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Autore: EarthquakeMG    09/07/2013    0 recensioni
Michelle amava danzare, sin dalla tenera età il suo più grande sogno era stato quello di diventare una ballerina di fama mondiale, non voleva ballare in televisione ma voleva entrare a far parte di una compagnia di ballo teatrale, diventare parte di un gruppo di ragazzi che come lei amavano la pura danza e non il denaro che essa portava.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Te l’avevo promesso, ricordi?
A Serena.
Buon mesiversario, piccola!

 

A dream comes true.
 

Michelle amava danzare, sin dalla tenera età il suo più grande sogno era stato quello di diventare una ballerina di fama mondiale, non voleva ballare in televisione ma voleva entrare a far parte di una compagnia di ballo teatrale, diventare parte di un gruppo di ragazzi che come lei amavano la pura danza e non il denaro che essa portava. Si era sempre allenata duramente, all’età di tre anni sua madre l’aveva iscritta ad una scuola di danza classica e da quel giorno lei non aveva più abbandonato le sue scarpette, certo, col passare del tempo aveva cambiato stile e adesso, all’età di diciotto anni si ritrova a ballare danza contemporanea, anche se quelle piccole scarpette sbiadite non le ha mai gettate via.
Il diploma era arrivato in fretta, aveva scelto una scuola d’arte soltanto perché voleva avere la possibilità di poter scegliere nel caso in cui non fosse riuscita a diventare una ballerina. Fortunatamente però quell'eventualità non si è verificata, infatti Michelle era riuscita a diplomarsi con il massimo dei voti, rendendo fieri di lei i suoi genitori, i suoi amici e quello che da qualche tempo a questa parte era diventato il suo migliore amico. Will era la persona più comprensiva che conoscesse, era l’unico capace di decifrare i suoi pensieri e di capire anche attraverso un solo sguardo se in lei c’era qualcosa che non andava oppure se le sue parole differivano dai suoi pensieri; era più grande di lei di appena due anni, frequentava il college e proprio per quel motivo i due avevano l'occasione di vedersi soltanto nei fine settimana, nel momento in cui lui decideva di andare a trovare la sua famiglia, i suoi amici ed ovviamente anche lei. 
Era stato Will, proprio un mese prima al telefono, a convincerla ad iscriversi alle selezioni per la Beyond Words Dance Company, preferendo rimanere ore al telefono con lei –ad ascoltare i suoi piagnistei e le sue lamentele- piuttosto che vedere i sogni della sua migliore amica infrangersi come se niente fosse; Michelle incoraggiata dalle parole del suo migliore amico, aveva fatto l’iscrizione e si era impegnata molto per creare la coreografia che in seguito avrebbe portato al provino della Beyond Words Dance Company ,che sapeva le avrebbe cambiato la vita, non aveva mai creduto in se stessa eppure sapeva che quella sarebbe stata l'unica volta in cui avrebbe dovuto impegnarsi, perché Will credeva ciecamente in lei e non aveva intenzione di deluderlo. Aveva scelto con cura il pezzo musicale che avrebbe fatto da sottofondo alla sua coreografia ed era sicura che le note di Please don’t leave me di Pink le avrebbero permesso di esprimere alla perfezione ciò che provava e cosa significasse la danza per lei. Non aveva permesso a nessuno di vedere la propria coreografia, aveva passato intere settimane chiusa in camera sua, con la musica ad alto volume ed i passi impressi nella mente, nel tentativo di vedere attraverso lo specchio quello che nella sua mente aveva già creato. Durante le prove, aveva sempre ballato senza sosta, dimenticando persino di mangiare, spesso chiudeva gli occhi e lasciava che fossero i suoi passi a parlare per lei, mettendo da parte ogni dovere ed ogni obbligo, concentrandosi soltanto sulla sua musica e sulla voglia che aveva di rendere fieri di lei tutti coloro i quali le volevano bene; i suoi genitori la sostenevano, dispensandole sorrisi e consigli, le sue amiche le telefonavano quasi ogni giorno per ricevere aggiornamenti e tranquillizzarla, ma la persona che credeva in lei più di chiunque altro e che le faceva credere di potercela fare per davvero era Will. Era l'unico che non parlava di quel provino - per far sì che dimenticasse per qualche ora ciò che avrebbe dovuto fare-, che non la elogiava e che era in grado di tranquillizzarla con un semplice sguardo, Will la conosceva così bene da non aver bisogno di futili parole per comunicarle che confidava in lei e nelle sue capacità, lui sapeva che a lei bastavano semplici, piccole parole per poter dimenticare quel gravoso peso sulle spalle creato dall'ansia di poter deludere i suoi familiari e amici. 
«Allora, l’hai organizzata la festa per il diploma oppure no?» 
