Ranma
fissò il foglio bianco
con astio.
Si
ritrovò quasi a progettare di minacciarlo con un paio di
forbici ben
affilate, sollecitandolo a secernere come d’incanto sotto il
suo sguardo le
risposte di cui aveva bisogno: non avrebbe di certo fatto un lavoro
peggiore di
quello che avrebbe fatto lui.
Si
picchiettò la testa con un pugno; non era il momento di
pensare a
quelle sciocchezze!
Si rigirò la matita tra le mani e aggrottò la
fronte, cercando di
decifrare il primo punto del questionario.
I suoi occhi
cozzarono quasi immediatamente con una struttura
grammaticale che non conosceva. Da quando la professoressa Hinako era
andata
così avanti con il programma?
Nemmeno il
vocabolario o una rapida sfogliata al libro di testo
riuscirono ad illuminarlo su quella tipologia; era necessario un
approfondimento maggiore da parte sua, ma in quel momento non aveva
proprio il
tempo materiale per dedicarsi a quella faccenda.
Come diavolo
era saltato in mente a quella…quella bambina
di fissare un compito in classe quella mattina…per quella
successiva? Non aveva pensato a quei poveri studenti che, come Ranma,
erano
rimasti talmente indietro con lo studio da non essere ancora
psicologicamente
pronti per affrontare quella prova?!
Bè,
non che le sue spiegazioni lo aiutassero poi a capire meglio la
lingua inglese, comunque; anzi, erano più che altro un
seminario accelerato
sugli innumerevoli modi per poter
disperdere il proprio tempo nell’arco di sole otto ore.
Se i quesiti
che avrebbe trovato fossero stati dello stesso tipo di
quelli contro cui si stava fronteggiando (e per una volta era lui a trovarsi in svantaggio), dei
semplici moduli di esercitazione, allora non aveva proprio speranze di
passarlo.
Se solo avesse
avuto qualche aiuto…
-
Accidenti a
lei! – imprecò il ragazzo sbattendo un
pugno sul pavimento della sua camera, provocando una piccola spaccatura
sul
legno marcio.
Scuotendo la
testa al pensiero di tutte quelle volte in cui i suoi colpi
erano riusciti ad attentare all’incolumità di casa
Tendo, incurvò la schiena e
si buttò a capofitto sulla piccola scrivania a cui era
seduto; poco mancò che
ci sbattesse la faccia contro per via della foga eccessiva.
-
Non
è possibile che non riesca a capire proprio nulla
di questa roba! – mormorò stizzito
tirandosi su le maniche come se stesse per scendere a combattere in
un’arena
romana; – dunque, leggiamo con calma le altre domande
e… -
Fece scorrere
gli occhi sul secondo punto del questionario e prese a
studiarlo ad alta voce.
-
‘If you had – ehm
- a one million of yen, would…you…’
–
-
…a
quel punto lascerei le redini alla sottoscritta,
se fossi in te –
La voce che lo
sorprese alle spalle lo fece sobbalzare così
violentemente che il libro che stringeva tra le mani volò in
aria tanto
velocemente da urtare il soffitto.
-
Sempre sul chi
vive, eh? – riprese la voce
(impossibile non riconoscerla) con una fin troppo evidente traccia di
sarcasmo.
-
Na…Nabiki!
– boccheggiò Ranma voltandosi verso di lei,
tenendo una mano sul petto
ansimante, gli occhi cobalto lampeggianti di ira e spavento.
– Ma che cavolo
fai?! –
-
Stavi
studiando? – chiese la ragazza fingendo di
non aver sentito, sporgendosi dietro la sua spalla per gettare una
rapida
occhiata alla scrivania traboccante di libri e fogli sparsi.
-
Esattamente
– rispose lui austero, gonfiando appena
il petto. Non intendeva trattenerla nella sua stanza un minuto di
più: quando
Nabiki si presentava di fronte a lui con il tipico sorrisetto di chi
“la sa
lunga” e le sopracciglia malignamente inarcate poteva
significare solo una
cosa.
