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Autore: shineupps    13/07/2013    4 recensioni
Mary non aveva più lacrime, non per lui, ed era felice così. 
Non avrebbe potuto versare nemmeno una lacrima per quell'uomo che le aveva fatto del male. 
« Va all'inferno, bastardo. » Sussurrò a malapena. 
Si voltò, lasciandosi alle spalle il passato, e sorridendo alla sua vera famiglia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Vi consiglio di leggere la storia con sottofondo questa canzone





"Non riesco a capire perché lo faccia. I suoi occhi diventano fuoco ogni volta che mi guarda, le sue mani cominciano a tremare e io so per certo che il peggio non ha mai fine..."

Scrisse su una pagina del suo fidato diario. 
Chiuse gli occhi, lasciando che una lacrima le sfuggisse, cadendo sul diario e macchiandolo, mentre l'inchiostro si espandeva. 

"Io non lo riconosco più... Quella bestia non è mio papà." 

Un'altra lacrima.
La porta di casa si aprì e si chiuse velocemente, seguita da un tonfo.
La ragazza riposò di corsa il diario sotto il letto, poggiando la schiena sul muro, aspettando che lui venisse in camera per controllarla. 
Mary si asciugò gli occhi velocemente. 
« Sei qui, stronzetta... » Bisbigliò l'uomo completamente ubriaco.
« Guardati... Gli occhi rossi dal pianto, proprio come una femminuccia. » Aggiunse.
Mary abbassò gli occhi, costringendosi a subire gli insulti sempre aprir bocca. 
Umiliata. 
Era questo quello che le faceva. 
La umiliava. 
Avanzò verso di lei, prendendola bruscamente per il polso e stringendolo, strattonandola ferocemente e costringendola a seguirlo.
« Siediti. » 
Mary si sedette sulla sedia senza ribattere, mentre le gambe le tremavano. 
Cosa avrebbe voluto farle, adesso? 
Le afferrò con rabbia i capelli raccolti in una coda bassa. 
« Questi li tagliamo. - Disse con calma l'uomo, osservandola. - Ti fanno sembrare una femmina. E tu non lo sei. » 
Le lacrime uscirono incontrollate. 
« No... Per favore. » Sussurrò rassegnata, con la voce rotta dal pianto. 
Era inutile contrariarsi, la ragazza lo sapeva.
« Sta zitta! » Urlò rabbioso. 
Mary abbassò lo sguardo cominciando a singhiozzare. 
Lui afferrò le forbici e senza nemmeno che le facesse rendere conto di quello che stava per succedere, vide i capelli lunghi e neri a terra. 
Si portò una mano alla base del collo, sfiorandosi i capelli ormai corti.
Alzò lo sguardo, costringendosi a guardarlo negli occhi con disprezzo, ripugnata dall'uomo che aveva difronte.
« Perché?! » Esclamò scoppiando a piangere, esasperata. 
L'uomo sospiro, per poi colpirla in pieno volto, spostandola di poco dalla sedia. 
« Cosa ti cambia?! Sei brutta! » Urlò senza cura, girando le spalle e andandosene, lasciandola sola. 
Si alzò e avanzò verso lo specchio, osservando l'immagine riflessa. 
Chi era Mary?
Non si riconosceva più. 
Dev'era finita la ragazza di qualche anni prima? 
Quella ragazza dai capelli lunghi neri, gli occhi pieni di felicità e amore. 
Adesso i suoi occhi erano spenti, erano bui. 
Non c'era più la luce che c'era prima. 
Adesso era una persona oscura, costretta a guardare il mondo con gli occhi di una donna priva della sua femminilità, priva dei suoi sogni, priva del suo futuro. 
Ero solo una ragazza di diciotto anni oscurata dal mondo, che viveva tra pianti e malinconia. 
E urlava. 
Urlava a tutti aiuto. 
I suoi occhi urlavano pietà, i suoi occhi chiedevano pietà. 
Ma il mondo semplicemente non la vedeva, la ignorava, provando compassione. 

