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Autore: Reese    24/09/2004    2 recensioni
Bhè, ragazzi, non ho un vero e proprio commento da fare. Sono solo poesie. E come tali mettono a nudo l'anima di chi le ha scritte, rivelandone i più nascosti segreti... C'è un filo conduttore: l'amore non corrisposto. Dubito fortemente di essere la prima a trattarne, non di meno mi sono sentita in dovere di farlo. Questo racchiude la mia anima, ed io l'affido a voi.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Bambola

 

Una mano di ghiaccio mi afferra alla gola:

 

Ha guanti d’acciaio,

Punte di ferro che penetrano nella carne.

 

Ho freddo.

 

Il suo tocco gelido

Brucia in me

La sua strada verso il cuore;

 

Un cuore di ghiaccio che piano

Si tramuta in cenere.

 

Sono vuota.

 

Lascio dietro di me

Null’altro che un guscio

Di ciò che chiamai me stessa.

 

 

 

 

Sento la lieve calma della morte

Calare su di me,

Il suo respiro immobile sfiorare

Le mie secche labbra,

Le sue lunghe e sottili dita di gelo

Stringermi per le braccia.

 

Il cuore vola via,

Cerca asilo nell’ennesima fantasia,

Non sa –povero illuso!- che ne uscirà

Più logoro di prima.

 

Cos’aspetta la mia anima..

 

Distruzione..?

 

In fondo, che importa…

 

Sono vuota… No..?

 

 

Avrei dovuto aspettarlo…

Dovevo saperlo…

E un coro agonizzante di voci rimbombava

Incessante nelle mie orecchie.

 

-Scappa, va via…

-Non restare, soffrirai…

 

E le ho ascoltate..?

Certo che no!

E ora è qui che giaccio

Sola,

Rotta,

Spezzata in mille frammenti.

 

-C’è sempre il peggio.

-Al dolore non c’è fine.

 

Lo so, lo so

Spiegatelo, piuttosto, al cuore mio –non vuol capirlo…-.

 

E ancora le voci

Si fanno sentire,

Più forti che mai…

 

-Non ne è degno…

-Lascia stare…

-Dimentica…

 

Ma come..?

Spiegatemelo, *COME*?!?

 

È impossibile.

Impossibile ignorarlo;

Ignorare la sua voce,

Mista a quelle del coro:

 

-…è da te che dipende

 

 

…”Che, qualche cosa va male?..

    È un lutto senza ragione.

    Ed è la pena peggiore

    Il  non sapere perché

    Senza né odio né amore

    Il cuore fa così male”…      (J. N. Arthur Rimbaud)

 

Davero pensi questo, Arthur?

Io lo credevo,

Anch’io pensavo fosse solo

Un capriccio del mio stupido cuore.

È così…?

Certo che no!

Ora me ne accorgo.

Ora capisco il perché.

Non è lutto senza ragione,

ma condanna volontaria.

Una tortura lenta

E tremenda

E divina

Che io come te m’infliggo,

Per punirmi.

Per punirmi della mia vigliaccheria.

Della mia pigrizia.

Perché è per questo

Che ora l’ho perso,

Senza averlo mai davvero avuto;

Per questo che ora

Ciò che sarebbe potuto essere

Tornerà a torturarmi

In eterno.

Così dev’essere.

Volevo solo che lui sapesse:

Avevo trovato una ragione,

Per me,

Per cambiare ciò che ero stata,

Una ragione per tutto ciò che faccio,

E questa ragione è lui.

Avrei dovuto dirglielo.

Avrei potuto…

Non l’ho fatto:

Cos’ho risolto?..

È perso,

Perso per sempre.

Perso senza averlo mai avuto.

E il pensiero m’ucciderà

In eterno,

Giorno per giorno,

Affondando il pugnale

Insanguinato

Fino all’elsa nella mia gola.

Così dev’essere.

Così ho stabilito che sia.

Poiché ho sbagliato,

Questo è il prezzo da pagare.

Perché questa voglio che sia

La mia condanna.

Perché questa voglio che sia

La tua vendetta

Su una novizia

Che non sa essere tale.

 

 

Sto morendo.

Sono morta.

Davvero, non respiro più!

Non vedete fiumi di sangue

Colare dal mio cuore trafitto?

Non vedete i miei occhi offuscarsi

Dell’oscura luce dell’oblio?

Non vedete, o non volete, forse,

vedere quest’ anima dannata

odiare e amare il suo

carnefice?

 

È ormai sicuro, -vedete?-,

sono morta ma non ho

pace né riposo

ne avrò finché

saprò odiarlo e amarlo.

 

Perché, -vedi?-, ora *so*

Di amarti.

T’odio troppo perché non sia così.

 

D’un odio che cela amore.

 

Di quest’odio io t’odio,

Vincent,

d’un odio che brucia e mi consuma

più del fuoco dell’inferno,

d’un odio che non da pace

giorno e notte.

D’un odio ch’è amore.

 

 

Che dirvi… queste sottospecie di poesie mi sono venute di getto. Le ho scritte tutte quante nel corso di quest’anno, e anche se alla ‘collezione’ mancano parecchi testi – per lo più in inglese – ho voluto postarle per sapere che ne pensate. Girano tutte intorno allo stesso argomento, vedete?

Un ragazzo dannatamente bello che viene nella mia stessa scuola e che a mala pena mi saluta. Eppure per me è così, da tre anni ormai…

 

L’amante, il pazzo ed il poeta hanno la stessa fantasia… almeno così diceva il buon vecchio Shakespeare. Bhè, con questa citazione vi lascio. Recensite, please!

  
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