Personaggi/pairing: Sirius Black/Grattastinchi
 Prompt: solitudine
 Rating: verde
 Genere: Malinconico, Introspettivo
 Note/Avvertimenti: pre-slash (? – non saprei come definirlo, ecco)
 NdA: è ambientata durante il terzo libro, quando Sirius viene rinchiuso nello studio di Vitious    in attesa dell’arrivo del Ministro e dei Dissennatori.


 
 
Attesa
 
 

I Dissennatori stanno arrivando, lo sai perché te lo ha detto Silente e perché lo puoi sentire sulla pelle che si sta accapponando e nella mente che ti urla di fuggire. Non crederanno alla tua innocenza, così come non ci hanno creduto la sera della morte di Jamie e Lily.

Sei solo nell’ufficio di Vitious, non c’è nessuno a farti compagnia. Nemmeno questa volta, proprio come dodici anni fa. La tua unica consolazione è che, almeno, Harry e Remus conoscono la verità. È l’unica cosa che conta, l’unica che davvero importa dopotutto.

Un muso peloso spunta da sotto la scrivania. Grattastinchi si avvicina, il capo chino, le fusa che gli fanno vibrare il pelo. Quel gatto rimarrà nei tuoi ricordi finché conserverai la capacità di intendere e di volere: è stato un amico fedele e sempre pronto ad aiutarti, una consolazione nei momenti difficili e un appiglio in quelli disperati. Proprio come in questo momento.

Si è fidato di te dal vostro primo incontro in riva al lago, quando ciondolavi alla ricerca di Peter nelle vesti di Felpato. Da quel momento in poi si è fatto carico dei tuoi problemi: ti ha creato le occasioni per agire indisturbato, ha provato a catturare quel maledetto sorcio per portartelo, ha perfino rubato quel bigliettino con le parole d’ordine per permetterti di entrare nel Dormitorio di Grifondoro. Ha fatto così tanto per te!

Grattastinchi capisce i tuoi sentimenti con una singola occhiata. Ti si siede in braccio e comincia a strusciarsi sulla logora uniforme da detenuto. Accarezzi pigramente il suo pelo fulvo, ricordando le volte che lo hai fatto di notte nella Foresta Proibita, quando ti sentivi tradito e abbandonato dal mondo, quando quella pelliccia morbida era tutto ciò che volevi al mondo. In quei momenti con lui, quella sensazione di essere ormai solo al mondo si acquietava un po’ e non potevi chiedere di meglio. I suoi occhi gialli e le sue gambe storte sono stati, per quasi un anno, tutto ciò che ti serviva, tutto ciò di cui potevi avere bisogno.

Senti il rumore di passi veloci che si avvicinano. Tu e Grattastinchi vi scambiate un ultimo triste sguardo prima che lui ti lasci al tuo destino. Sai che, se potesse, rimarrebbe lì con te fino alla fine ma non può.

Sospiri mentre lo vedi tornare al suo nascondiglio e rimani lì seduto ad aspettare come hai fatto negli ultimi dodici anni.


Fine


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