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Autore: Me91    22/01/2008    17 recensioni
Possibile litigare anche in piena notte? Perché no: dopotutto stiamo parlando di Bulma e Vegeta. Un'altra piccola one-shot che, spero, vi strapperà un sorriso... ^^
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia avrebbe dovuto essere il continuo di "Litigare è normale", una one-shot che avevo scritto tempo fa (a proposito, approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno letto quella fic e chi ha anche recensito), però alla fine questa vicenda si svolge molti anni dopo... Perciò si può parlare di una fic totalmente a parte, ma il tema centrale è lo stesso. E... niente, buona lettura! ^^

Fortuna che ho la certezza che forse mi ami

«Vegeta?»
Silenzio.
«Vegeta? Sei sveglio?»
Un lieve grugnito.
«E dai... ti svegli?»
«Umpf...»
«Vegeta...»
«... che vuoi, donna?» sbottò lui con voce pastosa.
«Non riesco a dormire.» confessò lei.
«E mi hai svegliato alle due di notte per questo?!»
Bulma, sdraiata a pancia in su, voltò la testa alla sua destra, incontrando così lo sguardo assonnato, ma allo stesso tempo scocciato, del marito, prono sul letto.
«Beh... sì.» rispose lei timidamente.
«Ah... buona notte.» grugnì il Saiyan e affondò la testa nel cuscino.
«Vegeta!» Bulma si aggrappò al suo braccio «Che gratitudine, eh?»
«Ma che pretendi?!» borbottò lui con il viso premuto sul cuscino «Ho sonno. Lasciami dormire, Bulma.»
«E no, non è giusto! Io non dormo, invece tu stai lì beato a ronfare!»
«E questo non ti sembra giusto?» si stupì Vegeta alzando il capo «E’ più che giusto! Io sono il maschio, il capo branco! Sono io quello che porta la battle suite qui dentro, donna! Io ho tutto il diritto di godermi un bel sonno ristoratore!»
Bulma lo guardò male di sottecchi.
«Parli proprio come un gorilla.» commentò offesa «E poi, tutt’al più, si dice “sono io quello che porta i pantaloni qui dentro”! “Sono io quello che porta la battle suite” non l’avevo mai sentito dire!»
«Ecco, vedi? Il tuo uomo è pure originale.» sbadigliò assonnato «E ora torno a ronfare, se permetti.»
Si voltò di lato, dando le spalle a Bulma, e si accucciò bene ammucchiando a sé tutte le coperte.
«Insensibile!» sibilò Bulma sdraiandosi a sua volta, dando anche lei le spalle al Saiyan.
Incrociò le braccia e rimase, tra l’altro, anche senza coperte
Vegeta provò con tutto se stesso a riprendere sonno, ma proprio non ci riuscì. Il pensiero che Bulma si era offesa in quel modo, stranamente lo infastidiva non poco.
Ringhiando furioso, si voltò di scatto verso la sua donna ed esclamò:
«Insomma, che vuoi?!»
«Ora non ho detto niente.» scattò con stizza Bulma senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
«Ma... ma se mi hai svegliato!»
«Bene, mi dispiace. Torna a dormire.»
«E no!» Vegeta si mise seduto di scatto «Ora mi dici perché mai mi hai disturbato mentre dormivo così beatamente!»
«Te l’ho detto. Non riesco a prendere sonno.» rispose Bulma rimanendo immobile nella sua posizione.
Vegeta sospirò.
«Allora cosa vuoi? Che ti canti una ninnananna?»
La donna sorrise divertita.
«Uhm... sarebbe un’idea.»
«Già, hai ragione, è solo un’idea. Scordati quello che ti ho appena detto.» Vegeta si avvicinò lentamente e abbracciò il corpo di lei che ebbe un fremito eccitato.
«Conosco un modo però per farti passare la stizza...» le sussurrò lui con un ghigno eccitato.
«Hai voglia di farlo... a quest’ora?» si sorprese Bulma.
«Lo sai, donna, che io ho sempre voglia di farlo.» e Vegeta iniziò a baciarla sul collo.
