Salve a tutti!
Eccomi qui con una nuova mini-long che spero vi possa piacere. Il tema è un po' particolare e non preoccupatevi se non vi è tutto chiaro dall'inizio, perchè capitolo per capitolo ricollegherete tutto. Per chi avesse visto il film o letto il libro spero che comunque trovi interessante la mia rivisitazione.
Buona lettura!
Capitolo 1:
Il destino e le sue
mille sorprese.
Era il giorno del diploma per
Blaine Anderson, e non
poteva essere giorno migliore. Mentre si lisciava davanti allo specchio
la
tunica rossa e si sistemava il tocco sui capelli ingellati sorrideva
alla sua
immagine riflessa. Alla fine ce l’aveva fatta: si stava per
diplomare col
massimo dei voti e in testa al suo anno, aveva una borsa di studi per
studiare
sia musica che vela a Yale e davanti a sé una lunga estate
di svago.
- Blaine, tesoro, è
tardi! – Urlò sua madre da sotto,
dove lo attendeva col fratello Cooper. Con un ultimo sorriso al suo
riflesso, s’incamminò
verso le scale.
A scuola venne accolto
calorosamente dai compagni di
squadra di football, del Glee club, di vela e salutato dalle compagne
di
scuola.
- Hey B, era ora! – Lo
salutò il suo amico Sam
avvicinandosi, affiancato da Puck.
- Hai fatto la principessa come al
solito Anderson? Devi
imparare a muoverti! – Lo schernì amichevolmente
il ragazzo con la cresta. I
tre erano sempre stati grandi amici fin dalle medie.
- Volevo essere impeccabile!
– Ribattè il più basso,
facendo ridere gli altri.
- Senti B, stasera ci
sarà la nostra festa verrai? –
- Ma non è un
po’ presto? Partite fra un mese… -
Domandò
perplesso.
- Purtroppo ci hanno chiamato
prima dicendoci che hanno
anticipato gli ingressi all’accademia militare a dopodomani
quindi volevamo
salutare tutti con un party prima di andarcene. – Rispose
leggermente triste
Sam.
- Oh… Lo sapete che non
mancherò. – Disse Blaine.
- Lo sappiamo. – Rispose
Puck.
I tre ragazzi entrarono insieme,
pronti per la loro
cerimonia del diploma.
Blaine venne chiamato dal preside
per fare il discorso di
apertura, il quale commosse molte persone, e poi tutti finalmente
ebbero
il loro diploma.
- A stasera! – Si
salutarono così i tre amici.
- Sei sempre grandioso Blaine!
– Disse il fratello non
appena scesero dall’auto di fronte a casa loro.
- Blaine, tesoro – lo
chiamò sua madre di ritorno da una
telefonata – stasera dovresti stare a casa con Cooper,
perché mi hanno appena
messo un turno stanotte. –
- Ma mamma stasera
c’è la festa di Puck e Sam! –
Esclamò triste
il ragazzo.
- Tesoro – disse,
prendendolo in disparte – lo sai che
Coop si sente sempre solo come un cane, passa del tempo con lui.
– Gli disse
amorevolmente. Poi gli lasciò un sonoro bacio sulla fronte e
scappò verso l’ospedale.
La sera Blaine cucinò
per suo fratello, mentre quest’ultimo
stava spaparanzato sul divano a guardare una partita di football.
- Coop ti lascio la cena in caldo
per quando finisce la
partita okay? Io vado a letto. –
- Okay Schizzetto! Grazie e buona
notte! – Gli rispose
dalla sala.
Il riccio salì le scale
per prepararsi e poi sgattaiolò
fuori dalla finestra per andare al party al quale non avrebbe mai
voluto
mancare. Si sentiva in colpa a lasciare suo fratello da solo, loro
erano molto
legati, quasi inseparabili da quando suo padre era scappato a causa
della sua omosessualità, ma per una sera non sarebbe
successo nulla no? Quando
uscì dal box con l’auto per poco non gli prese un
colpo.
- Coop che cazzo! Cosa ci fai qui!
–
- Bene, bene Schizzetto, volevi
andartene senza di me… -
- Mi dispiace Coop io…
- Si trovò a scusarsi imbarazzato.
- Non importa, va bene
così, a patto che io venga con te!
