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Autore: Stray_Ashes    12/07/2013    2 recensioni
Tokyo.
La città delle luci, e anche dei criminali, dei misteri, dei problemi. Ma pure di nuove speranze, e di sogni per un futuro più bello; non mancano le complicazioni, ma la notte che sembrava tanto oscura e sola, non è poi così buia come possa sembrare.
La luna illumina chi vuole essere illuminato, e sorride a chi ricambia il sorriso.
Uno one-shot piuttosto lunga, dove Bb e Raven riescono a capirsi un pò di più, e assaporano insieme l'aria della sera, la luce nel buio, il silenzio del nulla. Alla ricerca di un libro perduto... ma anche di una speranza, ed un sorriso più sincero.
"Non una parola di più ruppe quel silenzio, così vagamente surreale..."
Buona lettura, un kiss...
.:Mezzaluna:.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Cyborg, Raven, Starfire
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Non una Parola di più..."



“Angolo della scrittrice –Parte uno- :3”
Questa one-shot è ambientata durante il film dei Teen Titans “Trouble in Tokyo”, che ho visto in inglese. Voglio raccontare qualcosa in più... non so quanti hanno visto il film, ma Cyborg, Bb, Star e Raven si ritrovano assaliti da strani nemici d’inchiostro. Nessuno sa come ne siano sfuggiti....
Nel film saltano tutta quella parte, e parlano delle avventure di Robin in quanto “fuorilegge” e del suo nuovo look (Dio quanto sta bene °w°) e poi ripartono da quando si riuniscono tutti. Ma il tema della storia non è il combattimento tra di essi, bensì si svolge soprattutto poco prima di ritrovare Robin...
Ma soprattutto voglio raccontare un momento inaspettato; una sera che da oscura diventa luminosa e piena di speranze, in cui i sentimenti tra Beast Boy e Raven vengono maggiormente calcati.
Ricordi indelebili nella memoria, e piccoli gesti che portano a qualcosa di più grande, grande come può essere un cuore, e come grande possono essere due cuori vicini.
Spero sia di vostro gradimento per quanto lunga possa sembrare;
Buona lettura e un kiss...
.:Mezzaluna:.

 
 
 
Furono attaccati così, all’improvviso. Erano in missione a Tokyo, una missione che per tutti oltre che a Robin, era diventata una semplice vacanza lontano da casa.
Ma durante le vacanze non si viene attaccati da enormi robot gialli, figure nere fatte di fumo e inchiostro, oppure una ragazza-gatto, o uno strano essere volante dotato di bombe. O mi sbaglio?
Ma i cattivi non dormono mai... e neppure gli eroi, devono farlo.
 
Bb guardò allibito l’enorme robot giallo e tondo venire verso di lui.
-Ahhh! Bb aiuto!- urlò Cyborg, mentre il robot l’afferrava per la vita con tenaglie di ferro, collegate a tubi flessibile che dovevano essere l’orrendo sostituto di braccia.
-Cyborg!-
Il robot, per tutta risposta, ingoiò la preda.
Bb osservò la scena, un espressione ridicola sul volto sconvolto, la bocca spalancata per la sorpresa. Aveva mangiato Cyborg?!?
Si riscosse, correndo verso il robot. –Sputalo subito! Vecchio catorcio di rottami...!!!!- urlò, poco prima di tramutarsi un rinoceronte per prendere la carica; in quell’istante, qualcosa si mosse nella pancia di metallo del... del “coso”, e dalla bocca uscì un Cyborg  scalciante e ricoperto di quella che sembrava bava (se un robot può averne), volando proprio sopra a Beast Boy, che si sentì mancare l’aria per l’impatto.
Dopo aver tirato all’amico un’occhiataccia per averlo spiaccicato, i due se la diedero a gambe.
Bb si bloccò, quasi con violenza, verso una figura lì accanto.
