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Autore: AlexVT    26/01/2008    0 recensioni
Ormai i draghi non volano più nelle verdeggianti vallate, nè la magia scorre più libera tra gli alberi delle foreste millenarie o tra le gente nei chiassosi mercati della capitale, le persone non credono più alle antiche leggende e la luce di Farsin brilla solo nei ricordi di quei pochi che non vogliono dimenticare. Le automobili sfrecciano sulle strade più veloci dei carri, la televisione porta le notizie come i messi imperiali non avrebbero mai potuto fare e il metano scalda più del fuoco del bivacco. I compagni di vecchie avventure stanno percorrendo le strade determinate dalle scelte compiute nel corso della loro vita. Ormai sono così lontani gli uni dagli altri. Può forse un libro, anzi Il Libro, quello che ogni master che si rispetti promette di scrivere e che solo rarissime volte scrive sul serio, riuscire a farli rincontrare ancora una volta soltanto? E' una storia autonoma, tuttavia può anche essere vista come una sorta di "continuo"... o finale di "Is this a choice between love and fire?". In realtà non è proprio una storia Fantasy, anche se centra comunque. In fondo però riguarda i personaggi di un gioco di ruolo... Boh, fatemi sapere se devo spostarla. Baci Alex
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Can I dream, can I feel, could I know my choice

Can I dream, can I feel, could I know my choice?

 

 

Non ci posso ancora credere...

Pensavo quell'epoca per me si fosse chiusa molto tempo fa e invece eccola rovesciarmisi addosso un'altra volta. In fondo però non mi dispiace...

Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe interessato a qualcuno.

Mi rigiro tra le mani il grosso volume per l'ennesima volta. Sulla copertina uno splendido tramonto e nove figure in controluce che avanzano sicure verso il lettore. -Io l'avevo detto che era la più bella...- Mi ritrovo a sussurrare mentre faccio scorrere il dito tra le pagine che ancora profumano di nuovo.

Alla televisione c'è uno di quei programmi da mattina in famiglia. Tanta gente comune che parla di tutto e di niente. In questo caso, due "esperti letterati" stanno cercando di spiegare al conduttore il perchè dello sfolgorante successo che ha caratterizzato la pubblicazione di quello stesso volume, lo stesso che ora ho appoggiato sul mobile accanto al micronde mentre mi avvio ad incominciare la mia giornata.

-Allora volete muovervi o no?!?!?- Urlo verso le scale che danno al piano di sopra.

Il caffè borbotta sul fornello e due tazze di latte fumante si stanno raffreddando sulla tavola.

-Piantala di urlare mamma, sono qui...-

Una ragazzina in piena adolescenza entra dalla porta lasciando cadere lo zaino già pronto accanto alla sedia e ingoiando di malavoglia un paio di biscotti.

-Su, che farete tardi!-

-Non più del solito...-

-Spiritosa. E tuo fratello che fine ha fatto?!?!?-

Alza le spalle annoiata, voltandosi verso la tv.

-Ho capito...-

Sto per salire a passo di marcia le scale quando un urlo mi raggiunge dalla cucina: -MAMMAAAA!!! E questo cos'è!?!??-

Torno di corsa sui miei passi quando vedo mia figlia sulla soglia con il famoso volume tra le mani.

-Come hai fatto ad averlo?!?!? Le mie amiche ieri hanno girato tutte le librerie della città senza riuscire a scovarne più una sola copia!!!!-

Sorrido tranquillizzata.

-Mi hai fatto prendere un colpo...-

-ALLORA!?!??!?-

-Me l'ha spedito un vecchio amico, contenta? E ora muoviti che è tardi-

-Ok....Ma è per me?!?!?-

-Certo, certo, ma sbrigati!-

Ha già cambiato umore. Ora saltella tutta allegra verso la cucina canticchiando qualche canzone della sua epoca.

A proposito di musica...

Più mi avvicino alla stanza in fondo al corridoio più mi sembra che le pareti stiamo tremando.

-MA COME SI FA AD ASCOLTARE LA MUSICA COSI' ALTA A QUEST'ORA DEL MATTINO?!?!?!? E POI NON E' NEANCHE MUSICA, E' RUMORE!!!!-

Bello il mio discorso da mamma modello?

