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Autore: Strawberry Milkshake    08/07/2013    2 recensioni
Siamo i figli della più grande organizzazione criminale del mondo.
Ci piace uccidere, siamo assassini, ma nessuno ci conosce veramente.
Siamo tornati indietro nel tempo per sventare una guerra che porterà solo distruzione.
Siamo angeli neri e tentatori.
Siamo i killer più spietati.
L‘unico angelo buono è un angelo morto.
~DEDICATA AD ELENUVOLE ^.^ ~
Genere: Azione, Demenziale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Akatsuki, Killer Bee, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Generation'
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 CAPITOLO UNO

“PROGETTO ALBA”…
 TROPPO FIGHI PER RINUNCIARE AL MANTELLO!
 
 
Il ragazzo continuava a camminare svogliatamente per le vie della città, senza una meta precisa.

I capelli argentei gli ricadevano in ciocche disordinate sul viso, la carnagione pallida metteva in risalto il torso scoperto e semplicemente perfetto, le gambe atletiche, le spalle larghe e le braccia muscolose. ( morale della favola: un gran pezzo di figo!!! Ndme )

Aumentò il passo, dirigendosi verso le mura della città, un ghigno beffardo stampato sul volto. A volte capitava che salutasse con un cenno della mano una delle tante ragazze che si fermava a guardarlo, e che, inevitabilmente, si perdeva nella profondità del suo sguardo smeraldino, scuro come le foreste più fitte di Konoha
.
Arrivato al grande portone si fermò un attimo, alzando lo sguardo al cielo. Fissò per alcuni momenti le nuvole che cambiavano forma e sorrise leggermente. Si leccò le labbra, un tic che aveva sempre avuto, prima di iniziare a correre sulla stradina tortuosa di terra battuta.

 
 
 
-Fatemi passare SUBITO, razza di rincoglioniti!!!! Altrimenti faccio saltare tutto in aria, CAPITO?!!!!!!-

-Mi dispiace signorina, ma da qui non può passare senza autorizzazione! Mi dia almeno il coprifronte!-

-Non se ne parla nemmeno! Io non sono tenuta a dare spiegazioni a nessuno, CHIARO?!!!!-

Il ninja di guardia all’ingresso della cittadina indietreggiò, rischiando di finire addosso al suo compagno.

A creare tanta confusione quella mattina di fine estate era stata una ragazzina di non più di sedici anni, fisico asciutto e ben proporzionato, capelli biondi ma tendenti all’arancio tirati indietro da un sottile nastro di raso blu, fatta eccezione per una ciocca ondulata che le ricadeva morbida sulla spalla, e due occhi grandi e grigi come il mare in tempesta.

A tutto questo si aggiunse una vena pulsante sulla fronte, che indicava quanto fosse irritata. Dalla tasca posteriore estrasse, invece di un kunai, un candelotto di dinamite.

I due ninja la guardarono esterrefatti, non riuscendo a capire che cosa le passasse per la testa. La giovane kunoichi fece una bolla, che poi scoppiò subito, con la gomma da masticare, mentre nella mano destra continuava a giocare in un modo poco rassicurante con l’esplosivo.

Lo lanciò senza preavviso in direzione delle mura, ma i guardiani non si mossero di una virgola, anzi, si misero a ridere, perché a quanto pare, la miccia non era accesa. O almeno così sembrava.

In una frazione di secondo la ragazza congiunse le mani e diede il comando.

-KATZU!-

BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!!!

Il portone era esploso, e le macerie avevano travolto i due poveri ninja moribondi.

Katy sorrise e si sistemò meglio i capelli, continuando ad ammirare la sua grandissima “opera d’arte”. Con passi felpati si avvicinò ai  corpi dei due malcapitati e si accovacciò, in modo che potessero sentirla

-Beh, io vi avevo avvertito- disse in sussurro, prima di scoppiare a ridere.

Scavalcò i due corpi ed estrasse un altro dei suoi “amichetti rossi” dalla tasca. Si allontanò con estrema calma, e solo quando fu veramente distante da quell’ammasso di casette e mattoni, con un fischio chiamò il suo fedele gufo di argilla. Montò sopra e proseguì spedita verso est.

 
 
 
Erano ore ormai che camminava, il sole si era fatto via via più cocente, ma questo non era certo un problema.

Del resto gli abitanti di Suna sono abituati alle temperature piuttosto elevate. Procedeva tranquillo, senza la minima fretta, l’unico rumore era quello dei suoi passi attutiti dal mare di sabbia che gli aveva fatto compagnia sin dalla mattina.

Si domandò per l’ennesima volta il perché di quello strano messaggio. Erano passati anni dall’ultima volta che i membri del progetto “Alba” erano stati convocati, certo, c’era sempre una guerra in corso, ma se l’avevano chiamato, avevano senz’altro un buon motivo. O almeno così sperava.