La voce divertita di Will le arrivò dritta alle orecchie, dal viva-voce del cellulare poggiato con noncuranza sulla scrivania, mentre lei cercava il completo adatto da indossare quel pomeriggio.
«No, Will. Te l’ho detto! E’ ormai passato più di un mese e non ho voglia di organizzare una festa inutile.» rispose scocciata, rispondendo per l’ennesima volta alla stessa domanda.
Era stata l’unica della sua classe a non organizzare una festa per il diploma ed era l’unica, probabilmente nel raggio di un chilometro, a pensare che fosse soltanto uno stupido modo per sprecare del denaro che avrebbe potuto utilizzare per fare altro. Will, però, sembrava non pensarla allo stesso modo e da quando si era diplomata cercava di convincerla ad organizzare quella festa, nonostante lui stesso non l’avesse organizzata neanche per il proprio diploma.
«Ma Mich! Faresti una festa epocale, potresti invitare tutti i tuoi compagni di scuola ed io ne approfitterei per portare i miei colleghi.» ribatté Will, con voce speranzosa.
Michelle scosse la testa, prendendo dall'armadio un completo scuro per poi indossarlo, ed infine sedersi sulla propria scrivania per iniziare a sistemarsi trucco e capelli, con ovviamente l'ausiliare dello specchio.
«Se proprio vuoi festeggiare con i tuoi colleghi puoi sempre organizzare una festa a casa tua. Non vedo perché io debba organizzare una festa a cui non tengo, soltanto per far divertire te.» asserì scocciata, lasciandosi sfuggire uno sbuffo.
Avvertì una mezza risata provenire dall’altro capo del telefono e scosse la testa.
«Andiamo, Mich! Era un modo per passare un po’ di tempo insieme, sarebbe stata una festa in tuo onore.» ribatté Will, non perdendo il proprio entusiasmo. «Vorrà dire che ti organizzerò una festa a sorpresa.» continuò.
Michelle alzò gli occhi al cielo e ripose i trucchi all’interno della propria trousse.
«Adesso non sarà più una festa a sorpresa, io ne sono a conoscenza...» disse.
Sentì Will ridere ed una risata sfuggì anche a lei, mentre indossava le scarpe da ginnastica e riponeva tutto il necessario all’interno del proprio zaino ormai consumato.
«Vorrà dire che farai finta di essere sorpresa.» asserì il suo migliore amico.
«Sai che non sono brava a mentire, Will.» gli ricordò, chiudendo lo zaino e aggiustandoselo in spalla, si diede un’ultima occhiata attraverso lo specchio per vedere se mancasse qualcosa.
«Lo so benissimo, Mich. Ma ne siamo a conoscenza soltanto tu ed io, gli altri abboccheranno, e in questo modo entrambi saremo soddisfatti.» disse, con quel suo solito tono di voce che lasciava intendere quanto fosse soddisfatto di un piano non ancora realizzato, ma per lui ormai riuscito.
Michelle sospirò e sorrise, scuotendo la testa, arrendendosi all’entusiasmo del suo migliore amico.
«Fai come vuoi, Will. Adesso però devo andare, ci sentiamo dopo, ok?» gli chiese.
In un secondo tutta l’ansia nascosta venne fuori e sentì il proprio corpo tremare. Era pronta, aveva provato la coreografia per l’intera notte –dormendo soltanto qualche ora- e stava per recarsi nel luogo in cui il provino si sarebbe svolto, ma era preoccupata ed il suo cuore stava iniziando a battere più velocemente del solito; aveva paura, temeva di non riuscire a superare il provino, di deludere tutti coloro i quali credevano in lei, aveva paura di fare una figuraccia, di dimenticare i passi e di non andare a tempo, aveva paura di sprecare l’occasione più importante della sua vita.
«Smettila di pensare, Mich.»
La voce di Will la fece sorridere, cercò di eliminare i cattivi pensieri dalla propria mente e tirò un sospiro di sollievo, mentre quel sorriso spariva lentamente dal suo viso.
«Ho paura, Will.» sussurrò, chiudendo gli occhi.
«Lo so.» 
Il tono di voce del suo migliore amico era serio e Michelle vi lesse un briciolo di preoccupazione ed ansia, quindi anche Will era in ansia per lei. –lo sapeva- ma cercava di nasconderlo forse fin dall’inizio.
«Ma ce la farai.» continuò. «Io credo in te.» concluse.
Michelle sobbalzò, ritrovandosi a boccheggiare per qualche attimo di troppo, con la salivazione azzerata. Will credeva in lei, lo aveva sempre saputo, ma ora glielo aveva davvero detto a parole, e quella frase aveva fatto nascere in lei una sensazione calda e piacevole capace di sconvolgerla per qualche attimo. Will credeva davvero in lei.
«Grazie Will.» asserì, recuperando il poco fiato che le era rimasto.
«Fatti valere.» disse il suo migliore amico. «A più tardi.»
Quando chiuse la chiamata Michelle sospirò e chiuse gli occhi per poi riporre il cellulare nello zaino e recarsi al piano di sotto, seguendo i suoi genitori che l’avrebbero portata nel luogo in cui si sarebbero tenuti i provini, pronta ad intraprendere quattro ore di viaggio per realizzare il sogno della sua vita.

