Eccomiiii!!! Ho finito
questo capitolo di corsa, ma mettendoci tutta me stessa, perché...
Perché...
...
...Margaron, buon compleanno!! ^***^;;;
tvb, chu~! Non ho trovato una carta da regali adatta... ma ti prego di accettare
lo stesso questo mio pensiero. ç*ç;
Piece XVI ~ Piano.
Sayo si tolse il grembiule, fissando incerta il dolce che aveva appena finito di
preparare.
“Mi sembra un ottimo risultato, per essere la tua prima volta,” le disse
gentilmente Watari,
accanto a lei.
La ragazza aggrottò la fronte: ottimo lavoro? Dove lo vedeva? Quella torta non era davvero nulla di speciale. E poi, la sua abilità nel fare le
decorazioni era a dir poco penosa: i ciuffetti di panna erano tutti sbilenchi, ed pezzetti di
fragola avevano ognuno una grandezza diversa.
“A me sembra orrenda,” commentò disgustata.
”Prima di dirlo, dovresti assaggiarla,” osservò Watari in tono cortese. Stava
decorando la sua torta, che a differenza di quella di Sayo, sembrava appena
uscita da una pasticceria di lusso.
”Non ne ho il coraggio”.
”Eppure non hai sbagliato nulla; ti ho osservato per tutto il tempo, e hai
seguito alla perfezione tutte le mie istruzioni”.
”Ma non va bene. A me non va mai bene niente, quindi
anche questa non va bene,” dichiarò la ragazza, in modo quasi infantile. La sua voce era leggermente incrinata.
"Se non vuoi provarla tu, potresti chiedere a Ryuzaki," propose
l'anziano, sempre nello stesso tono gentile e paziente, continuando con le sue
decorazioni. "Sai, lui è-"
”No!” gridò di colpo Sayo. Watari, per la sorpresa, sollevò la testa dal suo
lavoro. “S-Scusa, Watari. E' che…è meglio di no,” concluse lei, la voce sempre
più bassa e gli occhi sempre più lucidi.
"E' un peccato," commentò Watari, tornando alle sue decorazioni, mentre lei
raccoglieva il dolce dal tavolo e si dirigeva mesta verso la pattumiera. Destino
volle che la porta delle cucine si spalancò proprio mentre Sayo vi stava
passando davanti: spaventata dal rumore improvviso, la ragazza balzò indietro, ma nel farlo perse la presa sul vassoio
che reggeva, che rischiò di cadere. L, che nel frattempo era entrato velocemente
dalla porta, si mosse d'istinto per raccoglierlo al volo, ma dovettero passare
parecchi secondi prima che capisse perché si ritrovava quella torta fra
le mani.
Watari, con un sospiro di sollievo, sistemò sul suo dolce l'ultima fragola,
quindi si
tolse anche lui il grembiule, per poi passarsi una mano sulla fronte.
L e Sayo, frattanto, erano perfettamente immobili nelle loro posizioni:
ognuno fissava l'altro come se fosse stato un fantasma.
Alla fine, la ragazza poggiò il piede che teneva sollevato a terra, indietreggiando di un passo.
”Che cosa…”
”…ci fai tu qui..?!” concluse L, risollevandosi con il vassoio in mano. Ma prima che
potesse aggiungere altro, Watari tossicchiò, attirando la sua attenzione.
"Sono stato io a chiederglielo, Ryuzaki," ammise, pacato. "Non è colpa sua. Non voleva neanche venire,
in realtà. Ho
insistito io".
"Gliel'hai chiesto tu...?" ripeté L, sbarrando gli occhi fin quasi
all'inverosimile: da quando in qua Watari faceva proposte del genere a delle
persone sconosciute e... dava loro del tu? Watari era solitario e riservato
quanto lui, se non di più. Non aveva mai dato confidenza a nessuno, senza un
motivo preciso.
Già, non senza un motivo ben preciso...
Ripensando velocemente a tutto ciò che era accaduto fino a quel momento, L si fece una vaga idea sul
perché Watari avesse portato Sayo con lui. Ma quest'idea era appunto così vaga e spaventosa, che si
rifiutò persino di accettarla.
