Questa storia avrebbe dovuto essere il continuo di "Litigare è normale", una one-shot che avevo scritto tempo fa (a proposito, approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno letto quella fic e chi ha anche recensito), però alla fine questa vicenda si svolge molti anni dopo... Perciò si può parlare di una fic totalmente a parte, ma il tema centrale è lo stesso. E... niente, buona lettura! ^^
Fortuna che ho la certezza che forse mi ami
Silenzio.
«Vegeta? Sei sveglio?»
Un lieve grugnito.
«E dai... ti svegli?»
«Umpf...»
«Vegeta...»
«... che vuoi, donna?» sbottò lui con
voce pastosa.
«Non riesco a dormire.» confessò lei.
«E mi hai svegliato alle due di notte per questo?!»
Bulma, sdraiata a pancia in su, voltò la testa alla sua
destra, incontrando così lo sguardo assonnato, ma allo
stesso tempo scocciato,
del marito, prono sul letto.
«Beh... sì.» rispose lei timidamente.
«Ah... buona notte.» grugnì il Saiyan e
affondò la testa nel
cuscino.
«Vegeta!» Bulma si aggrappò al suo
braccio «Che gratitudine,
eh?»
«Ma che pretendi?!» borbottò lui con il
viso premuto sul
cuscino «Ho sonno. Lasciami dormire, Bulma.»
«E no, non è giusto! Io non dormo, invece tu stai
lì beato a
ronfare!»
«E questo non ti sembra giusto?» si
stupì Vegeta alzando il
capo «E’ più che giusto! Io sono il
maschio, il capo branco! Sono io quello che
porta la battle
suite qui dentro, donna! Io
ho tutto il diritto di godermi un bel sonno ristoratore!»
Bulma lo guardò male di sottecchi.
«Parli proprio come un gorilla.»
commentò offesa «E poi,
tutt’al più, si dice “sono io quello che
porta i pantaloni qui
dentro”! “Sono io quello che porta la battle suite” non
l’avevo mai sentito
dire!»
«Ecco, vedi? Il tuo uomo è pure
originale.» sbadigliò assonnato
«E ora torno a ronfare, se permetti.»
Si voltò di lato, dando le spalle a Bulma, e si
accucciò
bene ammucchiando a sé tutte le coperte.
«Insensibile!» sibilò Bulma sdraiandosi
a sua volta, dando
anche lei le spalle al Saiyan.
Incrociò le braccia e rimase, tra l’altro, anche
senza
coperte
Vegeta provò con tutto se stesso a riprendere sonno, ma
proprio non ci riuscì. Il pensiero che Bulma si era offesa
in quel modo,
stranamente lo infastidiva non poco.
Ringhiando furioso, si voltò di scatto verso la sua donna ed
esclamò:
«Insomma, che vuoi?!»
«Ora non ho detto niente.» scattò con
stizza Bulma senza
nemmeno voltarsi a guardarlo.
«Ma... ma se mi hai svegliato!»
«Bene, mi dispiace. Torna a dormire.»
«E no!» Vegeta si mise seduto di scatto
«Ora mi dici perché
mai mi hai disturbato mentre dormivo così
beatamente!»
«Te l’ho detto. Non riesco a prendere
sonno.» rispose Bulma
rimanendo immobile nella sua posizione.
Vegeta sospirò.
«Allora cosa vuoi? Che ti canti una ninnananna?»
La donna sorrise divertita.
«Uhm... sarebbe un’idea.»
«Già, hai ragione, è solo
un’idea. Scordati quello che ti ho
appena detto.» Vegeta si avvicinò lentamente e
abbracciò il corpo di lei che
ebbe un fremito eccitato.
«Conosco un modo però per farti passare la
stizza...» le
sussurrò lui con un ghigno eccitato.
«Hai voglia di farlo... a quest’ora?» si
sorprese Bulma.
«Lo sai, donna, che io ho sempre voglia di farlo.»
e Vegeta
iniziò a baciarla sul collo.
Bulma lo scansò via di scatto.
«Beh, a me non va.» sbottò lei con
stizza.
Vegeta si irritò non poco. Si voltò
dall’altra parte e
incrociò le braccia.
