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Autore: Ribes    12/07/2013    2 recensioni
[Mini Ninjas]
[SuzumexHiro][Drammatico/Sentimentale/Fluff]
Camminarono in silenzio sotto i peri, e il bambino passò curiosamente gli occhi su una pianta un po’ più distante, con dei frutti diversi. Erano aranciati, con sfumature violacee o rossastre.
«Quelle sono susine» gli spiegò la bambina, notando che l’attenzione del compagno si era spostata. «Me lo ha detto la mamma. Sono molto buone. Le vuoi assaggiare?»
Il bambino annuì. Suzume raggiunse la pianta e staccò due susine, per porgerne una all’amico, che la raccolse tra le mani. Davanti a lui, la bambina ne addentò un pezzetto, rivelando una polpa arancione.
Hiro si affrettò a imitarla e morse la susina. Un liquido fresco gli sgocciolò sul mento mentre staccava la polpa; sorrise. Era un frutto dolce e gustoso. «Sa di casa» si limitò a dire, pulendosi il succo col dorso della mano. Suzume rise.

Perché la SuzumexHiro è canon e la mia fervida immaginazione non ha limiti.
Quindi cagatevi questa OS con i due ninja piccini e tanto love. Suzume, comunque, ha cinque anni. Hiro sei.
Ringraziamo Orsacchiotta Potta Potta per il sostegno x3
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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梅の香り
profumo di susina




 

«Sta per venire una tempesta, Suzume. Lo dice la mia mamma. Tu lo sapevi?»
La bambina alzò lo sguardo, per incrociarlo con quello del ragazzino davanti a lei. Sbatté le palpebre, stupita; scosse lievemente la testa, sistemando una ciocca color pece dietro l’orecchio.
«Cosa dici, Hiro? E’ primavera, c’è il sole, il mio papà dice invece che il raccolto andrà bene quest’anno.»
«Mamma dice che verrà una tempesta. Proprio come l’ultima volta.»
Suzume aggrottò le sopracciglia, preoccupata. Le mani pallide andarono a stringersi contro le gambe incrociate. Sentiva il solletico dell’erba, e le gocce di rugiada che bagnavano la sua pelle.
«Io ho freddo» disse Hiro. La bambina davanti a lui si morse il labbro e, quasi, istintivamente, spostò gli occhi a mandorla sul cielo. Le nuvole erano divenute grigie. Stava per piovere.
«Forse è meglio tornare a casa» annuì Suzume. Si alzò, e Hiro la seguì. Camminarono in silenzio sotto i peri, e il bambino passò curiosamente gli occhi su una pianta un po’ più distante, con dei frutti diversi. Erano aranciati, con sfumature violacee o rossastre.
«Quelle sono susine» gli spiegò la bambina, notando che l’attenzione del compagno si era spostata. «Me lo ha detto la mamma. Sono molto buone. Le vuoi assaggiare?»
Il bambino annuì. Suzume raggiunse la pianta e staccò due susine, per porgerne una all’amico, che la raccolse tra le mani. Davanti a lui, la bambina ne addentò un pezzetto, rivelando una polpa arancione.
Hiro si affrettò a imitarla e morse la susina. Un liquido fresco gli sgocciolò sul mento mentre staccava la polpa; sorrise. Era un frutto dolce e gustoso. «Sa di casa» si limitò a dire, pulendosi il succo col dorso della mano. Suzume rise.
«Avanti, torniamo al villaggio. Tra poco forse pioverà» lo esortò, dopo aver finito di ridere.
«Va bene» assentì lui. «Ma solo se mi dai la mano.»
La bambina storse il naso. «No, ti sei tutto pasticciato e sporcato con la susina!»
«Anche tu, però» insisté Hiro. «Dai, per favore. Solo fino al recinto, poi basta.»
«Perché mi vuoi tenere per mano?»
Il bambino esitò. Soffermò lo sguardo sulla susina, ormai ridotta ad un boccone morsicchiato e gocciolante, che teneva tra le mani. La risposta gli venne quasi spontanea subito dopo. «Mi piace la tua pelle. E’ fresca e morbida. Mi fa sentire bene. »
Suzume chinò il capo sulla spalla, osservandolo per qualche secondo. La sua coda a cavallo venne scossa dalla brezza primaverile. «Va bene, però fino al recinto. Poi torno a casa.»
«Ok» rispose Hiro. L’amica gli tese la mano e lui la strinse, sentendo quella piacevole sensazione che percepiva ogni volta che entrava in contatto con lei. «Sembri acqua di fiume. Sei una bella cosa.»
Lei rise di nuovo, e corse in avanti. L’amico la seguì, sentendo il vento soffiare sui capelli scuri.
«Avanti, pigrone! Corri, altrimenti ti lascio qui!» urlò Suzume, con quella sua voce così melodiosa e allegra.
Mentre Hiro correva, una cosa balenò nella sua mente. Lui non se ne accorse, poiché essa vi rimase solo qualche secondo, ma era la vera sensazione che il bambino attribuiva alla presenza dell’amica.
Suzume, per lui, significava casa.
 

