Cap 8
Zoro si
allenava senza sosta; fin da piccolo aveva notato
che la fatica lo aiutava a non pensare e, se c’era una cosa
di cui aveva
bisogno in quel momento, era sicuramente liberare la mente. Non sapeva
bene
perché, ma la smania di buttare un occhio verso la zona
notte, in cui Keira e
quel medicastro si erano eclissati più di un’ora
prima, era fastidiosamente
forte. Insomma, quella ragazzina poteva fare ciò che
preferiva, non era mica
affar suo, perché allora gli avevano dato così
fastidio tutti quei commenti e quelle
risatine in cucina?
-
Perché non sono altro che delle pettegole. –
borbottò,
rispondendosi da solo e menando un fendente ad un’immaginaria
sagoma di Law.
Una risata
femminile, proveniente dal corridoio alle sue
spalle, lo spinse ad interrompere momentaneamente
l’allenamento e a voltarsi.
Keira e Law stavano tornando sul ponte, lui le stava sussurrando
qualcosa
all’orecchio e, a giudicare da come lei rideva, probabilmente
si trattava di
qualcosa di incredibilmente divertente.
Aggrottò
la fronte, sistemandosi meglio la bandana e
sforzandosi d’ignorarli.
Si diressero
verso il parapetto della nave, proprio dove Law
aveva assicurato la passerella che gli avrebbe permesso di tornare al
suo
sottomarino, e il chirurgo si chinò a depositarle un bacio
all’angolo della
bocca, accarezzandole lievemente una guancia e rivolgendo un beffardo
cenno di
saluto all’indirizzo dello spadaccino tornato a menare
fendenti.
- Finalmente si
è tolto dai piedi. – commentò,
rinfoderando
le spade e sedendosi a terra, la schiena poggiata contro la parete di
legno.
- Potresti
anche sforzarti di essere gentile con gli ospiti.
– lo rimbeccò, fulminandolo con una delle sue
solite occhiatacce, che per
inciso sembravano essere rivolte unicamente a lui.
- Lo farei se
si trattasse di ospiti graditi.
–
La spadaccina
alzò gli occhi al cielo, sbuffando
platealmente e sedendosi sulla balaustra.
- Sei
insopportabile quando ti ci metti, lo sai? –
- Tu anche
quando non ti ci metti. – replicò a tono.
Un altro
sbuffo, seguito da uno sventolio di capelli che,
grazie alla brezza marina, portò alle narici del ragazzo un
lieve sentore di
cannella misto a qualche altro odore per lui irriconoscibile: - Mi
domando
perché perdo ancora tempo a parlare con uno come te.
–
-
Già, immagino che Law sia di gran lunga più
divertente, a
giudicare da come starnazzavi poco fa. –
Keira
assottigliò lo sguardo, irritata: - Io non starnazzo
mai. –
Il verso
incredulo che ricevette in risposta la fece
imbestialire ancora di più. In un attimo era in piedi, la
spada sfoderata e la
lama ad un centimetro dalla faccia di Zoro.
Lo spadaccino
si riprese in fretta dalla sorpresa ed
incrociò la lama con la sua.
- Sei
incredibilmente irritante. –
- E tu saresti
capace di far scappare la pazienza ad un
santo. –
Un affondo ed
una parata.
- Sei un
testone. –
- E tu
un’insopportabile ragazzina. –
Altro affondo,
questa volta del ragazzo, e nuova parata.
- Buzzurro.
–
- Acida.
–
- Marimo.
–
- Serpe.
–
Interruppero lo
scambio di colpi e d’insulti solo quando si
ritrovarono addossati alla balaustra, lei con la schiena schiacciata
contro il
legno e lui con il petto a ridosso del suo. Erano fronte contro fronte,
le
labbra che quasi si sfioravano e alla
ragazza venne naturale annullare la distanza che li separava e
coinvolgerlo in
un bacio mozzafiato. Dopo un istante d’incertezza, lo
spadaccino ricambiò,
venendo però respinto subito dopo.
- Non farti
strane idee, Zoro, tu continui a non piacermi. –
- Neanche tu.
–
- Bene.
–
- Benissimo.
–
Questa volta fu
lui a baciarla, aspettandosi una resistenza che
non trovò. Doveva ammettere che la ragazzina ci sapeva fare,
baciava in modo
incredibile.
Si separarono
udendo un rumore di passi che veniva nella
loro direzione. Keira riacquistò la solita compostezza e gli
rivolse
un’occhiata ammonitrice: guai a lui se avesse detto anche una
sola parola su
quei brevi momenti che avevano condiviso.
- Ragazzi, ma
allora eravate qui, vi ho cercato ovunque. –
- Ma se questo
è stato il primo posto dove abbiamo guardato.