Era lì, davanti ad una porta in legno, pronta a salire sul palco. Indossava gli scaldamuscoli e le scarpe da ballo, aveva i capelli legati in una semplice coda di cavallo e sul suo volto vi era un trucco leggero. Era da sola perché i suoi genitori la stavano aspettando fuori dall'edificio, non riusciva a rimanere ferma neanche per un secondo, i suoi piedi -come se avessero vita propria- si muovevano da soli senza il suo comando, mentre canticchiava il pezzo che avrebbe dovuto ballare a momenti. Al suo fianco non vi era nessuno, a parte un uomo sulla quarantina che attendeva istruzioni dalla sala principale, era l’ultima provinante della giornata e quello per lei era più un peso che un sollievo, perché sicuramente durante la giornata i giudici avevano visto una miriade di ballerini, tra cui i più bravi e talentuosi del paese, quindi quante probabilità aveva lei di passare le audizioni? Molto probabilmente quei signori l’avrebbero scartarla dopo i primi otto passi; provò a scacciar via i pensieri inopportuni dalla mente, chiudendo gli occhi e concentrandosi su ciò che avrebbe fatto dopo aver finito il provino: il suo letto morbido e caldo che l' aspettava, Will che presumibilmente l’avrebbe chiamata non appena lei gli avesse mandato un messaggio, la torta al cioccolato che sua madre aveva preparato apposta per lei e che avrebbe mangiato non appena sarebbe tornata a casa. Provò a pensare a qualunque cosa, a tutto fuorché a quella difficile audizione.

Michelle Garçia. 

