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Autore: BloodTurnsIntoAlcohol    09/07/2013    1 recensioni
Mi sono accorta che la pittura coinvolge ogni parte del corpo: le braccia si muovono armoniosamente, mentre le dita sono rigide e immobili a sostenere il pennello. Le gambe, che devono rimanere per ore nella stessa posizione, senza stancarsi mai. Gli occhi, che fissano senza posa la tela che da bianca diventa piena di colore. Il cervello, concentrato su ogni mossa, attento a non rovinare la tua creazione.
Quel giorno però, durante la lezione, un solo muscolo del mio corpo continuava a funzionare: il mio cuore.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lezione delle 10.00, Università di Londra

 
Mi sono accorta che la pittura coinvolge ogni parte del corpo: le braccia si muovono armoniosamente, mentre le dita sono rigide e immobili a sostenere il pennello. Le gambe, che devono rimanere per ore nella stessa posizione, senza stancarsi mai. Gli occhi, che fissano senza posa la tela che da bianca diventa piena di colore. Il cervello, concentrato su ogni mossa, attento a non rovinare la tua creazione.
 
Quel giorno però, durante la lezione, un solo muscolo del mio corpo continuava a funzionare: il mio cuore. Batteva e batteva impazzito per il modello che quella mattina era venuto per sostituire Jack, il ragazzo che di solito posava per noi aspiranti artisti. Eppure ero dispiaciuta di non riuscire a dipingere, perché ero sicura che  sarebbe venuto veramente un quadro bellissimo. Il sole di quel giorno stava finalmente calando e la luce filtrava pigra dalla finestra, posandosi direttamente sui capelli del giovane biondo immobile al centro della stanza, visibile da tutti noi studenti da un angolo diverso. L’unico modo che mi veniva in mente per descriverli era “brillanti” , e non ero sicura che sarei riuscita a renderli sulla tela, se anche avessi potuto.
 
Il suo viso, poi, non riuscivo nemmeno a guardarlo senza arrossire come una bambina. Per fortuna, il suo sguardo era fisso sulla parete alle mie spalle, apparentemente ignaro di quanto mi stessi rendendo ridicola.
 
-Kelly, cosa stai facendo?- esclamò Sandy, la mia insegnante, -Non ti senti bene? Perché non stai dipingendo?-
 
Con la coda dell’occhio, mi sembrò di percepire un rapido movimento degli occhi azzurri del modello. Quando mi girai per guardarlo meglio, erano già tornati immobili sul muro bianco.
 
-Scusa Sandy. Comincio subito. – risposi afferrando il pennello.
 
 “Se solo riuscissi a fare qualcosa.”
 
                                                                                      ***

Pausa pranzo, università di Londra

 
Non ero riuscita a finire il dipinto, come era prevedibile. Mi ero limitata ad abbozzare il corpo del ragazzo con i capelli biondi, senza nemmeno provare con il viso. Non credevo di avere le capacità per realizzarlo, era troppo particolare e allo stesso tempo perfetto. Avrei dovuto terminarlo quella sera, alla fine delle lezioni, facendo affidamento solo sulla mia memoria.
 
Ero rovinata.
 
-Ti sei ripresa?-
 
Mi girai e sentì il mio cuore, quello che per tutta la lezione aveva continuato a pompare senza sosta, perdere un colpo. Era lui, il modello, il ragazzo di cui non ero riuscita a dipingere il viso.
 
-Come scusa?-
 
-Sì, ho sentito che non riuscivi a dipingere a lezione. Non stavi bene?-
 
Perfetto. E ora?
 
-Ehm, no non mi sentivo molto bene. Ma ora sto meglio, grazie –
 
-Lo vedo- disse ridendo. Seguì il suo sguardo per capire che si stava riferendo al mio vassoio del pranzo. Piuttosto pieno. Ad essere sinceri, avevo preso tutto quello che potevo. Comprese due porzioni di dolce.
 
-Non ti preoccupare, anche io non mi faccio scrupoli quando si tratta di mangiare – mi rispose, posando un vassoio quasi più pieno del mio sul tavolo –Posso?- chiese, mentre stava già scavalcando la panca su cui ero seduta, pronto a sedersi.
 
-Certo… - risposi quando lui era già vicino a me.
 
-Io sono Niall, comunque. Tu sei?-
 
-Kelly-

-Kelly…-  ripetè lui, memorizzando il nome- Come è venuto il tuo disegno stamattina?- chiese interessato.
 