«Allora: buonanotte.» sentenziò,
chiudendo gli occhi.
Bulma lo guardò incredula. Non aveva immaginato che se la
sarebbe presa così.
«E dai... non volevo mica offenderti.»
cercò di
rappacificarsi la donna.
Vegeta non rispose.
Bulma, stufa del comportamento del marito, incrociò a sua
volta le braccia e borbottò:
«Bene, mio caro principe. Mi scusi ancora del
disturbo.»
«Grrrr! Sei irritante quando fai così!»
Vegeta si voltò di
scatto verso di lei «Mi dici che vuoi?»
«Niente.» ripeté Bulma.
«No, non ci credo! Mi hai svegliato solo per informarmi che
non riesci a prendere sonno?»
Bulma alzò le spalle.
«Può darsi...»
Vegeta la guardò storto.
«Conosco le tue tattiche, Bulma. Dimmi che hai in
mente.»
«Nulla.» ribadì la donna, distogliendo
lo sguardo.
Vegeta si portò sopra di lei.
«Non ci casco mica, sai.» insistette lui, con uno
sguardo
indagatore.
Bulma si ostinò a non guardarlo ancora.
«Niente...» sbuffò e sgusciò
via da lui, rotolando all’altro
lato del letto
Vegeta la vide riaccomodarsi a pancia in su e alzare gli
occhi verso il soffitto.
«E’ solo che...» aggiunse la donna dopo
un po’, rifermandosi
di nuovo.
«Solo che...?» la forzò il Principe,
mettendosi seduto sul
letto.
Lei fece una smorfia enigmatica e si decise a parlare.
Si mise seduta di scatto sul letto e si voltò a guardarlo,
con decisione.
«Ho un ritardo.» confessò, con
più calma possibile. Si
sorprese lei stessa del tono calmo con cui aveva parlato.
Vegeta alzò un sopracciglio, senza capire.
«Allora affrettati.» furono le parole che gli
uscirono
meccanicamente dalle labbra.
Bulma lo guardò sorpresa, incurvando le sopracciglia.
«Hai presente... che cos’è un
ritardo?» lo interrogò, ancor
più stupita.
«Se uno fa tardi, magari si deve sbrigare prima di far ancor
più tardi...» Vegeta si interruppe, rendendosi
conto che si stava intrecciando
sulle sue stesse parole.
Scocciato, mise il broncio e scivolò a pancia in su sul
letto, tirandosi a sé le coperte.
«Insomma, Bulma, mi hai svegliato per questa
scemenza?»
sbottò irritato, incrociando le braccia «Se non ti
dispiace, a quest’ora di
notte ho ben altro in mente!»
Bulma lo fissò, attonita.
«Ma che hai capito?!» fece isterica «Uff,
sei solo uno
scimmione!»
«Sono un Principe, non dovresti parlarmi con quel
tono!»
ribatté lui, accigliato.
«Ah, già! Il Principe degli scimmioni
ottusi!» ripartì alla
carica lei.
«Come mi hai chiamato?» si arrabbiò
Vegeta, tornando seduto.
«Principe ottuso degli scimmioni ottusi!»
precisò Bulma, con
stizza.
«Sei solo una donna isterica!» esclamò
Vegeta, saltandole
addosso.
Bulma si sbilanciò indietro e, con un urletto,
finì a terra,
con sopra tutta la trapunta.
Vegeta si salvò per un pelo, ritrovandosi aggrappato al
ciglio del materasso.
Dopo che si fu ripiazzato sul letto, si affacciò, per
osservare
divertito Bulma lottare con la trapunta per liberarsene, mentre si
lamentava:
«Stupido scimmione! Mi hai fatto cadere! Incivile! Bruto che
non sei altro! Ma se ti prendo...!»
«Che mi fai?» la derise lui, scansando di scatto le
coperte
per scoprirla.
Bulma gli rivolse uno sguardo furioso e, in un agile scatto,
gli fu addosso.
Rotolarono sul letto, lottando con le lenzuola, fino a far
scivolare il materasso da una parte. Con un mezzo urletto di Bulma e
un’imprecazione di Vegeta, entrambi si ritrovarono a terra,
sommersi da
lenzuola, coperte, cuscini e materasso.