-Che fai qui? E’ pericoloso! Scappa, ce ne occupiamo io e Cyborg, sai, siamo bravi nel mestiere e...- la frase venne interrotta, perché la figura, una delle ragazzine che avevano assalito Bb in quanto sue fan, in un turbine, si tramutò in una.. ragazza-gatto. Vestita di rosa e nero, con le unghie simili ad artigli.
Bb rimase a bocca spalancata. La ragazza rise, e si lanciò in avanti, artigliando il mutaforma.
Bb urlò, spaventato e sorpreso, tramutandosi per sfuggire agli artigli della strana creatura, che non la piantava un attimo di parlare in giapponese, come se stesse inneggiando a qualcosa. Bb scosse il capo, confuso, mentre la ragazza lo aggrediva. Oltre a capire a metà cosa stesse succedendo,non capiva cosa lei stesse blaterando.
-Lo sai che non capisco un H di quello che dici??!- urlò esasperato, mentre la ragazza-gatto gli saltava addosso, restandogli avvinghiata anche quando il ragazzo si tramutò in pterodattilo, volando verso l’alto.
 
 
Raven strinse il libro a sé. Era un libro prezioso, che sicuramente gli avrebbe aiutati per la missione; non aveva alcuna voglia di girare per Tokyo da turista... rabbrividì al pensiero di dove Bb l’avrebbe potuta portare; a zonzo con una camicia da Hawaiana, come minimo...
Si guardò attorno: volava sopra un posto a dir poco lugubre simile ad un cimitero; la sera era già scesa e rendeva quel luogo disseminato di pietre veramente spettrale. Non si trovò affatto a proprio agio...
Volò più velocemente, girandosi di volta in volta in dietro: c’era qualcosa che non andava... si sentiva come osservata. Autosuggestione? Non era da lei...
Ed il colpo arrivò così, tutt’a un tratto. Si voltò, la magia nelle mani, pronta a difendersi; e vide il suo assalitore: uno strano essere scuro, fatto di...fumo? O inchiostro? Non avrebbe saputo dare un nome alla sua consistenza.
Come viso, una maschera informe e decisamente inquietante.
Volare e scappare era inutile, così si voltò ad affrontarlo. Strinse i denti ed iniziarono le danze.
 
 
Starfire volava sopra la città di Tokyo. Era incantevole, da lassù, così piena di luci, di gente, di colori!
La Terra era tutta da scoprire...
Pensò a quanto di bello da vedere ci fosse in quella città, e quanto in tutto il resto del mondo.
Pensò a quante avventure aveva vissuto e avrebbe vissuto con i suoi amici e...
E poi pensò a Robin... A quel tramonto, a come erano vicini, e quel bacio tentato che non c’era stato... e poi il suo rifiuto,la sua rabbia, la sua rassegnazione.
Loro erano eroi... e nulla di più. Non c’era tempo per...per quello.
Ma Star sapeva che non era così. Loro erano più che eroi! Erano persone normali, che potevano essere persone normali, ma allo stesso tempo essere anche eroi.
Avrebbe voluto andare da lui, parlargli, dirgli che lei non si era arresa; se non fosse stato per un piccolo inconveniente...
Robin era stato preso dalla polizia, era ora un ricercato, o peggio... era detto pure assassino.
Il cuore aveva perso un colpo, quando l’aveva scoperto; aveva avvertito subito gli altri Titans. Dovevano trovare Robin, e portarlo via dalla polizia, perché non era un fuorilegge. Loro lo sapevano.
Prese il suo comunicatore, e cercò di contattare di nuovo Cyborg, per chiudere dove si trovasse al momento: -Cyborg... Cyborg mi senti..?!-
Nessuno rispose.
-Raven? Beast Boy?-. Ancora nessuno.
Star si morse il labbro. Perché non le rispondevano più? Doveva esserci qualcosa che non andava... subito illuminò gli occhi di luce verde, e preparò nelle mani i dardi-stella.
Un rumore alle sue spalle: si voltò di scatto, con un gemito.
