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Autore: fisio    22/01/2008    13 recensioni
E ti accorgi di sapere esattamente cosa fare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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mio figlio
Mio figlio


« Papà, papà mi dai i soldi per il distributore di merendine? Ti prego, ti prego!»
Scruti con curiosità quel padre alle prese col figlioletto pestifero: sembra agitato, l’osservi mentre si passa continuamente un fazzoletto sulla faccia sudata; non da molto ascolto a quello che gli si sta chiedendo finché, all’ennesima lagna, sbotta: « Ma insomma!! Perché non fai il bravo? Fra poco la mamma uscirà da lì…»

« Signor Son? Santa pazienza ragazzo! Mi sta ascoltando??»  con tuo grande disappunto il dottore che hai davanti ti impedisce di sentire la risposta di quel papà… e dire che stavi mettendocela tutta per annotare come si comporta un padre. Fissi un po’ svagato la faccia tonda di questo signore in camice bianco, con i suoi occhialetti a mezzaluna e le sue strane ciabatte bianche col tacco (ma si mette delle ciabatte da donna?Bah!): tutta la sua persona, perfino il suo ciuffo di capelli ridicolamente all’aria sembra esprimere a chiare lettere la sua disapprovazione per te:
Ma che razza di marito e padre è? è il messaggio lampante…
Ti fa cenno di seguirlo e finalmente lasci quell’orribile sala d’aspetto, asettica, piena di persone nervose che a stento ti hanno rivolto un sorriso. Ci sei rimasto per più di tre ore, rimpiangendo ogni singolo secondo che il vecchio Giumaho non fosse lì con te: ma perché proprio quando lui era partito per “l’esposizione annuale delle piante più belle della città” doveva succedere? Perché?
Capti qualche parola random del discorso oscuro che il dottore continua imperterrito a propinarti (parole come ‘placenta’, ‘sofferenza fetale’ e ‘cordone qualcosa’), non rinunciando di certo al piacere di lanciarti qualche occhiata severa, facendoti sentire terribilmente inadatto;
“Ma insomma!” ti viene voglia di sbottare esasperato “io non so niente di tutto questo! Non so come si fa! Non so quali sentimenti giusti dovrei mostrare! ”, ma lasci perdere col sospetto che se il dottore scoprisse tutto quello che ti frulla per la testa ti impedirebbe perfino di vederli.
E mentre percorri, mogio, mogio  quel lungo corridoio dalle pareti sinistramente verdine ti si affaccia alla mente il pensiero che fino a qualche ora fa Chichi ti stava allegramente rimbrottando a causa dell’ennesima torta rovinata per colpa della tua insaziabile golosità; “a volte sei proprio un bambino!” ti aveva detto, scoppiando poi a ridere per la tua espressione contrita. E poi… il caos… un attimo prima era sorridente con in mano il vassoio vuoto della torta e un momento dopo il vassoio era per terra, lei piegata sul pavimento, il volto orribilmente sofferente e una mano sul pancione.
“Goku è il momento! Presto dobbiamo andare in ospedale!” aveva ansimato lei mentre la prendevi tra le braccia.
Tu in preda al panico avevi scioccamente obbiettato “ Ma ora? No! È impossibile! Ci mancano quattro giorni!
Chichi ti aveva guardato con un misto di frustrazione, dolore e rabbia : Se non mi porti in ospedale in cinque minuti dovrai farlo uscire tu il bambino da qui!”. Inutile dire che sei filato sulla nuvola Speedy come se avessi avuto un intero esercito di Al Satan alle calcagna.
Il dottore si ferma all’improvviso e tu per un pelo non lo investi in pieno… la sensazione che spiffererà a Chichi ogni tua singola manchevolezza (o presunta tale) si fa sempre più spazio in te e deglutisci per farti coraggio: « Chichi?» riesci a chiedere.
« Sta riposando!» risponde secco il dottore come a chiarire che non se ne parla di vederla per il momento « Ora indossi questo camice e stia attento quando entriamo qui: in questa stanza ci sono tutti i neonati che hanno avuto un parto difficile. Su coraggio! » ti dice porgendoti uno strano indumento che sembra più una camicia di forza che un camice!
Mentre ti allaccia la cinta dietro, trovi il coraggio di balbettare, intimidito: « Lui sta bene?» sperando ardentemente che il flusso di parole impenetrabili dette poco fa non contenessero la diagnosi del bambino.
