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Autore: demsstrength    09/07/2013    12 recensioni
E’ appena arrivata la colazione quando entrano nella stanza due uomini in giacca e cravatta che si siedono nelle poltroncine accanto.
«Che ne dici Fam, fe ti fpofi un tifio di quelli ti ritrovi con un villone e con una macchina come quella di Harold.» ipotizza Niall sputacchiando il morso di cornetto che aveva in bocca facendo ridere tutti per il suo modo di parlare, tranne Zayn che, da fratello maggiore, lo guarda in cagnesco.
«Magari ci provo.» scherzo.
«Dieci sterline che non hai il coraggio di avvicinarti.» Harry inarca una sopracciglia guardandomi con aria di sfida. Gli altri tre ci osservano curiosi e per fare scena assottiglio gli occhi e mi stampo un ghigno sul volto.
Dopo una decina di secondi mi alzo facendo strusciare la sedia e mi dirigo verso le poltroncine su cui sono seduti i due.
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«Limmy.»
«Mh?» fa lui concentrato sulle scartoffie sparse sulla scrivania.
«Hai paura di me?» chiedo.
Lui alza la testa e aggrotta la fronte, «Dovrei?»
«Oh, si.»
Scuote la testa divertito e ritorna a leggere.
«Stasera ti unisci a noi, così vediamo chi ride.»
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1."Marry me" 

Venticinque anni, fisico atletico, capelli rasati e intriganti occhi marroni che fanno cadere ai suoi piedi tutte le giovani donne della compagnia, e non solo. Liam Payne, questo era il nome del figlio del proprietario di una delle compagnie più famose della Gran Bretagna.
Il giovanissimo ragazzo ha da non molto terminato gli studi ad Oxford, e si ritrova già direttore della grande azienda di famiglia.  
Quella mattina di gennaio sbuca un timido sole tra le classiche nuvole che ricoprono il cielo per gran parte dell’anno, quindi, nonostante l’aria fredda, si preannuncia una giornata non gelida come al solito. Alle sei e trenta è solito alzarsi ma quella mattina alle sei è già in piedi e tirato a lucido, come se fosse stato il sole a tirarlo giù dal letto.
Nonostante la giovane età è già un ambito uomo d’affari, e anche molto famoso vista la fama dell’azienda, quindi non poteva permettersi svaghi o scappatelle notturne come i suoi coetanei.
I pochi amici che aveva si contavano sulle dita di una mano e il suo unico ‘divertimento’ era l’uscita del venerdì sera per andare con loro in uno di quei locali in voga, di solito si vedevano al Funky Buddha, anche se si trovava a Londra prendevano un jet privato.
                                                       
Diciassettenne, alta e snella con le giuste curve, lunghi capelli biondi che le scendevano sulle spalle e occhi color ghiaccio. Samantha Cooper, o per meglio dire Malik, orfana dalla è vissuta in una stradina di Bradford con una famigliola di origini pakistane. Zayn è suo fratello maggiore e vivono insieme ai genitori e ad altre due sorelle più piccole, Waliyha e Safaa, poi Doniya vive da sola in un paesino vicino.
La casa era piccola e la famiglia non era una delle più ricche, ma l’amore che avevano dato quelle persone alla piccola Samantha era bastato a renderla la persona più felice del mondo.
E’ cresciuta in strada con Zayn e i suoi amici, non è per niente femminile e già da piccola preferiva una mazza da baseball o un pallone da calcio  alle bambole e ai trucchi.
Tutte le sere era una festa. Una volta in discoteca, una volta allo stadio, una volta nella foresta, una volta semplicemente nel cortile del quartiere a fumare  una sigaretta.
 
«Zayn! Dove cazzo è il mio cappello della New Era? Rispondi porca puttana!» do un calcio alla porta color panna, tempestata di adesivi, della camera di quel coglione di mio fratello, che sarà sicuramente sotto le coperte cercando di farsi passare la sbronza di ieri.