-
…Compito
in vista, eh? –
-
Appunto
– ribattè lui incrociando le braccia e
scuotendo appena il capo. – Entro domattina devo essere
pronto ad affrontarlo,
quindi… -
Un istante di
silenzio.
-
Per tutte le
risposte dell’esame di domani chiedo
solo 1200 y… -
-
Non mi
interessa! – sbottò il ragazzo prima che lei
riuscisse a finire la frase, sbattendo un pugno sulla scrivania.
Non era
proprio il momento di impicciarsi in uno dei suoi affari
strampalati!
Anche se dovette ammettere che la proposta, nonostante tutto, era molto
allettante…
-
Ehi, quanta
foga, Saotome – commentò lei impassibile,
con tutta calma. – Senti, tuo padre ti stava cercando, fino a
poco fa –
-
Ah
sì? – chiese Ranma inclinando la testa da un
lato.
-
Mi ha chiesto
lui stesso di venire a vedere se eri
in camera tua – rispose lei con un’alzatina di
spalle.
Ranma, invece,
sgranò appena gli occhi per la sorpresa:
Nabiki…che
faceva un favore a qualcuno con
quella semplicità? E quasi con
disinteresse, poi!
Ma no, non
poteva essere diventata così gentile da un giorno
all’altro!
Eh
no…
Era
impossibile...
-
…ti
sei fatta pagare, non è vero? –
-
Ovviamente!
– esclamò la ragazza battendo una mano
sulla tasca dei pantaloni, dal cui interno gorgheggiò un
piacevole tintinnio
metallico.
Il ragazzo
sospirò forte e fece calare le braccia lungo i fianchi,
completamente demoralizzato.
-
Dunque, vado a
fare la mia parte dell’accordo…dirò
al signor Genma che sei qui – Nabiki girò sui
tacchi e attraversò l’uscio della
stanza fischiettando distrattamente un motivetto.
Ranma,
tremando leggermente per l’ira che gli stava montando in
corpo,
si sedette nuovamente al tavolo e poggiò il viso su una mano.
Accidenti a quello scemo di suo padre…si lasciava
abbindolare anche
nelle situazioni più scontate…e persino dai suoi familiari!
Bè,
si corresse subito lui, non che fossero esplicitamente
imparentati con i Tendo, però…
Il suo filo di
pensieri si interruppe bruscamente non appena fece vagare
distrattamente lo sguardo sul questionario di inglese, immacolato come
lo aveva
lasciato pochi minuti prima, che troneggiava indisturbato in cima ad
una pila
di libri rovesciati a casaccio sul piano di legno.
Con una
smorfia di orrore ripulì velocemente quella baraonda
scaraventando tutto sul pavimento con il braccio e riprese in mano il
foglio di
carta, scrutandolo con occhi fiammeggianti.
-
Vediamo
ora…chi
la vince! – ruggì con una nota di
orgoglio nella voce, ricaricandosi
miracolosamente di un nuovo senso di fiducia nelle proprie
capacità.
Gli
allenamenti quotidiani avevano un forte impatto anche sul
rafforzamento delle proprie doti intellettive, dopotutto!
…o
almeno…così sperava…
NO! Non era il
momento di pensare in negativo!
E va bene, non
era riuscito a rispondere alla seconda domanda, ma che
problema c’era? Bastava passare a quella successiva, avrebbe
avuto tempo per
riprendere in mano quelle mancanti!
Guidò
lo sguardo verso il basso, fino a quando non trovò il punto
numero
3.
Stavolta ce l’avrebbe fatta, ne era sicuro!
Si
schiarì la voce con due colpetti di tosse, trasse un gran
respiro e…
STONK!
Qualcosa di
incredibilmente duro lo colpì improvvisamente sulla nuca,
facendolo spiaccicare contro la scrivania fino all’altezza
del petto, le
braccia distese dritte avanti a sé e le dita aperte in una
strana posizione.
-
AHIO!