Decise di lasciarla perdere e sorvolare su tutto.
Riportò l'attenzione su Watari:
”Volevo dirti che oggi è quel giorno del mese. Bisogna…”.
L'anziano annuì, interrompendolo: "Ho capito. Vado subito a resettare il timer”.
”Ora?” ripeté L, stupito. "Ma ora è..."
”L’ultima volta l’ho inserito prima; potrebbe partire un falso allarme, meglio
prevenire,” spiegò l'altro, convincente.
Così
Watari, senza dare ad L il tempo di ribattere, uscì dalla cucina, lasciandolo
solo con Sayo.
Lei
ebbe come l'impressione che
l’avesse fatto apposta; diversa era la situazione di L, che invece ora ne aveva la certezza.
Watari sapeva che lui sarebbe venuto a chiedergli di resettare il timer.
'Allora era davvero per questo che l'ha portata con lui,' si disse.
Per la prima volta in vita sua, L provò un fortissimo istinto omicida nei
confronti dell'amato tutore.
Quante volte doveva ripeterglielo?! Lui era lì solo per eseguire i suoi ordini,
maledizione! Di
certo non per trovargli una ragazza. E se proprio voleva, poteva cercargliene
una migliore, non... non lei!
D'altronde, era colpa sua: si era lasciato andare troppo con lui. Già quando aveva rifiutato di mangiare, gli aveva fatto intendere che c'era qualcosa
che non andava; e quando infine si era sfogato
(beh, in realtà non aveva detto che due parole in croce, ma a Watari dovevano
essere bastate per fraintendere, per immaginare chissà cosa, come se lui avesse
tempo di mettersi a giocare con le femmine!) con lui, doveva averlo
convinto a prendere questa stupida iniziativa. Che sarebbe stata comunque inutile, dato che
lui non
aveva la minima intenzione di parlare con Sayo. Anzi, se ne sarebbe andato volentieri, se ciò
non avesse significato lasciarla sola fino al ritorno di Watari, cosa che
avrebbe contraddetto tutti i suoi ordini precedenti.
E lui, per quanto potesse dirgli quella ragazza, era una persona COERENTE.
Sayo, vedendo il bel viso del ragazzo farsi sempre più scuro, da parte sua preferì non fare domande.
Non ci sarebbe comunque riuscita, dato che il rivedere L aveva trasformato la
sua tristezza in qualcosa di molto, molto peggiore. Non voleva neanche guardare
quanto tempo gli rimaneva; la faceva stare troppo male. Sinceramente avrebbe voluto piangere,
ma non poteva farlo davanti a lui; e poi sarebbe stato completamente inutile.
Ma non
sapeva quando sarebbe tornato Watari, e non poteva restare lì immobile per ore,
con gli occhi lucidi e la testa bassa. Doveva essere forte.
Alla fine, per distrarsi ed occupare
il tempo, non trovò di meglio da fare che riprendere ciò che aveva interrotto.
Senza guardarlo, tese le braccia verso L, che aveva ancora fra le mani il
vassoio con la torta:
”Scusa, potresti ridarmela?” disse.
Lui, sentendo quel tono funereo, ebbe un moto di protezione nei confronti del dolce. ”Perché?” chiese,
allontanandolo da lei.
“Perché venuta male,” rispose Sayo. “Ho sbagliato tutto, quindi devo gettarla
via”.
”Non si gettano i dolci,” dichiarò L, con tutta la solennità che una frase del
genere poteva evocare.
Lei sollevò di scatto la testa, esasperata:
”Senti, L, non fare il-" iniziò ma, realizzato cosa stava per dire, si
interruppe bruscamente. "D'accordo, se proprio ci tieni, te ne farò un’altra, ok?”
riprese poco dopo, con il tono più pacato che poteva.
"No," rispose l'altro con una semplicità ed un'indifferenza irritanti.
Lei non replicò, e lui ne approfittò per oltrepassarla ed andare a posare
nuovamente il vassoio sul tavolo, accanto a quella di Watari.
