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Autore: Julia_Phantomhive    12/07/2013    3 recensioni
Vongola IX ha richiamato nella propria patria solo il nipote e Tsuna è costretto ad allontanarsi dal Giappone senza i suoi Guardiani. Reborn, come tutor lo seguirà e per non destare sospetti, organizza uno scambio culturale tra la Namimori Middle High School e una qualsiasi scuola d'Italia. La scuola scelta ha due candidate, entrambe testarde, ma soprendentemente dominanti con i loro professori, tanto che li convincono a mandare tutte e due al posto di una.
Arrivando in Giappone, le ragazze avranno un incontro con più di uno dei guardiani, per destino o coincidenza.
Questa è una serie di piccole storie che alterneranno le varie coppie che veranno introdotte, sono molto corte eccezione fatta all'introduzione e finale. Spero che vi piaccia!
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G, Hayato Gokudera, Kyoya Hibari, Nuovo Personaggio, Takeshi Yamamoto
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Lo scambio culturale

1. Lo scambio culturale

Nella tranquilla Namimori Middle School, nella seconda classe 1, verso la fine dell'anno scolastico, Tsuna e parte della sua famiglia, stavano discutendo del trasferimento improvviso del loro boss:
<< Decimo, sta scherzando vero?! >>
Urlava come un pazzo disperato Gokudera, mentre Yamamoto ancora incredulo provava invano a consolare l'albino, anche Tsuna cercava di calmarlo, perché neanche lui non se l'aspettava, ma successivamente il Decimo rivelava loro la verità:
<< G-Gokudera-kun, calmati. Non è stata una scelta mia, ma del Nono che ha chiamato solo me e ha detto che ci sarebbe voluto minimo un anno prima che ritorni in Giappone. >>
<< Come braccio destro del Decimo, verrò anch'io! >>
All'improvviso, faceva la sua solita entrata spettacolare Reborn, che si appolaiava sulla spalla di Yamamoto e con la sua calma riusciva sempre a far ragionare tutti: << No, Gokudera. Il Nono ha chiesto solo la presenza di Tsuna. Non della sua famiglia. Inoltre, ho sistemato tutto, Tsuna e io partiremo domani e tra pochi giorni verrà il suo 'sostituto'. >>
Sia Yamamoto che Gokudera ripetevano stupiti: << Sostituto?! >>
<< No, ragazzi! Avete capito male, Reborn intendeva un altro studente di un'altra scuola come scambio culturale! >> Rideva perché comprendeva << Anch'io pensavo che ci sarebbe stato un altro mafioso, ah ah... >>
Anche se era stato rassicurato, Tsuna non ne era tanto convinto.
Reborn aveva specificamente detto che il suo 'sostituto' sarebbe stato scelto a 'random'.
Poi, Yamamoto gli chiedeva, interrompendo i suoi pensieri: << Tsuna, perché non ti sei opposto? >>
<< Volevo rivedere mio nonno, già... >> Continuava a ridere, perché avrebbe voluto anche lui che quella fosse la verità, ma in realtà era Reborn che aveva ricevuto una lettera dal Nono e che lo aveva costretto ad eseguire l'ordine.
<< Decimo, portami con te! Torno in Italia con voi! >>
<< Non se ne parla nemmeno. >> sentenziava Reborn con il suo sguardo da killer.
<< Dai, Gokudera-kun... mi accompagnerete all'aeroporto, d'accordo? >>
Tsuna cercava sempre di rassicurare Gokudera che Yamamoto.
La mattina dopo, quasi tutta la sua famiglia: sua madre, Gokudera, Yamamoto, Lambo, I-pin, Kyoko, Haru, Chrome e Bianchi erano venuti a salutare Tsuna e Reborn. Quasi tutti si erano messi a piangere, tranne quei pochi che sapevano che non era un addio.

