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Autore: coco95    08/07/2013    0 recensioni
Dopo la morte di Ren i Blast e i Trapnest devono tronare alla vita quotidiana, i Blast devono debuttare e i Trapnest devono decidere cosa fare. Intanto Hachi partorisce a Nagoya e ad assisterla c'è solamente Nobu. Nana invece inizia ad allontanarsi sempre più dal gruppo diventando silenziosa e solitaria... Il Grande Demone Celeste ha in serbo molte sorprese per tutti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Komatsui, Nobuo Terashima, Reira Serizawa, Shinichi Okazaki, Takumi Ichinose
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I – Partenza

 

Sai Nana, in quella notte di neve che fu testimone della morte di Ren tu, elegante e discreta come un gatto, iniziasti a sparire sempre più finché un giorno, due mesi dopo, sparisti definitivamente, senza dire a nessuno la tua meta.

 

Yasu: Hachi, forse dovresti tornare a Tokyo… Stai diventando piuttosto grossa.
Hachi: Hai ragione, domattina prenderò il primo volo; ma Nana? Lei cosa farà?
Yasu: Non ti preoccupare, a lei penserò io.
Hachi: D’accordo, promettimi di starle vicina, anche da parte mia, anzi dille di venirmi pure a trovare, tanto Takumi sarà occupatissimo in questo periodo con i Trapnest, specie dopo quello che è successo…
Yasu: Certo, ascolta Hachi, so che anche Nobu dovrebbe tornare a Tokyo con il primo volo di domattina e…
Hachi:…
Yasu: So che può forse essere imbarazzante ma mi chiedevo se comunque ti andava bene, io mi sentirei più sicuro a saperti non sola.
Hachi: …Va bene.

 
Così tornai nella locanda dei genitori di Nobu, dove avevamo tutti pernottato in quei giorni, per prenotare il primo volo per Tokyo. Nobu fece altrettanto.
 
Quella notte la passai con Nana, tenendola per mano e sussurrando rassicurazioni, proprio come fece lei quella notte di primavera in cui avevo rotto con Shoji.
 
 
La mattina seguente mi svegliai alle 5 ma Nana non era più accanto a me, probabilmente era andata da Yasu. Peccato, avrei tanto voluto salutarla e starle vicina. Le scrissi qualche riga, anche se le parole faticavano a venirmi:
 
Cara Nana,
purtroppo non sono riuscita a esserti vicina come tu lo sei stata a me quando ne avevo bisogno e di questo mi rattristo. Non mi vengono molte parole quindi ti dico solo una cosa: Sii forte.
Io ora parto per Tokyo, appena tornerai anche tu chiamami, voglio vederti e starti accanto.
Un bacio.
Tua Hachiko.
 
Poi mi lavai e mi vestii.
Ebbi una strana fitta alla pancia, non era un calcio, era una fitta. Durò poco. “Sei triste anche tu Sachiko?” pensai.
Uscita dalla stanza trovai Nobu nella hall della locanda, mi aspettava e indossava degli occhiali scuri e spessi.
Consegnai la lettera alla portiera e dissi “è per Nana Osaki, per favore, gliela dia appena la vede”
Assieme prendemmo un taxi per l’aeroporto ma rimanemmo in silenzio per tutta la strada.
Quando scendemmo all’aeroporto vi erano alcuni giornalisti ma noi li ignorammo, non aprimmo bocca, non avevamo voglia di parlare e se anche ne avessimo avuta non c’erano parole da dire.
Entrammo così nella sala d’attesa per l’aereo, li, oltre il check-in, non ci avrebbero potuto raggiungere senza biglietto per l’aereo.
Avemmo fortuna, nessun giornalista aveva deciso di venire a Tokyo con noi.

Nobu: Nana, desideri qualcosa da mangiare? Ci siamo alzati presto e non ti ho vista fare colazione, non so se ti possa fare bene stare senza nulla nello stomaco. Visto che abbiamo tempo posso andare a prenderti qualcosa, ti va?
Hachi: Grazie, prenderei volentieri un succo d’uva.
Nobu: Va bene, vuoi anche degli onigiri alla frutta?
Hachi: No grazie, un succo mi va più che bene.
 
 

Sai Hachi, dopo la morte di Ren mi sentivo persa.
Quella notte tu mi sei stata vicina, eppure non sono riuscita ad apprezzare, provo troppo rancore per quello che porti dentro il tuo grembo.
In realtà odiavo tutti indistintamente, sentivo che il Grande demone Celeste, come l’avresti chiamato tu, aveva compiuto una grande ingiustizia portandomi via Ren.
Quella notte decisi così che presto me ne sarei andata anche io.
Ricordo di aver aspettato che ti addormentassi per uscire e andare a bere. Non so bene come ma la mattina seguente mi svegliai accanto Miu, nella camera di Yasu, evidentemente ero andata da lui, oppure mi avevano trovata ubriaca e portato li… Non riesco a ricordare…. Ricordo il rancore che provavo per Miu, per quella donna che si stava portando via Yasu, una delle persone più importanti per me.
 

Yasu: Nana, sei sveglia, come stai?
Nana: …
Yasu: Ieri sera hai bevuto, sei venuta qui piangendo…
Nana *pensando*: (ecco come sono arrivata qui, mi sono ubriacata e sono venuta da lui a piangere, chissà se quando sono arrivata c’era anche Miu… Proprio non riesco a ricordarmi)
Yasu:…insomma devi farti forza.
Nana: Non è giusto.
Yasu:…
Nana: Non doveva finire così, perché proprio Ren?
Yasu: Nana, ascoltami, io non penso che Ren voglia vederti così, ne penso che voglia che tu dica questo, sai?
Miu: Nana, vieni, facciamo colazione, sei stanca e hai bisogno di mangiare.
Nana: Secondo te sono solo stanca? Vattene, non voglio ne il tuo aiuto ne la tua compassione e non voglio avere proprio nulla a che fare con te. Ren se n’è andato, lasciami Yasu.
Miu:…
Yasu: Nana, smettila di fare la bambina, Miu voleva soltanto aiutarti. E non trattarla così, lei è la mia ragazza.
Nana: Ma… Io…
Miu:…
Yasu: Accetta le gentilezze di chi si preoccupa per te.
Nana: D’accordo.
 