Le studiò entrambe, e alla fine indicò quella di Sayo:
"Era per me?" chiese alla ragazza.
"No," rispose lei secca.
"Eppure lo hai ammesso un secondo fa," replicò lui con il dito alle labbra e lo
sguardo incuriosito.
"Non l'ho mai neanche pensato".
"Ah, si?"
"Si".
”Peccato; credevo che volessi scusarti”.
”Sei tu che dovresti farlo,” fece notare lei.
”Dici?” osservò L, assorto. Si era appoggiato ad una sedia lì vicino, ed aveva
raccolto dal tavolo un cucchiaio, che usò per prendere di nascosto un
pezzetto del dolce di Sayo. Stava per portarselo alla bocca, ma…
”Non farlo.”
…lei lo raggiunse e gli bloccò il polsi prima che potesse farlo. Lui la guardò
interrogativo.
“Se assaggi questa torta, ti accadranno cose terribili,”
lo ammonì la ragazza.
L non capì se stesse scherzando o parlando sul serio. Avrebbe potuto analizzare
il suo comportamento e soppesare le varie probabilità, ma la verità era che....non
gli andava di farlo.
Così si voltò verso di lei, guardandola dritta negli occhi: ”Forse me le merito,”
le sussurrò tristemente.
In un attimo,
Sayo avvampò: stava sognando o... lui aveva appena ammesso di aver sbagliato?
E con quella voce e quello sguardo, poi...
Completamente presa, allentò la presa, balbettando parole sconnesse; ed L ne approfittò per mettersi in bocca il dolce.
Sayo impiegò del tempo per realizzare quanto successo. Quando però
comprese la verità, il suo viso passò dal rosso brillante al bianco pallido.
"...L-L'hai fatto apposta..!" sibilò, orripilata.
"Sei troppo ingenua," commentò L atono, prendendo una cucchiaiata di panna mentre masticava. Sorrideva impercettibilmente.
"T-Tu...! TU!" strillò Sayo, prendendolo per la maglietta. "Tu sei la persona più-"
"…come hai fatto...?!"
"Eh?"
L sbarrò gli occhi, trattenendo il fiato. La posata quasi gli cadde dalle mani.
"Ma...cosa ci hai messo?" sibilò.
Lei pensò che si stesse sentendo male: non l'aveva mai visto con un'espressione
così allucinata.
Lo lasciò andare. "Non ti piace?" azzardò. "Visto? Te l'avevo detto".
"Ma che..." replicò lui, come se gli avessero appena detto che Kira
era il Papa. "E'…non ho parole. Ma l’hai fatta davvero tu? Come l’hai
fatta?"
"T-Ti piace?" balbettò lei, incredula, mentre lui continuava a mangiare come se
non avesse mai assaggiato una torta in vita sua.
"A-Allora Watari aveva ragione!" esclamò. "A-Accidenti! Ed io che pensavo che la mia prima ed ultima prova sarebbe stata-”.
L quasi si affogò con una fragola.
"Come, ultima?!" gettato da qualche parta il cucchiaio, scattò verso di lei,
disposto persino a supplicarla di fargliene altre, ma al suo movimento
improvviso Sayo si ritrasse d’istinto, chiudendo gli occhi e lanciando un
piccolo grido. L rimase interdetto, finché non si rese conto che quello era un gesto fatto per paura;
a quella constatazione, lo stomaco gli si contrasse come se qualcuno glielo
stesse stritolando.
Così... Lei credeva che lui l'avrebbe di nuovo...?
Nonostante la ragazza, accortasi della sua reazione esagerata, avesse assunto
un'espressione sorpresa quasi quanto la sua, L indietreggiò, a sua volta
spaventato. “Scusa, io…”
”N-No, scusami tu, sono io che…”
Lui si girò dall'altra parte.
"E’..E' meglio che vada," disse, raggiungendo la porta.
"A-Aspetta!" Sayo provò a seguirlo, ma quando arrivò all'uscita, lui
era già sparito nel corridoio scuro. "Ryuzaki…"
Non ebbe la forza di seguirlo.
