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Autore: MerasaviaAnderson    14/07/2013    5 recensioni
{Dal testo}
"Presi Kuro in braccio; emanava calore, era caldissimo: l’unica cosa calda che mi consolava in quell’universo così freddo."
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Ed ecco a voi una nuova One Shot ... questa è un po' diversa dal solito, ma spero che possa piacervi e che recensirete! ;)
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ulrich, William, Yumi
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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-----------------------------Double game-----------------------------

 
Pov Yumi

 
“Convivevo con William da qualche anno, avevamo anche un bambino, si chiamava Kuro.
Sembravo essere felice, spensierata, senza alcun problema, ma un problema c’era.
Presi Kuro in braccio; emanava calore, era caldissimo: l’unica cosa calda che mi consolava in quell’universo così freddo.
Lo guardai negli occhi: erano verdi, come quelli della persona che tutt’ora amavo.
I capelli: marroni.
L’espressione: uguale alla sua.
Era quello il problema: Kuro non era figlio di William, ma bensì di Ulrich.
Ero fidanzata con William quando scoprii di essere incinta; avevo un sacco di dubbi.
Ogni giorno mi domandavo: Ulrich o William?
Ulrich o William?
Per me era abituale far l’amore con William: era il mio ragazzo.
Prima di rimanere incinta, io e William vivevamo in case separate, così, quella sera, lo andai a chiamare per chiedergli se veniva al locale. Mi disse di no.
Fu lì che successe tutto: ero mezza ubriaca, mi ritrovai Ulrich davanti e non resistetti dalla tentazione di portarmelo a letto, peccato che non avessimo alcuna protezione.
Da quel giorno diventò il mio amante.
Tradivo William da quasi un anno, ma lui non sospettava di nulla.
Quello era il mio doppio gioco: due uomini per una donna; ero un po’ la troia della situazione.
Eppure sentivo di dover dire la verità su Kuro ad Ulrich, non potevo lasciarlo all’oscuro di tutto, era pur sempre suo figlio, anche se portava il cognome di William.
A William avevo mentito su molte cose, anche sul nome di mio figlio.
Lui sapeva che il significato di Kuro fosse “Ricco”.
Il vero significato di Kuro era “Oscuro”.
Stavo male per quello, non era giusto nei confronti di nessuno di noi: dovevo parlare sia con Ulrich che con William.
 
Guardai fuori dalla finestra: diluviava. Pioggia, vento, fulmini. Era tutta una massa confusa, come quello che c’era dentro di me: confusione. Scesi in cucina.
-William, amore?
Lui si avvicinò a me e mi abbracciò sfiorandomi l’elastico della gonna.-So che vuoi dirmi.-Mi baciò.-Noi due, in camera, da soli, senza vestiti, a leccarci, baciarci, stringerci.
Io gli carezzai i capelli.-No amore, l’abbiamo fatto due giorni fa. Volevo dirti che Aelita mi ha chiamato, non sta molto bene e vuole un po’ di compagnia.
-Bene, andremo da Aelita, che problema c’è?
-Beh, Willy, è che … vuole che vada solo io, quindi mi chiedevo se potresti tener d’occhio Kuro questo pomeriggio.
Mi diede un altro bacio, poi si staccò.-Certo … non preoccuparti, vai.
-Grazie, ci vediamo stasera.
Uscii e mi incamminai per la casa di Ulrich.
Un’altra bugia: Aelita non mi aveva chiamato, andavo da Ulrich; andavo per fare l’amore, ma soprattutto andava per dirgli tutto su Kuro.
 
Suonai il campanello e mi aprì.
-Ehi, amore mio.-Mi disse.-Entra!
Entrai di fretta: mi vergognavo a farmi vedere in giro. Sapevo cosa la gente pensava di me.
«La vedi quella?»Dicevano. «Ha vent’anni, sì, vent’anni persi a scopare con l’uno e con l’altro.»
Infondo avevano ragione, un giorno facevo l’amore con William, mentre il giorno dopo lo facevo con Ulrich. Da quando ero diventata così? Da quando avevo scelto l’uomo sbagliato: William mi avrebbe potuto amare, ma io non lo avrei mai amato come amavo Ulrich.
Gli saltai addosso baciandolo e sbottonandogli la camicia. Lui rise.
-Come mai tanto vorace oggi?
Gli tolsi la cintura e gli slacciai i pantaloni.-Abbiamo poco tempo, ho detto a William che sarei stata a casa per cena!
Ulrich mi prese in braccio e mi portò in camera, sbattendomi violentemente al muro e baciandomi.
In breve tempo ci ritrovammo sul letto: il suo corpo sopra il mio, la sua lingua era ovunque, le sue labbra baciavano ogni parte di me. Si muoveva come un pazzo dentro di me. Il pensiero leggero e lontano della nostra prima volta insieme riaffiorò nella mia mente; era così impacciato! Eravamo entrambi vergini e lui temeva di farmi male, ma il dolore della prima volta era sopraffatto dal divertimento nel vedere la sua faccia; quasi, quasi, invece di urlare, ridevo.
 
