Anime & Manga > Natsume Yuujinchou
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Autore: hapworth    08/07/2013    1 recensioni
«Capisco…» un sussurro, prima che lo guardasse dritto negli occhi, un sorriso – che con il tempo avrebbe identificato come ironico – sul suo viso pallido e la maschera che, lentamente, tornava al suo posto, sul suo volto sfuocato. Neppure si era accorto che l’aveva sollevata davvero.
Cross-over tra Natsume Yuujinchou & Hotarubi no Mori e di Yuuki Midorikawa.
[Gin/Takashi]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ancora una volta una pausa eterna. Beh, a mia discolpa dico che ho dovuto rivedere completamente i capitoli precedenti: non mi ritrovavo più nello stile usato e, dunque, ho dovuto rivedere e correggere tutto prima di scrivere questa parte conclusiva.
In ogni caso invito, dunque, a rileggere dall’inizio, anche se gli eventi sono rimasti invariati, solo lo stile di scrittura è cambiato.
Ricordo come sempre che i personaggi da me utilizzati appartengono alla Midorikawa e io li uso solamente per farmi un po’ del male e scrivere roba senza capo né coda. Spero che apprezziate. Buona lettura e grazie a chi mi ha seguito fino a qui, malgrado i tempi esageratamente lunghi per concluderla. Grazie ^-^

By athenachan

Nascita [La seconda volta]

Natsume era abituato a perdere quelle creature inconsistenti, che vedeva lui e pochi altri; ci aveva fatto il callo o, almeno, così si illudeva. In realtà non era minimamente pronto a perdere quelli che, a tutti gli effetti, vedeva come esseri viventi proprio come lui: faceva male, troppo male, perché non fossero vivi.
Poteva essere uno dei pochi a vederli come creature in grado di capire, considerandoli propri pari e non come servitori o demoni da esorcizzare; erano amici. Lo erano quelli che incontrava grazie a Reiko-san e lo erano ancora di più tutti gli altri.
Quello spirito però… Quello era diverso. Ne aveva osservato in lontananza i lineamenti, gli occhi gialli scoperti da quella maschera da volpe bianca ma non ne aveva colto davvero l’essenza; non era riuscito a sentire oltre quella malinconia che si portava appresso. Non aveva penetrato quella barriera invisibile, fatta di espressioni ambigue e sorrisini.
Lo aveva visto tre volte ma gli erano bastate perché fosse parte di quella sua vita. Nyanko-sensei non avrebbe mai capito che cosa lo spingeva a voler bene gli youkai, cosa lo animasse, quando restituiva loro il nome facendosi anche del male. Era più forte di lui.
Quello spirito lo aveva completamente lasciato di sasso, malgrado non si fossero scambiati che due parole, senza essere realmente uniti. Ma a Natsume era rimasto dentro; e non riusciva a capire perché.
Aveva passato le giornate a scuola a giocare con la matita, ad osservare fuori – immaginandosi il proprio “guardiano” a bere allegramente nel bosco con quegli youkai ubriaconi. Erano pensieri piuttosto inconsistenti, in verità, se paragonati a quanto finiva per sognare la notte: occupata da quello sguardo giallo intenso e quelle labbra che lo chiamavano, in un film muto, dicendo qualcosa che lui non riusciva a capire.
«… Ed è per questo motivo che si è appena trasferito. Siate gentili con lui.» Natsume fece in tempo  prestare nuovamente attenzione all’insegnante, il tempo di adocchiare la lavagna su cui spiccava un nome e, poi, si spostare lo sguardo sul nuovo arrivato, di fianco al professore che gli teneva una mano sulla spalla.
Due occhi gialli lo fissavano intensamente. Aveva i capelli scuri ma la sensazione non poteva ingannarlo. Era Gin. E, come a confermare i suoi pensieri, quello una volta indicatogli il posto affianco al suo, sorrise leggermente senza distogliere lo sguardo.
«Sei cambiato.» sussurrò Natsume, guadagnandosi un’occhiata perplessa da parte di Sasada a cui, però, non prestò attenzione.
«Tu manco un po’.»
Erano passati solo tre mesi dal festival nel quale lo aveva visto dissolversi tra le braccia di quella ragazzina. Chissà se avrebbe mai saputo che Gin era diventato umano? A giudicare da tutto, si disse che probabilmente lo stesso spirito aveva deciso di non cercarla più. Sembrava dire “Deve andare avanti senza di me”. E, per quanto triste, Natsume trovò che non ci fosse nulla di più giusto.


Fine
   
 
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