«Sam, il linguaggio.» urla mia madre Trisha dalla cucina; ancora non si è arresa, prima o poi si stancherà di correggermi. «Ma’, non apre la porta e a me serve quel cappello.» continuo urlando come un’ossessa.
Yaser, mio padre, si alza spazientito e con pesanti passi mi raggiunge e si posiziona davanti alla porta di Zayn facendomi spostare; «Zayn, apri la porta e dà il cappello a tua sorella, poi preparati per la scuola e vieni a fare colazione.» dice dando tre pugni alla porta, «Adesso Zayn.» continua dopo non aver ricevuto nessuna risposta.
Grande papi, così si fa.
Cade un profondo silenzio nel quale si sentono dei rumori provenire dall’interno della stanza, poi la porta si apre «Ecco a lei signorina.» fa Zayn passandosi una mano tra gli spettinati capelli corvini e  sbadigliando.
«Prendilo di nuovo e ti ritroverai senza palle, Jawaad.»  ringhio mentre mio padre mi posa un braccio intorno al collo per trascinarmi via da lui prima che comincio una sottospecie di rissa. Giuro che prima o poi glielo taglio nel sonno quel ciuffo ti cui va tanto fiero, tzè.
«Buon giorno famiglia!» urla Zayn entrando in cucina e trovando tutta la famiglia riunita in torno al tavolo mentre ognuno consuma la propria colazione a base di succo d’arancia e frittelle.
«Resti con noi?»chiede mia madre mentre versa del succo e lui  scuote  la testa per poi continuare a parlare «Harry è venuto con la Ranger Rover che gli hanno regalato al suo compleanno, andiamo a fare colazione al bar.» si mette la cartella in spalla per poi avviarsi verso la porta.
«Aspettami idiota!»mi alzo di corsa inciampando nei miei stessi passi per poi sfrecciare verso la porta salutando tutti con la mano.
«Volevi liquidarmi col vecchio, eh?»dico sistemandomi la tracolla sulla spalla e facendolo ridere.
Il mio sguardo cade sul macchinone nero lucido parcheggiato davanti al vialetto, ad avercela una macchina così.
 «Alla faccia! Ma il padre caga soldi o cosa?»chiedo tenendo la bocca aperta a formare una perfetta ‘o’.
«Cosa.»
«Zayn, potevi evitare, è squallida.»
Cammino velocemente e vi passo una mano sopra come se le stessi dichiarando amore eterno, nascerebbero Transformer in una possibile unione? Mi piacciono quei cosi. Poi faccio un veloce salto indietro quando si apre il finestrino oscurato e spunta la testa riccioluta di Harry.
«Buon Giorno anche a te Sam.»sorride mostrandomi le sue fossette.
«Facciamo una cosa Styles: facciamo sesso, mi metti incinta, ci sposiamo e poi mi dai tutti i tuoi soldi, ti piace l’idea?» sorrido amabilmente.
«Frena la lingua, tu non ti fai mettere incinta da nessuno»fa Zayn tirandomi indietro per il cappuccio della felpa «.. a meno che non dividi i soldi con me.» ride poi e mi unisco a lui.
«Dimmi dove e quando piccola.»continua Harry ammiccando, nel frattempo si apre il finestrino posteriore e spuntarono i volti di Louis e Niall.
«Perché solo con lui?»chiede sfacciatamente Louis mettendo il broncio.
«E’ pieno di soldi fratello.» dico con fare ovvio per poi continuare «Ora alza le chiappette e fammi posto.»
Apro la porta cercando di non fare troppi danni e mi siedo sul sediolino in pelle chiara, mentre Zayn prende il posto del passeggero.
Il riccio, dopo aver sentito la portiera chiudersi, preme il piede sull’acceleratore sfreccia lungo la stradina, non curante di una vecchina che lo manda gentilmente a quel paese alzando il grinzoso dito medio.
«E poi dicono che sono i giovani.»  sbuffo buttandomi sulle ginocchia di Niall in modo di arrivare allo stereo per alzare il volume della musica. «Sta attenta a non rovinare la pelle.»
«Fanculo Styles.»
