Fanfic su attori
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Autore: The_Babba    14/07/2013    3 recensioni
[Attori vari]
Elisa e Valentina volevano solo incontrare un paio delle loro star preferite, e invece, grazie ad un ascensore particolarmente malfunzionante, le cose degenerano... in meglio per le ragazze!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Quando Elisa e Valentina quel pomeriggio si recarono alla premiere di War Horse, il massimo che speravano di raccattare erano un paio di centimetri di stoffa della giacca di Tom Hiddleston o, che so, qualche pelo del petto di Benedict Cumberbatch.
Ovviamente la loro immensa fortuna fece sì che, a pochi chilometri dalla destinazione, una gentile vecchina decidesse di attraversare la strada e, giunta a metà del percorso che l'avrebbe condotta dall'altro lato, un malore improvviso la colpisse, uccidendola all'istante. Inutile furono le loro proteste, la vecchina proprio non voleva capire che non era né il luogo né il momento adatto per avere un infarto!

Con più di mezz'ora di ritardo infine le nostre eroine riuscirono ad arrivare al luogo in cui, con un pizzico della loro famosa fortuna, sarebbero riuscite a incontrare gli attori che popolavano tutti i loro sogni e le loro più rosse fanfiction.
Si affrettarono ad entrare, il fiatone causato dalla corsa di due metri e tre centimetri che avevano dovuto compiere per raggiungere l'entrata del teatro, stremate dall'immenso sforzo. Quando perciò dinnanzi a loro si presentarono ben cinque rampe di scale, decisero unanimemente di prendere l'ascensore lì accanto. Lo chiamarono con urgenza, gli ormoni in fermento che attendevano impazientemente la loro dose giornaliera di Cumber e Hiddles-Butt.
«Ehi, credi che a Benny-Benny questo piacerà?» chiese esaltata Valentina, appiccicando un foglio alla faccia di Elisa. Quest'ultima lo afferrò, guardandolo concentrata. Dopo un paio di secondi, tuttavia, lo sguardo si fece sempre più confuso, mentre ammirava quel piccolo capolavoro d'arte di cui la sua amica sembrava andare così fiera. Provò a girarlo di novanta gradi, poi lo sollevò alla luce, sperando in un miglioramento. Finì per rinunciarci, restituendo il foglio a Valentina.
«Ehm, bello. Cos'è?»
«Ma ovviamente siamo io e Benny che corriamo abbracciati verso il tramonto! Vedi lo sguardo di puro amore che ci scambiamo? Credo sia stato il profondo legame che vi è tra le nostre anime a permettermi di disegnarlo così bene.» Le spiegò con un sospiro, lo sguardo sognante. Elisa fissò perplessa il disegno per qualche altro secondo, chiedendosi come quelli che le erano sembrati dei palloncini flosci potessero effettivamente essere dei volti.

L'ascensore nel frattempo era arrivato e le due ragazze vi entrarono frettolosamente, infastidite nel constatare che vi erano già altri consumatori di ossigeno all'interno. Schiacciarono velocemente il pulsante del terzo piano, quello che sapevano ospitare i camerini grazie ad un accurato studio della piantina dell'edificio per nulla ossessivo.
Avevano pianificato con accuratezza di recarsi alla premier con quattro ore di anticipo, così da poter sgattaiolare nei piani chiusi ai fans senza troppi problemi; solitamente gli attori arrivavano dopo l'orario di inizio, ma le ragazze avevano scoperto che vi sarebbe stato un piccolo spettacolo inscenato proprio dai protagonisti del film, che perciò sicuramente avrebbero dovuto prepararsi. L'intoppo in strada aveva fatto perdere loro mezz'ora, ma in casi estremi avrebbero sempre potuto aggredire i due "talentuosi" attori ( L'interpretazione della parola talento è a pura scelta del lettore ) per esprimere loro la ammirazione.
Improvvisamente, le luci saltarono per un momento e l'ascensore si fermò con un sinistro scricchiolio. Non appena le due si resero conto dell'ulteriore intoppo, si guardarono e iniziarono a produrre un suono gutturale che poteva passare per il richiamo d'amore disperato di una balena morente, il che rifletteva molto bene lo stato mentale in cui si trovavano al momento.«Merda, questo dannato coso non funziona!» esclamò una voce profonda, la stessa voce in cui le ragazze si erano fin troppo spesso crogiolate nel buio delle loro stanze.
Subito, il richiamo lagnoso si trasformò in un trasportato lamento in stile monaco tibetano, mentre si giravano lentamente con aria affamata (non di cibo).

