Due gambe lisce e affusolate
attraversarono svelte il lungo corridoio rivestito di marmo verde e illuminato
da soffuse luci al neon.
I minuti tacchi picchiettavano con
regolarità sul pavimento bianco lattice, mentre il candido camice ornato di
bordi rossi ondeggiava e colpiva il corpo asciutto e longilineo della
ragazza.
I capelli di una strana tonalità rosa
confetto, erano stati imprigionati sotto uno sfarzoso fiocco rosso, e le ciocche
sfuggitegli dalla coda, le ricadevano delicatamente sul ovale ben delineato del
viso.
Sul volto invece, dei sottili occhiali
cinti d’argento, le facevano risaltare gli occhi di un acceso verde
smeraldo.
Si muoveva con innaturale eleganza,
alcune boccette contenenti del liquido verde strette in una mano pallida si
stavano mescolando animatamente, mentre lei attraversava l’afoso corridoio fino
a raggiungere la stanza principale: una porta d’ebano con maniglie di ottone
raffiguranti teste di grifone si aprì cigolando lasciando così lo spazio alla
giovane donna di entrare.
Era una stanza enorme, illuminata
fiocamente da una lampada immensa ancorata al soffitto che emetteva una
sgradevole luce verde.
Affaccendati e sparsi per tutta la
stanza, stavano uomini vestiti di bianco come lei, tutti piegati su microscopi a
raggio atomico o su boccette dall’equivocabile contenuto; i camici bianchi
decorati di rosso svolazzavano da una parta all’altra seguendo i ritmi frenetici
dei propri proprietari.
La ragazza ignorando il consueto caos che
regnava da anni in questa organizzazione avanzò sicura verso la sua meta: verso
quello che sembrava il capo.
< Sakura!!! > urlò soddisfatta una
ragazza (donna) dai capelli biondi e uno strano rombo azzurro sulla fronte,
accortasi della presenza della ragazza al suo fianco. Il camice non era bianco
come quelle degli altri scienziati che lavoravano lì, bensì un lungo camice
verde che le copriva le gambe ma che lasciava scoperto comunque il prosperoso
seno.
“Tsunade-hime le ho portato quello che
desiderava vedere” esordì concisamente la ventenne allungando le braccia e
porgendo alla sua interlocutrice le misteriose fiale contenenti quel liquido
brillante.
La donna dagli occhi color nocciola
afferrò con attenzione le ampolle che la assistente dai capelli rosa le porgeva
e prese a rigirarle tra le mani, poi con un veloce gioco di dita, aprì la
chiusura di queste e ne assorbì con una pompetta alcune gocce che depositò sullo
spazio del microscopio atomico.
Con calma si inclinò sul microscopio e
prese ad osservare con concentrazione il composto; poi un sorriso le increspò le
labbra rosate, sbatté le mani sul tavolo entusiasta < Bel lavoro Sakura!!!
Sei stata eccezionale hai lavorato duro e sei riuscita a regalarci la formula
chimica che riuscirà a rimpiazzare il caro petrolio! > e mentre un applauso
generale esplodeva nella stanza miste a facce di gelosi o di persone felici,
contente di non dover fare più le ora piccole, la ragazzina dai capelli rosa
arrossiva vistosamente, ricordandosi la sua vita prima di essere stata raccolta
dalle strade delle periferie cittadine assieme alla sua
bambina…
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Ricordati Sasuke ora non puoi più
sbagliare… eliminali!
Scusatemi se è tanto corto è un piccolo prologo per entrare nel vivo della vicenda.
prometto che il prossimo sarà molto più
lungo.
Spero vivamente che piaccia e se volete lasciate qualche recensione visto che fa sempre molto piacere fatelo!!!
Grazie.
Baci
Sakuchia92