Dottor occhialini-mezza-luna ti fissa, serio, come a soppesare le tua capacità… alla fine ( oh cielo, è un sorriso quello?) si risolve a dire:« Si, ora si. È che… il cordone ombelicale si era…» da un’occhiata alla tua faccia attenta, così desiderosa di capirci qualcosa e sorride « Sta bene. Entri pure e dia un’occhiata da sé! » e senza che tu sia pronto ti spinge oltre quella porta blu.
L’odore di talco e latte colpisce subito le tue narici; ti ritrovi proiettato in una strana dimensione: ci sono un sacco di… scatole trasparenti contenenti dei bambini piccolissimi… c’è anche qualche neomamma o neopapà che fissa estasiato il proprio figlio all’interno di quelle strane scatole. Ti guardi intorno, perplesso, pensando che un vero padre dovrebbe saper riconoscere in un batter d’occhio il proprio bambino, senza nessun suggerimento e, proprio quando stai per dichiarati sconfitto, la tua attenzione viene catturata da un scatola in particolare… s’intravede… una piccola codina che sbatte allegramente contro la parte trasparente… come se volesse sul serio chiamarti.
Ti avvii con passi lenti (troppo lenti?) in quella direzione, mentre nella tua testa c’è il fastidioso ritornello “io non sono un papà! L’espressione estatica che ha questo tizio per suo figlio, io l’assumo solo davanti a una torta!”  
Non è che non lo vuoi… è che sinceramente non sai come si fa… tu non hai mai avuto né padre né madre… né tanto meno sai esattamente tutti i complicati meccanismi che ti hanno portato lì, di fronte a questo bambino sotto vetro. Cioè, un’ idea a grande linee te la sei fatta: Chichi ha cercato di farti un corso accelerato dopo il vostro primo incontro amoroso… ma andiamo, diciamoci la verità: chi è che presta sul serio attenzione a un noiosissimo discorso ‘proto-qualcosa’ e ‘uova’  quando la tua compagna ti è accucciata vicino e, cosa non da poco, è completamente e meravigliosamente nuda?
« Signore? » un’infermiera sorridente interrompe i tuoi pensieri imbizzarriti, « Lei è il papà, vero? Vuole provare a prenderlo in braccio?»
« Eh? NO!» rispondi, secco preso alla sprovvista, poi, accorgendoti dell’espressione basita della tua interlocutrice, cerchi ti correggere il tiro, sorridendo impacciato « È che preferisco farlo quando c’è mia moglie, sa… » .
L’infermiera ti fissa per un attimo e poi ti dice incoraggiante :« va bene, ma se vuole toccarlo ci sono questi oblò che permettono di far passare le mani, vede?» ti indica le due finestrelle rotonde in questione e se ne va, richiamata da una coppia di genitori lì vicino.
Rimasto finalmente solo, osservi il tuo bambino: dorme pacificamente a pancia in giù, il suo respiro è veloce (sarà normale?), ha la testa spelacchiata e le labbra un po’ corrucciate, come se non stesse facendo sogni proprio belli… la sua codina continua a sbattere sul vetro… e tu come ipnotizzato da quell’esserino, quasi non ti accorgi che la tua mano è passata attraverso quella finestra e accarezza timidamente con un dito la manina del piccolo. Inaspettatamente il suo pugnetto  si chiude intorno al tuo dito e stringe con forza. Ora sta facendo un vago sorriso. Ti viene da sorridere di rimando… non sai bene perché… non sai nemmeno cosa sia quella strana sensazione che ti sta assalendo (gioia? Orgoglio? Cosa?), ti sfugge un « senti un po’ che presa! Sarai un ottimo guerriero!» e senza smettere di fissarlo, sibili, cercando di farti sentire due culle più in là, « Mi scusi infermiera? Può venire un momento? Sa, ho cambiato idea; vorrei prendere in braccio mio figlio
E ti accorgi di sapere esattamente cosa fare.

Fine

Al mio fratellino, perchè quando sarai abbastanza grande per capire questa storia, il brutto male che ti ha colpito in questo periodo sia solo un brutto ricordo.


Una breve one-shot che mi ricorda quanto sia bello scrivere e sopratutto volare con le ali della fantasia. Una piacevole parentesi tra giorni un po' bui.
Un saluto affettuoso a tutte le persone che mi leggono e mi lasciano un commento.  
A presto
fisio


Ok... non posso resistere... un bacione al mio beta del cuore  Ale che dopo l'ultima figuraccia con quelli di Criticoni ha minacciato di strapparmi le braccia e annodarmele sulla testa (Cielo quest'uomo è un serial killer!! In che mani sono capitata!ç_ç). Grazie per il tuo impegno e per come prendi a cuore le mie storie. Grazie perchè, con i tuoi borbottii velenosi, scrivere storie è più divertente. ^_-
  
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