Intanto in Italia, in una scuola statale della capitale, nella stanza del preside, quest'ultimo, insieme alla vicepreside, cercavano di convincere due ragazze a fare una scelta:
<< Dai, ragazze. Non possiamo pagare il viaggio per entrambe, è già tanto che abbiamo ristretto la scelta tra voi due; è sorprendente che solamente due alunne, in una scuola così grande, sappiano il giapponese e hanno dei bei voti, e addirittura a pari livelli! Vi prego, ragionate, non possiamo davvero! Siamo in crisi, ragazze! >>
Una delle due, o anche la più sfrontata, era decisa: << No, preside. O tutte e due o niente. >>
La vicepreside si era intromessa, poiché entrambe erano sue alunne: << Ti prego, Giulia. Non possiamo mandare tutte e due, o te o Valentina? >>
Giulia era una ragazza alta 1,50 m, con i capelli neri e occhi castani scuro, di origine straniera ed era decisamente sfrontata e orgogliosa con chi era in confidenza, ma dopotutto appariva una brava ragazza. La sua amica, accanto a sé, era Valentina, alta 1,72 m, castana-bionda e occhi azzurri come il cielo, lei non era timida, ma sapeva contenersi e riusciva comunque a ottenere tutto. Erano così diverse, che erano migliori amiche.
La mora insisteva: << Io non parto senza Vale. >> e l'altra continuava: << E io non parto senza Giulia. >>
Sia il preside che la vicepreside erano ormai al limite della esasperazione: << D'accordo, ne riparleremo con i vostri genitori. Vedremo se saranno del vostro stesso parere. >>
<< Mi pare ovvio che siano dello stesso parere, professoressa. Ci conoscono, e non manderebbero mai le loro figlie da sole se non con un'altra persona! >> Giulia aveva sbattuto le mani sulla cattedra, tanto per fare scena.
La vicepreside provava un'ultima volta a convincerle: << Non sarete sole, ci sarò io ad accompagnare una di voi! >>
Valentina così le dava il colpo di grazia: << Ma lei non lo sa il giapponese, se permette, prof. >>
Entrambi i docenti non potevano più controbattere.
<< Avete vinto, partirete solo voi due. Prof.ssa Caradelli, mi dispiace ma dovrà cedere il posto. Però ufficialmente chi delle due parteciperà allo scambio culturale? >>
Valentina aveva risposto così velocemente che non dava tempo a Giulia di ribattere: << Mi pare ovvio, la signorina Giulia Heiloz. >> Abbassando la voce, si rivolgeva all'amica << Finiamola qui. L'hanno detto, abbiamo una testimone e ho registrato tutto. Capito, Giu? >>
Giulia annuiva silenziosamente ed entrambe soddisfatte le ragazze lasciarono l'aula.

Dopo tre giorni, Giulia e Valentina erano giunte in Giappone senza problemi e come era uso dello scambio culturale, gli alunni andavano a vivere nella casa della persona 'scambiata', ma col fatto che Tsuna si era stabilito nella residenza dei Vongola e le ragazze non ne sapevano niente di come funzionasse uno scambio culturale, si erano prenotate per un anno una stanza per entrambe in un albergo della Namimori. In camera, le ragazze parlavano tra di loro:
<< Oi Giu, ma come mai qui le vacanze primaverili durano di più? >>
<< Non ricordi? E' come se fossero quelle estive, cioè di cambio anno. In pratica, ricominceremo da capo il terzo anno, ma non saremo ripetenti e se lo finiamo bene quest'anno, quando ritorneremo continueremo il quarto. >>
<< Perché siamo noi a doverci adattare ai loro tempi di studio? >>
<< Boh, forse perché è partito da loro questo scambio culturale. Ah, dobbiamo incominciare a parlare in giapponese d'ora in poi, sennò non ci capiranno. >>
Valentina sospirava dopo che l'amica aveva risposto a tutti i suoi dubbi, mentre Giulia stava sistemando le valigie. Dopo un meritato riposo, una doccia e un sonnellino restauratore per star al passo con il fuso orario, la mora proponeva di farsi un giro: andar a vedere la scuola che avrebbero frequentato e la città nella quale avrebbero vissuto per un anno. Vale aveva declinato, poiché voleva leggere la montagna di libri che si era portata dietro per non annoiarsi, così Giulia quella mattina sarebbe andata a visitare la Namimori Middle School.
Giulia si era vestita molto leggera e stava parecchio amando quel vento che stava soffiando, amava il freddo e la primavera non sembrava ancora essere arrivata del tutto, ma finalmente, mentre saliva quella strada, era riuscita a vedere lo splendido paesaggio attraversato da petali di ciliegio.
<< Sakura... >>
Era affascinata dal colore, dal petalo e dal profumo che si era dimenticata dov'era diretta, ma ciò che l'aveva riportata coi piedi per terra, ritornando nella realtà, era un ragazzo. Alto, slanciato, moro e molto tenebroso, incuteva timore e Giulia ne era consapevole, ma era rimasta comunque a fissarlo. Quando i loro occhi si erano incontrati, lui si era diretto verso di lei, aveva il passo felino. La mente della mora non ragionava più.