-Ehm..Diciamo che non ho avuto il tempo di finirlo. Sono riuscita a dipingere il tuo corpo, ma non c’è stato niente da fare con il viso. Dovrò finirlo stasera- risposi abbassando lo sguardo, ricordando il motivo per cui non ero riuscita a finire il quadro. Troppo imbarazzo davanti a quel ragazzo stupendo.
 
-E come farai senza di me al centro della stanza?-
 
-Dovrò andare a memoria -  gli spiegai –E’ più difficile, ma non impossibile. Basta concentrarsi –
 
Lui sembrò riflettere per un momento. Aggrottò la fronte e le sopracciglia quasi si toccarono, mentre probabilmente cercava di immaginare come dovesse essere rappresentare il volto di una persona senza che quella fosse davanti ai tuoi occhi.
 
-Forse posso renderti le cose più semplici - disse alla fine – Posso posare per te, stasera –
 
-Oh, grazie, veramente. Ma dovrò per forza aspettare la fine delle lezioni e non credo che tu voglia aspettare fino a stasera –
 
- Non è un problema per me. Devo comunque rimanere qui per le altre lezioni. Fare il modello è una faticaccia –
 
-Immagino- risposi ridendo – Rimanere immobile tutto il tempo, senza fare niente. Deve essere terribile-
 
-Ehi! E’ la verità. A volte mi vorrebbe solo voglia di muovere una gamba, o di grattarmi la spalla, ma non posso! Altrimenti verrei sbranato da una mandria di artisti impazziti –
 
-Giusto, giusto. Forse hai ragione. –
 
-Forse?-
 
-D’accordo, senza forse. Riconosco che noi pittori possiamo essere suscettibili, a volte –
 
Ridemmo insieme mentre finivamo di mangiare quello che rimaneva nei nostri vassoi. Guardando il suo viso con un occhio critico, notai subito che la parte più difficile da realizzare sarebbero stati i suoi occhi. Erano di un colore così particolare, che non credevo si potessero rappresentare con della semplice tempera.
 
L’aggettivo “azzurri” non sembrava sufficiente a descriverli. 
 
Mi ricordai di quando andavo al mare, mettevo la maschera e mi immergevo per parecchi metri. Poi, quando avevo ancora abbastanza fiato in corpo, sollevavo lo sguardo verso l’alto e vedevo l’acqua cristallina del mare diventare più chiara grazie ai raggi del sole che filtravano, dritti fino a dove mi trovavo io. Ecco, forse quello poteva essere un paragone adatto per gli occhi di Niall.
 
-Come scusa?- Niall stava parlando, ma io non avevo ascoltato una parola, persa nei miei pensieri.
 
-Allora ci vediamo stasera, dopo le lezioni?- chiese titubante, pensando forse che non fossi interessata.
 
 -Certo. Ancora grazie, sono sicura che il quadro verrà molto meglio con te davanti. –
 
                                                                                   ****

Dopo la fine delle lezioni, Università di Londra

 
Niall era di nuovo al centro della stanza, immobile come quella mattina . Io invece, ero più concentrata e determinata a finire il quadro. Forse era la paura di prendere un brutto voto o forse perché avevo parlato con quel ragazzo che solo poche ore prime mi sembrava inarrivabile, ma mi ero tranquillizzata.
 
Il quadro era quasi finito. Mancava solo la parte più difficile, gli occhi.
 
-Sai che i tuoi occhi sono tremendamente difficili da dipingere?- chiesi, mentre Niall continuava a rimanere immobile.
 
-Sì, non sei la prima che me lo dice. Qualche volta ho anche pensato di mettere delle lenti a contatto-
 
Scoppiai a ridere al pensiero di Niall con gli occhi di un colore diverso da quello naturale –Ti prego, no! Prometto di impegnarmi, basta che li lasci del loro colore!-
 
-Vediamo se riesci a fare meglio degli altri- mi sfidò lui.
 
Cadde di nuovo il silenzio tra di noi, mentre io cominciavo a mischiare tra loro blu, celeste e bianco, cercando di ricreare la tonalità perfetta. Quando mi sembrò di aver raggiunto la sfumatura che più si avvicinava a quella reale, comincia delicatamente a riempire quei due spazi vuoti rimasti al centro della tela.
 