Ad un certo punto, Ulrich si sdraiò al mio fianco con il fiatone; io lo abbracciai stringendomi forte al suo corpo sudato.
 Sembrava essere il momento giusto: dovevo parlargli.
-Ulrich?-Cercai di attirare la sua attenzione con la voce spaventata, come quella di una bambina. Lui mi baciò la fronte.
-Dimmi, Piccola.
-Mi prometti una cosa?
-Certo, qualunque cosa tu voglia.
-Mi prometti che, qualunque cosa dovesse succedere, tu non mi lascerai mai?
-Certo che non ti lascerò mai, sei l’unica ragione per cui esisto.
-Ulrich è che … Non so … è così difficile …
-Cosa è difficile?
-Dirti la verità.
-Quale verità?
-Si tratta di Kuro: lui non è figlio di William.
-Come scusa? Se non è figlio di William allora …
Abbassai lo sguardo mentre una lacrima scendeva sul mio viso.
-Sì, Ulrich. Kuro è tuo figlio. Volevo dirtelo da due mesi, ma non ho mai trovato il coraggio di farlo. Prima della sua nascita non ero sicura che fosse tuo figlio, ma dopo non sono riuscita a non notare l’incredibile somiglianza con te, così ho fatto il test di nascosto … ed è uscito fuori questo. Perdonami.
Lui asciugò quella lacrima solitaria e mi guardò negli occhi. La sua espressione così seria non mi tranquillizzava per niente.
-William lo sa?
-No … glielo dovrei dire, ma … non ho il coraggio di farlo, mi sento una stronza.
Ulrich sospirò.-Infondo un po’ lo sei stata.
-Vedi, lo dici anche tu … Ma, visto che Kuro è tuo figlio, tu cosa farai? Lo accetterai?
Abbassò lo sguardo.-Non lo so.
Gelai a quella risposta. Lacrime, di nuovo lacrime. Pensavo che, almeno lui, fosse maturo, che avrebbe accettato questa situazione così strana, ma allo stesso tempo tremenda. Riprese a parlare.
-Yumi, non abbiamo neanche vent’anni, te lo avevamo detto che avresti dovuto abortire, ma tu hai voluto fare di testa tua!
-Ah si?! È così che la pensi?! Pensi che non sia capace di fare la madre?! La pensi come tutti gli altri?! La pensi come tutta quella gente, lì fuori, che mi dà della troia solo perché sono rimasta incinta a diciannove anni della persona che amavo!? È vero, ho avuto dubbi sul padre di Kuro! Ho fatto sesso anche con William! Ho sbagliato, lo ammetto, ma nonostante tutto ti amo. Se non ti amassi dici che tradirei William?
-Amore! Non si tratta di questo! Non sto mettendo in dubbio l’amore che provi per me! Sto solo dicendo che io non so fare il padre! Non so neanche cambiare un pannolino! Non so fare nulla!
-A me non importa se tu non sai fare il padre! A me importa l’amore che provi per tuo figlio!
-Yumi questo non è messo in discussione! Ma io non ho nemmeno la certezza che sia mio figlio, capisci?
 A quel punto, indossai la mia biancheria ed andai a prendere la borsa.
Dentro quella borsa c’era l’incredibile verdetto. C’era il test di paternità.
Lo presi e glielo mostrai. Era chiaro che il padre fosse lui. Mi abbracciò.
-Perdonami.
-Non fa niente … -Lo strinsi forte a me, non avevo intenzione di lasciarlo per nessuna ragione al mondo.
- È che sono rimasto shoccato, non sapevo come reagire; scoprire di aver un figlio così, da un momento all’altro, non è bello.
-Lo so, ma dovevo dirtelo, non potevo rimanere con questo peso sulla coscienza. Adesso, però, c’è un compito ben più grande: dirlo a William.
 -Vuoi che venga con te?
-Sì, deve sapere tutto e dobbiamo dirglielo insieme!
 