Entrambi erano rimasti a fissarsi, lui aveva uno sguardo truce e sembrava che le volesse far del male, ma Giulia era immobile e fino a un momento fa, non si era accorta che con lui c'era un uccellino che parlava per lei:
<< E' arrossita! E' arrossita! >>
L'unica a non essersene accorta era proprio lei.
La sua mente, però, non le suggeriva ancora nessun pensiero.
L'uccellino si alzò delicatamente in volo dal dito del ragazzo e felice si dirigeva vero le mani di lei. Continuando a canticchiare si appollaiava nelle piccole mani di Giulia: << Hibari, è la prima! E' la prima! E' arrossita! E' arrossita! >>
Finalmente, quando si rendeva conto cosa stesse succedendo, il sangue ricominciava a fluire e i pensieri ad assalirla:
"Sono... davanti alla scuola di Namimori, woh che fortuna. Aspetta, ma chi è questo? Allodola? Possibile? Ma soprattutto perché sono arrossita!? No, non va bene. Cosa ci è scritto sulla fascia? Forse è il capitano della squadra di calcio? Ah, non riesco a staccare gli occhi su di lui! Giulia, svegliati! Sembrerai una pervertita!"
La ragazza si era concentrata sulla fascia, dopo qualche minuto che aveva in mano l'uccellino e che Hibari si era accorto che Hibird non era più con lui, aveva letto Disciplina e capiva allora che faceva parte di uno di quei comitati disciplinare della scuola, ma si chiedeva cosa ci facesse in giro durante le vacanze.
"Gli manca la scuola, per caso? E' pazzo." Pensava la mora mentre accarezzava continuamente l'uccellino "Aw che soffice, sarà suo? Bah non importa, mi piace!"
Hibari stava ancora osservando la ragazza e poi prese una decisione inaspettata, forse per capriccio o il fatto che era simpatica a Hibird gli andava a genio, ma le aveva preso il polso e la trascinava all'interno della scuola.
Gli alberi con i fiori di ciliegio si trovavano all'interno della struttura scolastica e Giulia ne era rimasta davvero ammaliata, si guardava intorno e non si stupiva affatto se erano da soli.
Solo ora si accorgeva, che il ragazzo di nome Hibari, era dopotutto, un bel ragazzo e aveva un buon portamento, indossava una camicia a maniche corte e la fascia sulla sinistra, e poi pantaloni lunghi neri. Dopo che li aveva osservati per più di cinque minuti, era impressionata anche dagli occhi sottili di un bel color cromatico come l'argento, Giulia si chiedeva se tra i giapponesi era comune un ragazzo di quel aspetto, ma poi voleva vedergli la mano sinistra che teneva in tasca. "Sarà fidanzato?" Hibari si era fermato all'improvviso, facendo pensare alla ragazza che avesse sentito il suo pensiero. Sperava di no, era troppo imbarazzante.
Hibari così incominciava a dire, con tono calmo e profondo:
<< Ora sei della Namimori Middle High School. Sii fiera di questo. >>
L'espressione di Giulia era sorpresa.
Non sapeva nulla di lei, le aveva afferrato il polso e trascinata così a buffo all'interno della scuola e, come se non bastasse, le aveva detto una cosa del genere, senza pensare che forse era di un'altra scuola. Hibird la risvegliava nuovamente con i suoi assillanti: << E' arrossita! E' arrossita! >>
Non concepiva una cosa del genere, era irritata dal quel comportamento nei suoi confronti ed era arrossita!
Ma Hibari non aveva finito il suo discorso: << D'ora in poi sarai una delle mie prede. >>
"No, scusa. Ha detto preda? E' scemo o cosa?! Non sa nemmeno il mio nome!"
La mora, così, furiosa si era divincolata dalla sua stretta e si massaggiava il polso, la stretta era veramente forte, e con tutto il coraggio, poiché Hibari aveva rincominciato a guardarla in cagnesco, gli teneva testa:
<< N-No! Neanche per sogno! Chi ti c-credi di essere?! >> L'espressione di Hibari si era fatta veramente molto seria, ma era cambiata velocemente, tenendo conto che le labbra avevano fatto una smorfia soddisfatta, quando Giulia riprendeva fiato << F-Forse mi iscrivo, non pare una brutta scuola! Ma... non ci contare troppo! >>
Non poteva mentire. Lei era già iscritta a quella scuola e sperava che non lo avrebbe mai più incontrato. Però, lei, aveva un brutto presentimento.