– obiettò Rubber, lanciando un’occhiata
perplessa a Roxanne, che per tutta
risposta scoppiò a ridere: non c’era nulla da
fare, quel ragazzo era di una
sincerità disarmante.
-
D’accordo, magari non li abbiamo proprio cercati ovunque,
ma resta il fatto che li stavamo cercando. –
- Giusto. Ho
sentito dire che Shanks si trova nelle South
Island, facciamo rotta lì e saremo a terra prima di sera.
– annunciò Rubber,
contento di aver trovato il modo per sdebitarsi della pazienza della
sua nuova
compagna di viaggi, che sembrava essere l’unica a non trovare
motivi per
rimproverarlo.
- Sta bene,
svegliatemi quando arriviamo a destinazione. –
replicò Keira, soffocando uno sbadiglio e
tornando verso la zona notte, Zoro la seguì
annunciando che anche lui ne
avrebbe approfittato per farsi una dormita.
La ragazza
percorse un paio di metri, consapevole del fatto
che lo spadaccino la stava seguendo.
- Non mi piace
essere seguita. –
- Non ti stavo
seguendo. Sei paranoica. –
Si
girò a guardarlo, inarcando beffardamente un
sopracciglio: - A no? E dimmi, perché hai oltrepassato la
tua cabina? –
A quelle parole
Zoro si voltò alle sue spalle: possibile che
fosse effettivamente passato oltre senza accorgersene? No,
l’unica cabina che
avevano passato era quella di Frankie. Keira rise divertita, ancora
più dallo
sguardo piccato del ragazzo. Non ci poteva credere,
gliel’aveva fatta un’altra
volta.
- Credi a tutto
ciò che ti dicono, testa verde? –
- Infida serpe.
–
La spadaccina
mosse le mani ad indicare che stava solo chiacchierando,
senza concludere nulla di fatto: - Sei ripetitivo. –
- E tu
insopporta… -
Non concluse la
frase perché Keira lo zittì con un bacio.
- Questo per
cosa era? – domandò perplesso.
-
Perché mi andava… ma non farci
l’abitudine, chiaro? –
Detto
ciò entrò nella cabina e gli chiuse praticamente
la
porta in faccia, colpendolo lievemente sul naso.
- Ahia.
–
Dall’altra
parte giunse la risata della ragazza.
Quella era
tutta matta, pensò, mentre un sorriso divertito
gli increspava le labbra.
*****
Erano da poco
passate le sette quando attraccarono. Questa
volta non si separarono e si diressero compatti verso la locanda
principale
dell’isola. Presero posto ad un tavolo in un angolo riparato,
da cui era
possibile sorvegliare tutta l’area circostante, in questo
modo non si sarebbero
persi l’arrivo del Rosso e del resto della sua ciurma.
Mentre
attendevano che Rubber finisse di elencare le decine
di portate che desiderava provare, Keira lasciò vagare lo
sguardo lungo la
sala, esaminando gli avventori. Il suo sguardo venne attratto da una
sagoma
seduta nell’angolo opposto, interamente vestita di nero e con
un mantello
drappeggiato su una sola spalla; alla cintura portava quella che aveva
tutta l’aria
di essere una fondina e sulle spalle, assicurate con un sistema
ascellare ad
incrocio, erano seminascoste le else di due spade.
Riconobbe la
scritta incisa sull’elsa di destra:
“Reaper”.
Sì,
non aveva alcun dubbio: sapeva perfettamente di chi si
trattava. Sfoderò una delle spade, calibrandola per cercare
il miglior
bilanciamento possibile e la lanciò verso
l’individuo. La lama non centrò mai
il bersaglio, bloccata da una stoccata fulminea che ne deviò
la traiettoria,
facendola cadere a terra, a pochi centimetri dai suoi piedi.
L’uomo si voltò
nella sua direzione, abbagliandola con uno sguardo a metà
tra il sarcastico ed
il divertito; le fece un lieve cenno: un invito ad avvicinarsi.
Sotto gli
sguardi sbalorditi e confusi dei suoi compagni di
viaggio, sul volto della ragazza si dipinse un ghigno divertito e
assecondò
immediatamente la richiesta.
Spazio autrice:
Eccomi
finalmente con il nuovo capitolo… e il primo bacio
tra Zoro e Keira, ma se sperate che adesso le cose tra loro due
comincino ad
andare bene, vi state illudendo, perché io sono una
personcina molto cattiva
quindi non posso rendere le cose troppo rosa e fiori u.u. Chi
sarà mai il
misterioso individuo della locanda? Non vi dico nulla, ma vi anticipo
che è un
personaggio presente in un’altra mia long… Chi
sarà mai? Si accettano
scommesse. Al prossimo capitolo.
Baci baci,