-Ma che cosa...?- mormorò, strabuzzando gli occhi, indecisa se ridere o scappare.
Un “essere-robot” volava dietro di lei, piccolo di dimensioni, una strana faccetta inquietante, con tanto di bomba e cannone rispettivamente nella mano e nel braccio di metallo, più dei razzi ai piedi.
-Sayōnara!!- urlò, lanciando una delle bombe.
L’esplosione la colpì di striscio, e perse un po’ di quota, scombussolata e colta alla sprovvista.
Lanciò i suoi dardi per colpire lo strano nemico, che era più veloce di quanto si aspettasse.
Ci fu, in città, chi scambiò le esplosioni del loro combattimento per fuochi d’artificio, ed ebbe pure un buon spettacolo cui assistere.
 
Cyborg si appoggiò al muro, ansimando; Beast Boy strisciò letteralmente (sotto forma di serpente) accanto a lui, la lingua penzoloni che era diventata ora quella di un cane.
-Hai visto cosa ha fatto?? Ha provato a mangiarmi!!- urlò Cyborg sconvolto ed esasperato, e colpendo con un calcio un pezzo dei rottami del robot che erano riusciti (momentaneamente) a mettere fuori gioco.
La ragazza-gatto che aveva attaccato Bb,invece, era sparita e basta.
-E quella era una mezza-gatto! Che sottospecie di città è questa..?-borbottò di rimando Bb, ritrasformandosi in sé stesso.
-Ci mancava solo Robin arrestato. E non riesco a contattare né Star né Raven- disse Cyborg, scuotendo al testa e studiando il visore del suo braccio. –Siamo praticamente isolati da loro-
Bb si guardò intorno. Il combattimento aveva creato un bel casino, non c’era un’anima viva.
Si guardò le mani: erano macchiate di... inchiostro? Che ci faceva dell’inchiostro sulle sue mani? Ricordò di aver ferito la ragazza-gatto; ma che c’entrava l’inchiostro, rosa per giunta?
Cyborg notò il suo stupore nell’osservarsi le mani sporche: -Mmm... è lo stesso inchiostro rosa che ha perso come fosse sangue quel cattivo quando l’abbiamo ferito, a Jump City. E’ stato lui a dirci di lavorare per “Brusho-gun”. Siamo venuti qua per questo.. direi che abbiamo trovato una prima traccia- disse, grattandosi il mento.
Bb contorse il viso in una smorfia, pensieroso.
Non era stato solo lui a ferire la strana ragazza, anche lei si era data da fare: il ragazzo aveva la tuta strappata sulla spalla e dei tagli sulla schiena.
Si morse il labbro, rendendosi conto con sgomento che i tagli bruciavano.
Guardò Cyborg; anche lui era ridotto malaccio: il metallo era graffiato in più punti, e la gamba bionica sembrava piuttosto malandata, ed infatti il mezzo-robot la stava riparando al momento.
Bb si voltò verso la città, strani pensieri in testa. E io che volevo vedere Tokyo da turista! Forse aveva ragione Robin, non bisognava abbassare la guardia... pensò con rancore, stupendosi anche di dare ragione a Robin, e torto a sé stesso.
Cercò di pulire le mani, ma l’inchiostro non sembrò voler andare via.
-Forse con l’acqu.... Ahhhh!- urlò, balzando in piedi: un rumore sordo alle loro spalle li aveva allarmati, come se qualcuno fosse atterrato di schianto su dei bidoni di ferro.
Si voltarono, e con sorpresa scoprirono che a generare il rumore era stata niente di meno che... Raven.
-R-Raven?- balbettò Beast Boy.
La ragazza sembrava piuttosto seccata, aveva persino sbandato volando, atterrando sui bidoni e creando un gran caos.
Notò che aveva uno strappo nel mantello, e le mani e in parte il viso erano macchiati di inchiostro, questa volta nero. Chissà perché la cosa non stupì né Cyborg né Bb.
-Stai bene? Che ci fai qui?- disse Cyborg avanzando verso di lei.
