~E se Sasuke fosse…~

 


Se Sasuke fosse un mostro sarebbe sicuramente un vampiro.
 
Già se lo immaginava: la pelle perfettamente candida e pura, tipica di uno che non invecchia mai; i capelli così neri da confondersi con le tenebre della notte, per poter meglio circolare nei vicoli della città alla ricerca di vittime; lo sguardo freddo e incantatore, capace di costringerti a fare qualsiasi cosa lui voglia; i riflessi sempre pronti e allerta, che scattano non appena avvertono anche un minimo spostamento d’aria; un ghigno strafottente, così diabolico da poter celare benissimo un paio di canini aguzzi assetati di sangue.
Sarebbe stato perfetto nel ruolo di principe della notte.
 

Sakura rabbrividì al pensiero.

 
Sarebbe stato anche estremamente sexy.
E dannatamente irresistibile.
Chissà quante ragazze si sarebbero lasciate del tutto volontariamente prosciugare…
Sicuramente un sacco.
D’altronde si parla di Sas’ke-kun.
Vampiro o non vampiro ha sempre fascino, ammettiamolo.
Magari anche lei sarebbe potuta essere una delle sue vittime…
 

Arrossì di colpo.

 
Era già buio.
Aveva fatto tardi a causa di alcuni impegni e si affrettava a tornare a casa.
Per arrivare prima avrebbe preso una scorciatoia, il classico vicoletto illuminato da un solo lampione che va a tratti e dove non passa mai nessuno, perfetto per un vampiro.
Si sarebbe sentita seguita da qualcuno –lui- ma avrebbe continuato ad andare avanti, magari affrettando solo un po’ il passo.
Ad un certo punto avrebbe percepito qualcosa toccarla, allora si sarebbe fermata di colpo cominciando a guardarsi intorno, forse gridando una frase del tipo “So che ci sei, vieni fuori!”.
 

-Sakura…-

 
Lui le sarebbe spuntato di colpo alle spalle.
Lei sarebbe rimasta immobile, -fingendo di essere- spaventata.
Lui sicuramente avrebbe sussurrato il suo nome in modo lento e –decisamente- provocante.
 

-…Sakura…-

 
Avrebbe avvicinato la bocca alla sua gola, spostando leggermente i capelli che lo ostacolavano con le sue mani gelide.
Avrebbe tirato fuori i canini aguzzi, pronto ad azzannarla.
Poteva sentire il suo respiro caldo sul collo.
 

-…Sakura…-

 
Poi, prima di dare inizio all’opera, l’avrebbe rassicurata con qualche parola di circostanza.
Infine, sussurrando ancora un’ultima volta il suo nome, l’avrebbe presa e…
 

-Ehi, Sakura! Ci sei?-

 
Sakura fu riportata alla realtà dalla voce di Naruto che la scuoteva leggermente prendendola per le spalle.
Sasuke la guardava dall’altra parte del tavolo con aria strana.
-Tutto bene… Sakura?-
Al sentire Sasuke pronunciare il suo nome in quel modo ripensò immediatamente al sogno ad occhi aperti che aveva appena fatto.
Divenne rossa da cima a fondo e, dopo essersi alzata, in tutta fretta corse a chiudersi in bagno.
Non sarebbe più stata in grado di guardarlo in faccia per il resto della sua vita.
 

-Teme, che le hai fatto questa volta?-
-Io non le ho fatto proprio niente, testa quadra di un dobe.-
-Si certo, come no. Quando Sakura fa così è sempre colpa tua! Sicuramente è per
quella correzione che le hai fatto prima riguardo l’esercizio di algebra-
-Tsk.-