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Autore: _Hikari    12/07/2013    3 recensioni
La paura può essere definita istinto di conservazione.
La paura può essere ciò che ci blocca.
La paura ci può negare occasioni, possibilità.
La paura può essere sconfitta oppure può divenire un’ossessione.
La paura può corrodere, può salvare, può renderci prigionieri di noi stessi.
La paura è una contraddizione.
Tutti ne hanno una, se non adesso allora prima. Jane compresa.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga, Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Imperium sanguis.'
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Ombre.

Ombre.
Tante ombre che venivano plasmate dalla sua mente.
Ombre oscure, ombre accanto a lei, ombre nemiche.
La bambina piagnucolò: c’era qualcosa che si stava muovendo, ed era vicina.
Il pavimento scricchiolò.
Si stava avvicinando.
Non sapeva dargli un nome ben preciso, sapeva solo che le avrebbe fatto del male.
L’oscurità fa sempre del male.
Sussultò al rumore delle fronde degli alberi che, come fruste, si agitavano al vento senza pace. Poi rivolse uno sguardo speranzoso al suo fianco.
Solo quel tratto di giaciglio che il suo corpicino non riusciva ad occupare.
Nessun calore: solo freddo al contatto con la pelle.
Un altro cigolio.
Si strinse di più all’inutile coperta.
Lana grezza.
Sospirò.
Dei passi estranei.
Troppo pesanti per essere di sua madre, troppo leggeri per essere di suo padre.
Un vuoto allo stomaco. Era solo il senso di perdita che la attagliava.
Le lacrime iniziarono a rigarle il volto. Le assaporò: sapevano di sale.
Sbatté le palpebre per evitare che diventassero copiose.
Un altro sogno che si infrangeva, come le onde contro gli scogli di quell’estensione d’acqua che non avrebbe mai visto. Di quei giochi di luce che non avrebbe mai ammirato.
Si immobilizzò. Chissà, forse se fosse stata brava le ombre non le avrebbero dato importanza.
Chiuse gli occhi.
Alec.
Lui come stava?
No, le tenebre non l’avrebbero preso, lui era buono.
Un rumore proveniente dall’esterno.
Alec.
Una volta si sarebbe alzata ed avrebbe stretto i piccoli pugni per poi correre nella sua stanza.
Ma adesso le ombre erano troppo pericolose.
Aprì gli occhi; si voltò verso la parete. L’immobilità della superficie era rassicurante.
La fissò.
Doveva diventare più forte delle ombre, così non le avrebbe più temute.
 
Un grido, dei lamenti.
Una perversa soddisfazione.
Adesso Jane non ha più paura delle figure che si stagliano sul pavimento.
Adesso è tenebra anche lei.

 
 







Dream’s corner: mi mancava scrivere sui Volturi.
Allora, quasi tutta la Flashfic è ambientata durante la prima notte di Jane all’orfanotrofio mentre la seconda è il dopo un po’ dark (l’utilizzo del passato prossimo è una mia scelta).
Non penso che ci sia molto da dire, il 19. 07. 2012 è il giorno in cui mi sono iscritta su Efp e la mia prima storia è stata su questa piccoletta, quindi, come festeggiare se non scrivendone un’altra? Sono un po’ in anticipo, ma non mi importa. Aspettare una data mi dà ansia (perché di conseguenza un’altra si avvicina, odio settembre con tutto il cuore) ed io voglio stare in pace con il mondo, per cui, anticipo. ù.ù
Grazie di aver letto, vi invito a recensire. ^^
D.
   
 
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