«Siamo arrivati, ora scendete e state attenti a non sbattere le porte, vi scanno vivi senza pormi alcun problema.»dice Aroldo Stile cercando di fingersi serio, chiariamo che come pessimo attore non ci riesce, mentre tutti scendono dall’auto. Prima di entrare nel bar con loro fa un giro intorno all’automobile assottigliando gli occhi per vedere eventuali danni, poi tira un sospiro di sollievo rilassando i muscoli del viso quando non scorge niente.
«Allora ragazzi?» chiede entrando. «Abbiamo ordinato tutto, offri tu.» Niall gli dà un buffetto sul capo sorridendo innocentemente, con tutti quei capelli che attutiscono i colpi la sua testa si potrebbe usare anche come ariete in guerra,   per poi dirigersi sul retro dove ci sono i tavoli. Harry sbuffa tirando il portafogli fuori dalla tasca posteriore del jeans per pagare.
«Che avete ordinato?» chiede entrando nella sala.
«Cappuccino e cornetto al cioccolato per tutti, ti va bene?» rispondo alzando gli occhi dallo schermo del nuovo cellulare di Zayn e  il ragazzo annuisce sedendosi tra gli amici.
E’ appena arrivata la colazione quando entrarono nella stanza due uomini in giacca e cravatta che si siedono nelle poltroncine accanto.
«Che ne dici Fam, fe ti fpofi un tifio di quelli ti ritrovi con un villone e con una macchina come quella di Harold.»ipotizza Niall sputacchiando il morso di cornetto che aveva in bocca facendo ridere tutti per il suo modo di parlare, tranne Zayn che, da fratello maggiore, lo guarda in cagnesco.
«Magari ci provo.»scherzo.                                  
«Dieci sterline che non hai il coraggio di avvicinarti.»Harry inarca una sopracciglia guardandomi con aria di sfida. Gli altri tre ci osservano curiosi e per fare scena assottiglio gli occhi e mi stampo un ghigno sul volto.
Dopo una decina di secondi mi alzo facendo strusciare la sedia e mi dirigo verso le poltroncine su cui sono seduti i due.
«Posso?» chiedo indicandoli con l’intenzione di sedermi, mostrando la perfetta dentatura  in uno dei miei sorrisi migliori. I due si scambiarono uno sguardo poi annuiscono all’unisona.
«Piacere, Samantha.» comincio porgendo la mano con le unghie laccate di nero ai due, sotto gli sguardi divertiti dei ragazzi che mi  osservavano senza dare nell’occhio. «Liam Payne.» dice il primo stringendola, «Roger Smith» fa il secondo stringendola a sua volta.
«Scusa ma.. non sei con i tuoi amici?» chiede rompendo un silenzio abbastanza imbarazzante quello che doveva chiamarsi Liam, indicando il tavolo dei ragazzi, i quali fingono di parlare tra di loro.
Sorrido avvicinandomi al suo orecchio in modo seducente per far credere ai ragazzi che stessi per dire qualcosa tipo ‘Cospargimi di cioccolata e leccamela da dosso’,  cosa che sarebbe stata decisamente imbarazzante.
«E’ tutto per una scommessa»soffio facendolo rabbrividire «ora fa una faccia come se ti abbia appena chiesto di stuprarmi.» mi allontano sorridendo maliziosamente mentre il ragazzo fa una faccia scioccata cercando di non ridere.
Sono un’attrice nata, gente.
«Allora…» faccio dopo essermi ricomposta «dove andate tirati a lucido?»
«Lavoriamo nell’azienda di mio padre.» risponde Liam accennando un sorriso alla ragazza che aveva portato due caffè.Pff, milf.
«Tu?» chiede l’altro.
«Vado a scuola, per ora.» rispondo prendendo il caffè da mano a Liam e facendone un sorso per poi restituirglielo; «Posso avere il vostro numero?» chiedo poi sfacciatamente.
I due si scambiarono uno sguardo poi Roger indica Liam ridendo e lui mi porge un bigliettino da visita, estratto dal taschino della giacca «Ecco a te.», sorride cordialmente.
