressione sconcertata e incredula.
"Hai.. Hai finto, quindi? Hai finto e basta?" mormora, e io guardo nervosa il professore alla cattedra. Cavoli, dobbiamo parlarne adesso?
"Era uno show televisivo.." cerco di spiegare, ma so di avere torto, e mi si legge in faccia. "Dovevamo dare l'idea di essere innamorati per salvarci."
"Per me è stato facile, visto che ero davvero innamorato di te." sibila. Ero? Mi si gela il sangue nelle vene. No, no, come siamo arrivati a questo punto? Ti prego, dimentica quello che è successo prima..
"..eri?" sussurro, con un groppo in gola. Lui stringe le labbra. Ormai della presenza del professore, che fa finta di scribacchiare sul registro, non me ne importa più niente.
"Me ne vado." dice. Ti prego, no.
"Dovevamo salvarci la vita! Dovevamo pensare a quello, lì dentro, e a nient'altro! E tu.. In alcuni momenti eri talmente stupendo che ho pensato stessi fingendo anche tu."
"Invece non l'ho fatto." dice duro. Mi passo le mani sulla fronte, e lui si dirige verso la porta ed esce. Dopo neanche tre secondi gli corro dietro.
"Ehi" lo chiamo in corridoio, e lui si blocca senza girarsi. Il piano è mezzo vuoto. "Ti amo adesso" dico, e finalmente si gira. "Ti amo adesso." ripeto, mentre gli vado incontro a passo spedito. Metto le mie braccia intorno al suo collo e lo bacio, incurante di chiunque altro.
"Perdonami" dico contro le sue labbra.
"Shh" mormora solo, e riprende a baciarmi, come se non esistesse nient'altro sulla Terra a parte noi due.