La ragazza recuperò la propria dignità, lanciò lontano i bidoni con la magia e si rimise il cappuccio in testa.
Cercò di nascondere le ferite, e di camminare perfettamente dritta.
-Sono stata attaccata da uno strano essere. Credo di averlo seminato.-disse, la voce monotona come di consueto. Studiò il paesaggio, e i pezzi di robot sparpagliati, inarcando un sopracciglio. –Anche voi avete avuto il vostro bel daffare, vedo...-
-Già...- grugnì Cyborg, con una mezza smorfia. Non era molto piacevole venire quasi mangiati...
-Sentite, non riesco a contattare Star, e neppure voi prima; per fortuna vi ho trovati- continuò. –Anche lei deve essere stata attaccata da qualcosa- suppose, -Inoltre, avevo trovato un libro molto interessane sulle leggende giapponesi... compresa una che parlava di questo.... Brusho-gun...-
Cyborg e Bb si illuminarono. –Grandioso, almeno scopriremo con cosa abbiamo a che fare!- esclamò entusiasta Bb, -Sono stanco di venir attaccato alle spalle da cose che non so combattere- borbottò, facendo una pessima imitazione della ragazzina che l’aveva aggredito.
-Ehm.. sì... sarebbe “grandioso”, come dici tu- cominciò Raven, mordendosi appena il labbro, vagamente imbarazzata, -Resta il fatto che ho perso il libro durante il combattimento. Non ho avuto tempo di cercarlo, non sapevo per quanto sarebbe rimasto K.O. quello lì-
I loro sorrisi si spensero, delusi. Raven sembrava mortificata, ma ritrovare quel libro era pericoloso, e non era l’unica cosa che dovevano cercare: alla lista si univa il ritrovamento di Star e Robin.
Bb si guardò ancora le mani: quell’inchiostro dava pure fastidio, stava diventando secco e non sapeva più come levarselo.
Raven lo osservò con una smorfia schifata sul volto. –Che stai facendo? Cioè.. che hai fatto?- sbottò.
Bb seguì il suo sguardo: -Oh... è inchiostro rosa, quello che la tipa che mi ha attaccato potrebbe definire “suo sangue”- disse, infastidito. –E gli strappi sulla tuta gli ha fatti lei- aggiunse, la voce questa volta inespressiva.
Raven lo osservò ancora, sgranando gli occhi c6n una strana espressione, che durò solo una frazione di secondo. Ma Bb non se la perse: sembrava come preoccupata, o vagamente scossa nel guardare le sue ferite. Il sangue impressionava Raven, la ragazza di ghiaccio? Improbabile...
Raven tornò seria all’istante, guardando ora Cyborg, che più o meno si era riassestato.
-Tu stai bene?- disse quest’ultimo alla ragazza, guardando che anche lei era ferita e macchiata di inchiostro.
Raven sembrò piuttosto a disagio nel rispondere, come se temesse di mostrare loro una qualunque debolezza. –Mmm.. sì, penso di sì- annuì, laconica. –E questo deve essere inchiostro, come quello che Bb ha sulle mani- aggiunse, indicando al roba scura che aveva sulle braccia e sul mantello.
-Abbiamo a che fare con nemici d’inchiostro? Oh, grandioso...- borbottò Beast Boy, seccato, mentre si passava le mani sulla tuta per togliere almeno la polvere.
Gli altri lo ignorarono.
-Quindi... Dobbiamo ritrovare il libro, cercare di contattare Star e salvare Robin... da cosa iniziamo?- disse Cyborg sfregandosi le mani, con un buon spirito d’iniziativa.
Gli altri due si scambiarono un ‘occhiata.
-Ehm...- commentò Raven.
-Direi prima di cercare il libro. Star sa badare a sé stessa, e la polizia non farà niente di male a Robin, per ora- disse Bb, e i due si girarono sorpresi verso di lui.
