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Autore: Tribute Soul    10/07/2013    1 recensioni
Charlotte conosce Louis durante un incontro di lavoro di suo padre. All'inizio prova per lui una serie di sentimenti contrastanti ma con il tempo capisce che ciò che sente davvero non è altro che amore per Louis. Ma se la loro relazione fosse stata programmata sin dall'inizio? Se tutto ciò che c'è fra loro fosse stato pianificato per raggiungere uno scopo ben preciso? L'amore di Louis sarà vero o falso?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Osservo con molta calma l'abito steso sul mio letto. È lungo fino a metà coscia, con un motivo floreale colorato. Adatto ad una bambina di sette anni, ma certamente non ad una ventunenne. 
<< Charlotte! Infilati quel dannato vestito e andiamo!>> 
Sbuffo e prendo il vestito tra le mani, tenendolo il più possibile lontano dal mio corpo come se fosse appestato.
<< Mamma ti prego, posso scegliere io cosa mettere? Questo coso è un insulto a tutto ciò in cui credo>> La mia voce è lamentosa, come se fossi in agonia (il che non è molto distante dalla realtà).
<< D'accordo ma fai in fretta. E vedi di non vestirti come una barbona!>> Mia madre esce dalla mia stanza sbattendo la porta stizzita. 
Sospiro sollevata e prendo un paio di jeans e una maglietta a caso dal mio armadio.
Non capisco perché devo andare con loro, non sono mai stata ad un incontro di lavoro di mio padre e preferirei che la situazione non cambiasse. Cosa c'entro io con un gruppo di vecchi che discutono di affari? 
Scendo di sotto mentre mi lego i capelli in una coda di cavallo e mia madre mi guarda a metà tra il contrariato e il disgustato.
<< Tra tutti i vestiti che hai perché hai scelto i più logori e brutti?>> 
Mi acciglio, i miei vestiti non sono logori e brutti! E poi vuole davvero paragonare la mia maglietta all'abito che aveva scelto?
Entro nel SUV di mio padre ed infilo le cuffie nelle orecchie per evitare il discorso di mia madre sulle buone maniere.
In poco tempo arriviamo davanti a una vera e propria reggia con tanto di piscina con fontana e boschetto. 
Veniamo accolti e scortati in un salotto dai padroni di casa, i signori Tomlinson.
I soffitti alti con travi in legno a vista e il parquet rendono la stanza calda e accogliente. Al centro del soggiorno ci sono dei divani color crema e un tavolino di legno. Sulle pareti sono appesi quadri sicuramente stimati con cifre spropositate. 
<< Benvenuti in casa nostra!>> Dice la signora Tomlinson << Siamo davvero contenti che siate potuti venire. Siccome mio marito intende parlare di aziende con Richard, propongo di andare in cucina a chiacchiere. Se non ti va potresti fare conoscenza con nostro figlio Louis, Charlotte>> 
L'idea di parlare con due signore di mezza età di vestiti a fiori non mi alletta per niente quindi sorrido ed annuisco.
<< Sali le scale ed entra nella terza stanza sulla destra>> 
<< Grazie signora Tomlinson>> dico prima di andare verso le scale.
<< Chiamami pure Johannah, tesoro>> 
Arrivata davanti alla terza porta sulla destra ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di sfuggire a quelle due e spero che il figlio in questione non sia un sedicenne in piena crisi ormonale con l'acne sulla faccia.
Busso più volte e, siccome non ottengo che silenzio in risposta, entro.
La stanza è spaziosa e luminosa, sui toni del blu e del bianco. Sulla sinistra ci sono una scrivania piena di fogli, quaderni e libri con una sedia girevole sotto di essa e un grosso armadio a muro. Di fronte alla porta c'è un'enorme porta-finestra che dà su un balconcino e una piccola libreria. Sulla destra c'è un letto matrimoniale un po' sfatto, e sul letto c'è un ragazzo sdraiato con un libriccino sul viso.
Mi avvicino un po' e sento un leggero russare provenire dal corpo addormentato.
Prendo il libriccino e mi accorgo che è un fumetto di Topolino. Speravo in qualcosa di più colto e profondo ma, con il fumetto in mano, esco nel balcone e mi accomodo su una sdraio. 
Topolino sta per svelare il mistero della pietra scomparsa quando una voce mi fa sobbalzare.
<< Non so se essere sconvolto perché qualcuno sta leggendo il mio fumetto, o contento perché una ragazza è sulla sdraio nel mio balcone>> 
Alzo lo sguardo e incontro gli occhi azzurri del bell'addormentato. Ha la voce impastata dal sonno ma è comunque terribilmente sexy nei suoi pantaloni della tuta scuri e nella maglietta aderente grigia. Le gocce sulle punte dei suoi capelli sono illuminate dal sole ed indicano che ha appena fatto una sosta in bagno. Sembra uno dei modelli di una rivista.
<< Mi annoiavo>> Dico con finta noncuranza, come se la sua presenza non alterasse la mia capacità di pensare.
<< Se vuoi puoi tenerlo. Ne ho uno scaffale pieno>> Sorrido, chiedendomi perché un ragazzo a occhio e croce di ventidue anni dovrebbe avere uno scaffale pieno di fumetti di Topolino.
<< Sono Louis>> Afferro la mano tesa verso di me e la stringo.
<< Charlotte>> 
Louis torna nella sua stanza senza dirmi altro, come se dopo quell'ultima parola fossi completamente sparita.
Continuo a leggere per un po', poi prendo il cellulare e controllo Facebook e Twitter.
<< Io ho fame, voglio andare in cucina quindi devi venire con me>> La sua testa fa capolino da dietro la porta.
Aggrotto le sopracciglia, sbaglio o il suo ragionamento è privo di logica? 
Louis alza gli occhi al cielo sospirando, come se fossi troppo tarda per parlare con lui. Tutta la simpatia che mi ispirava fino a questo momento è scomparsa.
<< La mia idea è che, se le nostre madri vogliono fare conversazione, prendo il cibo e ti lascio lì come diversivo. È geniale!>> 
Quindi mi lascerebbe in pasto ai leoni come vittima sacrificale. È davvero, davvero simpatico...
<< Cosa ti fa pensare che accetterò?>> Incrocio le braccia davanti al petto e lo guardo con le sopracciglia sollevate.
<< C'è una minima possibilità che loro non vogliano parlare, tu non hai un'idea migliore e in più di sotto c'è qualsiasi tipo di leccornia tu possa aver mai desiderato in tutta la tua vita. Compresa la Nutella>> Caspita, questo ragazzo ci sa fare...
<< D'accordo. Ma devi aiutarmi a scappare nel caso mi braccassero>> Dio, ma che cosa sto dicendo? 
<< Affare fatto. Ora muoviti>> I suoi modi di fare mi irritano ma mi alzo e mi lancio in questa missione suicida da cui non so se uscirò intera.



 

ANGOLO DELL'AUTRICE

Ciao a tutti c: 
Ho iniziato a scrivere questa storia 
Perché dopo giorni di buio, l'ispirazione è arrivata come una luce (?)
Inizio col dire che non è una storia come le altre,
I protagonisti non sono liceali in preda a sbalzi ormonali ma sanno esattamente quello che fanno,
Non c'è nessuna scommessa di mezzo e i due non hanno passati burrascosi,
Però la storia è avvincente comunque (credo ._.)
Anyway, spero che qualcuno legga anche il prossimo capitolo c: 
Pry

  
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