-Credo di aver fatto del mio meglio- annunciai soddisfatta dopo qualche minuto. Niall si mosse finalmente dalla posizione che aveva mantenuto fino a quel momento, dirigendosi verso di me. Osservò il quadro per un lungo istante, durante il quale pensai di aver fallito miseramente. Non sembrava troppo contento.
 
-Non ti piace?- domandai ansiosa. Eppure mi sembrava di aver raggiunto un risultato accettabile.
 
-Stai scherzando? E’ il quadro migliore che abbia mai visto! E gli occhi… Ci sei riuscita!- disse entusiasta, stringendomi in un abbraccio veloce.
 
-Grazie. Non sarebbe mai venuto così bene se non ti avessi avuto davanti a me. Ti devo un favore –
 
- Che ne dici di prendere un caffè insieme, domani?- propose lui, senza nessun preavviso.
 
Mi ritrovai ad accettare senza neanche pensarci due volte.
 
-Sarebbe fantastico-
 
                                                                                  ****
 
Un anno dopo, Galleria d’arte moderna di Londra, un’ora prima dell’apertura della  mostra
 
-Kathy, potresti aiutarmi per favore?-  la mia voce venne amplificata dalle alte pareti della galleria d’arte in cui mi trovavo quella sera, praticamente vuota se non per i quadri appesi ai muri.
 
 Kathy era la ragazza che quel giorno avrebbe dovuto gestire con me la mostra di arte contemporanea che si sarebbe tenuta nella galleria in cui entrambe lavoravamo come apprendiste. Naturalmente saremmo state supervisionate dalla direttrice, sempre pronta a mettere in evidenza i nostri errori.
 
La mostra di quella sera sarebbe servita per raccogliere dei fondi che poi sarebbero stai devoluti in beneficienza. Vi avrebbero partecipato i nomi più importanti del mondo dello spettacolo inglese e anche qualche artista emergente. I quadri sarebbero stati messi all’asta, pronti ad essere venduti al miglior offerente.
 
Sia io che Kathy avevamo avuto l’enorme opportunità di esporre una delle nostre creazioni. Non negavo che, se la mia fosse stata comprata, molti dei miei problemi sarebbero stati risolti. L’affitto della casa a Londra, per esempio. O la retta da pagare per l’università.
 
Venni raggiunta da Kathy, che mi aiutò a posizionare l’ultimo quadro sulla parete bianca.
 
-Pensi che avremmo l’occasione di parlare con qualcuno di famoso questa sera?- chiese la mia amica rivolta a me, con gli occhi che brillavano dall’emozione.
 
-Credo che dovremmo solo sperare che qualcuno di importante noti i nostri quadri. Anche se mi sembra difficile…-
 
-Già. Ci sono centinaia di tele esposte e le nostre sono solo due quadri tra i tanti- confermò Kathy, facendo una smorfia preoccupata con la bocca.
 
                                                                                    ****

Galleria di arte moderna di Londra, un’ora dopo l’apertura della mostra

 
-Sembra andare tutto per il meglio fino ad ora, vero?- chiese Kathy, guardandosi intorno preoccupata.
 
Annuì, d’accordo con lei. Gli ospiti erano arrivati e avevano cominciato a disperdersi per i lunghi corridoi della galleria, raccogliendosi in piccoli capannelli. L’intero ambiente  veniva illuminato di tanto in tanto dai numerosi flash che partivano dai fotografi, nascosti in ogni angolo.
 
-Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?- disse Kathy, cominciando ad allontanarsi verso la zona bar.
 
-No grazie, sto bene così- risposi, rivolgendole un sorriso. Decisi di andare nel corridoio dove era esposto il mio quadro, giusto per vedere se qualcuno sembrasse interessato. Passai di fianco ad attori, cantanti e presentatori tv, tutti vestiti al meglio per quella serata, senza essere notata. Raggiunsi il mio quadro e mi fermai a qualche metro dalla tela, ripercorrendo ogni singola pennellata su cui avevo lavorato per così tanto tempo.
 
Il dipinto rappresentava quella visione che avevo avuto un anno prima, quando avevo cercato di trovare un paragone per gli occhi di Niall. La superficie del mare osservata dal punto di vista di un sommozzatore, resa più chiara dai caldi raggi del sole che filtravano dall’alto.
 
Niall. Il ragazzo che dopo quella sera passata a posare per me non avevo più visto. Non si era presentato all’appuntamento che mi aveva dato e non l’avevo più visto all’università. Quando ci pensavo mi sentivo ancora arrossire, sia per la vergogna che per la rabbia.
 