« Tieni. » Disse la madre, porgendole un vassoio pieno di cibo.
« Perché non posso mangiare a tavola con voi? » Sussurrò malinconica Mary. 
Non che volesse cenare con quell'uomo, ma non capiva perché la disprezzasse così tanto. 
Tanto da non volerla vedere. 
Tanto da godere nel vederla piangere, nel vederla ferita, fisicamente ed emotivamente. 
La madre sorrise tristemente. 
« Smettila. Non puoi. Tuo padre non vuole. » Disse semplicemente. 
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime. 
« Lui non è mio padre! — Urlò scoppiando a piangere. — Guarda! Guarda cosa mi ha fatto, e cosa mi fa, ogni giorno! » Esclamò mostrandole le braccia, il collo, i fianchi. 
« Sono tutti segni che mi porterò per il resto della vita! » Aggiunse sdegnata. 
La madre non guardò, alzò di occhi al cielo evitando di guardare i segni, le bruciature, i lividi che la figlia portava in tutto il corpo. 
Uscì dalla stanza, lasciandola sola un'ennesima volta. 

Un pugno nello stomaco. 
Il dolore era leggero ormai, Mary ormai era abituata. 
Facevano più male i suoi gesti. 
I suoi gesti la rendevano debole, fragile.
I suoi gesti la umiliavano. 
Perché? 
Perché si comportava così? 
Mary non credeva di essere stata irrispettosa nei suoi confronti. 
Lei gli voleva bene, ma non sarebbe riuscita mai a perdonarlo. 
Un altro calcio. 
Non le dava il tempo di respirare. 
La madre era lì, lo sguardo basso e le braccia incrociate al petto. 
"Mamma, perché non fai nulla? Perché mi vuoi anche tu così male?" Pensava, tra una lacrima e l'altra. 
Non poteva far altro che rimanere ferma e star zitta, immobile, subendo tutte le torture che quell'uomo, o quella bestia, come l'aveva descritto Mary, le infliggeva. 
Le urla del padre furono interrotte da dei pugni sul muro. 
I vicini lo sapevano, ma mai nessuno si era intromesso, mai nessuno aveva avuto il coraggio di fermarlo. 
L'uomo smise, spinse la ragazza facendola cadere bruscamente a terra, mentre Mary cercava di alzarsi per scappare. 
Lui la lasciò fare, certo che sarebbe ritornata, prima o poi. 
Mary bussò forte alla porta di Liam. 
Liam era il suo vicino.
L'unico ragazzo che rivolgeva la parola a Mary.
Lui la capiva, la consolava, la incoraggiava a continuarea vivere, perché nonostante tutto, la vita continuava. 
Non appena Liam aprì Mary si strinse in uno suo abbraccio che Liam ricambiò subito, senza esitare. 
« Oh, Mary. » Disse accarezzandole i capelli. 
« È diventato un inferno, non posso continuare. » Disse tra un singhiozzo e l'altro, in preda ad una crisi.
Liam la fece sedere su un divano, sedendosi accanto. 
« Non puoi continuare a vivere qui, ma puoi andartene! Scappa da qui, trova il tuo posto nel mondo e dimentica tutto, dimenticati di quella bestia e pensa solo al tuo futuro! »
Mary alzò lo sguardo, asciugandosi le lacrime. 
Liam le afferrò una mano, stringendola.
« Io credo in te. » Sussurrò guardandola negli occhi, cercando di trasmetterle tutta la sua fiducia, la sua amicizia, la sua speranza, la sua approvazione. 
Mary rimase in silenzio, stringendosi a l'unico ragazzo di cui si potesse fidare. 
Lasciarlo sarebbe stato difficile, ma lei aveva bisogno di andarsene, di mollare tutto. 

"Ho bisogno di rinascere.
Ciao, mamma."

Un bigliettino.
Chiaro.

Lo lasciò fuori la porta, per poi andarsene.
Era giunta l'ora. 