Bulma lo scansò via di scatto.
«Beh, a me non va.» sbottò lei con stizza.
Vegeta si irritò non poco. Si voltò dall’altra parte e incrociò le braccia.
«Allora: buonanotte.» sentenziò, chiudendo gli occhi.
Bulma lo guardò incredula. Non aveva immaginato che se la sarebbe presa così.
«E dai... non volevo mica offenderti.» cercò di rappacificarsi la donna.
Vegeta non rispose.
Bulma, stufa del comportamento del marito, incrociò a sua volta le braccia e borbottò:
«Bene, mio caro principe. Mi scusi ancora del disturbo.»
«Grrrr! Sei irritante quando fai così!» Vegeta si voltò di scatto verso di lei «Mi dici che vuoi?»
«Niente.» ripeté Bulma.
«No, non ci credo! Mi hai svegliato solo per informarmi che non riesci a prendere sonno?»
Bulma alzò le spalle.
«Può darsi...»
Vegeta la guardò storto.
«Conosco le tue tattiche, Bulma. Dimmi che hai in mente.»
«Nulla.» ribadì la donna, distogliendo lo sguardo.
Vegeta si portò sopra di lei.
«Non ci casco mica, sai.» insistette lui, con uno sguardo indagatore.
Bulma si ostinò a non guardarlo ancora.
«Niente...» sbuffò e sgusciò via da lui, rotolando all’altro lato del letto
Vegeta la vide riaccomodarsi a pancia in su e alzare gli occhi verso il soffitto.
«E’ solo che...» aggiunse la donna dopo un po’, rifermandosi di nuovo.
«Solo che...?» la forzò il Principe, mettendosi seduto sul letto.
Lei fece una smorfia enigmatica e si decise a parlare.
Si mise seduta di scatto sul letto e si voltò a guardarlo, con decisione.
«Ho un ritardo.» confessò, con più calma possibile. Si sorprese lei stessa del tono calmo con cui aveva parlato.
Vegeta alzò un sopracciglio, senza capire.
«Allora affrettati.» furono le parole che gli uscirono meccanicamente dalle labbra.
Bulma lo guardò sorpresa, incurvando le sopracciglia.
«Hai presente... che cos’è un ritardo?» lo interrogò, ancor più stupita.
«Se uno fa tardi, magari si deve sbrigare prima di far ancor più tardi...» Vegeta si interruppe, rendendosi conto che si stava intrecciando sulle sue stesse parole.
Scocciato, mise il broncio e scivolò a pancia in su sul letto, tirandosi a sé le coperte.
«Insomma, Bulma, mi hai svegliato per questa scemenza?» sbottò irritato, incrociando le braccia «Se non ti dispiace, a quest’ora di notte ho ben altro in mente!»
Bulma lo fissò, attonita.
«Ma che hai capito?!» fece isterica «Uff, sei solo uno scimmione!»
«Sono un Principe, non dovresti parlarmi con quel tono!» ribatté lui, accigliato.
«Ah, già! Il Principe degli scimmioni ottusi!» ripartì alla carica lei.
«Come mi hai chiamato?» si arrabbiò Vegeta, tornando seduto.
«Principe ottuso degli scimmioni ottusi!» precisò Bulma, con stizza.
«Sei solo una donna isterica!» esclamò Vegeta, saltandole addosso.
Bulma si sbilanciò indietro e, con un urletto, finì a terra, con sopra tutta la trapunta.
Vegeta si salvò per un pelo, ritrovandosi aggrappato al ciglio del materasso.
Dopo che si fu ripiazzato sul letto, si affacciò, per osservare divertito Bulma lottare con la trapunta per liberarsene, mentre si lamentava:
«Stupido scimmione! Mi hai fatto cadere! Incivile! Bruto che non sei altro! Ma se ti prendo...!»
«Che mi fai?» la derise lui, scansando di scatto le coperte per scoprirla.
Bulma gli rivolse uno sguardo furioso e, in un agile scatto, gli fu addosso.
Rotolarono sul letto, lottando con le lenzuola, fino a far scivolare il materasso da una parte. Con un mezzo urletto di Bulma e un’imprecazione di Vegeta, entrambi si ritrovarono a terra, sommersi da lenzuola, coperte, cuscini e materasso.

