Ti porterò un cuore

 
 
 
« Il ragazzo ha una brutta malattia al cuore. Gli resta circa una o due settimane da vivere. » disse il dottore, in tono distaccato e professionale.
Vegeta strinse i pugni, la collera che gli deformava il viso.
« Non c’è possibilità? » ringhiò, faticando a mantenere un tono abbastanza neutro.
« Una. Se trovassimo un cuore disponibile, potremmo sostituire quello malfunzionante. Al momento, purtroppo, non ne abbiamo, quindi possiamo solo aspettare. Non le nascondo che le possibilità di trovarne uno in un lasso di tempo così breve siano scarse, se non inesistenti. »
Le unghie di Vegeta si conficcarono nei palmi, scavandovi piccoli solchi a forma di mezzaluna.
Lanciò un’occhiata alla porta semiaperta, da cui si intravvedeva il corpo esamine e scosso dagli spasmi di Goku.
Non sarebbe finita così, era una promessa.
 
Vegeta impugnò l’arma, il volto tramutato in una maschera di disperazione mista a determinazione.
Un tempo, quando era un sicario al servizio di Freezer, uccidere gli risultava facilissimo. Riusciva a guardare negli occhi disperati e colmi di lacrime delle sue vittime per poi affondare la lama nel loro petto, il tutto senza battere ciglio. Spesso piombava alle loro spalle come un’ombra, strappandole alla vita prima che potessero rendersi conto di quanto fosse accaduto. Era un’ombra nera che raggiungeva le sue vittime nel momento in cui esse si sentivano più al sicuro, come quando erano a letto, nella loro casa.
E tutto questo, anziché fargli provare disgusto per se stesso, gli piaceva, lo faceva sentire potente, nell’illusione di un ragazzo a cui la vita aveva tolto tutto troppo presto.
Era stato proprio durante uno dei suoi “lavori” che aveva conosciuto Goku. Era lui la sua vittima, rea di essere intervenuta durante un pestaggio a danni di un uomo che si era rifiutato di mettersi in affari con Freezer. Ancora oggi non sapeva cosa gli avesse impedito di attaccarlo alle spalle, cosa lo avesse spinto a specchiarsi in quegli occhi scuri così simili ai suoi. Aveva visto se stesso, in quegli occhi, la sua solitudine e i suoi tormenti, anche se nascosti dietro a un velo di gioia e ingenuità.
Da quando Goku – o Kakaroth, come lo aveva soprannominato per via della sua tuta arancione – lo aveva tirato fuori da quel circolo vizioso di omicidi, non era più stato in grado di fare del male a nessuno.
E adesso, che si trovava in condizioni di dover uccidere di nuovo, avrebbe voluto soltanto tornare quello di un tempo, fissare la luce spegnersi negli occhi di quello sconosciuto senza sentire le mani tremare, fermare il battito irregolare del suo cuore.
Cuore.
Kakaroth aveva bisogno di un cuore. E lui glielo avrebbe portato, a costo di sporcarsi nuovamente le mani con quel liquido vermiglio che aveva visto talmente tante volte da sentirsene ormai disgustato.
« Per favore… Pietà… » mormorò l’uomo che giaceva ai suoi piedi con numerosi lividi sul corpo e sul volto.
Pietà.
Kakaroth gli aveva insegnato il significato di quella parola con piccoli gesti, gli aveva inculcato quell’insulso vocabolo nel cervello, per poi radicarlo nel suo cuore. Lui, che aveva stroncato tante vite, aveva imparato cosa fosse l'amore, aveva capito come questo sentimento insulsio andasse rispettato e, soprattutto, vissuto.
Ma lui non avrebbe più potuto viverlo senza Kakaroth.
Alzò il coltello, pronto a colpire.
Era sempre stato dannatamente egoista e questo Kakaroth non era riuscito a cambiarlo. Ed era proprio per egoismo che stava tentando di salvarlo, per questo stava per macchiarsi nuovamente di omicidio, per non rimanere di nuovo solo.
Ne valeva la pena?
Il sorriso ingenuo di Kakaroth gli balenò davanti al volto, nitido come una fotografia, mentre la sua risata gioiosa gli rimbombò nelle orecchie.
Sì. Tutto per rivedere quel sorriso.
Fissò un istante gli occhi colmi di supplica dell’uomo e chiuse i propri, incapace di vedere la vita spegnersi in quelli dell’altro.
« Ti porterò un cuore, Kakaroth. » mormorò.
Affondò la lama, mentre l’ultimo gemito della sua vittima gli giungeva ovattato alle orecchie.
Aveva ucciso di nuovo.





Angolo Autrice

Piccola Goku/Vegeta altamente depressiva...
Non ho molto da dire, in effetti, solo che alla fin fine sono abbastanza soddisfatta. Diciamo che, per essere la mia prima AU, mi piace, ecco u.u
L'ho scritta di notte sul quaderno "delle emergenze", quello che tengo a portata di mano per appuntarci le mie idee in momenti in cui il computer non è dispobile. Era molto più confusionaria - ero morta di sonno, grazie tante - ma poi l'ho aggiustata un po' ed è uscito... Questo. 
Spero che vi piaccia, è solo una one-shot senza molte pretese ^^ Ho provato a "trasportare" la malattia di Goku nel nostro mondo, ecco, e ad immaginare una reazione diversa da parte di Vegeta.
Ringrazio chiunque abbia letto, fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va ^^
A presto!