“...sei uno stupido,” mormorò, lasciandosi cadere a terra.
Si strinse forte nelle ginocchia, lottando nuovamente per trattenere le lacrime.
"Perché....perché deve sempre finire così?"
Seduto alla sua postazione,
L teneva fissi gli occhi su una lista al computer che continuava ad allungarsi in modo
spaventosamente veloce: erano tutti i criminali che Kira aveva
ricominciato ad uccidere, di getto, come se fosse tornato al lavoro dopo una
lunga vacanza. Il detective avrebbe dovuto studiare le dinamiche e le date di
ognuna di quelle singole morti per trovare un eventuale nesso, un qualcosa che
lo avvicinasse all'assassino, ma la lista cresceva così velocemente che gli era impossibile
persino leggere i nomi.
Matsuda, alla sua sinistra, ci aveva provato ed ora stava rantolando, accasciato sulla sedia,
con lo sguardo perso e stralunato di chi è appena uscito da una seduta di ipnosi.
L si ritrovava solo con lui: Aizawa e Mogi erano andati in centrale; Ukita era sparito da qualche ora,
probabilmente richiamato dalla polizia anche lui. Yagami invece era già tornato
a casa con suo figlio: Light era riuscito a liberarsi di Misa in un tempo
decisamente breve. Lei, in quel momento, era sdraiata sul letto,
ben visibile dagli schermi, abbracciando il cuscino.
L lasciò che i minuti scorressero in silenzio, senza pensare a nulla di preciso;
quando
Watari comparve alle sue spalle, non gli disse nulla.
Lasciò che posasse l'abituale vassoio sulla scrivania, prima di raccogliere da
esso una forchetta, con cui si portò alla bocca un pezzo della fettina di torta
che lui gli aveva portato.
Non era quella di Sayo; era buona, per carità, ma...non era quella di Sayo.
Si chiese se anche questo facesse parte del piano di Watari.
"Dì la verità, cosa le hai fatto mettere in quella torta?" gli chiese
improvvisamente, con aria diffidente.
"In realtà..." Watari si riaggiustò gli occhialini dorati, "...nulla. Le ho dettato la
mia ricetta
mentre lei preparava. Non ha cambiato nulla".
L mordicchiò la forchetta. "Ma mi dispiace era squisita, mai assaggiato nulla di
più delizioso".
Watari gli versò il caffé. L lo guardò, in attesa di una risposta che lo
illuminasse.
"Ryuzaki," sospirò l'anziano, "devo davvero rispondere alla tua
domanda?".
"Se non vuoi dirmelo, almeno falla anche tu così la prossima volta," si
limitò a dire lui, posando la forchetta. Riprese a fissare la lista, che ora incrementava più
lentamente: focalizzò la sua attenzione sui nuovi nomi che comparivano in basso.
...Houjou Teppei...
...Takano Miyoko...
"Ryuzaki, mi spiace, ma non credo riuscirò mai a farne una uguale,"
concluse Watari. Si allontanò.
"Si vede che non vuoi farlo," sibilò L a mezza bocca, senza staccare
gli occhi dalla lista.
...Kururugi Suzaku...
...Tyler Mais...
"Non è colpa sua, Ryuzaki," si intromise Matsuda.
L lo fulminò con un'occhiata:
"Da cosa lo deduci?" gli domandò, facendolo sobbalzare per il terrore.
"H-Hh-Ha d-detto che...n-non è una questione di ingredienti o abilità...v-vero?"
"Esattamente".
"A-A-Allora...e-ecco... forse.... f-forse è una questione di persone".
L spinse via il vassoio. Ci mancava solo Matsuda adesso. Non volle neanche
rispondergli.
L'altro deglutì, riprendendo un po' di coraggio.
"Quella ragazza...ti piace molto, vero?" tentò, imbarazzato.
L fissò testardamente la lista delle nuove vittime di Kira.
....Re Tadase...
...Luigi Di Sessa...
