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Autore: rotondum    12/07/2013    1 recensioni
Amare non era certo una passeggiata, eppure lei credeva –sapeva- di saperlo fare come nessun’altro al mondo. Lei sapeva donare agli altri il suo affetto, e sapeva distinguere l’amare dal voler bene; non avrebbe tradito per nessun motivo al mondo, perché lei era capace di amare.
[Aki!centric | EndoAki one-sided]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Silvia/Aki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Cenerentola che perse la scarpetta
Prompt: ///
Rating: verde
Avvertimenti: ///
Lunghezza: 528 parole
Personaggi: Aki Kino
Pairing: implied!EndoAki

Note: allora, allora, allora. Prima di tutto, grazie di cuore se siete arrivati qui in fondo, significa che avete avuto il coraggio di leggere le cazzate riflessioni di una povera autrice in erba e la cosa non può che farmi felice **/ porge rose
Poi, parliamo un po’ della fic. L’idea mi è venuta guardando un’immagine che adesso non ho voglia di postare perché non trovo più(?), ma che comunque ho anche come sfondo di ask e che mi ha sempre trasmesso malinconia- e il fatto della scarpetta rotta si riferisce all’episodio in cui gli inglesi invitano l’Inazuma ad una serata di gala, ad Aki si rompe appunto la scarpetta del vestito ed Endou si offre di portarla in spalle: l’ultima scena è infatti presa da lì. La EndoAki è così carina, uh, e nell’anime ci sono anche abbastanza spunti, quindi non capisco perché è così poco trattata-
Questa shot l’ho scritta ieri sera da mia nonna visto che tanto non avevo la connessione e quindi niente da fare(?) e ho speso ben un’ora e mezza del mio tempo a finirla- sì, una schifezza del genere. Bello, eh?
522 parole –escluse le note-, mentre mia zia e una sua amica urlavano come delle oche strozzate guardando la TV e m’impedivano di concentrarmi— e ora che ci penso dovrei finire la fic per il contest di Rie e Au, uh.(?)
… Ok, ho rotto abbastanza. Mi dileguo-
VI AMO RICORDATEVELO EH






 La scarpetta di cristallo si è rotta.

 Come Cenerentola

Faceva freddo, quel pomeriggio.

Aki osservava il sole tramontare sul mare con sguardo melanconico, avvolta nella sua divisa scolastica e in una leggera sciarpa bianca.
Un venticello fresco le scompigliava i capelli verde oliva, e il suo sguardo pareva triste e malinconico; i suoi occhi erano leggermente arrossati, le sue guance lievemente imporporate.
Seduta su una panchina che si affacciava sulla spiaggia, in completa solitudine, la ragazza sembrava rapita dai suoi pensieri. Lo stridere dei gabbiani le fece alzare gli occhi al cielo, diventato color pesca grazie al tramonto.
Strinse tra le dita la scarpetta rotta del suo vestito preferito ormai inutilizzabile, mentre i suoi occhi si assottigliavano e i suoi denti andavano a mordicchiare il labbro inferiore.
Perché era tutto così difficile?
Se lo chiedeva da tempo, la manager.
Perché non era tutto come nelle favole?
Amare non era certo una passeggiata, eppure lei credeva –sapeva- di saperlo fare come nessun’altro al mondo. Lei sapeva donare agli altri il suo affetto, e sapeva distinguere l’amare dal voler bene; non avrebbe tradito per nessun motivo al mondo, perché lei era capace di amare.
E allora perché quello che otteneva in cambio era solo sofferenza?
Ogni volta che il suo sguardo vagava, e puntualmente si puntava su di lui, lei gli parlava, non verbalmente, ma con gli occhi.
Perché non mi noti?, diceva, perché non mi guardi, mi sorridi e ti avvicini? Io sono qui, voglio solo un tuo abbraccio.
E ogni volta, lui non accennava a volerla ascoltare; parlava, scherzava e rideva, rivolgeva i suoi sorrisi a chiunque meno che a lei, forse la persona che li desiderava più di tutti.
All’improvviso le vennero in mente quei film smielati che tanto amava Rika, quelli in cui tutto si risolveva con una dichiarazione ovviamente corrisposta o con un bacio al tramonto. Al tramonto.
Il pensiero le fece incurvare le labbra in un sorriso divertito, seppur dentro di se continuava a sentirsi così tanto amareggiata.
Com’era ironica, la vita. Prima la illudeva con dolci parole e promesse destinate all’eternità, poi le toglieva bruscamente tutto ciò in cui credeva e sperava, facendole capire che non esistevano lieto fini, che niente sarebbe mai andato come sognava e che non bastava saper amare per essere felici.
Come cenerentola, aveva perso la scarpetta.
Come cenerentola, stava ancora aspettando il suo principe azzurro.
Come cenerentola, voleva il suo lieto fine.
Ma non sarebbe arrivata nessuna fatina ad aiutarla, lei lo sapeva; sarebbe dovuta andare avanti da sola, lottare per non soffrire.
La scarpetta di cristallo si era rotta, infranta come i suoi sogni e le sue speranze, e non si sarebbe più aggiustata.
Una lingua di vento gelido la fece rabbrividire, risvegliandola da uno stato di trance. Guardò il mare e scoprì che il sole era tramontato quasi del tutto: tra poco avrebbe fatto buio.
Un sospiro le sfuggì dalla labbra, mentre faceva forza sulle braccia per alzarsi.
Poi vide passare davanti a lei un Endou sorridente, con un’Aki ridente a cavalluccio sulle sue spalle.
L’ombra di un sorriso si dipinse sul suo volto, mentre si voltava per continuare a guardarli correre.
Chissà, probabilmente si era sognata tutto.

 

  
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