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Autore: freeandaway    08/07/2013    2 recensioni
«Un giorno ci incontreremo, per caso. E quel giorno non ti lascerò più andare» sussurrò.
Sorrisi. Quella aveva tutta l’aria di essere una promessa.
«Sarà il giorno più bello della mia vita. E anche il più fortunato» avanzai verso di lui, per poi allacciare le mie braccia dietro al suo collo. Mi strinse forte, e mai come quella volta lasciammo la meglio al silenzio.
Quell’abbraccio raccontava già tutto. Ci amavamo, era un dato di fatto! E le parole diventano sorde quando sono i fatti a far rumore.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Scriverò di noi.


 
«Siediti ed inizia a scrivere!»
«Non ho idee, lo capisci?»
«Va’ al mare, in montagna o semplicemente in città. Non è in posti come questi che trovano ispirazione gli scrittori?» l’uomo dall’altro lato del telefono si tratteneva dall’urlare.
«Non tutti. Io non vado a scrivere in quei posti».
«Ginevra, ascolta: il libro dev’essere pronto entro due mesi, altrimenti potrai dire addio alla fama. Scrivi una storia sdolcinata, una di quelle che fa impazzire gli adolescenti! Potresti ispirarti a qualche favoletta della Disney, ad esempio. Fa’ ciò che vuoi ma sbrigati. Gli editori non sono disposti ad aspettare».
«Ma-» non ebbi il tempo di replicare che l’insistente tu-tu del telefono mi perforò i timpani. Gettai il cellulare sul divano per poi ravviarmi i capelli dietro l’orecchio.
Per loro era facile. Si trattava solo di mettere in ordine una parola dopo l’altra in modo da comporre una frase, e un’altra, e un’altra ancora… Fino ad arrivare ad un numero di pagine accettabile da pubblicare. Dietro delle parole c’è molto di più, ed era proprio quel “molto” che non riuscivo a trovare. Inventare delle favole con un lieto fine non era una cattiva idea, ma sapevo già che sarebbe stato inutile. Bisognava credere nel per sempre, ma io non ero mai riuscita ad immaginare un tempo così lungo. Bisognava aprire la mente all’immaginazione e volare con i pensieri positivi, ma io non ero mai stata in grado di aprire le mie ali. Probabilmente perché bisognava buttarsi e rischiare, ed io avevo troppa paura di provare. Sono sempre stata una ragazza che uccideva le cose per paura di viverle.
Iniziai a valutare l’idea di scrivere una storia d’amore adolescenziale, in cui mi sarei dovuta premurare di descrivere solo baci, carezze e i soliti sentimenti. La relazione perfetta e pubblico conquistato, avrei potuto far aprire le finestre dei giovani suoi sogni ed esporre i cuori al mondo. Ma non sarebbe stata realtà, ed io non ho mai avuto intenzione di illudere o far immaginare un qualcosa che non esiste. I libri migliori sono quelli che raccontano ciò che già sappiamo, e la gente dovrebbe sapere che l’amore perfetto non è dove tutto va bene, ma dove non manca nulla.
Sospirai indossando il cappotto. Afferrai la borsa, l’iPod ed uscì di casa, sperando vivamente che Londra riuscisse ad ispirarmi. Era una città cupa, una terrà così ingorda da non riuscire mai a smettere di bere. Era come se le nuvole di passaggio fossero costrette a restare e a spronarsi fino all’ultimo per far uscire dell’acqua.
Perché non riuscivo a scrivere? Era un blocco, il mio? Mi strinsi nel cappotto, sperando che il mio viso passasse inosservato. Ero rossa dalla rabbia! Sarei diventata la ragazza che nuotava nelle fiamme, ed io non volevo che la gente sapesse del mio bruciore. Le cuffie nelle orecchie erano come estintori, ma nessuna canzone era così potente da spegnere il fuoco. Forse avrei dovuto chiudere l’ombrello e lasciare che la pioggia mi spegnesse…
«Ginevra… Sei proprio tu?»
Quel timbro di voce mi fece sussultare. Caldo, basso, talmente seduttivo da farti venire i brividi.
«Zayn» dissi in un sussurro. Alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi olivastri. Annegai in quelle pozze e fui costretta ad aspettare che la mente mi riportasse sulla riva dei ricordi.

