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Autore: ChibyLilla    11/07/2013    2 recensioni
[SPOILER S3]
Una specie di Missing Moment dell'episodio 3x06
Dal testo:
Fu in quel momento che Scott percepì qualcosa.
Scavalcando le gambe di Allison con uno scatto si diresse alla porta posteriore del bus.
“Scott, dove vai?!”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ethan, Scott McCall
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ALONE

“Non farlo mai più!” sussurrò Allison all’orecchio di Scott: “Ci hai spaventati a morte.” A giudicare dal suo battito cardiaco, Scott poteva giurare che la sua preoccupazione avesse ben poco a che fare con una semplice amicizia. Se fossero stati soli probabilmente l’avrebbe baciata.

Due sedili più avanti, sulla destra Lydia fingeva di dormire: avevo scelto di comportarsi così per non affrontare Stiles, seduto appena dietro di lei, pronto a cogliere ogni suo movimento. Lydia aveva paura di dovergli spiegare perché si era gettata su di lui, nonostante lui l’avesse accusata di essere una pazza omicida. Non sapeva per quale motivo poteva sentire voci di morti né capiva perché era in grado di percepire il pericolo; ma, se da un lato la cosa la spaventava a morte, dall’altro la rendeva felice perché per la prima volta poteva essere utile a qualcuno che non fosse se stessa. Aspetto che Stiles sembrava non aver considerato. E dire che lei stava iniziando a trovarlo interessante!

Isaac e Boyd, isolati rispetto agli altri, erano persi nei propri pensieri, cercando ancora una spiegazione razionale a quanto accaduto meno di mezz’ora prima.

“Sembra di essere finiti in un dannato film dell’orrore!” sbottò Stiles ad un certo punto, richiamando l’attenzione generale: “Avete presente Non aprite quella porta? Ecco! Siamo finiti in Non entrate in quel Motel. E ci siamo entrati.” Inutile dire che tutti lo fissarono un po’ perplessi: forse troppe emozioni gli avevano davvero fritto il cervello.

Fu in quel momento che Scott percepì qualcosa.

Scavalcando le gambe di Allison con uno scatto si diresse alla porta posteriore del bus.

“Scott, dove vai?!” domandò Allison apprensiva, mentre Stiles si alzava in piedi a sua volta, pronto a seguire l’amico, dovunque fosse diretto.

“Devo solo …” sporgendosi appena in avanti Scott distinse il profilo di Ethan, seduto a terra, con le spalle contro la lamiera del bus: “ … fare una cosa.”

Scese, lanciando loro un classico sguardo alla Scott, quello sguardo che dice Ho tutto sotto controllo. Non muovetevi da qui.

“Quel ragazzo ha qualcosa che non va!” commentò Boyd, guadagnandosi un’occhiataccia generale.

Scott si avvicinò all’alpha, inginocchiandosi di fronte a lui e mettendogli una mano sulla spalla; Ethan sobbalzò aprendo gli occhi e fissandolo smarrito.

“Non volevo spaventarti!” tentò Scott con un sorriso sbieco sulle labbra.

“Cosa vuoi?”

“Sapere come stai. Quello che è successo oggi … è stato strano per tutti.”

Ethan ringhiò un veloce “Sto bene,” e Scott si rese conto di come il battito del suo cuore, che fino a pochi secondi fa sembrava potergli uscire dal petto, si fosse calmato. Come se Ethan stesse cercando di controllare le proprie emozioni di fronte a lui.

Scott iniziò a sentire le proprie gambe indolenzite, così si sedette accanto ad Ethan, la mano sempre ferma sulla sua spalla: “Hai deciso comunque di venire qui.”

“No sapevo ci foste voi.” E questo la diceva lunga su quanto poco lucido fosse Ethan in quel momento.

A dispetto di ciò che aveva detto in precedenza – perché si, Scott ricordava parola per parola quello che aveva confessato con le lacrime agli occhi ed un razzo tra le mani – lui non era nessuno. Lui era qualcuno per Stiles, per Lydia e per Allison che lo avevano salvato e che in quel momento erano lì per lui. forse perfino per Isaac e Boyd Scott era diventato importante.

Ethan invece era solo in quel momento e se era vivo era solo per un po’ di fortuna e per il buon senso di Stiles che, per una volta, era riuscito a mettere da parte il suo lato infantile e sconsiderato.