-Questo quadro mi piace- sentì dire una voce profonda alle mie spalle – tu cosa ne pensi Louis?-
 
-Anche a me piace molto!- rispose una voce più acuta, vibrante di emozione.
 
Mi girai lentamente cercando di non farmi notare, decisa a vedere chi fossero quei due ragazzi interessati al mio dipinto.
 
Erano entrambi vestiti con un completo nero. Uno indossava una cravatta chiara e aveva una gran quantità di capelli ricci che gli coprivano la fronte. L’altro aveva un farfallino rosso e un paio di occhi verdi sempre vispi e attenti.
 
Tornai a girarmi scoraggiata. Erano solo due ragazzi, non delle celebrità. Vidi sfumare davanti ai miei occhi la possibilità che qualcuno potesse comprare il mio quadro.
 
-Credo che lo comprerò- continuò il ragazzo riccio –starà benissimo a casa mia. Vado subito a segnarmi come compratore-
 
Il mio corpo scattò di nuovo verso i due giovani che si stavano già allontanando da me, diretti verso Sandra, una donna bassa e dai capelli corti incaricata di tenere l’elenco delle offerte per quella serata. Seguì subito i due ragazzi, incapace di credere a quello che stava succedendo.
 
-Ehy, Harry, credo che qualcuno ti abbia anticipato- disse il ragazzo con il farfallino rosso scorrendo con un dito il registro – Ma…E’ Niall!- esclamò sorpreso, scoppiando a ridere.
 
-Niall!! Qual piccolo bastardo! Non avrà il mio quadro- disse Harry a metà tra il serio e il divertito, scrivendo prontamente il proprio nome sotto quello del suo amico.
 
“Niall? Che coincidenza…”
 
-Harry!Louis! Trovato qualche quadro che fa per voi?- urlò una voce quasi dall’altro capo della stanza, rivolta ai due ragazzi di fronte a me.
 
-Sì, ma come al solito mi hai battuto sul tempo. Abbiamo scelto lo stesso quadro!-
 
Girai lo sguardo verso il ragazzo che aveva ormai raggiunto Harry e il suo amico. Il mio cuore mancò un colpo e la mia bocca si aprì in un’espressione poco elegante. Non era una coincidenza. Era Niall! Il Niall che avevo conosciuto un anno prima. E che mi aveva scaricato.
 
Che cosa ci faceva lì?
 
-Mi scusa signora. Chi è l’autore di questo quadro?- chiese Louis rivolto a Sandra, indicando il numero vicino alla firma di Harry.
 
Non ebbi il tempo di nascondermi.
 
-E’ quella ragazza dietro di voi! Kelly, vieni qui, ci sono due ragazzi interessati al tuo quadro-
 
Mi guardai velocemente intorno, in trappola ormai, e cominciai ad avanzare verso i tre ragazzi di fronte a me.
 
-Kelly? Sei proprio tu?- finalmente Niall si era accorto di me.
 
-Proprio io- risposi, cercando di mantenere la calma. In fondo, mi aveva sempre lasciato fuori quel ristorante per un’ora, prima che decidessi di andare via.
 
-Così non va bene, Niall! Conosci la pittrice…sei avvantaggiato!- protestò Harry. Ma Niall non lo ascoltò nemmeno. Aveva gli occhi puntati su di me, incapace di parlare.
 
-Cosa ci fai qui? Conosci qualcuno di famoso?- chiesi rivolta a Niall, cercando di rompere il ghiaccio – E hai portato anche i tuoi amici?-
 
-Non hai guardato molta televisione ultimamente, vero?- questa volta era stato Louis a parlare, con la sua voce squillante.
 
-Onestamente? No –
 
-Non conosciamo nessuno di famoso. Siamo noi quelli famosi- mi spiegò Louis – One Direction? X Factor? Non ti dicono niente?-
 
Ricordavo di aver sentito qualcosa su una boy band nata grazie ad un talent show, ma ero certa di non aver mai visto i loro volti. Né tantomeno avrei mai pensato che un semplice modello di una scuola d’arte che avevo conosciuto un anno prima potesse farne parte.
 
Scossi la testa incredula.
 
