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Autore: MC_Outlaw    10/07/2013    2 recensioni
Da quanto è che lo Slender esiste? Perchè fa quello che fa? Questa è la mia idea in proposito
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tutti mi evitano. Non c'è da stupirsi, in fondo. Sono stato io a volerlo. Ma io non volevo essere così. Tanto per cominciare, le interferenze le causano questa maledetta armatura di roccia. Deve essere di qualche minerale particolare che fa impazzire gli apparecchi elettrici, come i magneti per le bussole. Non posso più levarmela, d'altronde...tutta colpa di questa foresta

 

Tre anni fa ero in viaggio con la mia famiglia, mia moglie e i nostri due figli. Io ero un normale ragazzo di vent'anni come la mia ragazza, mentre i nostri bambini ne avevano a malapena uno. Mi dovetti fermare perché...dovevo andare al bagno. Ovviamente quando ti servono le stazioni di servizio sono a miglia e miglia di distanza, così optai per fermarmi in questo bosco. Una volta finito, tornai indietro, ma non trovai più ne la macchina ne tanto meno i miei tre familiari. Pensai di essermi semplicemente sbagliato...ma non era così. Per terra trovai un foglio, con su scritta la frase “scap”. La calligrafia era pessima, segno che probabilmente era stata scritta in fretta e furia, ma riconobbi nella c una piccola curvatura all'interno, come la scriveva mia moglie

 

Quindi fu subito il panico. Iniziai a correre dappertutto, in cerca di loro, ma tutto quello che trovai furono un paio di costruzioni, un furgone acceso non mio che lasciai perdere e una statua che è meglio non stare a spiegare a cosa assomiglia. Era calato il buio e oltre al terrore di non riuscire a trovare la mia famiglia, mi era anche sorto un'altro timore, ovvero quello dei lupi o di altre bestie, che di notte girano per i boschi in cerca di prede

 

Pensai quindi di andare a rifugiarmi in una casa che avevo visto durante la ricerca. Avrei chiesto riparo per la notte e un passaggio alla città più vicina per chiedere aiuto alle guardie forestali. Ma mai termine fu meglio usato di “avrei”. Mi avvicinai alla porta della casa e dato che non c'era campanello provai a bussare, ma la porta si aprì al primo battito, sicuramente per la spinta che avevo dato. La prima stanza che mi apparì fu un atrio con una scala che dava al piano superiore, mentre a fianco a me c'erano un salotto e la sala da pranzo. Ignorai le ultime due e decisi di andare al piano superiore. Il posto era buio, ma fuori avevo visto un generatore, quindi accesi la luce sicuro che si sarebbe accesa e salii le scale

 

Percorsi lo stretto corridoio appena sopra le scale e arrivai fino in fondo e...giuro su Dio, ho avuto l'impressione di vedere una figura completamente bianca e alta che mi guardava, o mi dava le spalle, non si era ben capito. Pensai solo ad uno scherzo della mia mente e proseguii, raggiungendo quella ce doveva essere una camera da letto. E li compresi che la mia mente era lucida

 

Sul letto si trovava una figura completamente bianca, sdraiata, con le gambe a cavalcioni e una rivista in mano...accidenti, la mano! Anzi, le mani. Dita lunghe quanto il mio avambraccio. Abbassò la rivista e credo che mi fissò. Dico credo perché non aveva ne occhi ne naso ne bocca ne capelli ne assolutamente nulla che facesse pensare che quello potesse essere un volto

 

Dopo esserci, forse, fissati per un po' a vicenda, disse non so bene da dove

 

“Ma tu...chi sei? Non sei uno della nuova famiglia che deve venire a vivere qui”

 

La voce era inquietante. Un misto di interferenze radio e gelo. Tentai di dire qualcosa e mi uscì fuori una frase degna dei grandi poeti antichi

 

“Tu...che...ma che cazzo...cosa...”

 

Il tizio posò la rivista, si alzò e si avvicinò. Era non poco alto, gli arrivavo giusto alle spalle. In più non era il suo corpo ad essere bianco. Era una specie di roccia quella che aveva addosso, ma la muoveva come se fosse pelle. Mi osservò per un'attimoe disse

 

“Si, anche tu vai bene”

 

Detto questo, mi sollevo con la forza di una sola mano per il collo. Tentai di divincolarmi, ma era tutto inutile, quell'affare era troppo forte

 

“Finalmente qualcuno per prendere il mio posto. Ora potrò avere l'eterno riposo che ho cercato per 30 anni”

 

La roccia della mano con cui mi teneva iniziò a staccarsi dal suo corpo e ad unirsi al mio. Più questo succedeva, più il tipo iniziava a rivelare il suo vero aspetto, a cui preferivo di gran lunga quello bianco. Tutto il suo corpo era un ammasso ambulante di ossa che cadde a terra senza vita non appena tutta la roccia di cui era composto il suo corpo si attaccò a me tipo Venom

