Sono Paola Megnini, ho 75 anni e credo sia giunto il momento di narrarvi la mia storia, che ha dato una svolta a una storia che sicuramente voi amanti di Omero conoscete.

Come tutti sapete Zeus temeva che quell'aumentare di uomini l'avrebbe portati a ribellarsi agli idei e quindi decise di generare Elena.

Infatti come tutti sanno lei era la causa della guerra tra Troiani e Achei.

Bene, io vi dico che non è così.

E' mia la colpa.

Tempo fa, tornando da scuola mi sono messa a studiare quando d'un tratto una lucina comparì.

Non sapevo da dove provenisse, ero altamente confusa, la luce era fortissima che non riuscivo a vedere praticamente nulla.

Poi pian piano la lucina si spegneva, diventava sempre meno densa.

Ecco, riuscì  a localizzare la sua provenienza: l'armadio.

Mi diressi verso l'armadio esitante e con passo insicuro, avevo paura, quando aprì l'armadio c'era una specie di varco, come dire, una specie di portale tridimensionale.

Non sapevo che fare, c'era una parte di me che voleva entrare, era curiosa e bramava scoprire cosa ci fosse oltre quella soglia, un'altra parte di me, invece, desiderava restare a casuccia a finire i compiti.

Decisi di scegliere la prima e seguire la mia parte curiosa, quella che voleva scoprire.

Varcai la soglia.

Una volta aperti gli occhi mi ritrovai davanti a due poltrone gigantesche e sopra di queste sedevano due creature di una bellezza divina e con una grazia inimmaginabile.

A destra sedeva una donna graziosa, con una chioma di color oro e degli occhi seducenti di color smeraldo.

A sinistra sedeva un uomo molto attraente, con una folta chioma grigia e dei bellissimo occhi color rubino.

Sembravano due divinità, e, infatti, lo erano.

Ad un tratto quel bellissimo uomo, tirò fuori una voce possente:

<< Inchinati giovane mortale, inchinati davanti al grande Zeus e la divina Era >>

Mi inchinai.

<< Grande Zeus, divina Era, qual'è il motivo di questo grande onore? >>

Quella giovane e bellissima donna, con una voce fioca e soave mi disse:

<< Giovane mortale, tu sei stata scelta dal Fato per una missione, ora verrai gettata nel mondo dei mortali e farai si che Elena fugga via con Paride. >>

<< Come posso fare a convincerla? >>

Zeus agitò il suo scetro, o almeno così mi sembrò e mi disse:

<< Ora vai >>

... Mi ritrovai nella corte di Menelao a pettinare i capelli di una tizia a me ignota.

<< Paola, sorella mia, Paride mi vuole sua sposa ed io non voglio. Sono maritata con Menelao e non posso tradirlo infangando il mio nome. >>

Sorella mia? Sorella mia?, poi capì tutto.

Io in quel momento ero Paola, sorella di Elena, e come tale dovevo convincerla a fuggire via con Paride.

<< Sorella, detto tra noi, quell'uomo molto più attraente di Menelao e saprà renderti felice >>

<<  No, io voglio Menelao. >>

<<  E' re di Troia ed è ricca quella città, saprà soddisfarti! >>

<<  No, io voglio Menelao. >>

<<  Ma che Menelao e Menelao, dai Elena, Paride è un brav'uomo >>

<< No, io voglio Menelao. >>

Iniziai a perdere la speranza, quella donna era brava e non voleva tradire il marito, ma tentai un'ultima carta:

<< Dai Elena, quell'uomo scopa benissimo >>

<< Va bene sorella, voglio Paride >>

Magicamente mi ritrovai teletrasportata a casa mia, nella mia stanza, davanti al mio libro di Epica.

E al posto di ciò che stavo studiando c'era l'Iliade, nella quale si parlava di Elena che era fuggita con Paride, attirata dalle sue ricchezze.

Ehm, ricchezze si fa per dire.

Presi la mia penna e cancellai ricchezze e sopra scrissi " QUALITA' "