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Autore: AlyssaKamui    25/01/2008    6 recensioni
Mello ha appena lasciato l'orfanotrofio, come ha reagito Matt? e Near? coppia MattxNear
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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f RINGRAZIAMENTI: Colgo l'occasione per ringraziare lemnia; Queen_of_sharingan_91; AllegraRagazzaMorta; Freija; Xenophilia; Morgan; Alexychan93 per aver commentato l'altra storia su Death Note che ho scritto e sempre Alexychan93, Freija, Morgan, Queen_of_sharingan_91 con l'aggiunta di gealach, Geruko, JunJun per averla aggiunta fra i preferiti. Poi ovviamente un enorme grazie anche a tutti quelli che hanno solo letto.
Questa è tutta per voi (e lo so che magari gradivate di meglio, ma dovete accontentarvi).
NOTA 1: So che il pairing è come minimo originale, ma l'idea mi è venuta oggi pomeriggio mentre facevo uno stupido test e dopo giusto il tempo di un breve giro su internet alla ricerca di immagini o fanfic sui due (e quindi dopo aver scoperto che non esiste NIENTE su questa coppia assolutamente fuori da ogni canon), ho deciso di scrivere io per prima.
NOTA 2: Non mi pare che nel manga venga fatto vedere un qualunque momento in cui questi due si parlano, ma ho immaginato che Matt, dopo che Mello se ne è andato dalla Wammy's non fosse molto ben disposto nei confronti di Near. Questo è, semplicemente, quello che è venuto fuori dopo aver constatato questo banalissimo fatto.
NOTA 3: Ho scritto di peggio, questo è un dato di fatto. Il problema è che quel peggio non ho mai avuto il coraggio di pubblicarlo, e sinceramente avrei evitato di pubblicare anche questa, ma sono così schifosamente esaltata per aver creato un dialoghetto fra i due che la devo far leggere al mondo, questa cosa disgustosa. Se ho scritto cose troppo oscene grammaticalmente parlando o fatti errori enormi che vanno contro tutta la trama di Death Note avvisatemi. Se non vi sono questi due tipi di errori ma la fic vi fa comunque schifo, avvisatemi lo stesso.
NOTA 4: Il titolo in origine doveva essere “Numero uno” scritto per esteso o “Number one”, in inglese, poi, per qualche motivo che non ho ancora ben chiaro, ho optato per N°1. (In realtà volevo mettere anche I, inteso come primo in numeri romani, ma ho scartato quasi subito l'idea)
NOTA 5: Ultima nota, giuro: I personaggi mi sembrano OOC, per voi quanto lo sono? Ho provato a farli IC ma dubito fortemente di esserci riuscita.



N°1

C'era molto silenzio quel giorno.
Certo, quelli con cui Mello giocava a calcio abitualmente facevano un gran chiasso nel chiedersi dove fosse finito il loro compagno.
Anche la bambina con le trecce a cui il biondo era sempre piaciuto provvedeva a creare una notevole, ulteriore dose di confusione, con i suoi pianti.
In realtà, quel giorno non c'era per niente silenzio.
Eppure a Near bastava non prestare attenzione a quei rumori per far tornare l'errata sensazione secondo la quale tutta la suddetta confusione era inesistente. Gli sembrava di avere le orecchie tappate, come quando si sale rapidamente una montagna.
E fu avvolto da quella sensazione di stordimento che camminò per i corridoi dell'orfanotrofio fino ad arrivare davanti alla camera di Mello.
Davanti all'ex camera di Mello.
Entrò.
Per un breve, effimero istante, quando vide una persona scompostamente seduta sul letto pensò che fosse l'ex occupante di quei pochi metri quadrati di spazio, pensò che avesse deciso di collaborare con lui anziché abbandonarli tutti così.
L'istante successivo realizzò che Mello era troppo orgoglioso per tornare sui suoi passi e che, nell'impossibile caso in cui l'avesse fatto, sicuramente non sarebbe stato con indosso una maglietta a righe e dei jeans.