 

In quel momento mi passarono per la testa migliaia di immagini, scene cruente e raccapriccianti in cui uomini e donne scappavano, si nascondevano e venivano afferrate da questo essere per poi farsi ricoprire di roccia e ricominciare da capo

 

Tutt'ora non ho idea di che cosa sia questa roccia. Un materiale alieno? Una punizione divina? Un esperimento venuto male? So solo che chiunque ne venga avvolto non può morire, perché la sua anima vi resta intrappolata fino a quando la roccia non passa di possesso, ciò inoltre può accadere solo dopo aver mietuto 10 anime. L'ho scoperto in quei ricordi...e in essi, ho scoperto anche che quest'essere, mentre ero andato via...la mia famiglia...

 

Quando smisero di affiorare, iniziai a guardarmi attorno. Le ossa del tipo di prima erano diventate polvere e, nello specchio della stanza, mi vidi. Un essere completamente bianco, senza un volto. Ora potevo veramente andare nel panico, ma più di tutto, gridare la mia rabbia. Lanciai un urlo per tutto ciò che era accaduto. Sia il mio terrore, che la morte della mia famiglia, che tutto il resto...

 

E ora? Cosa potevo fare? Fare come tutti gli altri prima di me, uccidere 10 persone e poi passare questo schifo di materiale a qualcun altro? Potevo, e posso tutt'ora...

 

No. Non voglio che ad altri capiti ciò che è accaduto a me. Nella mia mente iniziò a farsi avanti un pensiero

 

Se non voglio che ad altri succeda, allora devo rendermi spaventoso...ok, questo corpo è inquietante, ma il bianco non sempre è un cattivo segno...che posso fare?

 

Mi misi a girare per la casa, in cerca di un qualche vestito. Lo trovai in un armadio in un'altra camera da letto. Un elegante smoking, della mia taglia per fortuna, che era pure aumentata. Mi calzava come un guanto. Mentre mi ammiravo allo specchio, notai delle cose nere che si alzavano dietro di me. Voltai la testa e notai che dallo smoking erano usciti dei tentacoli, che si muovevano con il mio pensiero. Prima o poi dovrò sperare di trovare chi accidenti a creato questo materiale, per fargli capire quanto abbia apprezzato il suo gesto

 

Mentre pensavo ad altri modi per rendermi spaventoso o quantomeno per avvisare chiunque si potesse trovare nel bosco, sentì una sensazione. Come se ci fosse qualcuno vicino a me che mi abbracciava, ma lontano, in un punto preciso della foresta. Capii che il materiale mi stava dicendo che nella foresta c'era qualcuno. Doveva andarsene subito di qui. Altrimenti, per quanto ne so anche ora, questa dannata roccia potrebbe comunque attaccarlo e fargli del male

 

Prima di andare a cercare questa persona, decisi di lasciare in giro degli avvertimenti, anche un po' macabri, per farlo fuggire. Quindi presi qualche foglio e ci disegnai sopra. E credetemi, fu una cosa davvero dura per colpa delle dita, uguali a quelle del tizio che mi aveva passato il materiale. Alla fine riuscii a fare 8 disegni e scritte che parevano fatte da un bambino, ma poco importava. Quindi, con un'altro potere della roccia che avevo scoperto nei ricordi, iniziai a teletrasportarmi in giro per la foresta, attaccandole un po' qui ed un po' li. Più tenevo addosso questo minerale e più credevo di dovermela prendere con Tony Stark

 

Anche se la presenza umana non era più li, mi avvicinai al punto in cui lo avevo sentito la prima volta, perché uno non entra come un idiota in un bosco nel cuore della notte per niente. Ed effettivamente, trovai un'albero caduto su una macchina, quindi quel poveretto avrà avuto un incidente

 

D'un tratto sentì che quella presenza umana si era avvicinata ad un punto in cui avevo piazzato le pagine e l'aveva presa con se

 

\Eh, va bene leggerle, ma col cavolo che te la tieni tu, io un'altro disegno non lo faccio con ste schifo di mani\

 

Quindi iniziai ad avvicinarmi a lui. Pensai di fargli paure, avvicinandomi a lui alle spalle con i tentacoli alzati, così sarebbe fuggito. Ma fui un idiota. In quel momento mi ritrovai a ricordare una cosa della roccia. Qualunque cosa l'abbia creata o da dovunque venga, ha delimitato un'area che una volta oltrepassata si può riattraversare solo se accompagnati dal possessore

 

\Ma porca...ora mi tocca pure portarlo fuori di qui\

 