"E-E' che...anche io...se ricevessi un regalo dalla persona che mi piace, lo
giudicherei la cosa più bella al mondo. Anche se
alla fine è solo un oggetto inutile, però, ecco...è...è bello, sapere che c'è
qualcuno che pensa a te".
...Raen Ollem.
La lista smise di scorrere. Matsuda, incoraggiato dal fatto che L non gli
rispondeva, si
lanciò in una lunga conversazione su come la sua ultima ragazza lo avesse fatto
soffrire quando l'aveva lasciato, sulle sue speranze di trovare la persona
giusta in futuro, su come avrebbe dovuto essere quest'ultima. L lo lasciava
parlare senza interromperlo; probabilmente, senza neanche ascoltarlo. La sua
espressione era ancora più assorta e indecifrabile del solito. Ma quando sentì
il nome 'Misa-Misa', non riuscì più a resistere.
"Matsuda-san..." mormorò.
L'altro interruppe di colpo il suo discorso appassionato, passandosi una mano fra i capelli,
mentre i sensi di colpa per anta audacia prendevano il sopravvento.
"R-Ryuzaki, mi spiace, non arrabbiarti. Lascia stare, le mie sono solo
sciocchezze. Lo so che sei qui solo per lavoro, per cui non hai tempo da perdere con queste cose,
sono io che sono un idiota che-" si interruppe a metà frase, terrorizzato al
solo pensiero della reazione di L: l'avrebbe sbattuto fuori a calci dalla
squadra investigativa, glielo leggeva nello sguardo che gli stava rivolgendo di
sbieco.
L fissò il giovane per molti secondi, in silenzio. Quando ormai Matsuda era già
rassegnato al peggio, come se non fosse successo nulla ritornò a fissare lo
schermo.
"Ha perfettamente ragione," proferì, atono.
Matsuda ridacchiò nervosamente. "Eh, si, sono proprio un idiota," ripeté.
"Non mi riferivo a questo".
"A-Ah, no?"
L non rispose.
Dapprima Matsuda pensò che volesse prenderlo in giro. Poi cercò di ripensare a
ciò che aveva detto, cercando di capire a cosa si stesse riferendo L; impiegò
parecchi secondi per farlo.
Ma non appena lo realizzò, rischiò seriamente di cadere dalla sedia per la
sorpresa.
***************
Note di fine capitolo:
Grazie mille a chi ha recensito!!
Ed anche a chi ha solo letto. ^.-
Non so se è una cosa brutta o bella, ma i capitoli che mancano probabilmente non
sono 9, ma di meno. Tutto dipende da quanto li farò lunghi.
Ma man mano che scrivo [non lo posso nascondere, e molti lo sanno già], mi accorgo
di una cosa: il plot originale di Death Note è abbastanza stravolto. Come faceva
notare una ragazza qualche tempo fa, Death Note non è fatto per scriverci su
storie d'amore, eppure ho voluto provarci lo stesso, e sono felice che l'idea
sia piaciuta, ma consapevole che...la trama originale non avrebbe mai previsto
cose del genere!xD Sotto uin certo aspetto, dunque, mi "spiace" quasi di aver
dato spazio alla mia "ispirazione" e voglia di creare qualcosa di "diverso".
D'altra parte, però, ammetto che fantasticare su queste cose ogni tanto... mi
piace. xD
Un altro punto che voglio additare è che ho sempre cercato di mantenere l'IC dei
vari personaggi, ma sono abbastanza sicura che ad esempio l'L originale non
avrebbe tralasciato tutta una serie di dettagli sul comportamento di Light che
io gli ho fatto tralasciare a tradimento (bella collaboratrice sarei per lui!xD)...
o che Rem non avrebbe mai fatto ciò che far---ops, spoiler?
Ulteriore nota aggiunta in seguito: Uh, hanno aggiornato tutte le mie autrici preferite!*___*; DarkRose, Lemnia, NekoRika, e la new entry Hilarysan. *__*; Mi sento quasi in imbarazzo, a pubblicare anche io, subito dopo di loro. °___°;;;