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Autore: Vale_27    13/07/2013    0 recensioni
Questa storia è frutto della mia immaginazione. Scrivere mi rilassa e leggere ciò che scrivo mi fa sentire molto orgogliosa, spero che sarà lo stesso anche per voi, voglio vedere molte recensioni, per avere un vostro parere, almeno vengo a sapere dove sbaglio. Grazie a tutti e buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando meno te lo aspetti, ti innamori - Introduzione e primo capitolo
Quando meno te lo aspetti, ti innamori.

Ciao, sono Valentina, ma per gli amici Vale, ho 27 anni e sono di Roma, ma lavoro a Torino da quando avevo 23 anni in una agenzia immobiliare con una ragazza che è diventata un'amica eccezionale. I miei genitori vivono a Roma insieme al mio fratellino di 20 anni, si chiama Andrea. Andrea impazzisce per me, nel vero senza della parola. Da quando sono partita ci vediamo sempre di meno, lui frequenta l'università di Roma, facoltà medicina. Sin da piccolo amava fare il medico, ma quello che l'ha spinto di più a voler diventare medico è che quando aveva 16 anni mi ha salvato la vita. Avevo fatto un incidente con il motorino proprio mentre lui passava, non si fece prendere dal panico e mi rianimò, se non ci fosse stato lui, a quest'ora non ero qui. Sono fiera di lui, non mi ha dato mai nessun problema e a dirla tutto me lo sono cresciuta io, quindi ho una buona esperienza. Vi domanderete perché mi sono cresciuta io mio fratello, facile, i miei genitori non c'erano mai, erano sempre in viaggio per lavoro e quando dicono che io sono lontana, spesso e volentieri gli rinfaccio che loro non c'erano mai. Ho un carattere un po' particolare, sono: testarda, orgogliosa, scontrosa, acida, difficile e chi ne ha più ne metta.
Io e il mio ragazzo ci siamo lasciati quando sono partita per Torino, da lì nessuna relazione, sto così bene da sola. La sera qualche volta esco con amici che ho conosciuto lì e ci si diverte tra  una birra e l'altra. Beh, vivo la vita senza pensieri, l'unico pensiero e mio fratello a Roma che spero di portare qui il più presto possibile. Odio il calcio, ma il mio gruppo di amici tifa Juve e ogni domenica che si gioca in casa loro sono allo stadio. Io non ci sono mai andata, penso che sia una perdita di tempo gridare dietro a dei ragazzini che rincorrono un pallone e si montano la testa e guadagnano milioni e milioni. Anche mio fratello tifa Juve.
Vivo in una piccola villetta a due piani nel centro di Torino. Due camere, una solone e una cucina enorme e un bagno fantastico. Beh guadagno bene e posso permettermela. Non mi piace apparire, sono semplice, jeans e vestitini quando servono.

La sveglia suona come ogni mattina alle 8:00, la sera prima avevo fatto un po' tardi e questa mattina di alzarmi non ne avevo voglia. Ma dovevo, la mia collega, nonché mia amica, Hope, mi stava aspettando, questa mattina veniva una sua carissima amica, moglie di un calciatore della Juventus, sai che palle, sai come si monta la testa. Vabbè, queste mattina mi aspettava una giornata un po' particolare, come sempre. Capire i clienti non era sempre facile, a volte partivano con un'idea che poi cambiavano durante le visite, che stress.
Scesi giù in cucina e mi preparai un cappucino con dei biscotti, feci la doccia e in mezz'ora era pronta. Jeans, maglietta bianca, superga bianca, capelli legati, borsa, iphone, agenda ed ero pronta. Andai a piedi, tanto l'agenzia era a pochi passi da casa mia. Arrivai in ufficio e trovai Hope che parlava con una ragazza bionda.
"Buongiorno" - dissi io, attirando la loro attenzione.
"Eii Vale, buongiorno, questa è Giulia, la ragazza di cui ti ho parlato, moglie del calciatore della Juventus"
"Ah si, ricordo, piacere Valentina" - risposi, porgendole la mano che lei subito strinse. Sembrava simpatica e non una delle tante che si montava la testa.
"Allora Vale, come ti avevo già anticipato ti accupererai tu di Giulia, io devo andare a Milano per quel convegno"
"Sisi, tranquilla Hope, ci penso io. Giulia, se mi vuole seguire nel mio ufficio le faccio vedere alcune villette, qui in zona e poi mi dice lei quale vuole vedere"
"Perfetto, ma dammi del tu"
"Va bene"
Ci accomodammo nel mio ufficio, sulla mia scrivania avevo la foto con mio fratello, la guardai e sorrisi.
"E' il tuo ragazzo?"
"Chi lui? In un certo senso si, è il mio unico uomo, è mio fratello"
"Ah che belli che siete"
"Grazie, allora queste sono le villette che ci sono qui in zona, poi ho anche qualche altra villetta però più fuori Torino"
"Nono, in zona va bene, altrimenti mio marito chi lo sente"
"Ahahah va bene, allora guardi un po' qui e poi mi dice quale vuole vedere e andiamo"
"Perfetto"
Mentre lei guardava le foto delle villette, io sistemavo alcuni preventivi. Hope si fidava di me e molti suoi clienti li avava passati a me.
"Queste due mi piacciono di più" - disse Giulia.
"Perfetto, sono le miei preferite, vogliamo andarle a vedere? Finisco dopo qui"
"Se vuoi finire, possiamo andare più tardi"
"Nono, tranquilla, finisco dopo"
"Come vuoi"
"Prendo le chiavi e arrivo"
"Ti aspetto fuori"
"Si, andiamo con la macchina dell'agenzia"
"Va bene"
Presi la borsa, controllai l'iphone, avevo il solito messaggio di Andrea:
"Amore buongiorno, sto andando a lezione, ti chiamo appena esco, ti voglio troppo bene un bacio il tuo fratellino"
Un sorriso scappò:
"Amore mio, buongiorno a te, aspetto la tua telefonata io sto andando a vedere una casa con una cliente, moglie di un calciatore della Juve, un bacio t'amo"
Andai da Giulia che mi stava aspettando e misi in moto per andare a vedere queste due villette non distante una dall'altra.
All'improvviso squillò il suo cellulare.
"Scusami"
"Tranquilla"
Penso che fosse il marito:
"Era mio marito, gli ho dato l'indirizzo ci raggiunge lì"
"Perfetto, almeno vediamo se anche a lui piace"
"Esatto, visto che è un po' complicato"
"Eccoci arrivate, aspettiamo qui tuo marito oppure vogliamo entrare?"
"Entriamo"
"Anzi, aspetta te tuo marito io sistemo un po' perché è da un po' che non ci mettevamo piede"
"Va bene"
Entrai e quella casa era sempre stata la mia preferita, ma non la comprai perché era enorme. La casa aveva tre stanze da letto: una per gli ospiti, una per i bambini. Se l'aveva scelta, forse perché aveva intenzione di avere figli, oppure già lo era, boh. Un salone collegato alla cucina abbastanza grande I miei pensieri vennero interrotti dalla voce di Giulia:
"Possiamo?" - disse.
"Sisi, entrate pure" - dissi io ancora girata di spalle.
Non appena mi girai, vidi loro mano nella mano che si sorridevano. Dio mio che sorriso aveva! Quegli occhi scuri mi colpirono subito, rimasi imbabbolata. Quel ragazzo mi aveva stregata.

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