Finalmente dopo qualche minuto di ricerca lo trovai. Girava con una torcia in una mano e con la pagina nell'altra. Come avevo già pensato, decisi di avvicinarmi alle sue spalle, ma non per farlo spaventare e scappare, proprio per farlo svenire di paura e buttarlo fuori. Più mi avvicinavo e più notavo una cosa. Attorno a lui si stavano generando delle lievi interferenze, come se fosse una cosa appartenente alla TV. E poi accadde qualcosa che non mi aspettavo

 

Mentre mi avvicinavo, si voltò e mi vide, puntandomi conto la torcia. Vidi ora nei ricordi della roccia che c'è una cosa che la blocca: la luce artificiale. Quindi per colpa della torcia mi ero bloccato. La persona che avevo davanti mi osservò per un po' e poi scappò via, gridando per il terrore e sbloccandomi. Pensai

 

\Bene, faccio paura, ma per farlo svenire dal terrore mi devo avvicinare di più\

 

Quindi mi teletrasportai più in la, standogli sempre attaccato. Questo trovava e prendeva pagine su pagine, fino a quando finalmente non prese l'ultima. Ora mi dovevo davvero avvicinare e riprenderle. Questo però mi sentì e punto di nuovo la torcia contro di me, anche se stavolta mi poteva vedere bene dato che gli ero neanche a mezzo metro di distanza. Si paralizzò dal terrore e iniziò a piangere. Non volevo far soffrire la gente. Oddio, se era un colpo secco per farle svenire e buttarle fuori allora ok, ma stare così a terrorizzare le persone...

 

Quindi, tentai di parlargli

 

“Ascolta, non voglio farti del male...”

 

Anche se la mia voce era ad interferenze e raggelante, sembrò capirmi. Mi disse

 

“C-Chi sei?”

 

Cercai un nome su due piedi e gli dissi

 

“Mi chiamo...Slender”

 

Questo non disse altro, come aspettandosi una sorta di mio discorso, ma l'unica cosa che gli volli dire fu

 

“Quella torcia mi blocca, ti dispiace abbassarla?”

 

“Eh? Oh...ok”

 

Senza aggiungere altro, la spense e io ricominciai a muovermi

 

“Perché...perché mi inseguivi?”

 

“Per farti uscire di qui. Questo bosco è pericoloso...”

 

“Devo cercare un meccanico...la mia macchina...”

 

“È rotta, lo so, l'ho vista. Purtroppo qui non ci sono telefoni funzionanti...ti conviene andare a cercare un meccanico a piedi fuori di qui”

 

“Dannazione...beh, circa a dieci chilometri di qui c'è un paesino, forse mi sapranno aiutare”

 

“Bene...però prima spostiamo la tua macchina fuori dal perimetro del bosco, o dovrò ricomparire”

 

Non ci dicemmo altro. Io gli chiesi solo indietro le pagine, dopodiché ci incamminammo verso la sua macchina e la spingemmo in modo che non fosse più nel perimetro della roccia, dal quale inoltre scoprii di non poter uscire. L'uomo prese la torcia, mi salutò e si incamminò. Prima che sparisse del tutto, gridai

 

“Aspetta, torna un'attimo qui”

 

Ritornò indietro e gli dissi

 

“Ascolta, quando arriverai nel paese, racconta la mia storia, ma descrivimi..come un essere spaventoso. La gente non si deve avvicinare qui, è pericoloso...”

 

“Sei sicuro?”

 

“Si...fai tutto quello che puoi per evitare che la gente venga qui. Raccontalo, dillo su Facebook, scrivi un articolo su Wikipedia e Nonciclopedia...basta che avverti il mondo di non avvicinarsi”

 

“...come vuoi...buona fortuna...e grazie”

 

Quindi si incamminò. Non lo rividi mai più, andai solo a controllare il giorno dopo. La sua macchina era sparita. Un carro attrezzi l'avrà portata via. Al suo posto, nel perimetro della roccia, si trovava uno scatolone portante sopra il marchio della Apple. Lo aprì, e dentro si trovavano un computer e un foglio, con su scritto

 

“Farò io gli articoli, ma tu tieniti aggiornato”

 

Così, iniziò la mia campagna di allontanamento da me stesso. A volte alcune persone entravano comunque nel bosco, forse in cerca di brividi o per divertimento, non capendo che stare qui è tremendamente pericoloso. Con i pochissimi con cui riuscii a parlare senza stendere, riuscii ad avere conversazioni utili. Ad alcuni chiesi, una volta arrivati dove dovevano, se potevano lasciare all'entrata del perimetro pezzi di ricambio per il generatore e per il computer e di raccontare a tutti quanto io fossi terrorizzante e orrendo

 

Da li nacque il mito dello Slender. E mi raccomando...lontani dal bosco, ancora non conosco i segreti di questo materiale...però se proprio passate, vi dispiacerebbe portarvi dietro una decina di fusibili?

   
 
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