“Ormai sei qui, tanto vale unirti a noi!” tentò.

“Stai scherzando, vero?”

A dispetto del modo scorbutico in cui Ethan si era sottratto al suo tocco e all’espressione rabbiosa dipinta sul suo volto, Scott era certo che l’idea di essere in compagnia l’avesse in qualche modo rilassato.

In fondo, si disse Scott, per quanto spavaldo ed arrogante, Ethan era pur sempre un ragazzo di diciassette anni che aveva appena tentato il suicidio.

“Possiamo restare qui, se vuoi,” riprese, cercando una posizione meno scomoda: “Ma fa piuttosto freddo e non sono ancora certo che i lupi siano immuni al raffreddore!”

Quando Ethan sorrise, Scott si alzò, tendendogli una mano. Ethan l’accettò leggermente impacciato: “comunque si.”

“Cosa?”

“I lupi sono immuni al raffreddore.”

Appena mise piede nel bus, Ethan avvertì tutti gli occhi su di sé e rimpianse di non essere rimasto fuori. Scott aveva capito che la loro conversazione era stata spiata dai compagni e non sapeva se esserne o meno sorpreso.

Ethan scelse di sedersi in silenzio sugli ultimi posti a sinistra, la schiena contro la parete laterale, le gambe sul sediolino adiacente. Improvvisamente era stanco.

“Oh, insomma!” Dopo una manciata di minuti di imbarazzante silenzio, finalmente qualcuno si era deciso a parlare. E quel qualcuno era ovviamente Stiles: “A me non va proprio di restare qui, a mezzo metro da qualcuno che può uccidermi se mi addormento!” confessò, forse un po’ troppo sinceramente.

“Andiamo, Stiles …”

“No, Scott, in realtà ha ragione secondo me.”

Allison si chiese se le parole di Lydia fossero sincere o se si trattasse di un modo per compiacere Stiles: la situazione tra i due era al momento piuttosto complicata e Lydia era a volte troppo impulsiva.

“Disse quella che va a letto col fratello!” Tutti, Ethan compreso, si stupirono del commento di Isaac. O forse proprio del fatto che fosse stato Isaac a farlo.

“Smettetela tutti quanti!” tuonò Scott e per un momento ebbe la sensazione che gli altri gli avessero dato ascolto.

“Senti, Scott, sai che odio contraddirti, ma proprio non mi va di stare qui con lui. E poi guardalo: non prova neanche a discolparsi!”

Sentendosi chiamato in causa, Ethan finalmente riuscì ad articolare qualche parola, con un tono al confine tra ironico e sincero: “Mi dispiace darti fastidio, Stiles e …”

“E allora perché sei ancora qui?”

Ethan si strinse nelle spalle, lasciandosi sfuggire uno sguardo da lupacchiotto bastonato, mentre la voce di Scott echeggiava nel buio della notte: “Smettila, Stiles!”

A voce pacata aggiunse: “Ethan resta qui e non se ne parla. Tra qualche ora sarà giorno, quindi Buonanotte!”

 

Finalmente Stiles tacque, consapevole che Ethan avesse fatto cadere Scott nella sua trappola.

 

Chiby’s

Ed eccoci qui!
Questa shot nasce perché, dopo aver visto l’episodio, mi sono chiesta: Per quale motivo tutti insieme appassionatamente ed Ethan solo soletto? Magari sarà tornato d Danny (e purtroppo possiamo solo immaginare cosa hanno fatto …) ma è rimasto nel motel.

E la mia mente ha elaborato questo sgorbietto.

Ci tengo solo a dire che mi dispiace per Stiles, l’ho fatto passare per il cattivo della situazione, dopo che nell’episodio si è impegnato tanto per salvare proprio Ethan! Non so da dove mi sia venuto! In mia discolpa dico solo: ricordate che nella prima stagione voleva che Scott lasciasse morire Derek? Mettiamola così: è un po’ diffidente con chi non conosce!

Quanto al finale invece … anche quello non era programmato, ma siccome Ethan mi stava sfociando nell’OOC ho deciso di lasciare a voi la scelta: il suo è tutto un trucco per avere la fiducia di Scott, o Stiles è il solito paranoico?

  
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