-Bravo Bb, giusta osservazione- commento allegro Cyborg, dando un pugno alla spalla dell’amico.
Raven si limitò a guardarlo con approvazione.
Beast Boy sorrise radioso, contento di aver fatto una buona impressione. Ora che ci rifletteva.. aveva parlato senza pensare o sapere cosa diceva...
Quando ragionava sulle proprie parole diceva sempre la cosa sbagliata. Buffo meccanismo... ma a quanto pareva, funzionava.
Si diede una scrollata e corse dietro agli amici che si stavano allontanando. –Aspettatemi!-
 
Raven sbuffò, mentre Bb non la piantava un attimo di blaterare.
-Non so come Cyborg mi abbia convinta ad accettare questa separazione indiscreta...- commentò con amarezza, la maga.
Cyborg aveva deciso di divedersi, lui era andato da solo a cercare il libro nella zona più a ovest del luogo inquietante in cui l’aveva perso Raven, mentre le aveva affibbiato Bb per esplorare la zona più a est.
-... e ti ricordi quella volta in cui il tipo è scivolato sulla melma del...-
-Ora BASTA!!! Puoi non essere te stesso per CINQUE MINUTI?!?!-
Bb guardò sconvolto e allibito la ragazza, che aveva gli occhi infuocati e il mantello svolazzante.
-O-ok... si, credo di poterlo fare...- balbettò, senza neppure sapere la gradazione di logica contenuta in quella risposta, che in pratica era pari a zero.
Raven sembrò acquietarsi, ma continuò a fulminarlo con lo sguardo, riprendendo a camminare spedita. –Perfetto-.
-Ma...-
-Non.una.parola.di.più!-
Bb strabuzzò gli occhi, correndole dietro per riprendere lo stesso passo.
Rimase a fissare per un attimo l’asfalto che scorreva sotto di lui mentre camminava, e osservando qualche volta di nascosto il viso della maga.
Camminava seria, il cappuccio calato sul viso, un passo veloce che Bb faceva fatica a tenere, gli occhi ametista sottili e seri, la bocca stretta e immobile.
Si ritrovò a fissarla, senza una vera e propria ragione.
Non era la prima volta che si fermava a guardarla... Forse perché gli faceva paura, forse perché era strana e tremendamente diversa da lui... Era per quello che la osservava? Forse perché erano talmente differenti, che si osservavano come un uomo osservava un alieno di un altro pianeta, nel caso ne trovasse uno.
Però non era convinto...
Osservandola si rese conto che non la osservava con gli occhi studiosi e curiosi di qualcuno che cerca di comprendere un’altra creatura, bensì con occhi ben diversi: la osservava perché l‘ammirava, perché era interessante, perché era diversa, perché era... bella? Misteriosa? Quegli aggettivi gli entrarono in testa tutt’a un tratto, come frecce che squarciano un cielo nero, e nello squarcio ne mostrano uno chiaro e limpido. Si stupì anche di pensare a similitudini del genere... Tokyo che brutti scherzi gli stava giocando?
Fino a qualche momento prima, assalito dalle sue fan adoranti, si sentiva il re del mondo, famoso ed importante, ma... fissando Raven, le fan divennero granelli di polvere nel vento, e poco contava, tantomeno l’essere famoso.
Toppo tardi si rese conto di essersi fermato.
-Bb, puoi farmi il favore di sbrigarti, o perlomeno fare qualcosa di utile? Prima troviamo quel libro, prima ce ne andiamo da qui. E prima la smettiamo di vagabondare...-
Le parole di Raven erano aspre e al contempo neutre come sempre, ma quell’asprezza fece quasi male al ragazzo, perso in pensieri che raramente gli balenavano in testa.
-S-sì, arrivo...- biascicò, raggiungendola.
Raven non disse altro, e riprese a camminare.
Beast Boy la guardò di sfuggita.. aveva come voglia di parlare un po’ con lei, ma non sapeva come iniziare.