-Ciao Matt.-
Il ragazzo seduto sul letto non si era accorto della presenza dell'altro finché quest'ultimo non aveva deciso di palesarla Probabilmente era, come al solito, troppo preso dal mondo finto in cui le sue uniche preoccupazioni erano salire di livello e sparare agli avversari, per accorgersi di quello che accadeva nella realtà.
-Che ci fai qui?- Chiese staccando gli occhi dal Game Boy per puntarli sulla figura bianca immobile davanti alla porta.
-Niente.- Rispose quest'ultimo. -E tu?-
La stupidità di quell'affermazione era innegabile, così come era innegabile che uno con un quoziente intellettivo come il suo avrebbe potuto (e dovuto) fare di meglio.
-Niente.- Gli fece il verso Matt. -Ti senti in colpa? Per averlo fatto andare via, intendo.- Domandò senza troppi giri di parole.
-Non l'ho fatto andare via io, se ne è andato perché lui voleva andarsene.- Ribatté impassibile come suo solito.
-E secondo te perché lui voleva andarsene?- Replicò il rosso stizzito, alzando un po' il tono di voce. -Per orgoglio.- Fu la secca risposta dell'altro.
-Perché ti odiava! Perché ti odia!- Questa volta stava davvero urlando.
-Abbassa la voce, se ti sentono ci manderanno fuori da qui.-
Dopo quest'ultima affermazione, pronunciata con il consueto distacco da Near, i due rimasero in silenzio per almeno un minuto, probabilmente persi ad ascoltare le voci che provenivano dal corridoio.
-E' il mio migliore amico.-
Quell'attimo di pace venne prontamente interrotto da Matt che aveva smesso di urlare, ma dalla cui voce era chiara la rabbia che provava.
-E' il mio migliore amico e tu me l'hai portato via.-
L'albino preferì non rispondere a questa provocazione, e anche se avesse deciso di farlo, cosa mai avrebbe potuto dire? Era certo che il suo interlocutore non si stesse riferendo solo a quell'ultimo fatto. No, lui parlava di ogni volta che era rimasto ad osservare la porta della camera di Mello, dopo che quest'ultimo gliela aveva appena chiusa in faccia, dopo essersi sentito ricordare ancora una volta che lui doveva studiare, che doveva impegnarsi ad essere il migliore e non aveva tempo di aiutarlo a superare un mostro particolarmente impegnativo. Parlava di ogni volta in cui il suo migliore amico passava ore ad insultare il suo rivale e di come Matt lo ascoltasse, di come gli desse ragione quando tutto quello che desiderava era che lui si dimenticasse per qualche minuto l'esistenza di quell'odioso coso bianco e si ricordasse di lui.
Lo sapeva, Near; sapeva di tutto questo e sapeva che Matt lo odiava al pari di Mello.
-Esiste un modo per batterti?-
Quella domanda, pronunciata con tanta semplicità e rassegnazione, ebbe il potere di ridestarlo dai suoi pensieri.
-Che... che intendi?- Chiese osservando il rosso.
-Come fai ad essere il numero uno? Non sono come Mello, non mi interessa superarti in ogni campo, dimostrare di essere il migliore o idiozie simili. Volevo solo una cosa, eppure tu, nonostante non facessi niente per averla, nonostante non te sia mai importato niente, me l'hai portata via. Come posso batterti, Near?-

Loro due prima di allora non avevano mai parlato davvero, preferivano ignorarsi a vicenda.
Forse quindi, fu proprio per la sorpresa di sentire quel ragazzo dagli strani occhiali arancioni fargli un discorso simile, che fece apparire un'espressione tanto stupita sul volto del più giovane. E forse, le espressioni facciali sono come gli sbadigli: contagiose, perché anche Matt una volta visto l'abituale impassibilità dell'altro scomparire, quasi non fosse mai esistita, spalancò occhi e bocca.
C'era un qualcosa di estremamente buffo in quei due che si osservavano a vicenda con aria sconvolta, o almeno, ci doveva essere di sicuro e una volta che si accorsero di quel dettaglio non poterono fare a meno di sorridere entrambi.
-Stai sorridendo. Tu non sorridi mai.- Affermò il rosso affrettandosi a tornare serio.
L'altro tornò a sua volta immediatamente impassibile, e Matt sorrise nuovamente nel notare che sembrava un mocciosetto qualunque colto nell'atto di far cadere un vaso molto prezioso.
-Non te l'ho rubato davvero. Lui mi odia, se te l'avessi rubato sarebbe stato mio amico e non se ne sarebbe mai andato di qui.- Rispose, sorvolando sulla faccenda del sorriso.
Quello che aveva appena detto implicava l'ammissione dell'accusa secondo la quale il biondo se ne era andato a causa sua, ma a parere dell'altro non era quella la parte più importante.
-Quindi, avresti voluto che fosse tuo amico...-
-Non ho detto questo.-
-No, però probabilmente lo pensi.-
Ancora silenzio.
-Ti piaceva, il tuo migliore amico?- Chiese Near con una punta di ironia che pronunciata da lui pareva come una nota stonata in una graziosa sinfonia. Non gli si addiceva l'ironia. In realtà non gli si addiceva qualunque cosa che avesse, anche solo vagamente, l'aria di una battuta.
-Lo sai già, perché me lo chiedi?- Rispose l'altro, visibilmente infastidito.
-Volevo una conferma. Non posso basarmi soltanto su mie ipotesi.-
-Questa non è un indagine. Non parlare come se lo fosse, non lo sopporto.-
Una risposta adeguata in questo momento sarebbe stata un semplice “a me non importa di quello che tu non sopporti, e parlo come mi pare.”, però non era nel suo stile, un po' come l'ironia.
-E poi, Mello piace anche a te. Vi siete mai baciati?- continuò Matt senza prestare attenzione ad una qualunque risposta che l'altro avrebbe potuto dare alla provocazione di poco prima ed osservando il volto del più piccolo farsi ancora una volta stupito a quella domanda.
-No.- Rispose l'albino senza dare una particolare inflessione alla voce.
Moriva dalla voglia di chiedere “e te?”, ma non lo fece.
-Near...-
-Si?-
-Chiudi gli occhi e fingi che davanti a te ci sia lui e non io.-
-Cos...- Non riuscì a finire la frase che gli venne chiusa la bocca dalle labbra dell'altro.
Fu un bacio strano, un bacio pieno di inesperienza da parte di entrambi. E magari anche di dolcezza, ma quella ci fu solo in uno strano, complicatissimo, praticamente incomprensibile modo.
Fu un bacio che illuse i due, ancora una volta, che intorno a loro vi fosse il più assoluto silenzio.
-Fingevi di baciare lui, Matt?-
-Si, tu no?-
-Anche io.-
E quella fu la prima di una lunga serie di finzioni.
  
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