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Autore: arilu97    12/07/2013    5 recensioni
TobySpencer.
Questa fanfiction racconta i sentimenti dei ragazzi durante quella notte al motel, ultima puntata della terza stagione.
"Si baciarono e dopo settimane si sentì a casa".
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Spencer Hastings, Toby Cavanaugh
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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NOTTE AL MOTEL


POV Spencer
 
Quando l’aveva visto arrivare al cafè, per un secondo aveva temuto di crollare. Sapeva che non era morto e che sarebbe venuto, ma nell’attesa cercava di non pensare all’attimo in cui l’avrebbe rivisto: voleva mantenere lucidità.
Quando pronunciò il suo nome, -Spencer!-, con stupore pensò che non era mai stata così vicina a piangere. Perché le piaceva ancora così tanto il suono di quella voce? Perché il suo nome sembrava più bello se pronunciato da lui?
Doveva calmarsi… Alla fine lui era quello che era: un traditore. Va bene, probabilmente lavorava per Mona per il suo stesso motivo, ma non era una giustificazione: lei si sarebbe fatta uccidere piuttosto di vedere Toby nelle condizioni in cui era sicura che lui avesse visto lei. Era quasi morta, aveva passato delle settimane d’inferno al Radley, disperata. E lui cosa aveva fatto? Niente. Assolutamente niente.  Doveva tenerlo a mente, soprattutto dal momento che lui l’aveva appena invitata ad andare nel motel in cui alloggiava.
Dopo circa dieci minuti a piedi erano arrivati. La stanza era in ordine, sembrava quasi che non ci abitasse nessuno. Avevano avuto una breve conversazione, in cui Toby l’aveva informata di non sapere minimamente chi fosse la donna con il cappotto rosso. Doveva credergli? Non sapeva se avrebbe potuto farlo ancora. Inoltre Toby le era sembrato strano, forzatamente distaccato e questo avvalorava la sua tesi che in realtà il ragazzo le stesse nascondendo qualcosa.
«Ancora non ti fidi di me, vero?». Quelle parole interruppero i suoi pensieri e la fecero voltare di scatto. Come poteva pretendere questo?! Dopo tutto quello che quello stronzo le aveva fatto passare!
«Se io ti avessi mai visto soffrire come so che tu hai visto me…
». La sua voce si spezzò… Maledette lacrime! Non sarebbero dovute scendere, soprattutto non di fronte a lui.
Si aspettava molte reazioni da parte di Toby, di cui la peggiore sarebbe stata deriderla. Lo vide chinare la testa e notò che le sue spalle stavano sobbalzando. Per un terribile momento pensò che lui stesse davvero ridendo di lei, ma quando il ragazzo alzò lo sguardo si rese conto che forse l’avrebbe preferito a quello. L’immagine la colpì come un fulmine a ciel sereno: Toby stava piangendo!
Quel ragazzo era stato molestato da sua sorella, sua madre era morta suicida ed era stato accusato di un omicidio che non aveva commesso, attirando su di sé l’odio di tutta la cittadina in cui abitava: in tutto questo Spencer non l’aveva mai visto piangere.
Leggeva negli occhi di Toby la medesima disperazione che era sicura fosse presente anche nei suoi. Il pensiero che forse lui non aveva mai smesso di amarla e che avesse davvero fatto tutto ciò per proteggerla le attraversò la mente e non riuscì a mandarlo via. Così come per quanto si sforzasse non riuscì a evitare di avvicinarsi e farsi stringere in un grande abbraccio, di quelli che sono Toby sapeva darle.
Si baciarono e dopo settimane Spencer si sentì a casa.