L’idea di rivedere gente pazza come il Jashinista o Miss bomba (che, tra l’altro, aveva una concezione dell’arte a dir poco ASSURDA ) non l’esaltava per niente. Si chiese come suo padre e sua madre avessero potuto sopportare gente fuori di testa, alias, i genitori dei sopracitati elementi.

Certo, c’era anche gente in gamba, o comunque chi fingeva di esserlo, come i fratelli Yuu ed En Uchica. Peccato che fossero morti valorosamente in battaglia. Da allora l’organizzazione si era sciolta, per permettere ai suoi membri di ritornare nell’esercito alleato e combattere per il proprio paese.

Si accorse di essere arrivato al limitare del deserto, in lontananza si poteva scorgere il colore grigiastro delle rocce che l’avrebbe condotto al luogo di ritrovo prefissato.

Sospirò e rallentò visibilmente il passo, maledicendosi per essere partito troppo presto. Di solito ci metteva un giorno esatto, invece questa volta era arrivato con almeno otto ore d’anticipo, ma conoscendo gli altri, sapeva che avrebbe aspettato molto di più.

Si sedette su una roccia piatta e cominciò ad armeggiare con un braccio meccanico che doveva far parte di una marionetta. Tirò delicatamente i tendini di acciaio, muovendo una a una le dita.

Si passò una mano tra i capelli ribelli, corti e castani, portandoseli all’indietro. Gli occhi nocciola non tradivano nessuna emozione.

Quelle, sicuramente, sarebbero state delle ore lunghissime.


 
 
 
-Uhm, vediamo un po’…si, penso che prenderò queste qui!-

La ragazza si volse verso il giovane commesso indicando radiosa un paio di sciabole con il manico piuttosto elaborato.

-M-ma ne è proprio sicura? Quelle spade sono molto pesanti, solo i guerrieri più esperti sanno maneggiarle alla perfezione! Non preferirebbe qualcos’altro? Che ne so, un bel ventaglio?-

-No, non mi piacciono i ventagli- disse, corrucciando le sopracciglia sottili e mettendo su un piccolo broncio  -Io voglio quelle!-

-Va bene signorina, non si scaldi troppo!-

Il giovane ragazzo tirò giù dal piedistallo la merce, la portò alla cassa e consegnò le fodere alla ninja.

-Oh, grazie, magari tutti i ragazzi fossero come lei! Carini e disponibili.-

Il ragazzo arrossì visibilmente, chinò ancora di più la testa sotto il bancone, alla ricerca di qualcosa. La kunoichi continuò

-Sai, a dir la verità non ho mai incontrato un ragazzo come te- si appoggiò con i gomiti sul bancone, così, quando il giovane alzò la testa, si ritrovò di fronte il prosperoso decolté della ragazza.

Inutile dire che il malcapitato arrossì ancora di più, assumendo delle tonalità porpora. La ninja si avvicinò, diminuendo drasticamente la distanza tra di loro. Prese il mento del giovane tra le dita, adesso i loro nasi si sfioravano
.
-Perché posso darti del tu, vero?-

Il ragazzo annui, e si sporse a sua volta per azzerare le distanze, ma la ragazza lo fermò, posandogli un dito sulle labbra.

-Però penso che ci sia un problema…- disse in tono mesto –Sai, non ho abbastanza denaro per comprare quelle sciabole…purtroppo…dovrò farne a meno…- e detto questo si allontanò con fare sofferente, dirigendosi verso l’uscita.

-A-aspetta…- La kunoichi si voltò sorpresa.

-S-se vuoi te le regalo, pa-parlerò io con il padrone…-

-Veramente faresti questo per me? Grazie!-

Prese le spade e se ne andò con lo stesso sorriso soddisfatto di quando era arrivata, lasciandosi dietro l’ennesimo cuore spezzato.

-Povero illuso, pensava davvero che l’avrei baciato? Il mio cuore sarà sempre e soltanto di Kenta!- si scostò i capelli corvini dal viso, mentre contava le banconote che aveva sottratto dalla cassa del negozio -3000 ryo…non male… Bene, anche questa volta sono riuscita a risparmiare! Papi sarebbe fiero di me!-

 
 
 
-Avremo  fatto bene? Lo sai che Daichi e Natsumi potrebbero distruggere interi villaggi solo per una stupida lite, oppure preferisci saltare in aria dopo l’ennesima discussione “molto pacata” di Katy e Ryuu sull’arte?-  disse la ragazza, sistemandosi gli orecchini di metallo dell’orecchio destro –Ah, stupidi capelli! Si sono impigliati un’altra volta!-

Prese in mano la chiusura e la porse al ragazzo accanto a se –Kenta, mi tieni un attimo?-

Il blu annuì e strinse la mano a pugno, mentre la sorella si rifaceva la coda per la terza volta quella mattina. I capelli arancio si mossero velocemente sotto le dita esperte, fermate poco dopo da un elastico.