Ci rivestimmo e tornammo a casa mia. Appena William aprì la porta e vide me e Ulrich per mano rimase stupito.
-Lui cosa ci fa qua?-Mormorò. -Perché lo tieni per mano?
-William, non dire una parola, facci entrare, ti spiegherò tutto.
-Non c’è bisogno di una spiegazione, Yumi. Vai via! Non voglio più vederti!
-William, ti prego, fammi spiegare! Devo dirti tante altre cose! E poi io non lascio Kuro solo con te!
- È mio figlio e resta con me!
-Ed è proprio su questo che ti sbagli!-Iniziai ad urlare.-Non è tuo figlio! È nostro figlio! Mio e di Ulrich!
Lo vidi impallidire, abbassò lo sguardo.-Da quanto tempo mi tradivi?
-Da un anno.
-Perché l’hai fatto, Yumi? Perché?
-Perché io non ti amo, quando sono stata con Ulrich, eravamo fidanzati, allora ho pensato che il figlio fosse tuo, ma io non ti ho mai amato William! Sono una stronza, lo so, è stato tutto un doppio gioco!
-Sparisci dalla mia vista!
-No! Dimentichi che sei tu a vivere a casa mia, quindi adesso fai i bagagli e te ne vai!
-E tu Ulrich? Non dici nulla?
Ulrich iniziò a parlare.-Non sono fatti che mi riguardano questi, a me importa solo di Yumi e di Kuro!
Ad un certo punto sentii piangere e urlare: Kuro. Mi precipitai in camera per prenderlo in braccio e cullarlo un po’, ma sembrava che nulla riuscisse a calmarlo.
Vidi arrivare Ulrich e William che rimasero sulla porta, Ulrich era indifferente, ma lo sguardo di William emanava odio. Io guardai Ulrich.
-Magari, per calmarsi ha bisogno del suo papà?
Lui si avvicinò a me e prese Kuro in braccio. Silenzio. Kuro si era calmato tra le braccia di Ulrich. A quella scena mi scese una lacrima, questa volta di gioia. Vidi William prendere la valigia e riempirla con le sue cose; mi staccai un attimo da Ulrich e gli andai a parlare.
-William?
-Cosa vuoi?
-So che non mi potrai mai perdonare per l’orribile gesto che ho fatto, ma nonostante tutto … -abbassai lo sguardo.-Ho passato davvero dei bei momenti con te. Ti voglio bene, amico.
Dopo che lui se ne andò io rimasi con Ulrich e Kuro. Eravamo come una vera famiglia.”
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Adesso sono qui, con in braccio Niklas, il mio secondo figlio. Ho venticinque anni e porto un anello al dito.
Sì, mi sono sposata con Ulrich l’anno scorso.
Adesso Kuro porta il cognome di Ulrich, sembra andare tutto bene.
La porta si apre: sono Ulrich e Kuro che sono appena tornati dal campetto da calcio. Sorrido. Non sono mai stata così felice.
Ho una famiglia e una famiglia è tutto ciò di cui ho bisogno. Ora sono felice, adesso sì che va tutto bene.

*Angolo della scrittrice*
Salve a tutti coloro che hanno letto ... beh ... che dire ... mentre chattavo con un'amica (Di cui non faccio nome, ma che lei sa) ù.ù mi è venuta in mente ques'assurdità che chiameremo Fan Fiction ... 
In realtà doveva essere un rating rosso, ma dopo che un mio amico ha letto una parte lemon di una mia FF rossa è andato dicendo in giro che scrivo FF rosse troppo esplicite, quindi, avendo vissuto questa terribile esperienza, mi sono limitata all'arancione .. Ad ogni modo .. spero che vi sia piaciuta e che lascerete qualche recensione .. :3
Accetto critiche, consigli e complimenti .. ;)
Per dubbi, domande, e chiarimenti, mi trovate qui -->
https://www.facebook.com/meras.efp.5 
A presto per una nuova storia!
La vostra,
-Meras9100
   
 
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