Il suo nome venne pronunciato da una voce metallica e l’uomo sulla quarantina la spinse all’interno della stanza, catapultandola all’interno di una piccola sala piena di specchi e con un parquet chiaro. All'interno c'erano due uomini ed una donna seduti dietro ad una scrivania, con delle penne tra le mani e dei fogli bianchi a pochi centimetri dai loro corpi. Michelle sospirò e si posizionò al centro della stanza, sgranchendosi le gambe e le braccia, pronta a ballare, in attesa del momento in cui la sua mente si sarebbe svuotata.
«Ciao Michelle!» 
L’uomo alla sua sinistra, che era un rinomato professore di danza contemporanea, le sorrise.
«Tutto bene?» le chiese.
Michelle annuì, abbozzando un sorriso.
«Sono solo un po’ in ansia.» rispose.
«E’ normale.» le disse l’uomo, abbassando lo sguardo sul foglio. «Cosa balli?» le domandò poi.
«Una coreografia creata da me, sulle note di Please don’t leave me di Pink.» rispose, mentre l’agitazione tornava a farsi spazio in lei, distruggendo con prepotenza i suoi buoni propositi.
Il professore annuì e fece cenno ad un altro uomo, lì presente, di azionare la musica.
Michelle prese posizione e chiuse gli occhi.
Quando le prime note della canzone invasero l’aria, ogni ansia si dissolse e tutto ciò che aveva attorno svanì, vi era soltanto lei, il pavimento sotto ai suoi piedi e la musica a fare da sfondo. Dimenticò di essere ad un provino, di dover ricordare i passi alla perfezione e si scordò perfino di dover seguire la sequenza, si lasciò semplicemente andare e ballò come mai aveva fatto prima in vita sua, lasciandosi cullare dalle note di quel pezzo che le era entrato nell’anima sin dalla prima volta in cui l’aveva ascoltato; lasciò vagare la mente, pensando ai sorrisi soddisfatti dei suoi genitori, al suo migliore amico che credeva in lei, agli abbracci delle sue amiche, alla sua voglia di ballare e di farcela. Quando la canzone giunse al termine, così come la sua coreografia, la giovane ballerina mantenne la posizione finale e riaprì gli occhi, venendo catapultata nella realtà ed avvertendo l’ansia tornare a farsi spazio in lei, mentre il sudore le scivolava lungo il viso ed il respiro si faceva affannato.
«Da quanto balli, Michelle?»
A porgerle quella domanda fu l'unica donna presente nella giuria che, con un tono molto dolce, le rivolse un sorriso.
«Da tutta la vita.» rispose lei, abbozzando a sua volta un altro sorriso.
«Si vede.» le disse la donna, appuntando qualcosa su di un foglio. «Puoi andare.» continuò.
Michelle annuì confusa, raccogliendo la propria roba ed avvicinandosi all’uscita, mentre la paura di aver rovinato tutto le attanagliava le viscere. E se avesse deluso tutti coloro i quali credevano in lei?
«Michelle?»
La voce del terzo giudice, la costrinse a voltarsi.
«Ci vediamo la prossima settimana.» le disse. «Sei dentro.» continuò con un sorriso.
Il suo cuore sembrò esplodere ed iniziò a battere all’impazzata, mentre i suoi occhi si facevano lucidi e la salivazione si azzerava, riuscì ad aprire la porta con mani tremanti e sorrise agli occupanti della sala da ballo, mentre il suo corpo reagiva in modo fin troppo eccessivo a quella notizia che l’aveva sconvolta completamente.
«Oddio! Io…Grazie, davvero.» asserì, con affanno. «Alla prossima settimana!» disse, fuggendo via da quella sala e chiudendosi la porta alle spalle per poi correre fuori e rifugiarsi tra le braccia dei suoi genitori che, alla vista delle sue lacrime, la osservarono dispiaciuti e forse anche delusi.
«Ce l’ho fatta, mamma!» disse, tra i singhiozzi e le lacrime. «Sono dentro.» continuò, allontanandosi da loro ed alzando gli occhi al cielo, sorridendo a quel cielo azzurro che quel giorno sembrava sorridere con lei. 
I suoi genitori si congratularono con lei, abbracciandola e riempiendola di parole cariche d’orgoglio, lasciandosi andare all’emozione e lei si allontanò poco dopo, cercando con le mani ancora tremanti il cellulare risposto nello zaino, ansiosa di comunicare al suo migliore amico che non l’aveva deluso, che ce l’aveva fatta e che sperava di averlo reso fiero di lei. Non ebbe il tempo di prendere il cellulare che due braccia le circondarono la vita ed un corpo caldo si poggiò al suo. 
«La mia piccola Michelle.»
Fu un semplice sussurro e lei sorrise, tornando a piangere di gioia, stringendo quelle mani grandi che l’avevano sfiorata così tante volte che ormai conoscevano a memoria il suo corpo.
«Ce l’ho fatta.» disse, con voce rotta.
Will le diede un bacio su di una guancia, poggiando il viso nell’incavo del suo collo e stringendola a sé, aprendosi in un sorriso che lei riuscì ad avvertire benissimo sulla sua pelle.
«Sono fiero di te.» asserì, voltandola verso di sé e stringendo il suo esile corpo tra le proprie braccia, intrappolandola in un abbraccio caloroso. «Ero sicuro che ce l’avresti fatta.» continuò.
Michelle pianse, come non faceva da tempo, tra le braccia dell’unica persona che aveva sempre creduto in lei, sin dall’inizio, e che era sicura l’avrebbe fatto fino alla fine. Si perse in quell’abbraccio senza fine, affondando il viso nell’incavo del collo del suo migliore amico, sfiorandogli la nuca con le mani e stringendosi a lui, lasciando scivolare via ogni ansia e preoccupazione, concentrandosi soltanto su Will e su quanto fosse felice che l’avesse raggiunta lì, affrontando ore di viaggio, soltanto per congratularsi con lei, sicuro che ce l’avrebbe fatta, sicuro che non l’avrebbe deluso.
«Ti voglio bene, Will.» sussurrò, allontanandosi da lui e sorridendo.
Il ragazzo le pizzicò una guancia, sorridendole a sua volta.
«Ti voglio bene anch’io, mia talentuosa ballerina.» ribatté, lasciandole un bacio sulla fronte.

