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Autore: AmoZiaRowl    09/07/2013    3 recensioni
Tre anni, erano tre anni che Harry trascorreva quasi tutte le sue notti al San Mungo, durante il giorno era spesso in missione o al Ministero nel suo ufficio a lavorare, ogni tanto chiedeva a qualche amico una breve sostituzione, ma non poteva rinunciare a stare li’, in quella stanza; su quel letto in stato vegetativo da tre anni c’era il suo cuore.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Buonasera Harry”
“Draco! Ci sono novità?”
“Nulla di nuovo, tutto come sempre, potevi passare da casa a cambiarti prima di correre qui”
“Lo sai che lei è il mio primo pensiero, domani mattina prima di andare al Ministero per presentare il rapporto andrò a casa”
“Un’altra notte qui!”
“Come sempre Draco!”
“Già, come sempre Harry. Buonanotte amico.”
“Notte”.
Tre anni, erano tre anni che Harry trascorreva quasi tutte le sue notti al San Mungo, durante il giorno era spesso in missione o al Ministero nel suo ufficio a lavorare, ogni tanto chiedeva a qualche amico una breve sostituzione, ma non poteva rinunciare a stare li’, in quella stanza; su quel letto in stato vegetativo da tre anni c’era il suo cuore.
 
Inizio flashback
 
Tre anni prima…
“ Chi è papà chi sta portando Hagrid tra le braccia?
Le urla risuonarono nel parco.
“ E’ Harry è… MORTO”
“NO” urlarono all’unisono Ginny e Hermione, molte urla coprirono il rumore dei singhiozzi delle due, Harry dalla sua posizione non vedeva praticamente nulla di quello che accadeva tra le fila nemiche  essendo anche lui in quel momento dallo stesso lato, fu Ron a raccontare precisamente l’accaduto.
Hermione dopo aver urlato tese il braccio con la bacchetta puntata contro Voldemort, due Mangiamorte accortisi del gesto della strega urlarono al contempo due incantesimi, uno fu uno Stufecium, l’altro fu un Anatema che uccide, fortuna volle che alle spalle del secondo Mangiamorte vi fosse Draco Malfoy che da tempo faceva parte dell’Ordine della Fenice, Draco riuscì solo a dare uno spintone al mago, la maledizione partì comunque, disturbata certamente di minore impatto, ma fu scagliata, entrambi gli incanti colpirono la ragazza all’unisono, lei si accasciò così, in silenzio, mentre l’urlo straziante di Ron si alzava alto.
 
Fine flashback
 
Erano tre anni che Hermione riposava in quel letto, tre anni che Harry trascorreva ogni istante libero in quella stanza, i Guaritori erano stati chiari, non c’era possibilità che si riprendesse.
All’inizio amici e parenti venivano ogni giorno in visita alla ragazza, poi man mano le visite si erano ridotte a pochi minuti alla settimana, poi pochi istanti al mese, poi più nulla, era rimasto solo Harry e quell’amore negato e nascosto che aveva custodito nel suo cuore dal secondo anno, l’aveva nascosto anche a se stesso per troppo tempo, l’aveva celato a tal punto da aver quasi dimenticato che esistesse, era ricomparso quando aveva visto la sua amica in terra apparentemente morta, in quell’attimo aveva sentito il cuore spezzarsi. Era stata la forza della disperazione a dargli l’ulteriore spinta nel combattere e sconfiggere Voldemort, Harry giustamente pensava prima l’avesse sconfitto prima avrebbe potuto aiutare Hermione, era a lei che aveva pensato mentre pronunciava l’Expelliarmus che aveva decretato la morte del Lord.
Anche Ron con gli anni si era allontanato, era diventato un Auror come Harry, ma trascorsi i primi due anni aveva chiesto ed ottenuto di essere trasferito in Ungheria, non era più tornato, si limitava di tanto in tanto a qualche bigliettino di saluto, nulla di più.
Harry era sempre li’, accanto al letto di Hermione, era sempre bella, il tempo nonostante tutto era stato clemente con lei.
Come sua abitudine il ragazzo stilò il rapporto della sua ultima missione “insieme a lei”, raccontava le sue ultime avventure e ogni tanto aggiungeva frasi del tipo ”se ci fossi stata tu” oppure ”certamente tu l’avresti risolto prima di me”.
Quando finiva di scrivere leggeva a voce alta e poi la guardava come in attesa di un’approvazione o di una critica che naturalmente non arrivava mai.
Poi si sedeva accanto al letto e le teneva la mano, quindi o cominciava a chiacchierare raccontandole aneddoti sugli amici comuni, oppure si addormentava con la testa sul grembo di lei.
Quella notte fu diversa, Harry era sempre stato forte non aveva mai permesso allo sconforto di soggiogarlo, ma tre anni erano tanti, avvicinò il volto a quello dell’amata e lasciò che qualche lacrima gli rigasse il volto stanco
“Hermione, ti prego torna, torna da me, lo sai io non sono bravo con le parole, se torni ti prometto che farò l’impossibile per dimostrarti che insieme noi due staremmo proprio bene. Mi manchi tanto Hermione, io ti amo”
Tre anni, aveva impiegato tre anni per mormorare quelle tre piccole parole, poi qualcosa accadde, lei aprì gli occhi, fissò lo sguardo in quello di Harry e gli fece un debole sorriso, il cuore di lui accelerò i battiti, ma poi la ragazza richiuse gli occhi e si lasciò andare, morì con in viso l’espressione serena di chi se n’è andato circondato dall’amore, un dolce sorriso a ricordare a Harry che lo aveva ascoltato, che era stata felice di udire quelle ultime parole e che, molto probabilmente, anche lei provava gli stessi sentimenti.
Urlò Harry, urlò e pianse stringendo tra le braccia quel corpo, lo strinse forte cercando quasi di trattenere l’anima di Hermione.
Una nuova alba cominciava ad illuminare l’orizzonte, il primo di molti giorni tristi e malinconici si presentava davanti al giovane Auror, quali scelte avrebbe compiuto? Come avrebbe proseguito il suo cammino?
 
Non sta a me, povera e folle autrice rispondere a queste domande, come si sopravvive alla perdita definitiva della persona amata? 
  
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