Anime & Manga > Attacker you!
Segui la storia  |      
Autore: Gra Gra 96    12/07/2013    2 recensioni
Nami Hayase non è soltanto la rivale, l'amica, la compagna di squadra di Mila Azuki. Lei è molto di più. E' il genio della ricezione, è una ragazza solida e allo stesso tempo fragile, è l'essenza più pura dell'amore per la pallavolo, dello spirito di sacrificio, della determinazione. E questa storia si propone di essere una rivisitazione del celebre anime "Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo" dal punto di vista di Nami.
Genere: Azione, Introspettivo, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami Hayase, So Tachiki/Shiro Takiki, Un po' tutti, Yu Hazuki/Mila Hazuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

UNA NUOVA COMPAGNA DI SQUADRA

 
Mi chiamo Nami Hayase e questa è la mia storia.
La storia di una ragazza che amava la pallavolo a tal punto da subordinare ogni suo desiderio ad essa.
La storia di una ragazza che rinunciò all’amore pur di non tradire i suoi ideali di perseveranza e tenacia.
E questa storia, la mia storia, ebbe un importante punto di svolta il giorno in cui Mila Azuki entrò nella mia vita.
 
Era il mio turno alla battuta. Le avversarie tremavano dall’altra parte della rete: non erano riuscite a portare a segno neanche un punto e io stavo per segnare uno di quelli conclusivi.
« Ancora un punto, ancora un punto! » gridava la folla dagli spalti.
Non avevo intenzione di concedere tregua alla squadra avversaria, così eseguii la mia famosa quanto micidiale battuta a volo di rondine. La palla volò in aria, sempre più in alto, sfiorando quasi il soffitto, per poi ricadere come un missile sulle giocatrici. In due si prepararono a ricevere il servizio, ma non ebbero abbastanza prontezza di riflessi e si scontrarono. In ultimo disperato tentativo, un’altra ragazza si tuffò, ma la palla rimbalzò contro il terreno. Esultai con moderazione insieme alle mie compagne di squadre.
Stavo per segnare il punto decisivo, quando una ragazza dai capelli arancioni irruppe nel campo rincorrendo quello che presumevo fosse il suo pestifero fratellino.
« Qui si sta giocando una partita! » esclamò Sina furiosa.
Il capitano Kira intimò loro di andarsene immediatamente, ma il bambino continuò a frignare che gli scappava la pipì. Proprio allora avvenne l’irreparabile: il moccioso non riuscì più a trattenersi e fece pipì sul campo di gioco.
Furibonda, presi la parola: « Avete superato ogni limite! Non solo avete sporcato il campo, ma avete interrotto anche questa importantissima partita! »
La ragazza mi guardò con aria di sufficienza e disse: « Le partite importanti sono ben altre, ad esempio quelle di mia cugina Mimì. »
Le sue parole mi colpirono molto: dunque quella calamità naturale era la cugina della grande Mimì Ayuhara!
Senza ulteriori indugi, alcuni ragazzi scortarono i due intrusi fuori dal campo e un inserviente pulì il tratto di campo sporco di pipì. Nonostante ciò, nessuna delle ragazze si posizionò a metà campo. Seppure con crescente apprensione, andai alla battuta.
Il mio servizio venne ricevuto in extremis da un’avversaria e la palla riuscì a passare la rete. 
« È tua! » disse Sabi a Sina.
« No, è tua! » ribatté quell’altra.
E la palla toccò il suolo. Dalla panchina il nostro allenatore, Mr. Daimon, ruggì dalla rabbia.
Provai una grande vergogna per quelle compagne che si erano sottratte a un pallone per paura della pipì di un bambino.
La squadra avversaria batté il servizio e la palla andò in direzione di Sina, che però si ritrasse all’ultimo momento. Così la spinsi via e mi tuffai per tentare di recuperare la palla, ma fu tutto inutile.
Avevamo concesso un  punto alla squadra avversaria. Ero senza parole.
Naturalmente, l’esito dell’incontro fu a nostro favore, ma il mister non era per niente soddisfatto di noi e non tardammo a scoprirlo quello stesso pomeriggio.
Eravamo tutte e dodici allineate lungo il perimetro del campo, quando l’allenatore indicò il punteggio con un bastone di legno. 15 - 1
« Guardate il tabellone, ragazze. Siete riuscite a concedere un punto all’avversario più debole del girone. Dovreste vergognarvi! » tuonò Mr. Daimon.
« Abbiamo pur sempre vinto la partita. » intervenni. Dopotutto eravamo riuscite a portare a segno ben quattordici punti prima di concederne uno all’avversario.
L’allenatore non sembrava pensarla allo stesso modo. Con un sonoro ceffone mi buttò a terra.
« Nami, anche se qui tutti ti considerano la giocatrice di maggior talento, non ritenerti mai autorizzata a intervenire quando io parlo, soprattutto dopo la pessima figura di oggi! »