-Grazie- disse, sistemandosi gli orecchini.

Restarono in silenziò per un po’, finché il blu non riprese la conversazione.

-Dai, guarda il lato positivo, sono passati cinque anni, quando ci siamo sciolti eravamo solo dei ragazzini. Le cose saranno cambiate, no?-

-Beh, da un lato hai perfettamente ragione, siamo cresciuti e maturati, ma non penso proprio che Ryuu adesso se ne vada in giro a dire “Ehi, l’arte è un effimero momento di splendore, altro che eterno!”.
   Inoltre, dubito fortemente che Natsumi abbia migliorato il suo piccolo vizietto…-

-Secondo te ha ancora la fissa del risparmio?-

-Fissa? Quella è una mania, altro che fissa! Sarebbe capace di rubare l’incasso di tutti i negozi d’armi che visita!-

-Sarà, secondo me stai esagerando…-



 
NON MOLTO LONTANO…
-Uhm, che strano, ho come l’impressione che qualcuno stia parlando di me…Naaa, sarà solo l’immaginazione!- e così dicendo, la giovane ricominciò a contare per la millesima volta i soldi, incurante delle orecchie che fischiavano.
 
 
 
 
-Alleluia, finalmente sono arrivati. Quattro ore di ritardo… idioti-

Ryuu finì di sistemare i kunai impregnati di veleno nel torace della sua marionetta, dopodiché la fece sparire in uno sbuffo di fumo, sistemando il piccolo rotolo nella sacca appesa alla cintura.

-Guarda guarda chi si rivede, il piccolo burattinaio!- esclamò Daichi, comparendo dalla fitta boscaglia. Il luogo di ritrovo infatti, si trovava al limitare tra il deserto e la foresta.

-Non sono burattini. Sono marionette- il moro calcò per bene la parola  -E comunque, sono senz’altro più utili dei tuoi stupidi sacrifici- disse, assottigliando lo sguardo nocciola senza però smettere di guardare l’albino.

-A sì? Beh, è meglio se stai zitto, brutto ateo di merda! Ringrazia ancora che non ti abbia sacrificato a Jashin-sama!- urlò, visibilmente furioso, brandendo l’enorme falce nera.

-Oh Daichi, quanto mi sono mancate le tue bestemmie e minacce di morte! Pensa, la notte non riuscivo più a dormire!-

-Beh, ci mancavi proprio tirchiaccia!-

-Farò finta di non averti sentito e comunque…smettila di guardarmi le tette, pervertito!-

-Io? Ma non ho fatto niente!- si giustificò il ragazzo, distogliendo di malavoglia lo guardo.

-Sono passati cinque anni, ma vedo che sei cresciuto solo in altezza caro mio…il tuo cervello ha la stessa mentalità di quando ci siamo lasciati- e un sonoro pugno partì dal sentiero, prendendo in piena la testa del Jashinista.

-Ahi! Ma siete diventati tutti più stronzi? Stupidi atei di merda!-

-Quanto la fai lunga per un innocuo pugnetto- disse Katy, scoppiando l’ennesima bolla di chewingam e continuando a rigirarsi tra le mani il candelotto di dinamite.

-Innocuo? Innocuo? Quello sarebbe un pugnetto innocuo?- sbraitò Daichi, alzando la frangia e mostrando l’enorme bernoccolo arrossato sulla fronte, scatenando una risata generale.

-Ancora predichi quella che tu definisci arte?- chiese Ryuu, notando l’esplosivo

-Ebbene si mio caro, l’arte è un effimero momento di splendore, che dura solamente un’istante, un battito di ciglia, altro che quelle tue rivoltanti marionette!- disse, con una faccia disgustata.

-Mi dispiace contraddirti, ma la vera arte è qualcosa che dura in eterno, che si può tramandare ai posteri. E per la cronaca, le mie marionette non sono rivoltanti!-

-Però non puoi negare che abbiano una faccia molto ambigua!-

-Cosa vorresti insinuare?-

-Ci siamo, Katy sbotta tra tre…due…uno…- Natsumi scandì il tempo con le dita, godendosi la scena con Daichi.

-CHE LA TUA ARTE FA SCHIFO!-

-NON è VERO!-

-Sì!-

-NO!-

-Sì!-

E andarono avanti così per un po’. Così, quando Ayame e Kenta arrivarono, trovarono Daichi mezzo piegato a terra per il troppo ridere e Natsumi tranquillamente seduta su una roccia, mentre Katy lanciava l’ennesimo esplosivo verso Ryuu, parato dalla marionetta di quest’ultimo.