«Grazie.»sorrido a mia volta prendendo il biglietto e mettendolo nella tasca posteriore degli short sfilacciati, poi mi alzo cercando di non ridere e vado via mettendo in bella vista il sedere e salutandoli con un ‘Ci si vede in giro’.
«Caccia i soldi Styles.»faccio soddisfatta sedendomi sulle ginocchia di Harry e mettendogli le braccia intorno al collo. Lui sbuffa rumorosamente porgendomi una banconota da dieci.
«Saresti una brava puttana.»dice tranquillamente lui sorseggiando il cappuccino, incurante dell’espressione di Zayn.
***
«Fermatevi idioti!»urlo correndo dietro alla Ranger Rover che sfreccia lungo la fila di macchina nel parcheggio della scuola. Si sente il rombo pesante del motore e la macchina sparisce dalla mia vista correndo lungo il viale per poi voltare in direzione della casa di Louis.
«Fanculo.»ringhio dando un calcio alla ruota di un’auto con le Dr.Martens di seconda mano facendo così suonare l’antifurto.
Gli uccellini cantano e il sole brilla, ma non sono Biancaneve e siamo in pieno inverno e col cavolo che torno a casa a piedi. Estraggo dalla borsa un pacchetto di Marlboro e me ne accendo una.
Sbuffo un pennacchio di fumo lasciando cadere all’indietro la testa con gli occhi socchiusi, assaporando la sensazione di calma; poi li spalanco e tenendo con l’altra mano la sigaretta, estraggo dalla tasca il biglietto da visita di Liam, lasciandomi scappare una smorfia di soddisfazione.
«Pronto, Liam Payne, chi parla?»   
«Ciao Liam, sono Sam.»rispondo portandomi la sigaretta alla bocca.
«Ehm.. Sam chi?»
«Sam, quella di stamattina.»
«Ah.. ciao.»
«Senti.. avrei un problemino, mi verresti a prendere a scuola?»chiedo senza giri di parole.
«Sono le quattro del pomeriggio e sono appena rientrato in ufficio, mi dispiace..»
«Per favore, potrebbero esserci maniaci pronti a molestarmi e se succederà ti sentirai in colpa per non essere venuto.»insisto attorcigliando il filo del telefono con un dito. Dall’altra parte si sentirono voci confuse, poi il ragazzo parla «Dove vai a scuola?»
«Di fronte al bar di stamattina.» sorrido soddisfatta.
«Arrivo…»
Passano una decina di minuti quando una Maserati nera si posiziona davanti al cancello. Scatto in piedi assottigliando gli occhi per vedere meglio e il finestrino si abbassa mostrando il volto di un ragazzo.
«Sposami.» dico entrando in macchina e il ragazzo ridacchia sgommando tra le curve create dalle auto parcheggiate davanti all’istituto.
«Dove ti porto?» chiede tenendo gli occhi sulla strada.
«Se ti ho chiesto di sposarmi sull’altare, no?» lui ride e mi lancia uno sguardo, poi posa di nuovo gli occhi davanti a se.
«Tu vai, ti dico io dove girare.»continuo alzando i piedi sul cruscotto. «Mettili giù.» sbuffo  e faccio come dice, paparino.
«Che facevi?»chiedo.
«Ero in riunio..»
«Volta qui.»lo interrompo facendolo sbuffare, gli va di fare a gare a chi sbuffa di più? Io ci sto baby, oh si.
«E quanti anni hai?»continuo.
«Venticinque, tu?»chiede a sua volta guardandomi.
«Diciassette.»faccio una smorfia notando la differenza di età. Non c’è un ragazzo figo che abbia la mia età, oh. Anche se Harold è un caso a parte.
«Fermati qui.»indico una casa ridotta maluccio, non che quelle che la circondano siano in condizioni migliori. Liam accosta al marciapiede e scendo dall’auto, poi infilo la testa del finestrino e  «Ti va di entrare?» chiedo.
«Scusa, ma devo scappare.»fa mettendo in moto.