Cioè... non parlare come parlava prima (anche perché parlava da solo), ma parlare con lei, di qualcosa che interessasse entrambi.
-Mmm, Rav...-
-Non siamo arrivati-
-No, lasciami parlare...- insistette Bb, e sperò di non essere interrotto ancora. –Raven,ti piace questa città?- disse, non trovando altro da dire.
Raven lo guardò girando solo gli occhi, senza spostare di un millimetro la testa.
-Che? Ah, sì abbastanza. Ci sono librerie decenti....-
-Sì, giusto, i libri... Cyborg ha trovato molto da mangiare, invece!- disse, con un gran sorriso, che non fu grandiosamente ricambiato. Raven non cambiò minimamente espressione, infatti.
Tuttavia, spostò un poco la testa per guardarlo.
-Non che a casa non ce ne sia già abbastanza...- commentò, inarcando un sopracciglio.
Bb fece per ridere, ma la risata gli morì in gola: Raven sembrava un morto vivente, il posto era simile ad un cimitero e la luna era piena ed enorme... niente stonava più che una risata.
Si schiarì al gola, sperando che comunque Raven provasse ad allungare la conversazione.
Lei tacque, per nulla motivata a farlo.
Bb sbuffò, seccato. –Sei capace di instaurare una conversazione con qualcuno che non sia un libro? O che almeno non consideri un verme? E verme o no, non puoi spiccicare qualche parola ogni tanto?!- sbottò, fermandosi di colpo.
Ecco, era esploso, e non era la prima volta.
Raven si bloccò, senza smettere di fissare il buio davanti a sé.
Bb immaginò che stesse schiumando di rabbia, pensando ad un bel incantesimo, chissà magari pure originale, per incenerirlo.
Ed invece, la ragazza si voltò, il viso quasi triste, per nulla arrabbiato. Era determinata, però.
-Ci provo delle volte. Ma non ho nulla di interessante da dire- disse, pacata. Poi guardò Bb stringendo gli occhi. –E credevo l’avessi capito ormai! Io sono quello che sono, che a voi piaccia o no. E tu non hai nessun diritto di giudicarmi ancora...- sibilò.
-E invece ce l’ho eccome! Sono anni che stiamo nelle stessa squadra, ti conosciamo già un po’, certo, ma vorremmo che tu cambiassi in qualche modo, che parlassi con noi, che... che vivessi con noi! Non lo capisci?- urlò esasperato. Perché Raven non capiva che tutti desideravano fosse un po’ più normale?
-Bb, ora basta.. smettila... Siamo già passati su questo discorso- disse lei, e questa volta la voce tremolava.
Bb la fissò, mordendosi il labbro. –Io non riesco a capire... Mi dispiace, ma non riesco.-
-Non chiedo a te, né a nessun altro, di capire...-
-Ma il punto è che io voglio capire! Io...- mormorò, e si girò di scatto, esasperato. Si appoggiò a una pietra, dandole le spalle.
-Bb... non puoi capirmi fino in fondo... però ti chiedo di non tormentarmi, e di lasciarmi essere quello che sono...-
-Ma...- cercò di protestare il ragazzo, voltando giusto un poco la testa.
-Basta. Non voglio più tornare su questa questione, intesi?- disse infine, con un gesto di stizza.
-Beh... in fondo sono riuscito a farti parlare-
Raven si blocco, ma un mezzo sorriso, questa volta, le illuminò appena il viso. –Non guarirai mai, vero?-
-Sarà una malattia grave... Chissà, forse mi restano ancora due mesi di vita- commentò il ragazzo, guardandola anche lui con un sorriso.
-Sai passare da un argomento serio ad uno stupido a velocità sorprendente, vedo...-
Bb scrollò le spalle. –Sei una difficile da trattare, e chi ha poca pazienza lascia momentaneamente le speranze...- rispose, con un gesto di non-chalance.
-“Difficile da trattare”, eh?- ripeté Raven, inarcando un sopracciglio; però sorrideva.