 
 
POV Toby
 
Si era aspettato tutto, tranne quello che aveva appena visto. Cosa accidenti ci faceva Spencer lì?! Lui aveva rischiato la vita, aveva fatto un patto con il diavolo per difenderla e lei cosa faceva? Si metteva nei guai ancora più di prima! Tipico!
«Spencer?!». Gli era sfuggito il suo nome in un’esclamazione incredula: in effetti stentava ancora a credere che fosse lì. La vide irrigidirsi e notò che i suoi occhi si erano induriti, così come la sua espressione… Si notava che era molto tesa. Di colpo un pensiero lo paralizzò: lo odiava davvero così tanto? A tal punto da sopportare nemmeno che pronunciasse il suo nome?
Gli era sempre parso un nome poco comune per una ragazza, ma da quando stavano insieme aveva incominciato a pensare che fosse il più bello del mondo. Forte e particolare, come lei. Riusciva a trovare la pace interiore solo pronunciando con dolcezza e desiderio quel nome, associandolo ovviamente al viso della ragazza che amava.
L’idea che Spencer provasse una tale repulsione per lui, aggiunta alla consapevolezza di meritarsi del tutto quel trattamento, fu come un pugno nello stomaco.
Doveva andare via. Tanto valeva invitarla nello squallido motel dove alloggiava e provare a spiegarle che lui la amava ancora. Più della sua stessa vita.
Dopo circa dieci minuti a piedi erano arrivati. Gli era sembrato il percorso più lungo della sua vita: aveva dovuto trattenersi tutto il tempo da prenderla per mano e dall’aiutarla a superare i non pochi ostacoli presenti sul terreno accidentato prima del motel.
Avevano avuto una breve conversazione in cui lui le aveva detto tutto quello che sapeva: niente in pratica. Nonostante fossero lì da pochi minuti aveva già potuto constatare quando la sua presenza infastidisse la ragazza, ma dopotutto era impossibile non accorgersene. Le aveva passato una tazza con un po’ di caffè e nel momento in cui le loro dita si erano sfiorate aveva sentito chiaramente Spencer sobbalzare e allontanarsi con una smorfia di fastidio. Non riusciva a sopportarlo… La amava troppo per sopportare il suo disprezzo!
Ogni volta che la guardava l’unica cosa che voleva fare era baciarla, sentire il suo corpo esile tra le sue braccia. Avrebbe potuto farlo ancora? Ne dubitava… Ma una cosa doveva saperla:
«Non ti fidi ancora di me, vero?». La domanda gli era uscita dalle labbra prima che avesse potuto fermarla. Vide gli occhi di Spencer accendersi di rabbia e per un momento pensò che la ragazza lo avrebbe picchiato. Invece successe di peggio.
«Se io ti avessi mai visto soffrire come so che tu hai visto me…». Stava piangendo. Quelle parole, unite al suono disperato della sua voce, gli perforarono il cuore come una lama incandescente e di colpo gli ritornò in mente tutto ciò che aveva visto e che gli aveva riferito Mona. Davanti a lei era stato impassibile, ma più volte nella notte aveva ponderato l’idea di uccidersi. Non riusciva a pensare a Spencer, sempre così forte e tenace, spezzata. Per colpa sua. Chiusa in quel fottutissimo ospedale psichiatrico, disperata e sola. Per colpa sua. Perché la consapevolezza che fosse tutta colpa sua lo distruggeva. Avrebbe preferito di gran lunga vederla felice con qualcun altro, fosse anche quel Wren con cui aveva pensato che lei l’avesse tradito. Ma tanto alla fine era stato il contrario: era stato lui lo stronzo a tradirla. Poco contava l’avesse fatto per amore.
Si sedette sul letto, in agonia, aspettando che lei se ne andasse, che lo lasciasse per sempre.
Senti una mano piccola e calda sul suo viso asciugargli una lacrima e si rese conto in quel momento di stare piangendo. Alzò lo sguardo e vide negli occhi di Spencer la stessa disperazione che probabilmente c’era nei suoi. Occhi che si facevano sempre più vicini… Gli stava davvero dando una seconda chance? La vide avvicinarsi e la abbracciò, la strinse come un naufrago si stringe a una boa durante una tempesta.
Si baciarono e dopo settimane Toby si sentì a casa.  
  
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