Il suo sogno si era realizzato, ce l’aveva fatta, era diventata una ballerina, era riuscita ad entrare nell’accademia di ballo che sognava da una vita; tutti gli sforzi di una vita intera non erano stati vani, si era impegnata e non aveva fallito, non aveva deluso la sua famiglia, i suoi amici, non aveva soprattutto deluso lui e soltanto in quel momento –mentre rideva ad una battuta squallida di Will- si rese conto che senza il suo migliore amico probabilmente non ce l’avrebbe mai fatta a realizzare il proprio sogno. 



Note dell’autrice.

Non pubblico storie originali, di solito, ma questa è qui per un motivo ben preciso.
E’ un regalo per una persona alla quale regali materiali ancora non posso fare. Piccola, avevo promesso di scrivere questa OS se tu avessi passato l’anno scolastico indenne ma non ho mantenuto la promessa e mi dispiace, ne approfitto per pubblicarla adesso così sarà anche il mio piccolo regalo per te in onore del nostro “mesiversario”. Spero ti piaccia.
Per chi leggerà questa OS, beh, non ho molto da dire a riguardo. E’ la storia di una ragazza con un sogno, un sogno che si realizza alla fine, ed un migliore amico che la sostiene in ogni istante della sua vita; è un po’ inverosimile, forse, e credo che sia anche troppo romantica ma uhm...è uscita così.
MG.

P.s. Un grandissimo grazie a Bellas che ha avuto il coraggio di betarla, impazzendo a causa mia ed odiandomi anche probabilmente.
   
 
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