Aprì gli occhi di scatto, mentre i rumori e le grida di
facevano sempre più forti.
Sorpreso, alzò le sopracciglia e si nascose sotto le
coperte, lentamente.
«Mi fanno paura quando fanno così...»
«Maleducato!» e giù, un’altra
cuscinata «Meschino!» e
un’altra «Cinico!» e un’altra
ancora.
«Basta!» con una sfera energetica, del cuscino non
rimase
altro che cenere.
Bulma tossicchiò un attimo, infastidita dal fumo, poi
tornò
furente a guardare il marito.
«Era di seta pregiata, scimmione!»
«Ben ti sta!» ribatté lui, afferrandole
un braccio e
facendola cadere a terra, tra le coperte.
«Lasciami!» strillò la donna,
divincolandosi.
Lui le fu sopra e la guardò intensamente, senza dire nulla.
Bulma si fermò all’improvviso, lo
guardò un istante,
fingendosi stizzita, poi si attaccò alle sue labbra.
Vegeta le passò una mano tra i capelli, mangiandole le
labbra ad ogni bacio. L’altra mano gli scivolò
giù, verso i pantaloncini del
pigiama.
Bulma mugolò qualcosa che Vegeta ignorò
completamente,
continuando a morderle la bocca con passione.
«Vegeta...» mormorò Bulma tra un bacio e
l’altro.
«Um?» fece lui, andandole a baciare il collo.
«Ho un ritardo di due settimane...»
sussurrò lei, mentre lui
tornava a baciarla sulla bocca.
«Ah, sì?» fu la risposta neutra di
Vegeta, quando finalmente
riuscì a sfilarle i pantaloncini.
«Sì... però non ho mai il ciclo
regolare, quindi all’inizio
non mi ero preoccupata...» Bulma si lasciò baciare
ancora dal suo uomo.
«Uhm...» fece lui, mordendole un labbro, per poi
concentrare
la sua attenzione di nuovo sul collo della donna.
«Però oggi... per scrupolo, sai... ho preso
coraggio e sono
andata dal ginecologo...» proseguì Bulma,
avvinghiandosi alle muscolose spalle
del suo uomo e assaporandone il buon odore.
Vegeta non rispose, intendo ad abbassare le mutandine della
moglie, mentre la divorava di baci sul collo e il petto.
«E...» riprese Bulma, ritornando lucida
«...Sono incinta.»
Vegeta si fermò di colpo.
Lentamente alzò il capo per guardarla e allontanò
la mano
dalle sue mutande.
«Cosa hai detto?» il tono era calmo e freddo, ma in
un certo
modo tradiva i suoi veri sentimenti.
«Hai sentito bene. Sono incinta.» ripeté
Bulma, guardandolo
con serietà.
Rimasero a fissarsi per lunghi istanti, in silenzio. Sul
volto di Vegeta non traspariva alcun sentimento.
All’improvviso, però, sulle labbra del Saiyan
andò a
delinearsi un ghigno divertito.
«Ah! ... non farmi ridere.» nonostante tutto, la
sua voce
tradiva la sua preoccupazione.
«Non era mia intenzione.» ribatté Bulma
con serietà.
Vegeta, con un’espressione cupa, rimase ancora a fissare la
sua donna, in silenzio, per poi tirarsi in piedi, scuotendo il capo.
«No... no. Non mi sembra proprio il momento.»
sentenziò lui,
tornando sul letto.
«Il momento per cosa?» domandò perplessa
Bulma.
«Di scherzare, intendo.» sbottò lui,
sdraiandosi e
afferrando le coperte.
«Forse non hai capito che non sto scherzando.»
Bulma si alzò
in piedi e lo guardò, seria.
Vegeta la osservò un attimo, poi scosse ancora il capo.
«Abbiamo già un figlio.»
«E questo che centra?» si stupì la
terrestre.
«La mia discendenza è a posto.» rispose
lui, alzando le
spalle.
Il volto di Bulma si colorì di un rosso violaceo.
«Ma sei un idiota o cosa?!» si arrabbiò,
stringendo i pugni.
«Come osi darmi dell’idiota?!» si
infuriò il Principe.