Camminava per le strade dell'America, un posto completamente sconosciuto per lei.
Lo sguardo basso, timido e insicuro, un borsone in spalla e un giubbotto che a malapena la riparava dal freddo. 
I guanti le riscaldavano le mani, il cappello la testa, ma nonostante tutto il sangue era freddo, il suo sguardo spento e le sue labbra secche. 
Avrebbe trovato quello che stava cercando? 
Sì, avrebbe trovato la sua serenità.
Mary prese una mappa dal suo borsone, sperando che avesse potuto aiutata ad ambientarsi. 
« Posso esserti d'aiuto? » Chiese una voce alle sue spalle. 
Alzò lo sguardo e incontrò un paio di occhi verdi smeraldo che la scrutavano curiosi. 
I capelli castani e ricci e un sorriso stampato nel viso.
« Grazie. » Rispose timidamente. 

Ci mise una vita a fidarsi di lui, ma adesso era felice, tra le braccia strinse il suo bambino, la sua meraviglia. 
Un uomo accanto a lei le bacio la fronte, sorridendole. 
I ricordi non sarebbero spariti, e lei lo sapeva bene, ma semplicemente lei non voleva ricordarli. 
Li avrebbe isolati da qualche parte del suo cervello, e se li sarebbe dimenticati. 
I segni che aveva sparsi sul corpo erano solo dei segni di battaglia contro chi l'aveva messa al mondo, pentendosene. 
Mary provava disprezzo, sdegno. 
Non avrebbe più guardato indietro, l'inferno per lei era finito. 
« Sei sicura? » Le chiese, prendendo in braccio loro figli. 
Mary gli sorrise, annuendo. 
« Sto bene, Harry. »
Diede un bacio al marito, posando le sue delicate labbra su quelle del suo uomo, per poi accarezzare dolcemente la testolina del suo bambino. 
« Ti amo. » Bisbigliò Mary. 
Girò le spalle e avanzo verso la sua lapide. 
La guardò.
Una foto ritraeva il volto dell'uomo che l'aveva chiusa in un carcere, che l'aveva picchiata, umiliata, che l'aveva privata della sua vita, trattandola come se fosse un animale. 
Mary non aveva più lacrime, non poteva più piangere, ed era felice così. 
Non avrebbe potuto versare nemmeno una lacrima per quell'uomo che le aveva fatto del male. 
« Va all'inferno, bastardo. » Sussurrò a malapena. 
Si voltò, lasciandomi alle spalle il passato, e sorridendo alla sua vera famiglia.



Buonaseeeera!
Eccomi con un'altra OS! :)
Questo storia è completamente inspirata alla canzone "Mary", dei gemelli diversi.
Io amo quella canzone quindi ho deciso di trascriverla in una OS, spero che vi piaccia. 
Purtroppo queste cose succedono nella realtà, e non voglio che voi pensiate che ho scritto questa storia solo per attirare lettori o altro, io tengo davvero tanto alla storia e mi stanno davvero a cuore questi temi. 
Perché ci sono milioni di ragazze che subiscono violenze, non solo da persone sconosciute, ma anche dai parenti. 
Spero solo che anche loro, come Mary, riescano a trovare la loro serenità e spero che possano dimenticare quello che hanno subito. 
Anyway, spero che la lettura sia stata piacevole e che vi abbia emozionato, come ha fatto con me quella canzone. 
Sono curiosa di sentire i vostri pareri, quindi non esitate a esprimere le vostre opinioni o altro, le critiche e i consigli sono sempre ben accettati. (:
Ovviamente, nel video della canzone che ho lasciato sopra (spero abbiate apprezzzato il mio consiglio), si capisce che il padre oltre a picchiarla, abusava di lei, ma io davvero non me la sono sentita di scrivere una cosa del genere, è davvero troppo delicata quindi ho evitato. 
Bene, non voglio dilungarmi!
Ringrazio immensamente drawjing per aver creato il banner, è fantastica e mi sopporta nonostante la faccia impazzire! ahaha 
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuta o meno e quant'altro. :)
Vi lascio la mia fanfiction per chi volesse dare un'occhiata! Let's try it.
Facebook.

Un bacione, alla prossima!
- Lory.

  
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