-Hai anche il coraggio di negalo, ragazza?- rispose Bb, ammiccando.
Lei sbuffò, contrariata. –Ora sbrighiamoci a trovare quel libro. Questo posto non mi piace...-
-Ti ho fatta parlare un po’, e hai pure sorriso. Credo che, per quanto sia inquietante, questo posto porti fortuna... ahahah!-
-Stupido- commentò lei, tirandogli uno scappellotto sulla testa.
-Ahahah.. ahi!- rise lui, finchè la ragazza non lo colpì con quel rimprovero amichevole, prendendolo di striscio sulla spalla ferita.
Raven sobbalzò, ritraendo al mano. –S-scusa... ma che?-
-Niente, tranquilla...- disse in fretta Bb.
-Sanguini- gli fece notare lei, la voce che doveva essere neutra mal riuscita. Bb notò un po’ di preoccupazione, e in altri casi ne avrebbe pure gongolato, di questo.
Il ragazzo, si toccò la schiena, e la spalla. Guardò la mano, sorpreso. Era vero, sanguinava: osservò la mano dalla pelle verde macchiata di sangue rosso vivo, sangue suo... La ferita doveva essersi riaperta.
Sentì le dita di Raven sfiorargli la pelle attorno alla ferita, e il ragazzo sentì un brivido percorrergli la schiena, fino ai capelli.
-Aho...- mormorò. –Ma tranquilla, non è grave-, aggiunse, sorridendo sincero.
Raven non sembrò convinta. –Posso darti una mano-
-No no, non sprecare le energie, guarisco da solo, grazie...-
-Bb, sei un componente della squadra, ed è anche mio dovere prendermi cura di te come degli altri. Non sentirai male, se è per questo...- insistette lei.
-Sto bene, sul ser.. Ahia!- protestò, quando la mano di lei si posò sulla ferita.
Non ebbe il coraggio di ritrarsi... il suo contatto gli faceva piacere. La maga mormorò qualche formula, e una strana energia benefica gli attraversò il corpo.
Il bruciore svanì, e Bb sentì solo la mano di lei, sulla schiena.
-Ecco fatto- disse semplicemente la maga, togliendola velocemente.
-Beh.. grazie- disse Bb, non trovando nulla di più intelligente da dire.
-Niente- rispose lei, sollevando le spalle.
-Così va molto meglio- continuò il mutaforma, girando d’istinto la testa dall’altra parte per l’imbarazzo. –Ti devo un favore-
-Ho detto che non è niente, è mio dovere- insistette invece lei. –Non una parola di più-
-Ok, come vuoi- si arrese Bb, voltandosi di nuovo verso di lei e... trovandola molto vicino, pericolosamente vicino.
Raven sobbalzò. Si era avvicinata di più per rispondergli, ma non si aspettava che il ragazzo si voltasse ancora verso di lei; sentì per un attimo il suo respiro sulla guancia, e la sorpresa  di lui tale alla sua, per quella vicinanza.
Entrambi arretrarono, separandosi, il fiato sospeso.
-S-scusa- si affrettò a dire Bb, per paura che la ragazza si arrabbiasse.
-Scusa tu- rispose solo lei, ricalando il cappuccio del mantello blu sul viso, ma Bb era riuscita a vederla in viso prima che lo facesse.
Era arrossita sulle guance.
“È arrossita... è arrossita?! Bravo chi saprà capirla, questa ragazza...” pensò strabiliato Bb, passandosi una mano fra i cappelli.
Per un momento, la maga non fu più arrabbiata con Cyborg per averla lasciata sola con Bb; si sentì quasi in debito con il mezzo-robot.
Ma di cose strane ne aveva già fatte decisamente troppe, per quella giornata.
-Ora troviamo questo libro, così torniamo dagli altri- decise allora Raven, sbrigativa.
-Trovato-
-Come?-
-Trovato- ripeté il ragazzo, puntando il dito davanti a loro.