– Ecco, ora sì che era rovinato. Lo avrebbe
umiliato con racconti terribili
della loro infanzia davanti a tutte le ragazze…
- Andiamo… - Rispose
quindi sconsolato.
Il viaggio in macchina si stava
rivelando piacevole,
nonostante il fratello stesse cercando di solleticarlo in ogni modo con
le
piume di una bambolina hawaiana mentre guidava.
- Coop piantala sto guidando!
– Gli urlò per la centesima
volta.
- Come siamo seri
schizzetto… - Rispose finalmente
posando la bambolina.
- Allora fratellino, lascia che ti
dia un paio di
consigli su come gestirti il college adesso che sei pronto! Allora,
regola num…
- Non poté finire la frase che un’auto passata col
rosso li colpì all’altezza
della coda dell'auto, facendogli fare un testacoda.
- Dio Coop stai bene? –
Chiese allarmato afferrando il
fratello per un braccio.
- Si… Si… Tu
stai bene? – Domandò preoccupato.
Non fece in tempo a rispondere
Blaine, perché una forte
luce lo abbagliò da dietro il ragazzo più grande,
e poi fu tutto nero.
Il destino è sempre
differente da quello che ci
aspettiamo, nonostante cerchiamo di pilotarlo come noi vogliamo,
perché il
destino non è la volontà di una persona sola, ma
l’insieme delle decisioni
prese da ogni singola persona del mondo in ogni singolo istante. Ci
sono volte
che lo ami, e volte in cui vorresti morire piuttosto che continuare a
lasciarti
trasportare da esso, in qualsiasi caso, al destino, la cosa non
interessa perché
continua il suo decorso ignaro del dolore e della felicità
che lascia dietro di
sé, perché nessuno può immaginare
quanto le proprie azioni possano influire sulla
vita altrui.
Sirene che sfrecciano. Pompieri
che piegano lamiere come
petali di rose per estrarre corpi. Persone che combattono per restare,
altre a
cui la scelta di combattere o meno non è stata lasciata.
Soccorritori e
paramedici che cercano di fare le veci di Dio, tentando di tenere
ancorate le
vite ai corpi. Questo è lo scenario di un incidente che
coinvolge due auto e un
tir a doppio rimorchio in una notte estiva.
Un paramedico cerca di
defibrillare un giovane ragazzo
con la pelle olivastra e i capelli ingellati per riportarlo indietro,
nonostante il suo elettrocardiogramma sia piatto da più di
quaranta secondi.
Lui non si arrende, bacia il suo ciondolo religioso e poi da
un’altra scarica
al corpo inerme sotto di lui, pregando che quel ragazzo apra gli occhi.
A volte
i miracoli non sono solo divini, ma semplicemente dettati dalla
perseveranza
umana.
Blaine aprì gli occhi
con un forte bruciore ad un
pettorale, guardandosi intorno cercando di capire cosa stesse
succedendo. Si
sentiva frastornato
e dolorante.
- Grazie a Dio figliolo!
– Esclamò sollevato il
paramedico. Il ragazzo gli concesse un piccolo sorriso prima di voltare
la
testa verso quella che riconobbe come la propria auto ribaltata.
Assottigliò lo
sguardo per cercare di mettere a fuoco e comprendere fino a quando non
posò gli
occhi su un braccio inerme che furoiusciva dalla lamiera, abbandonato
così sull’asfalto
ancora bollente di sole e olio per motori.
- Cooper! –
Urlò cercando di raggiungerlo, ma due mani
forti lo trattennero.
- Ragazzo devi
riposare… - Gli disse il paramedico.
- Cooper! Qualcuno lo aiuti!
Quello è mio fratello! –
Cercò di strattonarsi ma era troppo debole. Urlò
ancora ma poi sentì un
pizzichio al braccio e il mondo divenne sfuocato, lasciandolo cadere in
un
sonno profondo.
Eccoci alla fine del primo capitolo... Coop è morto o non è morto? Lo scoprirete presto!
Come vi è sembrata la
storia? Fa tanto schifo? Mi farebbe davvero piacere ricevere qualche
opinione in modo da poter, nel caso, modificare i prossimi capitoli in
base a ciò che vi piacerebbe cambiare. Grazie per essere
giunti fino a qui e spero di ritrovarvi al prossimo capitolo.