 

¤ ¤ ¤



«Hiro, scappa! Fuggi! Non prendere nulla, scappa via, vattene di qui!»
Il bambino correva, in mezzo al fuoco. Le capanne cadevano a pezzi, il terreno sembrava bruciare sotto la pressione delle fiamme. Le pere giacevano a terra, con il succo che scivolava piano intorno. Il rumore dei suoi passi era soffocato dalle urla degli abitanti, dallo sfrigolare del fuoco, dalle risate degli assassini.
Assassini. Hiro correva, ma non sapeva dove andare. Sono assassini. Hanno ucciso la mamma!
I suoi occhi saettarono verso la propria capanna, quasi senza volerlo. Il fuoco l’aveva divorata, bruciava ogni cosa. E la legna era nera, nera come il vuoto, come il buio, come la paura. Una lacrima bagnò le ciglia del ragazzino, che prese a tremare.
«Mamma!» urlò, cominciando a piangere, sentendo che qualcosa gli stava distruggendo il cuore. «Mamma! Papà! Dove siete? Per favore, tornate … Io ho paura!» Si accucciò per terra, dietro ad una catasta di legna, le braccia chiuse sopra la testa per proteggersi. «Io ho paura … io sto male …»
Era quello, allora, il dolore? La sensazione di cadere il vuoto, di non avere nulla a cui aggrapparsi? Di sentire una lama trafiggere il proprio cuore e di non poter chiedere aiuto a qualcuno, perché non c’era nessuno?
«Hiro, cosa ci fai qui?» Una mano afferrò la sua, per tirarlo in piedi. Hiro provò quella sensazione familiare, ma serrò gli occhi e tremò ancor più forte. «Hiro, dobbiamo andare …»
«Mamma, sei tu? Sei ancora qui, con me?» pigolò il bambino, senza muoversi.
Suzume singhiozzò, e abbracciò l’amico. Lui sentì la sua pelle fresca, e i capelli fitti e morbidi, e si aggrappò a lei. Ma la bambina era piccola, e debole, e cadde  a terra. «Dobbiamo andare …» sussurrò, scuotendo la testa, senza convinzione.
E Hiro capì che in quel momento non doveva ricevere aiuto, ma doveva darlo. Perché Suzume era più piccola, e aveva più paura. E come lui voleva solo restare lì e non lasciarsi alle spalle la propria famiglia; ma non poteva.
Così la tirò a sé, le strinse forte la mano e le asciugò gli occhi bagnati. «Ti fidi di me?» sussurrò.
Lei annuì, tremante. «Sì, mi fido di te.»
«Allora vieni con me.»
La guidò lontano dal villaggio, il più lontano possibile. Lontano dal caldo, dal dolore, dalla paura. Sentiva la sua pelle fremere e la sua gola emettere piccoli singhiozzi, ma non parlava. Come Hiro, non ne aveva la forza. E a mano a mano che si allontanavano, le urla si affievolivano, e arrivava il freddo. E con il freddo, anche le lacrime.
«Dove sono loro, ora?» sussurrò la bambina, interrompendo quel silenzio che era calato fra loro. Lui si voltò, guardandola serio. Era provata; aveva sonno, e sembrava che i suoi occhi avessero terminato le lacrime.
«Loro sono qui» mormorò, toccandole dolcemente la parte centrale del petto. «Qui dentro.»
«E torneranno?» singhiozzò Suzume, accasciandosi addosso al tronco di un albero. «Torneranno con noi?»
La gola di Hiro era secca. Il bambino provò a parlare, ma solo un rantolo uscì dalle sue labbra. Senza sapere cos’altro fare, si tolse il mantello e lo avvolse intorno alla bambina, sedendosi accanto a lei.
«Dormi» le disse, accarezzandole i capelli. Lei chiuse gli occhi e appoggiò il capo sulla spalla di Hiro, addormentandosi all’istante. I capelli le coprivano il volto. Sembrava una bambola.
Il bambino rimase ad ascoltare i suoi respiri regolari, guardando le stelle. A poco a poco, il buio calò su di lui, e la sua testa cadde su quella dell’amica, un braccio abbandonato su un fianco e l’altro che stringeva la mano alla bambina.
La mattina dopo, Hiro si svegliò con il volto nell’erba ed il mantello sulla schiena.
Suzume se n’era andata.









 

La SuzumexHiro è canon  e io sono tanto felice di essere qui x3
Bene, che dire? Il videogioco Mini Ninjas dovrebbe essere glorificato, ma questo è ovvio.
La SuzumexHiro è una delle mie OTP, ma anche questo è ovvio.
Quindi; parliamo del fatto che questa OS forse è l'inizio di una long sull'avventura del videogioco
in cui approfondisco il rapporto dei ninja l'uno con l'altro e con il Maestro.
Forse, eh. Intanto ho partorito questa OS terribilmente caramellosa.
Le recensioni sono come le susine: sono tanto buone, quindi muovete quelle dita sulla tastiera!
Orsacchiotta Potta Potta è tanto brava perché ha detto che 'sta storia non fa schifo, ok? :3
Vi saluto, e rifletto se cominciare o no una long.
Baci, vostra Ribes.

 

   
 
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