Premessa: questa one-shot ha come protagonista Narcissa Black la
quale, dopo essere stata costretta a dire addio alla sorella Andromeda, ripensa
a una promessa che si erano fatte da bambine fra sorelle e, capendo di averla
persa per sempre, si dispera enormemente. L'uomo che compare alla fine della
fic è Lucius Malfoy. Ho voluto renderlo un po' tenero e sdolcinato (forse un po’
più del dovuto XD) , ma anche forte e sicuro di ciò che vuole. La sua presenza
nella fic serve più che altro a risollevare un po' le sorti della storia
e dare una parvenza di lieto fine.
Narcissa correva per uno dei tanti corridoi bui di casa Back, il volto inondato di lacrime e le spalle scosse da singhiozzi profondi. Continuò a correre fino a quando raggiunse una porticina più piccola delle altre, in fondo al corridoio. Solo quando le fu davanti si fermò e la spinse con delicatezza.
Davanti a lei si aprì una vasta soffitta polverosa, piena di oggetti che sembravano giacere lì da secoli, inutilizzati. Improvvisamente un ricordo le riaffiorò prepotentemente nella mente facendola vacillare.
Era un caldo pomeriggio estivo e tre bambine dall’aspetto nobile, con
indosso degli abitini dall’aria molto costosa, stavano giocando allegramente
fra i resti di antichi oggetti appartenuti ai loro illustri antenati. Se
Druella le avesse viste in quel momento, affannate per il gioco e ricoperte di
polvere, sarebbe andata su tutte le furie, ma al momento si trovava a casa di
Walburga per bere un tè e discutere del figlio ribelle dell’amica, Sirius. Le
bambine quindi potevano giocare tranquille e indisturbate. Da quando avevano
scoperto l’immensa soffitta trascorrevano lì ogni istante che la madre passava
fuori casa. Inventare storie pazzesche per ciascun oggetto (e ve ne si potevano
trovare di veramente fantasiosi) era diventato il loro passatempo preferito.
Inoltre quel pomeriggio l’assenza della madre si stava prolungando più a lungo
del solito e le bambine, dopo ore trascorse a giocare con la fantasia, finirono
per sedersi dove trovavano posto, sfinite. Quelli erano i momenti che
preferivano, quando potevano stare fra loro cessando per qualche ora di essere
le tre figlie di Cygnus Black e concedendosi di essere solo Bella, Cissy e
Dromeda.
Cissy quel giorno indossava un abitino color carta da zucchero e teneva
i lunghi capelli biondi sciolti lasciandoli ricadere mollemente sulle spalle.
Era davvero stanca, ma anche felice come le era capitato poche volte nella vita.
D’un tratto, come percependo che quello era un momento magico che probabilmente
avrebbe ricordato per il resto della sua vita, rizzò il busto ed esclamò in
direzione delle sorelle:
- noi non ci lasceremo mai, vero?-
Bella e Dromeda si voltarono a guardarla, dapprima stupite, poi però le
espressioni sui loro volti andarono cambiando e si trasformarono in qualcosa di
più serio e profondo.
- certo sciocchina, noi resteremo sempre unite e ci aiuteremo qualsiasi
cosa accada!! -
Narcissa rimase per un attimo sorpresa dalle parole di Bellatrix, la
sorella infatti era sempre stata le meno incline alle smancerie e alle parole
dolci. Subito però sorrise nel vederla così convinta e vedendo che anche
Andromeda la fissava con un misto di affetto e riconoscenza, aggiunse:
- sempre insieme… me lo promettete? -
- si, sempre insieme- disse Bella con voce sicura.
- sempre insieme…- completò Andromeda commossa.
I singhiozzi aumentarono di intensità.
Narcissa non si era dimenticata di quella promessa e l’aveva sempre custodita con cura nel suo cuore, convinta che sarebbero state davvero unite per sempre.
Ma i giochi di bambina in quella soffitta ormai erano lontani. Allora era tutto più facile: non c’era la guerra, non c’era Voldemort, non c’erano Mezzosangue e Purosangue, la sua Bella era ancora una ragazzina scontrosa ma comunque sempre buona e gentile con le amate sorelle e Andromeda…
Be’ all’epoca lei non le avrebbe mai abbandonate per un Babbano… non avrebbe mai preferito un stupido ragazzo senza magia alle sue sorelle…Ancora non riusciva a crederci, le immagini del litigio di quel pomeriggio tra la madre e la sorella minore e poi dell’addio di quest’ultima continuavano a danzargli davanti agli occhi, che ormai erano appannati dalle lacrime…E si sentiva una stupida, perché lei ci aveva creduto davvero, in loro…in quel patto, e invece loro lo aveva infranto andando ognuna per la loro strada e dicendosi addio senza guardarsi indietro neppure una volta.
Ormai di loro non le restavano altro che i ricordi, l’unica cosa che non avevano potuto portarle via, ma nel suo cuore si era aperto un vuoto che nessuno avrebbe potuto colmare.
Restò per ore chiusa in soffitta a piangere e disperarsi, senza trovare pace.
Solo verso sera sentì qualcuno bussare alla porta e una voce chiara e profonda chiamarla con dolcezza. Reggendosi a mala pena sulle gambe si diresse verso la porta, sbattendo contro tutti i mobili della stanza mano a mano che la attraversava. Giunta alla porta la spalancò buttandosi tra le braccia dell’uomo a cui apparteneva la voce. Si strinse al suo petto singhiozzando e subito sentì le forti braccia di lui cingerle le spalle e premerla contro il suo petto.
Lui la lasciò sfogare fino a quando non ebbe più lacrime, sussurrandole di tanto in tanto parole dolci e accarezzandola teneramente. Quando finalmente lei si calmò, lui le prese il mento fra le dita e alzandole il volto verso il suo, incatenò gli occhi a suoi e le disse mormorando:
- ora ci sono io, non dovrai più preoccuparti di niente, perché io sarò sempre al tuo fianco e non rinuncerò a te per niente al mondo -
Pensavo che forse potrei continuare la fic aggiungendo degli altri
capitoli su Lucus e Cissy, cosa ne dite? Continuo o la lascio così?
besos