Trunks udì il frastuono.
Aprì gli occhi di scatto, mentre i rumori e le grida di facevano sempre più forti.
Sorpreso, alzò le sopracciglia e si nascose sotto le coperte, lentamente.
«Mi fanno paura quando fanno così...»

«Dannazione, Bulma!» esclamò Vegeta, sputacchiando qualche piuma fuoriuscita dal cuscino che la donna continuava a sbattergli in faccia «Piantala!»
«Maleducato!» e giù, un’altra cuscinata «Meschino!» e un’altra «Cinico!» e un’altra ancora.
«Basta!» con una sfera energetica, del cuscino non rimase altro che cenere.
Bulma tossicchiò un attimo, infastidita dal fumo, poi tornò furente a guardare il marito.
«Era di seta pregiata, scimmione!»
«Ben ti sta!» ribatté lui, afferrandole un braccio e facendola cadere a terra, tra le coperte.
«Lasciami!» strillò la donna, divincolandosi.
Lui le fu sopra e la guardò intensamente, senza dire nulla.
Bulma si fermò all’improvviso, lo guardò un istante, fingendosi stizzita, poi si attaccò alle sue labbra.
Vegeta le passò una mano tra i capelli, mangiandole le labbra ad ogni bacio. L’altra mano gli scivolò giù, verso i pantaloncini del pigiama.
Bulma mugolò qualcosa che Vegeta ignorò completamente, continuando a morderle la bocca con passione.
«Vegeta...» mormorò Bulma tra un bacio e l’altro.
«Um?» fece lui, andandole a baciare il collo.
«Ho un ritardo di due settimane...» sussurrò lei, mentre lui tornava a baciarla sulla bocca.
«Ah, sì?» fu la risposta neutra di Vegeta, quando finalmente riuscì a sfilarle i pantaloncini.
«Sì... però non ho mai il ciclo regolare, quindi all’inizio non mi ero preoccupata...» Bulma si lasciò baciare ancora dal suo uomo.
«Uhm...» fece lui, mordendole un labbro, per poi concentrare la sua attenzione di nuovo sul collo della donna.
«Però oggi... per scrupolo, sai... ho preso coraggio e sono andata dal ginecologo...» proseguì Bulma, avvinghiandosi alle muscolose spalle del suo uomo e assaporandone il buon odore.
Vegeta non rispose, intendo ad abbassare le mutandine della moglie, mentre la divorava di baci sul collo e il petto.
«E...» riprese Bulma, ritornando lucida «...Sono incinta.»
Vegeta si fermò di colpo.
Lentamente alzò il capo per guardarla e allontanò la mano dalle sue mutande.
«Cosa hai detto?» il tono era calmo e freddo, ma in un certo modo tradiva i suoi veri sentimenti.
«Hai sentito bene. Sono incinta.» ripeté Bulma, guardandolo con serietà.
Rimasero a fissarsi per lunghi istanti, in silenzio. Sul volto di Vegeta non traspariva alcun sentimento.
All’improvviso, però, sulle labbra del Saiyan andò a delinearsi un ghigno divertito.
«Ah! ... non farmi ridere.» nonostante tutto, la sua voce tradiva la sua preoccupazione.
«Non era mia intenzione.» ribatté Bulma con serietà.
Vegeta, con un’espressione cupa, rimase ancora a fissare la sua donna, in silenzio, per poi tirarsi in piedi, scuotendo il capo.
«No... no. Non mi sembra proprio il momento.» sentenziò lui, tornando sul letto.
«Il momento per cosa?» domandò perplessa Bulma.
«Di scherzare, intendo.» sbottò lui, sdraiandosi e afferrando le coperte.
«Forse non hai capito che non sto scherzando.» Bulma si alzò in piedi e lo guardò, seria.
Vegeta la osservò un attimo, poi scosse ancora il capo.
«Abbiamo già un figlio.»
«E questo che centra?» si stupì la terrestre.
«La mia discendenza è a posto.» rispose lui, alzando le spalle.
Il volto di Bulma si colorì di un rosso violaceo.
«Ma sei un idiota o cosa?!» si arrabbiò, stringendo i pugni.
«Come osi darmi dell’idiota?!» si infuriò il Principe.