Berritip Crumpetsnatch se ne stava con la schiena appoggiata alla parete dell'ascensore, la fronte corrucciata in un'espressione da gufo incazzato e le lunghe dita che scorrevano frenetiche sullo schermo del telefono, mentre Tom lo guardava con aria ebete, declamando la sua frase più famosa: «Eheheh.»
Sentendo il celestiale richiamo, Elisa e Valentina si sentirono obbligate ad osservare un minuto di ossequioso silenzio con la mano destra sul cuore, come l'Hiddlescul(t)o imponeva.

Notando l'improvviso silenzio, i due uomini sollevarono la testa e guardarono le ragazze.
«Oh, perdonatemi, ero distratto, buondì!» disse cordialmente Bendifrack Currypot, porgendo la mano «Scusatemi, mi presento, il mio nome è B...»
Non riuscì a terminare la frase, interrotto dal tonfo del sedere di Elisa, che cadde a terra svenuta, contro il pavimento. Immediatamente dopo, quello che pareva il suono di un gattino strangolato riempì l'ambiente.
Tom iniziò a guardarsi intorno con aria preoccupata «Eheheh, qualcuno ha schiacciato un micetto?» chiese, sollevando le sue chilometriche zampe da giraffa (rischiando di cavare un occhio a qualcuno per giunta), controllandosi la suola delle scarpe e invitando i presenti a fare lo stesso.
Nel frattempo Bettermutt Cricklecrack era accorso in soccorso di Elisa (questo gioco di parole sarebbe stato commentato da Tom con un suo altro profondo aforisma: «Eheheh»), sollevandole le gambe.
«Tom, vieni a darmi una mano!»
«Eheheh, vuoi un bicchiere d'acqua?»
Brizzlerock Csarripuff alzò gli occhi «Tom. Siamo bloccati in un ascensore. Dove diamine la dovresti recuperare l'acqua?»
Tom si limitò a regalare ai presenti un'altra perla: «Eheheh»
Poi, si mise ginocchioni dietro a Elisa e iniziò a massaggiarle le spalle, mentre il suono del gattino strangolato si faceva sempre più forte.
La ragazza aprì gli occhi e Tom le occupò l'intera visuale con il suo magnifico testone «Eheheh Benedict guarda, è fantastico: si è svegliata!»
«Tutto bene?» chiese Bestrignaf Cuperdott, provocando un secondo collasso ad Elisa, che svenne nuovamente.
«Eheheh.»

I due inglesi iniziarono nuovamente a fare del loro meglio per farla risvegliare, quando il famigerato gattino (ossia Valentina) strillò, afferrando le gambe di Elisa e lanciandole via «Ma insomma, anche io necessito di attenzioni! Da quando in qua ci si prende cura della gente che sviene dimenticandosi degli altri, eh? Eh?» esclamò con insistenza.
Banana Cetriolino assunse un'espressione sinceramente mortificata «Per l'amor del cielo, mi dispiace, scusa davvero, non intendevo essere scortese nei tuoi confronti, oh mio dio...» continuò a scusarsi, per il profondo piacere di Valentina, che decise di fermarlo solo quando vide che il suo interlocutore sembrava essere sull'orlo di una crisi di nervi.
«Scuse accettate.» disse, quasi facendo le fusa. «Eheheh.» aggiunse Tom, facendo girare i due verso di lui.
Elisa si era svegliata di nuovo e si era messa a sedere accanto a lui, fissandolo con sguardo stralunato mentre Tom le faceva ciao con la mano.
«Scusatemi, non dovrebbe esserci un pulsante per chiamare aiuto?»
«Pulsante?» chiese Valentina, cacciando un cucchiaino dalla borsa (ah, la roba che ci teneva lì dentro... Probabilmente c'era anche qualche topo morto.) e girandosi verso il tastierino. Cavò via il pulsante con un sonoro "pop", per poi continuare «Quale pulsante? Non ci sono pulsanti di emergenza.»
«Eheheh.»
«Oh my Goooood!» esclamò ad un certo punto Bertomaso Caspitan, per poi guardarsi confuso attorno, lo sguardo particolarmente somigliante a quello di un piccione che colpisce una finestra «Ero io quello?»
«Ooops, scusate.» fece velocemente Elisa, tirando fuori il suo Ai-Fon e controllando il messaggio che aveva evidentemente emesso il divino suono ( per la felicità di Valentina che ora era indecisa se inginocchiarsi e ripetere la preghiera già riservata alla composta e decorosa risata di Tom oppure eseguire una danza della fertilità ). «Ehehehehehe, la mia faccia e sul tuo cellulare!» asserì Tom indicando gioioso il fantomatico cellulare, che difatti aveva una cover raffigurante la faccia del l'uomo dagli occhi grigi verdeggianti di blu.
«Che? Questa? Non so da dove provenga! Non l'ho mica ordinata su internet così da poterla sbaciucchiare ad ogni ora, no, no.» li rassicurò Elisa annuendo nevroticamente e lanciando il telefono in aria dietro di sé e facendolo frantumare contro il muro.
Burrito Cantante lo fissò sgomento, il cervello che sembrava mettersi faticosamente in moto «Se ti è arrivato un messaggio allora c'è linea!» comprese infine, le orecchie che fumavano per colpa dell'estremo sforzo a cui si era sottoposto. Prese il suo telefono dalla tasca ( la mancanza di graffi suggeriva che non bevesse [cit.] ) e cominciò ad allungare i suoi arti così da raggiungere ogni angolo del piccolo abitacolo nella speranza di racimolare una tacchetta di campo.
Provò in ogni punto possibile, ma l'unico risultato fu quello di ritrovare i suoi arti attorcigliati attorno ai suoi compagni di prigionia avventura, con Elisa e Valentina che ci si erano spalmate sopra cercando di raggiungere il sacro pacco.