Le settimane di vacanze erano finite, Giulia e Valentina avevano finalmente ricevuto le divise ed entrambe non si aspettavano altro che provare quella nuova esperienza. Il giorno prima della riapertura, le due ragazze andarono dal preside della Namimori Middle School per avvertire che lo scambio culturale con l'Italia prevedeva due studentesse al prezzo di una. Il preside non fece tante storie e accettò di buon grado, dando infatti le divise scolastiche. Successivamente chiese: << Chiedo a te, Heiloz-san. >>
<< Sì, Kaichou-sama. >> Rispose diligentemente.
<< Come vi siete trovate con la signora Sawada in questi giorni? Tutto bene? >>
<< S-Sawada? E chi è? >>
Sia Giulia che Valentina si trovarono spiazzate.
<< Lo scambio culturale ha fine anche di vivere nella famiglia con l'alunno sostituito. Non ne sapevate niente? Dove siete andate a stare finora, signorine? >>
Fu Valentina che rispose con tutta calma: << In un albergo. La scuola ha pagato per noi una stanza per tutto l'anno. Non ne sapevamo niente, e non avete mandato dettagli, e noi in Italia, o almeno nel nostro istituto non ne abbiamo mai fatti degli scambi culturali. Andremo subito dopo il colloquio con voi, Kaichou-sama, a parlare con la signora Sawada, speriamo che non sia preoccupata se sapeva che funzionava così. >>
Giulia annuì: << Già. Non era nostra intenzione. L'avvertiremo che staremo in albergo, non ci sarà bisogno di scomodarsi così tanto. Anche lei, Kaichou-sama, spero che faccia eccezione per noi! >>
<< Oh oh, signorine siete due ragazze davvero divertenti. Fatevi valere! Siete nella sezione 3-1, non scordatevelo e buon soggiorno! Andate pure. >>
Valentina e Giulia avevano deciso, che la castana sarebbe andata lei ad avvertire Sawada-san dell'errore commesso, mentre la mora si andava a riposare per la giornata che avrebbe seguito.
Mentre passeggiava tranquillamente, verso Casa Sawada, nella via aveva incontrato due ragazzi della sua stessa età, erano entrambi abbastanza alti, tanto quanto lei, forse uno un po' di più, ma si vedeva lontano un miglio che non andavano d'accordo. Uno, quelli coi capelli color argento continuava a urlare come un forsennato: << Yamamoto! Che ci fai qui a casa del Decimo?! >> e l'altro, moro come l'amica, continuava a ripetergli:
<< Calma, calma. Era tanto per far visita a Lambo e I-Pin! E poi so che non c'è Tsuna, ma fare un salto a salutare la signora Sawada non è da maleducati, Gokudera! >> E si metteva a ridere.
Valentina li guardava impietrita.
O quei due erano una coppia di comici, o erano completamenti pazzi. Non voleva far niente a che fare con loro, ma era costretta ad avvertire la signora Sawada e non ci voleva un genio che li avrebbe incontrati.
"Questi due sono pazzi... anche se molto carini, a dir la verità. Ah, dovrei incominciare anche a pensare in giapponese.. uhm vediamo... Ah si ecco, se sono amici di Sawada-san, la persona che abbiamo sostituito, allora quei due faranno la mia stessa scuola e classe... Waaah, che inizio."
Vale aspettava che quei due fossero entrati, per poi suonare al campanello e la signora Sawada si sporgeva alla porta per vedere chi era: << Oh, buonasera, cerca qualcuno? Entra pure! >>
La castana stava per entrare, e intanto Lambo e I-pin erano usciti di casa per giocare, travolgendo Valentina che stava per cadere quando era stata salvata in tempo da Gokudera. L'albino urlava contro Lambo e I-Pin, mentre sosteneva il busto della ragazza: << Ehi mocciosi, state attenti!! >>
Successivamente li aveva raggiunti Yamamoto, al quale Gokudera gli passava Valentina: << Fanatico del baseball prenditene cura, è un'ospite della madre del Decimo. Devo andare a dare una lezione a quei mocciosi! Scemucca! Ragazzina!! >> E così Yamamoto la lasciava rimettersi in piedi: << Stai bene? >>
Lei annuiva ancora intontita e accompagnata da Yamamoto, entravano per una tazza di thé e un attimo dopo li aveva raggiunti Gokudera. Valentina così, iniziava a scusarsi:
<< Buonasera signora Sawada, sono Valentina De Silvestri e faccio parte dello scambio culturale, insieme alla mia am- >>
Valentina era stata bruscamente interrotta da Gokudera: << Allora sei tu che sostituirà il Decimo!? >>
Aveva un tono arrogante e aggressivo, tanta maleducatezza mai vista e Yamamoto cercava di nuovo di calmarlo, la signora Sawada lo ammoniva per il suo comportamento e così l'albino si ricomponeva.