«Discendenza, rispetto, Saiyan... oh, principe dei miei
stivali, ti ricordo che non siamo più sul tuo pianeta
incivile! Qui le cose
sono ben diverse! Lo sapevo... lo sapevo che non sbagliavo: sei davvero
uno
scimmione ottuso!» si sfogò Bulma, con rabbia.
Vegeta scattò seduto.
«Non puoi cambiare quel che sono! Io sono un Principe, esigo
rispetto! E un altro figlio non lo voglio!»
«Che cosa?!» strillò Bulma, spiazzata
«Ma che stai
dicendo?!»
«Il primo figlio nasce, magari, per caso, non
intenzionalmente! Ma il secondo? E’ frutto di cosa? Di un
altro incidente?»
domandò il Saiyan, irato quanto la moglie.
«Magari è frutto dell’amore!»
sbottò Bulma.
Vegeta si ritrovò totalmente impreparato a questa risposta.
Accusò il colpo in silenzio, incredulo.
Bulma sentì le lacrime inondarle gli occhi, però
no: non
voleva piangere. Erano lacrime di rabbia, lo sapeva. Non voleva
mostrarsi così
debole di fronte a quello scimmione. Anche se erano lacrime di
rabbia... ma ne
era veramente convinta?
«Anzi, credo che possa nascere solo da
lì.» proseguì lei,
dopo un po’, abbassando il tono della voce «Se il
primo figlio può nascere da
un incidente, come è accaduto a noi... se il primo figlio
era inaspettato, il
secondo... il secondo non può esserlo. Però se tu
non puoi capire queste
cose... beh, allora... allora credo mi sto sbagliando. Non provi alcun
sentimento verso di me... non mi ami, vero?»
Vegeta rimase ancora in silenzio, a guardarla negli occhi.
Impossibile.
Assolutamente, incredibile.
Ma come faceva ogni volta?
Il Saiyan sospirò e sorrise.
«Ma come riesci sempre a fregarmi?»
mormorò, rassegnato alla
sconfitta.
Le lacrime scomparvero in un attimo dagli occhi di Bulma,
che tornò a sorridere radiosa.
«Perché tu mi ami.» gli rispose lei,
stampandogli un bel
bacio sulla bocca.
Lui sghignazzò e la spinse a pancia in su sul materasso, ora
completamente scivolato a terra.
«Forse, entro qualche mese, riuscirò a convivere
con l’idea
di avere presto un altro moccioso urlante per casa.»
sospirò il Saiyan.
«Vedrai, non sarà così
difficile.» lo rassicurò Bulma.
Vegeta la baciò voglioso e le tolse così,
definitivamente,
le mutandine.
«Tanto vale divertirci finché possiamo.»
sussurrò lui,
baciandole il collo.
Lei sorrise e si lasciò andare alla passione.
Lui risalì a baciarla fino a raggiungere
l’orecchio. Glielo
morse, eccitato, e sussurrò in un soffio:
«La mia unica consolazione è che almeno
avrò un altro
maschio da allenare. Lo farò diventare un degno erede. Forte
quanto Trunks e di
più...»
Per qualche minuto si udirono solo i lievi gemiti dei due,
uniti in un caldo abbraccio.
Poi Bulma socchiuse gli occhi e sorrise.
«Vegeta...»
«Che c’è ancora?»
mormorò lui, tra un bacio e l’altro.
«Dicono che se una donna incinta cade a terra e batte il
sedere... beh, il bambino sarà femmina. E ti ricordo che
prima tu mi hai fatto
cadere dal letto...»
Bulma si soffermò su quanto aveva detto, speranzosa e
divertita: avrebbe tanto voluto una femmina, ma forse il marito non era
dello
stesso avviso.
Vegeta si fermò e alzò lentamente il capo, fino
ad andare ad
incrociare lo sguardo della moglie. Sulle labbra del Saiyan
andò a delinearsi
un ghigno divertito.
«E tu credi a queste dicerie?»
FINE
Grazie infinite di aver letto... So bene che ce ne sono diverse di fic che parlano di quando Bulma da la notizia di essere incinta di un secondo figlio a Vegeta, perciò, se inavvertitamente la mia idea assomiglia ad un'altra storia (purtroppo non l'ho lette tutte), avvertitemi. Ciao, alla prossima! ^^