Raven seguì la direzione: c’era un masso largo e alto, che si stagliava contro il cielo, contro la luna bianca che rischiarava quella notte. Sul masso, era posato niente di meno che il libro di leggende giapponesi, che aveva acquistato in una libreria di Tokyo.
-L’abbiamo trovato!- esclamò lei, infinitamente più rilassata.
Volò fino al masso e recuperò il libro, stringendolo al petto, e tornò da Bb.
-Come sei riuscito a vederlo?- chiese, titubante e con la voce forzatamente neutra.
-Mi è caduto l’occhio su quel masso; guardavo la luna. A volte è bene nel buio, cercare la luce-
-Già...- mormorò lei, abbassando gli occhi e sorridendo impercettibilmente.
-E di giorno, qualche volta è bello cercare il buio...-
Raven sollevò lo sguardo per fissarlo. –Il buio? Dove lo cerchi il buio, di giorno...?- chiese, senza una buona ragione. La domanda venne insicura ma spontanea.
Il giovane ragazzo scrollò le spalle. –A  volte basta andare in una stanza buia, a volte solo chiudere gli occhi...- poi fissò quelli di lei, color ametista. –Oppure tenerli aperti, per fissare i tuoi...-
Raven strabuzzò gli occhi, biascicando qualcosa senza alcun senso.
Bb si rese conto di cosa avesse detto e del modo tanto avventato, ma la reazione di lei fu così vagamente piacevole che non si pentì, di averlo detto. Era vero, in fondo.
-P-perché?- fu l’unica cosa che Raven riuscì a dire, fissando Bb stranita e scossa.
-Perché? Perché hai dei bei occhi. E spesso ci trovo quello che voglio: se cerco le ombre, le cerco e le trovo lì; o se cerco speranza, guardo i tuoi occhi. La trovo lì...-.
Le parole non avevano più freno, il cuore aveva preso possesso della sua lingua, e non sembravano voler tacere né la lingua, né il cuore.
Raven lo osservò rapita, e osservò anche i suoi di occhi, color smeraldo. Erano belli, non se ne era mai resa conto; e tutto in lui sapeva di allegria, sapeva di sorriso, di gioia, e di speranza. Tutto quello che lei non aveva.
-Credo che dovrei dirti grazie, allora... Nessuno mi ha mai fatto un complimento del genere- mormorò, cercando di tornare seria e contenuta.
-Davvero? Beh, felice di essere il primo- commentò Bb con un sorriso. -Abbiamo il libro; avvertiamo Cyborg?-
Raven si riscosse. –Sì-. Prese il suo comunicatore e chiamò il mezzo-robot. –Cyborg? Siamo  qui, abbiamo trovato il...-
Ma Bb non ascoltava più. Stava di nuovo osservando la luna, e in essa e la sua luce si perdeva, assorto.
Chiuse gli occhi ed assaporò l’aria della notte. Ricordò ogni singolo attimo di quella sera, li registrò nella mente, ogni sorriso, ogni espressione, ogni parola e movimento.
Li calcò nella memoria, e decise di non cancellarli mai.
Riaprì gli occhi, e trovò ancora la luna che gli sorrideva radiosa; ricambiò il sorriso.
Librando nel cuore come una piuma, seguì la maga nella notte che non era più così oscura.
Non una parola di più ruppe quel silenzio, così vagamente surreale...


"Angolo della scrittrice -Parte Due- :3"
Allora, spero che la storia sia stata di vostro gradimento... A Tokyo Robin e Star hanno avuto il loro momento romantico, e  perchè non iniziare a darne uno anche a Bb e Raven?
Non ho messo un bacio perchè era esagerato... Raven non ha ancora una simile considerazione di Bb, ma potrebbe iniziare qualcosa di più serio, d'ora in poi.
*Raven sbuffà stizzita*
Coomunque... Spero vi sia piaciuta, aspetto recensioni, positive o negative!
Uno mega-kiss, e Buon viaggio a vederci!!
.:Mezzaluna:.

  
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