 
L’aeroporto era affollato ed impregnato dalla malinconia. In qualsiasi direzione mi voltassi vedevo abbracci e lacrime, le stesse che iniziavano ad offuscare la mia vista. Deglutì cercando di farmi forza, mentre stringevo la mano del mio ragazzo. Non volevo che andasse via, non volevo rendere le nostre passeggiate al mare e le cene a base di schifezze solo un ricordo; volevo continuare a baciarlo, indossare i suoi maglioni e renderlo parte della mia quotidianità.
«La fila per i biglietti è dall’altra parte, Ginevra!» esclamò, tirandomi delicatamente verso la direzione da lui indicata.
«No, ti assicuro che è di qua!» opposi resistenza.
«Dall’altra parte!»
«NO!»
«Comunque è dall’altra parte la fila per i biglietti» si intromise una signora, lasciando intravedere un’ espressione divertita ed intenerita.
«Grazie…» farfugliai, per poi raggiungere la fila con Zayn.
Non c’erano molte persone, per cui ci sbrigammo velocemente, e nel momento in cui gli altoparlanti ci informarono del decollo che si sarebbe svolto a breve, iniziai a tremare.
«Eccoci qua» il tono strozzato di Zayn mi fece sentire peggio.
«Eccoci qua…» ripetei torturandomi le mani.
Eravamo l’una di fronte all’altro e non sapevo cosa diavolo fare. Avrei dovuto stringerlo forte? Baciarlo e sussurrargli parole dolci, o fare un sorriso forzato, un cenno con la mano e andar via?
La seconda era parecchio invitante, forse sarei sembrata più forte.
«Un giorno ci incontreremo, per caso. E quel giorno non ti lascerò più andare» sussurrò.
Sorrisi. Quella aveva tutta l’aria di essere una promessa.
«Sarà il giorno più bello della mia vita. E anche il più fortunato» avanzai verso di lui, per poi allacciare le mie braccia dietro al suo collo. Mi strinse forte, e mai come quella volta lasciammo la meglio al silenzio.
Quell’abbraccio raccontava già tutto. Ci amavamo, era un dato di fatto! E le parole diventano sorde quando sono i fatti a far rumore.
Ci guardammo per un breve lasso di tempo - semmai mi fossero mancati i suoi occhi, mi sarebbe bastato scavare nella mente e riportare in superficie una delle tante fotografie che li ritraeva. Facemmo incontrare le labbra e tra un bacio e l’altro, lasciammo che i “Ti amo” si stanziassero sul nostro corpo come cicatrici, in modo da portarli sempre addosso.

 
«Ti va un caffè?» mi chiese, cercando di nascondere l’imbarazzo.
Io annuì e ci incamminammo; in poco tempo riuscimmo a sistemarci in un bar.
«Allora, so che sei diventata una scrittrice famosa. Il tuo sogno si è realizzato».
Bevvi un po’ di cioccolata. «Sì, ma come in ogni sogno che si rispetti, sono costretta ad incontrare degli ostacoli».
Annuì evidentemente interessato, mentre espirava del fumo: «Cioè?»
«Devo scrivere un secondo romanzo entro due mesi. Il bello è che sono priva di idee».
«Blocco dello scrittore, eh?» ridacchiò.
«Così pare…» sospirai, facendo aderire la schiena alla sedia.
Zayn bevve il suo caffè velocemente. Lo osservai incrociare le braccia al petto.
«Potresti scrivere una storia d’amore!»
«Perché siete tutti ossessionati da questo genere di romanzo? Sarà anche quello che vende di più, ma la mia mente non è capace di inventare simili scene. Non riesco nemmeno ad immaginarle. Sono maledettamente incapace!» alzai di un’ottava la voce.
«Sei troppo dura con te stessa – scosse la testa – Il problema è che ti rifiuti di immaginare scene d’amore».
«Non credo. Con te, adesso, non mi sono fatta problemi a ricordare».
Arrossì all’istante. Avevo parlato troppo, ma lui non parve turbato. Al contrario, sorrise dolcemente inclinando la testa.
«Ecco. Non devi inventare scene, solo raccontarle».
Lo guardai. Cavolo, anche se era passato tanto tempo dall’ultima volta che lo vidi, quella sera, proprio come accadeva in passato, riuscì a mozzarmi il fiato e a farmi scoppiare lo stomaco. Era bellissimo.
Ora sì che riuscivo a vederli. Vedevo momenti, vedevo delle lettere, vedevo dei fogli e l’inchiostro nero accanto ad essi.
Sorrisi.
«Ho deciso: scriverò di noi».
«Di noi? Ci vorranno molto più di due mesi!»
«Non importa quanto tempo ci vorrà. In questo momento, te lo giuro, mi sento infinita».
Noi eravamo l’infinito.



Buonasera!
Dopo aver rivisto per l'ennessima volta "Noi siamo infinito", mi è venuta quest'idea. 
Adoro scrivere, eppure solo adesso mi sono decisa a postare qualcosa. Non so cos'altro dire... Spero vi piaccia:)
Ah! Stavo pensando di poter trasformare questa one-shot in una storia. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Bye.

 

 
  
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