Sai Hachi, in realtà non so che farmene delle gentilezze altrui, nessuno è in grado di capirmi. Nessuno può capire il vuoto in cui mi trovo, il baratro nel quale sto sprofondando.
 

 
 
Takumi: Reira, ti prego, smettila di piangere. Devi essere forte, dobbiamo esserlo tutti.
Reira: Takumi, io non ce la posso fare.
Takumi: Si che puoi, ti conosco, sei più forte di quello che credi.
Reira: Ma cosa ne sarà dei Trapnest?
Takumi: Non lo so, non riesco nemmeno a immaginare di poter rimpiazzare Ren. Non sono capace.
Reira: Pensi che i Trapnest siano morti assieme a Ren?
Takumi: Come ti devo dire che non lo so??
Reira *scoppiando a piangere*: Ti prego Takumi, non urlare… Mari, aiutami tu..!
Mari *abbracciando Reira*: Signorina Reira, su, si asciughi le lacrime, e si rimetta in ordine, a breve dovremmo ripartire anche noi. Domani abbiamo un’intervista che non ho potuto cancellare.
Reira: Un’intervista? E cosa dovrei raccontare ai giornalisti scusa? Come mi puoi chiedere un’intervista due giorni dopo la morte di Ren?
Takumi: Reira, piantala di lagnarti! Buttati sul lavoro. Pensi che Ren ti vorrebbe vedere in queste condizioni? Devi smetterla di pensare solo a te stessa, come una grande famiglia dobbiamo aiutarci l’un l’altro.
Reira:…
 
 
 
 
Nobu: Hey Nana, ecco il succo di uva.
Hachi: Grazie mille.
Nobu:…
Hachi:…Nobu, ascolta, tu e Ren vi conoscevate da tantissimi anni vero?
Nobu:…Già, ero quello che lo conosceva meglio di tutti, era il mio eroe.
Hachi:…Sai, io credo che dall’alto ci proteggerà tutti e aiuterà il debutto dei Blast.
Nobu: Lo spero anche io.
*suona il cellulare di Hachi*
Hachi: Ciao Shin.
Shin: Ciao mamma, volevo sapere come stavi, sei partita presto e non ti ho nemmeno salutata…
Hachi: Scusami Shin, volevo salutarti ma mi sono alzata molto presto e non volevo disturbarti.
Shin: Stai tranquilla, ti volevo solo sentire.
Hachi: Grazie… Occupati di Nana, è lei ad avere bisogno di vicinanza, non io.
Shin: Nana ha litigato con Yasu e Miu.
Hachi: Dici davvero?
Shin: Si.
Hachi *pensando*: (povera Nana, probabilmente è sconvolta). Mi dispiace. Shin, scusami, stanno chiamando il mio aereo, devo riagganciare.
Shin: Tranquilla, chiamami quando arrivi.
Hachi: Ok, ciao Shin.
Shin: Ciao mamma.
 
Così, mentre mi dirigevo con Nobu verso il gate mi chiedevo e mi crucciavo sulle razioni umane.
A essere la con Nobu mi si stringeva il cuore, la mia mente mi faceva ricordare quelle sere d’estate quando eravamo soliti a passeggiare lungo le sponde del fiume Tanagawa.
Mi chiesi più e più volte se la creatura che portavo in grembo potesse essere di Nobu, tuttavia, senza nemmeno pensare ai sentimenti di Nobu avevamo deciso che sarebbe stata di Takumi, era troppo tardi per chiedere l’esame del DNA e non me la sentivo di tirare fuori gli scheletri dall’armadio, anche perché Nobu era riuscito a superare e a mettersi assieme ad Asami. Forse se non avessi tenuto il bambino non mi troverei in questa situazione e sarei felice con Nobu, perché sono così egoista e ho pensato solo a me stessa?
Nobu era innamorato di me, bastava che rinunciassi al bambino.
 

Perché penso a questo proprio ora?
 
Nobu:…Nana?
 
Forse perché io non sono realmente innamorata di Takumi
Nobu: Hey Nana..!
 
Io sono ancora innamorata di questo ragazzo.
 

Nobu: Nana mi senti? Dobbiamo salire sull’aereo.
Hachi: Scusa Nobu, ero assorta nei miei pensieri.
Nobu: Ti capisco… Lo sono anche io, povero Ren.
 
Mi dispiace Nobu, sono davvero una ragazza superficiale, in questo momento non sto pensando a Ren, ma penso a me stessa.
 
Nobu: Ti posso chiedere come chiamerete il bambino?
Hachi: Ecco, avevamo pensato a Sachiko nel caso fosse una bimba e ad Akira nel caso fosse un bimbo, però, visto quello che è successo ho cambiato idea: se sarà un maschio lo chiameremo Ren.
Nobu: Sei una ragazza davvero sensibile Nana.
 
Dopo quell’ultima conversazione ci sedemmo nei nostri posti in aereo e non parlammo più fino a quando non accadde qualcosa di sconvolgente che fece battere forte il mio cuore, quasi fino a farlo collassare…

Sai Nana, la vita è incredibile, ha risvolti che non ti aspetteresti mai.
 
  
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