«Discendenza, rispetto, Saiyan... oh, principe dei miei stivali, ti ricordo che non siamo più sul tuo pianeta incivile! Qui le cose sono ben diverse! Lo sapevo... lo sapevo che non sbagliavo: sei davvero uno scimmione ottuso!» si sfogò Bulma, con rabbia.
Vegeta scattò seduto.
«Non puoi cambiare quel che sono! Io sono un Principe, esigo rispetto! E un altro figlio non lo voglio!»
«Che cosa?!» strillò Bulma, spiazzata «Ma che stai dicendo?!»
«Il primo figlio nasce, magari, per caso, non intenzionalmente! Ma il secondo? E’ frutto di cosa? Di un altro incidente?» domandò il Saiyan, irato quanto la moglie.
«Magari è frutto dell’amore!» sbottò Bulma.
Vegeta si ritrovò totalmente impreparato a questa risposta. Accusò il colpo in silenzio, incredulo.
Bulma sentì le lacrime inondarle gli occhi, però no: non voleva piangere. Erano lacrime di rabbia, lo sapeva. Non voleva mostrarsi così debole di fronte a quello scimmione. Anche se erano lacrime di rabbia... ma ne era veramente convinta?
«Anzi, credo che possa nascere solo da lì.» proseguì lei, dopo un po’, abbassando il tono della voce «Se il primo figlio può nascere da un incidente, come è accaduto a noi... se il primo figlio era inaspettato, il secondo... il secondo non può esserlo. Però se tu non puoi capire queste cose... beh, allora... allora credo mi sto sbagliando. Non provi alcun sentimento verso di me... non mi ami, vero?»
Vegeta rimase ancora in silenzio, a guardarla negli occhi.
Impossibile.
Assolutamente, incredibile.
Ma come faceva ogni volta?
Il Saiyan sospirò e sorrise.
«Ma come riesci sempre a fregarmi?» mormorò, rassegnato alla sconfitta.
Le lacrime scomparvero in un attimo dagli occhi di Bulma, che tornò a sorridere radiosa.
«Perché tu mi ami.» gli rispose lei, stampandogli un bel bacio sulla bocca.
Lui sghignazzò e la spinse a pancia in su sul materasso, ora completamente scivolato a terra.
«Forse, entro qualche mese, riuscirò a convivere con l’idea di avere presto un altro moccioso urlante per casa.» sospirò il Saiyan.
«Vedrai, non sarà così difficile.» lo rassicurò Bulma.
Vegeta la baciò voglioso e le tolse così, definitivamente, le mutandine.
«Tanto vale divertirci finché possiamo.» sussurrò lui, baciandole il collo.
Lei sorrise e si lasciò andare alla passione.
Lui risalì a baciarla fino a raggiungere l’orecchio. Glielo morse, eccitato, e sussurrò in un soffio:
«La mia unica consolazione è che almeno avrò un altro maschio da allenare. Lo farò diventare un degno erede. Forte quanto Trunks e di più...»
Per qualche minuto si udirono solo i lievi gemiti dei due, uniti in un caldo abbraccio.
Poi Bulma socchiuse gli occhi e sorrise.
«Vegeta...»
«Che c’è ancora?» mormorò lui, tra un bacio e l’altro.
«Dicono che se una donna incinta cade a terra e batte il sedere... beh, il bambino sarà femmina. E ti ricordo che prima tu mi hai fatto cadere dal letto...»
Bulma si soffermò su quanto aveva detto, speranzosa e divertita: avrebbe tanto voluto una femmina, ma forse il marito non era dello stesso avviso.
Vegeta si fermò e alzò lentamente il capo, fino ad andare ad incrociare lo sguardo della moglie. Sulle labbra del Saiyan andò a delinearsi un ghigno divertito.
«E tu credi a queste dicerie?»

FINE

Grazie infinite di aver letto... So bene che ce ne sono diverse di fic che parlano di quando Bulma da la notizia di essere incinta di un secondo figlio a Vegeta, perciò, se inavvertitamente la mia idea assomiglia ad un'altra storia (purtroppo non l'ho lette tutte), avvertitemi. Ciao, alla prossima! ^^

  
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