«Andiamo, ti faccio un tè.»
Il moro tamburella titubante le mani sul volante, poi spegne il motore e posa gli occhiali da sole sotto al cruscotto «Due minuti.» fa segno alzando due dita e sorrido soddisfatta scostandomi dalla portiera.
«Sicura che la ritrovo la macchina.» chiede serio stando attento a chiudere per bene l’automobile per poi guardarsi in torno preoccupato.
«No.»
«Mamma!»urlo entrando in casa mentre Liam sussurra un timido ‘permesso’.
Sbuca Trisha dalla porta della cucina che sorride cordialmente all’ospite, nascondendo la curiosità di sapere dove lo avessi trovato.
«Piacere, sono Trisha.»sorride lei porgendogli la mano che viene subito stretta da lui «Payne, Liam Payne.» ricabia il sorriso presentandosi alla James Bond.
«Ti fermi? Ti preparo un tè.»senza aspettare una risposta si chiude in cucina mettendo la caffettiera già pronta sul fuoco. «Non si preoccupi signora, devo scappare, sul serio.» cerca di fermarla ma ormai è già partita e  prepara il tutto prendendo anche il servizio buono.
Lo osservo e noto che scruta l’ambiente circostante con un sorriso sul volto. Pagherei oro per sapere ciò che pensa. «Che ne pensi?» che boccaccia che ho.
Se mi dice che non gli piace lo prendo per il pisello e lo scaravento dalla finestra nel giardino della signora Foster. La signora Foster è una simpatica vecchina sull’ottantina, simpatica si fa per dire, comincia a sparare ogni volta che qualcuno oltrepassa il recinto dei giardino e buca tutti i palloni che finiscono nel suo territorio, da brivido.
Oppure potrei grattugiarlo e usarlo come concime per le piante carnivore che ha la Foster. Magari se le regalo del “concime” mi prende in simpatia e non mi buca il pallone. Da dicembre me ne ha bucati cinque, e siamo alla fine di gennaio.
«Mi piace.»
Meno palle da grattugiare.
«Sul serio?»aggrotto la fronte.
Diciamocelo, casa mia non è Bukingham Palace, e Safaa deve aver appena finito di giocare quindi non è in buone condizioni, per niente.
«Si. E’ così … accogliente, familiare. Casa mia invece è troppo grande per una sola persona, è freddo come posto.»
«Poi voglio vederla la reggia dove vivi tu, eh. – sorride e posa lo sguardo su una foto appesa alla parete – Cazzo.»
E’ pieno di fotografie, e lui quale va a guardare? Quella in cui sono vestita da principessa, senza i denti davanti, e con le treccine alla Pippi Calzelunge, santissimi numi.
 «Sei adorabile.»
«Chiariamo una cosa Payno, avevo tre anni, non ero consapevole delle mie azioni.»
Prendo la foto dalla parete e la chiudo in un cassetto, lì deve rimanere. Liam mi guarda male.
«Ho le mie ragioni, siediti.»
Lui fa come dico sedendosi educatamene con la schiena dritta. Io, al contrario del damerino, mi butto a peso morto e affondo all’indietro nel divano, per poi alzare le gambe e incrociarle sulle ginocchia di Liam.
«Che signorina a modo.»mi canzona e io sorrido amabilmente.
Sentiamo dei passi provenire dal corridoio e la figura di Zayn entra in cucina non accorgendosi di noi. «Mamma, è tornata Sam?» chiede mentre allaccia i pantaloni della tuta in vita e Trisha gli indica il ‘salotto’ col pollice senza voltarsi. Quando ci vede spalanca la bocca trovando l’uomo della mattina seduto sul divano con me.
«Peni invisibili, Jawi.»
«E tu da dove sei uscito?» Liam sposta delicatamente le mie gambe e si alza di scatto porgendogli la mano «Sono Liam.» sorride, ma Zayn ignora la mano superandolo con una smorfia e dirigendosi verso di me, ancora comodamente immersa nel divano e senza la minima intenzione di alzarmi.
«Da quando ti porti sconosciuti a casa?»