-Beh, questo mi da l’occasione per spiegarti perché non mi sono presentato all’appuntamento- disse finalmente Niall – quel giorno sono stato chiamato per l’audizione e mi sono dovuto precipitare in città. Non sapevo come avvertiti e dopo la mia prima audizione, bhe, è stato tutto molto veloce e confuso-
 
-Ed ora eccoci qua!- esclamò Harry ridendo.
 
-Tu invece? Perché sei qui?- chiese Niall
 
-Lavoro nella galleria. La mia direttrice mi ha dato la possibilità di esporre uno dei miei quadri. –
 
-Niall, cosa ne dici di far scegliere a lei chi di noi due avrà il quadro? La cifra la decideremo dopo- propose Harry in tono di sfida.
 
-Ci sto- rispose Niall sicuro di sé.
 
Cosa pensava, che avrei dato il mio quadro a lui solo perché lo conoscevo?
 
“Non esserne così sicuro.”
 
-Bene, Kelly. A te la scelta. Ricordati solo che Niall ti ha dato buca al vostro primo appuntamento. Ma non ti voglio mettere nessuna pressione- disse Harry sorridendo.
 
-Sì,ma ricordati che è stato per un buon motivo- aggiunse Niall.
 
-Penso che avrò la mia piccola vendetta. Il quadro va ad Harry. Nessun dubbio- affermai, scandendo ogni singola parola, con un sorriso di trionfo sulle labbra.
 
-Sì, ho vinto!!- urlò Harry.
 
Ridemmo tutti alla sua reazione, Niall compreso.
 
-Credo di essermelo meritato, giusto?- domandò rivolto verso di me.
Gli lanciai un sorriso.  –Giusto, Niall. -
 
                                                                            ****
 
2 anni dopo, Galleria d’arte moderna di Londra, un’ora prima dell’apertura

 
-Papà, papà, prendimi in braccio, non riesco a vedere il quadro!- urlò Crystal, correndo verso Niall. Lui la prese tra le sue braccia tirandola su in modo che potesse vedere uno dei tanti quadri.
 
-Ricordo la prima volta che sono stato qui- disse Niall rivolto verso di me – E’ stata la prima volta che ti ho rivisto-
 
Gli posai un bacio sulla guancia. –Quella è stata la sera delle prime volte, ad essere sinceri- risposi sorridendo al ricordo.
 
Niall aveva aspettato che la mostra finisse e poi avevamo semplicemente girovagato per Londra. Ci eravamo detti tante cose, tutto quello che ci era successo durante quell’anno in cui non ci eravamo visti. Senza dubbio, Niall aveva una storia più interessante della mia, ma non me ne lamentavo. La sera stessa mi aveva baciato su una panchina al centro di un grande parco, la mia testa posata sulle sue gambe.
 
Nel giro di un mese ero diventata un’ospite abituale a casa sua e avevo conosciuto anche il resto della band. Liam, Zayn,Louis e Harry erano stati per me e Niall più che degli amici durante quei tre anni che avevamo condiviso. Ci avevano aiutato nei nostri momenti di crisi, avevano riempito di regali Crystal dal momento in cui era venuta al mondo, avevano cercato sempre un modo per fare tornare Niall a casa il più presto possibile quando avevano i loro impegni intorno al mondo.
 
Crystal era nata un anno e mezzo dopo quella notte alla galleria e Niall, che all’inizio era stato un po’ titubante e spaventato, l’aveva accolta con tutto l’amore di cui era capace.  Tutti dicevano che la bambina era la mia esatta copia, fatta eccezione per gli occhi. Aveva gli occhi di Niall, e ogni volta che la guardavo mi sembrava di vedere anche suo padre.
 
 
Quella sera però, la galleria ospitava solamente dei quadri creati da me. Era la mia prima mostra ed ero molto nervosa. Sapevo che ci sarebbe stata parecchia gente e speravo solo che i miei quadri venissero apprezzati nel modo giusto.
 
-Sei nervosa?- chiese Niall mentre posava Crystal sul pavimento, in modo che potesse gattonare in libertà.
 
Annuì in risposta, cercando la sua mano con la mia. Niall intrecciò le sue lunghe dite con la mie e sfiorò la mia bocca con il naso.
 
-Non devi esserlo. Sono sicuro che a tutti piaceranno i tuoi quadri. – mi rassicurò –O almeno piaceranno ad Harry- aggiunse scherzando.
 
-Sì, Harry è il mio fan numero uno!-
 
-Ehy, pensavo di essere io!- protestò Niall, fingendosi arrabbiato.
 