<< Stavo dicendo che io e la mia amica- >>
<< Cosa? Non sei da sola? >>
Aveva interrotto il moro, ma con affare simpatico e innocente, anche se la ragazza pensava che fosse solamente stupido. Nuovamente la signora Sawada doveva rimproverare: << Oh insomma ragazzi, c'è una bella signorina qua e voi vi comportate così. Uhmpf, abbiate rispetto. Vada avanti, De Silvestri-san. >>
Era una persona paziente, si vedeva e con molta gentilezza cercava di incoraggiare la ragazza a continuare la spiegazione:
<< La ringrazio. Dicevo che io e la mia amica Giulia siamo qui per lo scambio culturale, e non sapevamo niente che dovessimo andare a vivre con lei signora, ci dispiace così tanto per aver causato dei problemi. Ora noi ci siamo stabilite in un albergo per tutto l'anno, quindi non avrà di che preoccuparsi per noi, Sawada-san. >>
<< Nessun disturbo cara. Avverti pure la tua amica che sarete sempre le benvenute qui a Casa Sawada! Dunque, passiamo alle presentazion- >>
La castana aveva alzato una mano per interromperla cortesemente e si affrettava ad andarsene:
<< La ringrazio Sawada-san. E' davvero gentile, per qualsiasi problema allora ci appelliamo a lei. Non si preoccupi, tanto li rivedrò domani a scuola. Arrivederci!! >>
Gokudera e Yamamoto sembravano interessati ad inseguirla, forse per istinto o pura curiosità, ma ciò che l'aveva resa fuori dal comune era stato il suo comportamento calmo e pacifico, quasi quanto quello di Tsuna. Inutile dire che l'albino pensasse che sarebbe stata la degna sostituta del Decimo, se ce ne fosse stato il bisogno, e il moro ci vedeva in lei un'amica che l'avrebbe sorpreso.

L'anno scolastico stava per incominciare e ora vedremo le vicende di questi cinque ragazzi, passo dopo passo, vedendo come ciascuno di loro crescerà, a modo suo.
Intanto in Italia, il Decimo Vongola e Reborn si erano persi a causa di un giovane che non sapeva leggere una cartina stradale e un pessimo senso dell'orientamento quando non è in Hyper Mode...
<< Reboooorn! Ma dove siamo finiti?! >>
<< Silenzio. Siamo in Italia, parla l'italiano, Tsuna! >>
<< Ma io non conosco l'italiano! >>
<< A che famiglia appartieni? >>
<< Vongola, perché? >>
<< Bene, qui si pronuncia Vongola. Impara bene! >>
<< Sarà un inferno quest'anno!! >>
.. Il povero Decimo venne lasciato al suo destino con il suo Tutor Hitman Reborn!

Nota D'Autrice
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e che seguiranno la storia (SE qualcuno la seguirà -.-"). Comunque, piccola spiegazione!
Tutte le parole o frasi in corsivo sono pronunciate o formulate in italiano, quando invece saranno 'normali' sono in giapponese.
Altra piccola cosa: è una raccolta di storie perché in pratica non hanno una precisa locazione spazio-temporale, anche se ci ho provato, e principalmente sono collegate tra loro solo perché le due pratogoniste sono amiche e si sostengono a vicenda, quindi qualsiasi cosa accada a una, l'altra la viene sempre a sapere. Altro, ho messo spoiler per quelli che ancora non hanno finito almeno l'anime, per farla semplice, la storia è poco dopo l'arco del futuro e ovviamente - "distorcendo lo spazio temporale" - prima dell'arco con i Simon.
Tutti personaggi appartengono a Akira Amano, a parte i Nuovi personaggi, e la storia, i fatti e personaggi sono tutti inventati e qualsiasi riferimento alla realtà è pura coincidenza.
Ok. La postazione del secondo capitolo sarà a breve, ma non assicuro un aggiornamento continuo o preciso.
Spero che vi sia piaciuta e vi abbia interessato anche un po'!
A presto!

  
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