«Guarda lì quanti gattini!» miagolò ( Eheheheh ) Valentina, cercando di allungarsi come aveva fatto Bortecchio Cumpagnolo, ma rinunciandoci presto per colpa delle sue membra rachitiche ( bambini, evitate di passare troppe ore davanti al pc altrimenti diventate come queste due bradipe ).
«Saranno almeno 4!» concordò Elisa, le lacrime agli occhi.
«Dove sono i gattini?» chiese famelico Tom, guardandosi in giro con occhio attento. Poi sembrò ricordarsi qualcosa di importante «Oh, scusate.» disse, schiarendosi la voce per poi prorompere in uno squillante «Ehehehehehe!»
«Nei vostri pan...» cominciò Valentina, ma Elisa le si gettò addosso «...nzerotti!» urlò per sovrastare il gemito di dolore lanciato dall'amica.
«Eh?» chiese Brontolasio Cocompersh.
«Ehehehehehe?» gli fece eco l'altro inglese ( Sul serio? Dobbiamo specificare? ).
«E' il nostro sistema di misura dei pen...» provò nuovamente Valentina, la voce che proveniva da un angolino imprecisato del pavimento. Anche questa volta, tuttavia, Elisa fu più veloce di lei «PIEDI!» gridò, poi per buona misura si alzò e si risedette su Valentina, che emise un altro lamento che pareva il suono di una suora clandestina beccata a mangiare le candele destinate ai fedeli.
«Vedete, siamo molto interessate all'argomento.» spiegò candidamente Elisa ai due soleggianti uomini «Siamo.. ehm...»
«Calzolaie?» suggerì debolmente una voce da sotto la scarpa di Elisa, che venne subito zittita da una pedata.
«Ah, oh, questa è effettivamente buona. Sì, proprio così. Siamo calzolaie!» annunciò entusiasta, mentre Bongoduck Cuddlebus e Tom Hiddelston la fissavano sorridendo, gli occhi accesi di interesse.
«Fantastico! Incredibile! Geniale! Eheheheheh!» esclamò Tom, battendo le mani. Elisa a quelle parole si sciolse, permettendo così a Valentina di liberarsi dalla sua stretta e scrostarsi dal pavimento di cui era ormai diventata parte.

In quel momento l'ascensore riprese con un brusco scossone a muoversi, arrivando in pochi secondi a destinazione. Non appena le porte si aprirono, Tom e Bartolomeo Crappuccino  uscirono elegantemente dall'abitacolo, agitando le manine per salutare le due ragazze che tentavano invano di afferrare loro le gambe per trattenerli.
«Signorine» fece Bomboto Curtolomo inchinandosi «E' stato un vero piacere conoscervi»
«Eheheheh.» salutò Tom, facendo un cenno con la testa.
Poi le porte dell'ascensore si richiusero.
«Be', che dire, è stata un'avventura piacevole!» disse Elisa telepaticamente a Valentina, in quanto nessuna delle due dopo l'esperienza era più in grado di parlare.
«JDCIJGBVOHYLJN!» fu il commento dell'amica.
Elisa annuì, pienamente d'accordo, poi schiacciò il pulsante per tornare al piano terra.
Quando questo si fermò al secondo piano, entrambe le ragazze erano troppo assorte nei loro film porno mentali per accorgersi del nuovo arrivato.
«Ehilà!» le salutò questo, beccandosi un'occhiata inceneritrice per averle interrotte. L'occhiata tuttavia si trasformò in uno stucchevole sguardo innamorato, non appena le due si resero conto che il fastidioso interruttore di sogni rossi come un semaforo altri non era che Robert Downey Jr.
Poi, l'ascensore si bloccò.
  
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