– sbraitò lui contro il grosso tomo che gli
si era chiuso contro la faccia. Con uno scatto fulmineo
poggiò le mani a terra
e si rizzò in piedi, pronto a fronteggiare colui che aveva
osato distrarlo dal
suo lungo processo di concentrazione.
-
Ma chi
diavolo…?! -
[Ranma, stai
studiando?]
Ranma si
ritrovò davanti agli occhi la calligrafia spigolosa di suo
padre, stampata su uno dei suoi soliti cartelli di frassino che tanto
gli
piaceva sfoderare quando meno ce se lo aspettava.
Scrutò
torvo il grande panda che si stagliava in piedi di fronte a lui
per qualche secondo…non prima di avergli strappato di mano
il suo sistema di
comunicazione preferito e averglielo sbattuto sulla testa con tutta la
forza
che aveva in corpo.
-
DANNATO!
– muggì scoccandogli uno sguardo rovente.
– Che diavolo ti salta in mente?! –
Piegò
le gambe e spiccò un balzo in aria, cominciando a
tempestarlo di
pugni a raffica su ogni punto scoperto che riusciva a trovare.
[Figlio
degenere, è così che ti mostri grato a tuo
padre?!]
Genma lo
allontanò da sé agitando una mano in aria come se
stesse
scacciando un moscerino fastidioso. Ranma atterrò sul
pavimento con un morbido
piegamento delle ginocchia, senza staccargli lo sguardo di dosso.
[Ti stavo
cercando] gli sventolò davanti al naso.
-
Ti sei fatto
raggirare da Nabiki come un… -
cominciò il figlio incrociando le braccia al petto, ma
l’altro lo interruppe
prima che potesse concludere la frase dandogli un secondo colpetto con
lo
spigolo del cartello.
-
E PIANTALA DI
PICCHIARMI! – sbraitò lui furente
portandosi le mani sui capelli e cominciando a strofinare forte sul
punto
colpito.
[Dovresti
essere ad allenarti] riprese il panda come se nulla fosse.
-
Sto studiando
per un esame – rispose l’altro a
denti stretti.
Il padre lo
scrutò in silenzio per qualche momento, con espressione
atona, come se stesse cercando di analizzare il suo pensiero.
Gettò un’occhiata
al questionario sulla scrivania e alla pila di libri accanto, poi
tornò a
concentrarsi su Ranma e la sua espressione inebetita.
[Tanto
è inutile, vai ad allenarti!] concluse infine sfoderando
l’ennesimo cartello da dietro la schiena.
-
Devo studiare!
– ripetè Ranma esasperato, mentre
una piccola vena cominciava a pulsargli contro la tempia.
[È
l’ora dell’allenamento!] ribattè
l’altro girandogli intorno con le
fauci appena scoperte e picchiettandolo ripetutamente con il cartello
dovunque riuscisse
a prenderlo; a Ranma ricordò terribilmente un maiale che si
esibiva in un
balletto di danza classica sulle punte.
[FORZA!] Il
padre gli scagliò contro il viso un ultimo cartello, dalle
dimensioni spaventosamente grosse per la corta parola che vi era sopra
riportata.
Il ragazzo
abbassò il capo fino a quando il mento non sfiorò
il petto,
stringendo i pugni all’inverosimile, mentre intorno alla sua
figura si andava
gonfiando rapidamente una spaventevole aura di rabbia rossastra.
[Dai,
dai…]
-
Ho
detto…CHE DEVO STUDIARE!! –
Caricò
un frontale e si scagliò contro il panda, il quale si
riparò con
il cartello…che ovviamente si spaccò in due
esatte metà con un sonoro CRASH!.
L’animale volò indietro per la spinta
dell’aria e finì spiaccicato contro il
muro.
-
Stupido
papà – ringhiò il ragazzo socchiudendo
le
palpebre e dirigendosi a grandi falcate verso la scrivania.
Afferrò il
questionario e il libro di inglese e con un gesto brusco se li
ficcò sotto il
braccio.
Genma, ancora
ansante a terra e con un ridicolo sorrisetto stampato sul
muso gonfio (non di certo per volontà sua), lo
seguì con gli occhi mentre si
dirigeva verso la soglia della loro camera e si apprestava a mettere un
piede
oltre quel confine.