«Non è uno sconosciuto, ed è stato gentilissimo da venirmi a prendere a scuola mentre tu te ne sei andato lanciando in aria i compiti di matematica.»lui arrossisce notando l’espressione severa sul volto della madre che nel  frattempo aveva preparato il caffè ed era in piedi accanto a Liam, fortunatamente per lui si nota poco dato il colore olivastro della sua carnagione, «A proposito, li ho recuperati per te fratellone.» contino poi estraendo dei fogli stropicciati dalla tracolla.
«Zayn, lascia stare tua sorella.»
Amo questa donna. Posa davanti a noi un vassoio contenente due tazze di tè, della panna, dello zucchero e dei biscotti probabilmente al burro delicatamente decorati con forme floreali, opera di Donya, ce ne manda un pacchetto alla settimana.
«Vi lascio soli ragazzi.»sorride osservandoci dall’altro, per poi sparire nuovamente.
«Allora Payne, che hai fatto stamattina a lavoro?»chiedo ficcando in bocca un biscotto senza curarmi delle briciole, per poi alzare le gambe e incrociarle di nuovo sulle ginocchia del ragazzo. Zayn sbuffa e va via.
«Niente di speciale ...»si stringe nelle spalle guardando un biscotto, poi lo mangia quasi con la paura di rovinare il disegno.
«Secondo me è una palla anche se si fanno un sacco di soldi, almeno guardando te non sembra male.» continuo prendendo la tazza poi, increspo le labbra soffiandoci dentro in modo da raffreddarne il contenuto.
«In effetti»il moro ride osservando il modo in cui bevo cercando di non scottare la lingua «Tu che piani hai per il futuro?»
«Mi piacerebbe dipingere.. niente università.» rispondo soffiando ancora.
«Preferisci il tè freddo?»
«Preferisco qualsiasi altra bevanda, lo sto prendendo giusto per educazione.»rispondo con disgusto posando la tazza e cominciando a fissare il ragazzo di fronte a me che sorride e abbassa il capo imbarazzato.
«Dove vai la sera per divertirti? Cioè ... non esci mai?»
Lui alza la testa, poi sembra pensarci su e infine risponde «Esco solo il venerdì sera, vado con alcuni amici a Londra, al Funky Buddha … con un jet privato.»
«Sposami.»
Lui ride
«Posso farci un giro?»chiedo sfacciatamente aprendo la bocca.
«Se ci tieni tanto.»Liam porta la tazza alla bocca ma nel fare ciò nota l’ora sull’orologio da polso, un Rolex che avrebbe indotto chiunque a tagliargli una mano per averlo. Si alza di scatto con la tazza ancora attaccata alle labbra, poi la posa e «Si è fatto tardi Samantha, mi spiace..» cominciò dirigendosi verso la porta della cucina dove c’è ancora mia madre  «Arrivederci signora, grazie del caffè.» le rivolge un sorriso che viene ricambiato, poi continua a camminare frettolosamente verso l’uscita «Ci vediamo Sam, ciao.» fa ciao con la mano mentre corre verso l’automobile.
«Per quel giro sul Jet?» gli urlo rimanendo sulla porta.
«Ho il tuo numero, ti faccio sapere.»lui sorride, poi entra in macchina. Il rombo del motore fa eco nella stradina vuota mentre la macchina diventava sempre più piccola alla mia vista.

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Buona sera dolci e gentili creaturine.
No, scusate, è l'orario.
Bene, domani devo alzarmi alle otto ma dovevo pubblicarla visto che è da una settimana che controllo e ricontrollo il capitolo.
Non mi convince ma ho molte idee, quindi. Qualcuno che mi dice com'è? Ne ho bisogno. lalala
Forse non se la filerà nessuno ma se la leggete fatemi un segnale che così continuo, altrimenti la elimino.
Se dovete recensire siate sinceri, plz, accetto le critice, se mi consigliate come migliorare meglio ancora.
La chiudo quì, scusate, buona notte meraviglie, e scusate eventuali errori c:


 
  
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