Ridendo, raccolsi Crystal da terra e mi preparai ad accogliere i primi ospiti.
 
                                                                                    ****

Galleria d’arte moderna di Londra, un’ora dopo l’apertura

 
-Kelly! Da questa parte!- gridò Kathy non appena mi vide. Il suo braccio era intrecciato con quello di Zayn e mentre si avvicinavano a noi, entrambi sorridevano come due idioti. Kathy e Zayn si erano conosciuti a quella famosa mostra di due anni prima, ma ne era passato di tempo prima che decidessero di trasformare la loro amicizia in qualcosa di più serio. Da poco si erano trasferiti nello stesso appartamento e tra di loro le cose non potevano andare meglio.
 
-Kathy! Come stai? E come sta il piccolo?- chiesi, poggiando una mano sul pancione che si cominciava appena a vedere.

-Non riesce a stare fermo. Proprio come il padre- disse rivolgendo uno sguardo a Zayn, che insieme a Niall aveva catturato Crystal e aveva cominciato a lanciarla in aria. La risata della bambina echeggiava per il corridoio, facendo girare divertiti tutti gli ospiti.

- Hai visto gli altri? Liam, Louis, Harry?- domandai cercandoli con lo sguardo tra la folla.
 
-Eccoli…sono appena entrati!-
 
-Kelly!- mi chiamò subito Harry mentre gli altri due salutavano Kathy – Voglio quel quadro! – dichiarò indicando una delle tele in fondo alla stanza.
 
-Non ci pensare nemmeno!- la voce di Niall mi arrivò forte e chiara da dietro. –Quello l’ho visto prima io!-
 
-Ma Niall, ragiona! Hai intenzione di mettere il quadro nella casa della sua autrice?-
 
- Certo! Se lo compro io non vedo dove sia il problema- affermò Niall, tranquillo – ma ho pensato ad un modo per risolvere il problema- aggiunse sorridendo- facciamo decidere a Kelly!-
 
-Oh, no! Non di nuovo!- esclamai ridendo. Liam e Louis mi lanciarono uno sguardo di finta disperazione, conoscendo troppo bene i loro amici per pensare di poterli fermare.
 
-Kelly, ricordati che io l’ho visto per primo!- disse Harry incrociando le braccia sul petto.
 
-E che io sono il padre di tua figlia!- precisò Niall.
 
Li guardai entrambi ancora una volta, scuotendo la testa davanti alla loro testardaggine.
 
 
-Mi dispiace Harry. Questa volta vince Niall!-
 
-Non è giusto!- si lamentò Harry, sempre con il sorriso sulle labbra –Non credo che comprerò più un tuo quadro, Kelly!- disse mentre si allontanava con Louis e Liam verso il bar.
 
-Per un attimo ho temuto che scegliessi di nuovo lui- confessò Niall avvicinando il suo viso, una volta rimasti soli.
 
-Beh, volevo farlo. Ma poi ho pensato che forse tu lo meritavi un po’ di più.-
 
Lo abbracciai, baciandolo delicatamente sul collo.
 
-Vorrei essere da solo a casa con te, in questo momento. Per ringraziarti-
 
Risi di nuovo. Con Niall non finivo mai di ridere e questa era una delle tante cose che amavo di lui.
 
-Dovrai aspettare. Nel frattempo, sappi che io sceglierò sempre te, in qualsiasi momento-
 
Posai un altro bacio sulle sue labbra e raggiunsi Crystal, che aveva continuato  a giocare con Zayn.
 
Guardai il quadro che si era aggiudicato Niall, quello che anche Harry aveva voluto. Era un ritratto di noi tre, io , lui e la piccola Crystal, ognuno rappresentato con delle macchie di colori diversi. Crystal era gialla, colore che associavo alla felicità. Io era rosa, perché Niall diceva sempre che io ero il suo fiore e a me piaceva visualizzarmi come una rosa rigogliosa. E Niall….Niall era del colore dei suoi occhi. Finalmente ero riuscita a ricrearlo sulla tela,in ogni singola sfumatura, dopo aver passato tutto quel tempo a perdermi nelle sue pupille ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano.
 
“Il colore della superficie del mare illuminata dal sole”pensai, girandomi per raggiungerlo di nuovo mentre Crystal chiacchierava allegra, guardandomi con quegli occhi così simili a quelli del padre.
 
  
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