Mi rialzai da terra con lo sguardo pieno di rancore nei confronti di quella sciocca ragazzina che ritenevo colpevole di ogni cosa. Non sapevo ancora che l’avrei incontrata molto presto.
Addirittura il mattino seguente a scuola. Era l’ora di scienze e, mentre il professore parlava della vita dei fiori, la ragazza dai capelli arancioni fece irruzione nell’aula con così tanta foga da demolire la porta.
« Scusi per il ritardo, professore. Sono la nuova arrivata, Mila Azuki. » disse sorridendo.
Così era questo il nome della cugina di Mimì Ayuhara. Lo impressi a fuoco nella mente.
« È la ragazza di ieri. » commentò Sina, seduta nel banco accanto al mio.
Non era necessario che me lo ricordasse: impossibile dimenticare un tipetto simile.
Mila era ancora una volta in compagnia del suo sciocco fratellino. Anche se, a dirla tutta, non ne sembrava particolarmente felice. Difatti, lo spinse bruscamente fuori dall’aula.
Poi la lezione proseguì come da programma, ma in classe i ragazzi non facevano che bisbigliare tra di loro sulla nuova compagna. Io non provavo alcuna curiosità nei confronti di quella Mila Azuki, solo astio e rancore per come aveva svalutato e danneggiato il nostro incontro di pallavolo. Sì, le avrei dato una bella lezione al termine dell’ora.
Così, una volta suonata la campanella, mandai Sina e Sabi da lei per attirarla in palestra con una scusa qualunque. Sciocca com’era non tardò ad arrivare.
« Come ti sei permessa di insultarci ieri? » le chiese Sina, fulminandola con lo sguardo.
« Suvvia, ragazze, smettiamola di pensare a quella stupida partita! » rise Mila.
Sina sembrava sul punto di saltarle addosso, ma Sabi la bloccò. Era il mio momento. 
« Ora ti faccio vedere io se quella di ieri era una stupida partita! »
La ragazza si girò sorpresa e mi vide: ero dall’altra parte della rete e indossavo già il completino della mia squadra, l’Hikawa. Ci fu un intenso scambio di sguardi tra noi due.
Dopo di che Mila si preparò a fare a botte, fraintendendo le mie intenzioni.  Le spiegai pazientemente che volevo risolvere la questione da sportivi, attraverso una sfida di pallavolo. Lei replicò che non era una sfida ad armi pari.
« Ti daremo un vantaggio. » risposi. « Servirò dieci volte. Se riuscirai a rispondere a una sola delle mie battute, ti perdoneremo per quello che hai fatto. In caso contrario pulirai la zona che il tuo fratellino ha sporcato fino a quando non sarà lucida come uno specchio. »
Inizialmente Mila oppose qualche resistenza, ma poi decise di accettare la sfida. Non era il tipo da tirarsi indietro, almeno questo glielo dovevo concedere.
Eseguii il primo servizio e la colpii in pieno volto.
« Non ero ancora pronta! » esclamò lei, rossa come un pomodoro.
« Deve ancora riscaldarsi! » risero Sabi e Sina.
Battei il secondo servizio e anche stavolta lo mancò. Non ero affatto sorpresa. E così il terzo, il quarto, il quinto, il sesto. Le rimanevano solo quattro possibilità. Era fatta.
Però avevo notato la sua sorprendente agilità, così decisi di non dare quella vittoria per scontato e di impegnarmi con tutte le mie forze. Difatti Mila riuscì a prendere la settima battuta, ma la palla rimbalzò contro la rete. Adesso ero seriamente preoccupata.
Per rispondere all’ottava battuta, quella sciocca ragazza saltò in alto, dando mostra di una fantastica elevazione. Ma non riuscì a colpire la palla e cadde a terra con un sonoro tonfo.
« Questa è la nona battuta. » le comunicai. Non le avrei permesso di schiacciare a rete, pertanto eseguii la battuta a volo di rondine con grande sorpresa delle mie compagne.
Anche Mila rimase profondamente colpita dal mio servizio e provai una punta di soddisfazione. Cercò di prendere la palla e non ci riuscì, così il suo fratellino provò a riceverla seppur con scarsi risultati. Battei il decimo servizio, l’ultima occasione di Mila.
Ormai ero certa dell’esito della sfida. Eppure si tuffò e la prese, poi saltò a un’altezza vertiginosa e schiacciò la palla nella mia direzione. Dalla stupore non fui neanche in grado di ricevere e il pallone mi colpì in pieno volto.
Io non sarei stata affatto in grado di colpire la palla con la stessa violenza di Mila.
Ero stata sconfitta da una pivellina e non riuscivo proprio ad accettarlo.


Note: Salve! Ho intenzione di fare di questa mia nuova long-fic un tributo al personaggio di Nami Hayase che, come avrete sicuramente intuito, ammiro moltissimo. Ogni capitolo sarà generalmente relativo a un episodio del cartone animato in cui appare la nostra protagonista. Detto questo, spero che il primo capitolo sia stato di vostro gradimento. ^^
 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Attacker you! / Vai alla pagina dell'autore: Gra Gra 96