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Autore: Kiki87    09/07/2013    1 recensioni
Dopo millenni, finalmente Godric sembra aver trovato la pace: la consapevolezza che una "non vita" sia soltanto illusione e che arrivi il momento di lasciarsi dissolvere. Eric non sembra darsi pace ma, malgrado le sue suppliche accorate, il suo Creatore ha preso una decisione.
Deve soltanto lasciarlo andare.
"Un padre, un fratello e un figlio: devi dirmi addio".
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eric Northman, Godric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let it go.
Ad Amanda,
che si può definire mia Creatrice per certi versi.
Del mio buon umore,
della costanza alla passione per la scrittura,
all'innestare nuovi interessi e conoscere nuovi volti
per continuare ad esprimere me stessa
e la nostra amicizia.
Buon 3° anniversario!


Tu eri lì sulla scia della devastazione.
Eri lì aspettando al bordo dell'ignoto,
e con il cataclisma su di te
dentro di te piangevi: “salvatemi adesso!"
Tu eri lì, forse da solo.

E in uno scoppio di luce che
ha accecato ogni angelo.
Come se il cielo fosse esploso,
I paradisi scagliati nelle stelle.
Hai sentito la gravità di una grazia equilibrata,
cadendo nello spazio vuoto
Nessuno era lì per prenderti tra le braccia.

Ti senti freddo e perso nella disperazione?
Ricorda tutta la tristezza e la frustrazione
e lasciale andare.
(Iridescent – Linkin Park)1


Millenni erano passati da quando la sua non vita era iniziata: innumerevoli albe e tramonti, suggelli del tempo di cui era ormai schiavo.
Patto crudele e ricatto per l'eternità: un sopravvivere all'umanità e al suo disfacimento, alla sequenza circolare di popoli nella loro nascita e nell'apogeo. Stolti nel ripercorrere stessi errori, nell'idolatrare un Dio diverso che assumeva nuova forma ma che imponeva la stessa cieca fede.
Patetici e destinati ad essere calpestati.
Quella debolezza e quella fragilità che da sempre aveva disprezzato, le stesse che sembravano artigliarne quel fantasma d'anima che era racchiuso nel suo corpo impenetrabile; laddove egli sarebbe sempre giunto.
Anche quella notte.
Con un unico e disarmante sorriso.
Con il desiderio di una morte ultima e definitiva.

"Non condivido la tua decisione: è una follia".2
"Anche la nostra esistenza è una follia: il nostro posto non è questo".

Follia. Quella parola continuava a vorticare nella sua mente: l'alba li stava insidiando ma sembrava tutto mortalmente calmo. Una quiete esterna che sembrava soltanto corrodere quell'arsura interiore. La stessa pacata compostezza delle luci che annunciavano un nuovo giorno per quelle stolide e miserabili vite che avrebbero ripetuto, nella stessa monotona sequenza, le loro azioni abitudinarie; come nulla fosse stato.
La stessa insopportabile sicurezza nella voce di Godric che non tradiva la minima paura: soltanto un senso di liberazione e di serenità. La consapevolezza che finalmente tutto sarebbe cessato. E che non desiderasse altro.
Follia. Il restare immobile in quella stanza, costringersi alla legge del tempo mentre qualcosa dentro di sé si sarebbe dissolto per la prepotenza dei raggi di un sole che si sarebbe macchiato del suo sangue. Di una parte di sé che sarebbe morta definitivamente: un anelito di umanità che ancora aveva respirato in sua presenza, che lo avrebbe perseguitato.
Follia. Lasciare fosse un'umana ad osservarne gli ultimi istanti e non lasciarsi lui stesso annullare. Follia sopravvivergli.

"Giuro che ti farò restare in vita con la forza".
Neppure ad una pallida minaccia, una supplica nascosta, si era scomposto: soltanto un guizzo nelle labbra, il ricordo del primo sorriso gli avesse mai sfiorato le labbra prima che lo rendesse suo per l'eternità. Quando lo aveva scelto e allora aveva compreso cosa fosse realmente il sentirsi parte di qualcuno.
Quella calma esasperante che sembrava deriderne l'affanno e il dolore; soltanto lo sguardo limpido, intriso di quel legame, non aveva smesso di baluginare in sua direzione.
C'era una dolcezza dolorosa nel modo in cui lo aveva osservato prima di pronunciare quelle dilanianti parole:
"Ammesso che ci riuscissi, sarebbe una crudeltà da parte tua".

Era una preghiera, quella di Godric: la supplica di lasciarlo andare.
Ma era lui, Eric, quello che si era lasciato cadere ai suoi piedi: sue le lacrime che ne intingevano il viso cesellato. Era suo l'autentico dolore e i singhiozzi che laceravano quel silenzio pregno di attesa e di una condanna sempre più vicina.
Persino in quel momento, ai suoi piedi, mentre levava lo sguardo in sua direzione, lo seppe.
Se ne stava già andando, se n'era già andato molto tempo prima: il suo Creatore non era più lo stesso guerriero spietato che gli aveva dato una nuova vita. La vita mai sperata fin quando di lui non si era definito famiglia e di lui non si era forgiato di protezione e di appartenenza.

