Un Caso Complicato

La suoneria del suo cellulare costrinse Rachel a dirigersi in cucina e afferrare l'oggetto che non accennava smettere di squillare. Lo avrebbe volentieri lasciato suonare data la stanchezza, ma quando lesse il nome fù obbligata a rispondere.

< Pronto >

< Rachel? >

< Mi dica >

< Vieni subito alla base, c'è un nuovo caso molto interessante che voglio affidarti > 

La ragazza sbuffò cercando di non farsi sentire.

< Ne ho appena finito uno, non può occuparsene qualcun'altro? >

< E' un caso abbastanza complesso, la vittima è un tipo scaltro. Se te ne occupi tu possiamo pensare di finirla in fretta. lo sai che più tempo passa più rischi corriamo >

< SunJang è abbastanza esperta, secondo me potrebbe cavarsela benissimo lei >

< Bene, se non vuoi accettare l'incarico lo chiederò a qualcun'altro. Ma sappi che a perderci sei tu. Stavolta ho trovato davvero una bella gatta da pelare. Ne ricaveremo un bel pò. Ma se proprio non vuoi lo affido a SunJang e si prenderà lei il 50% del malloppo >

Rachel ci riflettè un attimo. L'ultimo lavoro non le aveva fatto guadagnare molto e, nonostante avvertisse il disperato bisogno di un po' di riposo, prevaleva il bisogno di altro denaro.

< Uff... E va bene. Quando? >

< Subito. Ti aspetto qui alla base, non metterci troppo >

< Si arrivo > 

Mise giù il telefono e si diresse subito alla porta d'ingresso. Uscì richiudendosi la porta alle spalle e si diresse fuori da quel condominio che ospitava il suo appartamente al quarto piano. 

Erano quasi le 17.00 e la stagione invernale stava portando una leggera pioggia sulla città di Seoul.

Le luci che illuminavano la città sullo sfondo di un cielo quasi buio erano uno spettacolo stupendo, ma Rachel non ci badava. Continuava a camminare per la sua strada. Si, forse un tempo quello spettacolo l'avrebbe talmente affascinata da fermarsi ad ammirarlo. Ma ora non le importava. 

Arrivò circa 10 minuti dopo. La sua casa non distava molto dal suo "Posto di lavoro". 

Si diresse sul retro di un locale dove sapeva che il suo capo la attendeva. Digitò il codice segreto sui i pulsantini posti vicini alla porta e questa si aprì.

Neanche il tempo di entrare che una figura alta e slanciata le venne in contro.

< Ci hai messo meno del previsto, e pensare che non volevi neanche accettare >

< Buonasera signor Kim > Rispose sospirando.

< Mhh, vedo che non hai molta voglia. Vieni andiamo subito di là che ti spiego la situazione >

Il signor Kim aveva quasi 40 anni. Capelli neri con qualche sfumatura bianca e un viso che presentava molte più rughe rispetto ad un normale uomo della sua età.

Fece entrare Rachel in una stanza dalle pareti scure, senza che uno spiraglio di luce potesse entrare dalle finestre chiuse. L'unica visuale era dovuta alla bassa energia di una lampadina che illuminava un tavolo sul quale erano posti dei fogli.

< Allora... > Iniziò l'uomo mentre Rachel si sedeva su una sedia di fronte a lui.

< Come ti ho già anticipato, abbiamo tra le mani un bel malloppo. Confido in te le speranze di arrivare ad impossessarcene > Si accomodò anche lui a sedere e cominciò a girarsi tra le mani quei pezzi di carta.

< Come vedi > Disse mostrandole un foglio < Qui ci sono l'indirizzo e tutte le informazioni che ti servono. Sarebbe meglio cominciassi stasera stessa >

< Quanto tempo ho? >

< In realtà, molto più di quanto ti servirebbe con un caso... "Normale". Come ti ho già detto al telefono, la vittima è un tipo scaltro, d'altronde come non esserlo con i soldi che si ritrova. Ma è molto giovane, quindi facilmente tentabile. E' un giovanotto di non più vent'anni, ha appena finito la scuola ma i genitori già gli rilasciano abbondanti quote mensili >

< Come si chiama? >

< Lee Taemin >