-E per fortuna che stavo esagerando, fratellino-

-Ma si può sapere cosa cazzo sta succedendo qui!- sbottò il blu, facendo tornare per un momento, il silenzio.

-Ehi capo, cos’è sta storia? Mica mi puoi rubare le battute così!- si lamentò Daichi.

-E sì, questa è violazione di copyright bella e buona!- disse Natsumi.

-Adesso basta con i giochi, ragazzi!- urlò Ayame  -Cerchiamo di comportarci da persone serie-

-Con soggetti di questo tipo, comunque, mi sembra impossibile!- osservò Katy, guardando Daichi con fare accusatore. L’albino stava per replicare, ma lo sguardo di Kenta gli fece cambiare subito idea.

-Stavo dicendo- riprese la rossa  -Ci è stata affidata una missione da parte del Kazeghage-

-Oh, e dove ci vuole mandare stavolta “Capelli Rossi”? A soffrire il freddo in mezzo ai ghiacci?- chiese sarcastico l’albino, beccandosi le ennesime occhiatacce.

-Si dia il caso che Nadeshiko conti su di noi per la vittoria di questa guerra. Come sapete, dopo esserci sciolti, El Dorado ha conquistato gran parte del territorio di ogni singola terra ninja. Le città che resistono sono ormai poche, nell’ultimo decennio sono drasticamente calate, ma possiamo ritenerci fortunati: il quartier generale dell’esercito alleato, ovvero Suna, non è stato ancora attaccato. Però, a quando pare, il nemico ha cominciato ad agire anche nel passato, intaccando il flusso spazio-temporale.-

-In pratica ha viaggiato nel tempo per poter sottomettere i territori che non è riuscito a conquistare e cambiare il corso del tempo-

-Esattamente. Per il momento non ci sono state grandi mosse da parte di quei vecchietti decrepiti, ma noi dobbiamo fermarli.-

-Vorresti dire che anche noi viaggeremo nel tempo?-

-Oh, vedo che in questi cinque anni sei diventato più perspicace Daichi!-

-Al diavolo le vostre fottutissime prese per il culo!-

-Prima di partire però dobbiamo fare il punto della situazione- riprese Kenta  -Di provviste ne abbiamo a sufficienza, riguardo le armi sembrate tutti a posto…Natsumi, non sapevo avessi delle spade nuove!-

-A queste? Si, le ho appena prese, quello stupido commesso me le ha regalate!- disse, sorridendo come se fosse la cosa più normale del modo. Kenta scosse la testa rassegnato…e si, Ayame aveva ragione come sempre!

-E in quanto a denaro?-

Tutti si volsero verso il tesoriere, ovvero Natsumi, che teneva in mano una valigetta nera.

-Abbiamo circa 500 milioni di ryo!- fece la ragazza, abbracciando amorevolmente la valigia.

-Inoltre vi ho portato i mantelli!- e dalla borsa che aveva a tracolla, sfilò dei mantelli rossi con delle nuvolette nere, che consegnò ai suoi compagni. Tutti l’indossarono, ora erano effettivamente i membri del “Progetto Alba”!

-Natsumi, posso chiederti una cosa?-

-Dimmi tutto.- replicò la ragazza, mentre infilava l’indumento.

-Mi spieghi per quale fottutissimo motivo non ci sono queste cazzo di maniche?!-

-È molto semplice! In questi ultimi anni il prezzo della stoffa è aumentato vertiginosamente, di conseguenza, con la cifra di cui disponevo, ho potuto fare solo in questo modo. Ma se non ti va bene, puoi rinunciare al mantello!-

-Ma che cazzo stai dicendo? Sei talmente ricca che i soldi ti escono dalle orecchie! E comunque sono troppo figo per rinunciare al mantello!-

-Bene, allora non ti lamentare! O ti devo forse ricordare quel piccolo debituccio…?-

Tutti si voltarono guardando prima la ragazza e poi l’albino, non capendo le parole del tesoriere.

-Fanculo stronza!-

Natsumi rise, i ricatti erano la sua ragione di vita, dopo i soldi ovviamente!

-Bene, quindi adesso possiamo partire- Ayame estrasse un rotolo, che passo ai suoi compagni.

-Ognuno di voi interpreterà una parte del sigillo. Adesso in posizione!-

Si disposero tutti in cerchio. I primi ad iniziare furono Kenta e Ayame. Mossero le mani velocemente, persino per un ninja esperto era difficile distinguere i singoli movimenti. Quando ebbero finito, un cerchio si creò ai loro piedi; il testimone fu passato a Katy e Ryuu che ripeterono gli stessi movimenti con l’aggiunta di altri e andarono avanti così.

Quando Daichi e Natsumi bloccarono le mani alla fine della sequenza, i cerchi ai piedi di ognuno si illuminarono, facendo sparire uno a uno i membri del Progetto.
 
 
  
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