[Do…dove
vai?] sollevò faticosamente verso l’alto, il
braccio ancora
tremante.
Ranma si
arrestò di colpo e si voltò di scatto verso di
lui,
squadrandolo severo.
-
Hmf…Visto
che in questa stanza non trovo la tranquillità
di cui ho bisogno – sibilò
esibendo una smorfia seccata, chiaro cenno di rimprovero, -
vorrà dire che
andrò a studiare da qualche altra parte! –
[Ma
l’allen…]
-
Piantala!
– Il ragazzo gli strappò il cartello
dalle mani prima che potesse terminare di scrivere il proprio messaggio
e
glielo scagliò sulla testa, dove già troneggiava
un grosso bernoccolo a
conseguenza del pestaggio di poco prima.
Il panda si
accasciò di nuovo a terra con le braccia spalancate sul
tatami, nella sua testa un delizioso
rintronare di campane a festa. Dopo avergli gettato un’ultima
occhiata
esasperata, Ranma si voltò e imboccò il corridoio
che si allungava al di fuori
della camera.
Si
allontanò quanto bastasse perché il padre non
riuscisse più a
scorgerlo, poi si fermò, scrutando pensieroso il
“Sunlizei”, il suo testo di
inglese. Lo rigirò appena tra le mani e lo
sfogliò, riflettendo su quanto la
sua preparazione in materia fosse peggiore di quanto volesse crederne.
Bè,
non che gli interessasse particolarmente
eccellere anche nell’ambito scolastico…ma sarebbe
stato comunque meglio che non
ripetesse l’anno, maledizione!
Senza contare
che la professoressa Hinako ne avrebbe approfittato per
sbeffeggiarlo a suo piacimento…
-
Accidenti!
–
Sfoderando uno
sguardo determinato come non mai, strinse i pugni sotto
il petto e sollevò il mento verso l’alto, mentre
una fiammata di orgoglio che
partiva da dietro la sua schiena incorniciò la sua
silhouette.
Non
poteva essere bocciato!
Avrebbe
studiato sodo per tutte le ore che gli restavano prima che si
facesse giorno e diavolo, sarebbe riuscito a strappare la sufficienza!
L’unico
problema era che…non sapeva dove mettersi le mani. Non aveva
uno
straccio di preparazione da non si sa quanti mesi, e prima che fosse
riuscito a
memorizzare tutte le sue lacune grammaticali di sicuro sarebbe
già arrivata
l’ora di affrontare l’esame.
Reprimendo
l’orgoglio con un moto di stizza, non potè fare
altro che
ammettere a se stesso la dura verità…
Aveva un
disperato bisogno di aiuto!
CONTINUA!
*__* Dopo
tanti anni passati a leggere e rileggere tutte le meravigliose
storie contenute in questa sezione...non ho più resistito!
Dovevo scrivere
qualcosa su Ranma anch’io!! *sguardo fiammeggiante* Uno dei
miei manga
preferiti... T_T Eppure è così difficile trovare
un’idea originale che si
ricolleghi bene ad essa senza cadere nella banalità! *cough*
Purtroppo…ehm…temo invece di averlo
fatto…^^;
Però era da un sacco di tempo che quest’ideuzza mi
frullava nella testa!!
*.*
Oh oh oh oh!! *risata alla Kodachi*…a chi pensate si
rivolgerà Ranma per
farsi dare l’aiuto necessario per l’esame?? Si
accettano scommesse!! ^___^
Whoooosh…
*palla di
paglia e folata di vento*
Mi farebbe
davvero piacere sapere cosa ne pensate…ripeto, è
il mio primo
tentativo con Ranma & co., quindi…mi sento
insicurissima!! *ansia*
Nel frattempo, vi ringrazio tantissimo per aver letto il primo capitolo
(e dire che inizialmente era nata come una one-shot! XD)! Spero che vi
sia
piaciuto!
Un bacio
e…a presto!! ^________^
Alessandra