"Un padre, un fratello e un figlio: devi dirmi addio".

Sostò in quel mortale silenzio: i suoi occhi si stavano socchiudendo in quell'anfratto rifugio, in quell'oscurità che lo aveva celato a lungo anche a se stesso e a quell'umanità dalla quale era fuggito. La stessa che lo stava artigliando spasmodicamente, in quel momento.
Il sorriso di Godric, quel silenzioso addio e quei passi contati fino a quando non aveva lasciato la terrazza.
Il suo stesso sangue sembrò ribollire e il corpo si contrasse per uno spasmo involontario: un ultimo istante di attesa.
Trattenne il fiato. E tutto finì con crudele rapidità.
Prima che tutto si placasse. Lo stesso sereno silenzio. Nulla sembrava cambiato esteriormente.
Non cercò neppure di trattenersi: lasciò che quella stilla di sangue scivolasse lungo il suo volto, ne sfiorasse le labbra, scivolasse lungo il collo e si infrangesse contro la bara.
Addio, Godric.
Padre, fratello e figlio mio.


Le stelle ne ricambiavano lo sguardo: levò gli occhi verso il cielo e, per la prima volta dopo centinaia di anni, la vista di quell'infinità vastità sembrò assoggettarlo.
Stolti e sciocchi erano gli umani nel tentativo di riempire un'esistenza per settanta o ottant'anni, rincorrendo il tempo e cercando di dare un senso ad ogni accadimento.
Non soltanto lui stesso non avrebbe trovato un senso a quel circolo vizioso; in quel momento si sentiva esattamente come loro.
Un miserabile puntino di fronte all'eternità. Solo e svuotato.
Se Godric era riuscito a dargli una parvenza di vita e di legame; più che mai in quel momento avrebbe dannato la sua immortalità.
Schiavo del tempo ma non abbastanza coraggioso da annullarsi; destinato ad una seconda morte più lenta ed estenuante.
Si volse bruscamente e scivolò nella notte, sua unica alleata e compagna.
Ovunque Godric fosse in quel momento, se esistesse un'altra esistenza di solo spirito, sperò continuasse a sorridere e il suo sguardo fulgido non fosse stato scalfito
Ovunque fosse, sperò che il suo ricordo non si dissolvesse.
Fin quando tutto non fosse finito, fin quando la luce non lo avrebbe annientato e nuovamente si sarebbero ricongiunti.
A quel punto, lo giurò a se stesso, non lo avrebbe nuovamente lasciato andare.





Ho scritto questo breve racconto senza molte pretese: mi rendo conto – complice l'aver visto (al momento) soltanto le prime quattro stagioni – di non conoscere profondamente la personalità di Eric, tanto meno quella di Godric. Ciononostante, ancora prima che mi appassionassi alla serie, Amanda stessa mi aveva linkato un video che raffigurava proprio il momento del loro addio. Malgrado non conoscessi la fiction – se non dai commenti di un'amica che ne ha letto i libri o sentiti dire (e neppure lusinghieri ad essere onesta) sulla serie TV – sono rimasta particolarmente colpita dal dialogo e dai sentimenti espressi nonché emozionata dalla performance dei due attori.
Spero soltanto di esser riuscita, in minima parte, a trasmettere la mia ammirazione al loro legame nonché di aver interpretato in modo credibile i pensieri di Eric.

Soprattutto, ed è lo scopo per cui mi sono cimentata in questo esperimento, di aver in qualche modo ricambiato la mia amica. Oltre ad un modo di festeggiarci, voleva essere un ringraziamento per aver insistito a farmi conoscere questo straordinario universo di personaggi e di vicende, malgrado tutte le mie reticenze. Ma, ancora una volta, la mia fiducia è stata ricompensata.
E spero di aver mostrato un riflesso del mio affetto anche attraverso questi due personaggi particolarmente amati. Ancora grazie di essere parte della mia quotidianità, anche in una settimana come quella trascorsa che mi ha visto poco presente; ma sempre vicina col pensiero.
Ti adoro di tutto cuore <3

Un saluto a tutti e grazie dell'attenzione,
Kiki87


1Per ascoltare questo splendido brano, cliccare Iridescent
Nota per Amy: inizialmente non volevo mettere alcuna colonna sonora, ma poi il mio iPod mi ha riproposto questa che ricordo era tra le tue preferite. Così, se anche all'inizio del nostro scambio di opinioni circa Draco, eravamo propense ai Linkin Park; si può dire che siano anche loro una nostra conferma :)
2Frasi tratte dalla fiction, per la precisione episodio 9 della seconda stagione.
   
 
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