Mi fermo dietro la porta ad ascoltare un po' quella che un tempo non molto lontano era il mio genere di musica preferito, e che segretamente lo è ancora, aspettandomi da un momento all'altro il mio secondo genito comparire da oltre la porta, con la faccia scura, una maglietta dei Metallica, un paio di jeans stracciati, uno zaino portato con immane fatica su una sola spalla e l'immancabile: -Uffa mamma, quanto rompi! E poi di musica non capisci proprio nulla!-

Sorrido, fingendo di tirargli un calcio e spingendolo giù dalle scale.

-Muoviti, metallaro dei miei stivali, che siete in ritardo come al solito!- 

 

Li osservo dalla finestra mentre corrono verso il pullman che si ferma per aspettarli come tutte le sante mattine.

Ok, non è che io fossi mai stata proprio puntuale di carattere, tuttavia loro due sono moooolto peggio di me...

Mi avvicino al piano della cucina per cercare di dare un vero inizio alla mia giornata.

Fortunatamente questa mattina non devo andare al lavoro, così ho un po' di tempo per me.

Prima di iniziare qualunque cosa mi intrufolo nella camera di quello scaperstrato di mio figlio e do un'occhiata ai nuovi cd che tiene sparsi per la stanza.

-Eccolo!- Proprio quello che cercavo.

Poco dopo dallo stereo del salotto le note di una voce familiare invadono tutta la casa e io finalmente posso sedermi a godermi il mio libro.

 

A tutti i personaggi di questa storia,

visto che alla fine ce l'ho fatta?

 

Sorrido e inizio il primo capitolo.

 

-MAMMA SIAMO A CASA!!!!-

D'un tratto vengo riportata alla realtà dalla voci delle miei due pesti.

La maggiore come mi vede mi si fionda addosso:-Il mio libro!!!!!-

-L'ho iniziato intanto che non c'eri. Non è affatto male...- 

-Certo che non lo è! E' in testa alle clessifiche dei best seller dal giorno che è uscito!!!-

-Hei mamma, ma dov'è finito il mio nuovo cd degli Zanifer!?!?!?- Un urlo dal piano di sopra.

-Credo sia in salotto...- confesso.

-Mamma ma?!?!?- mia figlia mi guarda allibita.

Alzo le spalle avviandomi verso la cucina.   

 

Finalmente è domenica, è stata una lunga settimana.

Sono intenta a smistare la posta, mentre Sammy sdraiata sul divano continua a leggere imperterrita.   

-Hai notato ma, che uno dei protagonisti della storia si chiama Kei come il leader degli Zanifer?!?!? Che concidenza, vero?!?!?

-Già- Sorrido tornando alle mie faccende. 

-Mi piace. Sembra un bel tipo...-

-Già-

-Mi piace anche Elien, mi assomiglia, sai?!? E' divertente, un po' pasticciona, ma è in gamba, bellissima e ...-

-...e irascibile, piagnucolona, ... - sto per scoppiarle a ridere in faccia davanti alla sua espressione offesa.

-Tuttavia è forte e ha un grande senso di responsabilità e ...- si interrompe non appena nota il mio viso farsi per un secondo di pietra -mamma, cos'hai?-

-Niente- sorrido. -Niente, non ti preoccupare. Vieni qui- La abbraccio forte quasi avessi paura scappi via e poi me la accomodo in grembo come quando era ancora piccola.

Lei scuote la testa sconsolata e inizia a rovistare tra la posta sparsa sul tavolo.

-Hei ma, e questo cos'è?-

-Sarà pubblicità-

-A me non sembra...- Sammy si rigira tra le mani un elegante busta bianca, al posto del mittente c'è il logo di una società...anzi ...di una casa editrice...

L'apriamo curiose.

-Non ci posso credere mamma!!!! Sai cos'è questo?!?!?-

Scuoto la testa.

-E' l'invito per una serata di gala al Plaza per la consegna di un importate premio letterario all'autore del nostro romanzo!!!-

-Oh...-

-E come mai sei tra gli invitati?- E ora che le dico?!?!

-Ti ho mai detto di quel mio vecchio amico...-

-...che lavora nella casa editrice?!?!?-

-Non proprio...-

-...cosa stai cercando di dirmi ma?!?!-

-Hai presente l'autore?!?-

-NON DIRMI CHE TU CONOSCI DI PERSONA LUKE FOSTER!?!?!?!?!?-

-Tanto tempo fa....- Perchè diavolo sono così imbarazzata a raccontare a mia figlia la verità?!?!? Forse perchè non è proprio tutta la verità... 

-Quindi vuoi dirmi che quel tuo "vecchio amico" che ti ha inviato la copia, non è altro che Luke Foster in persona?!?!?-

Annuisco.

-E che quindi quello scarabocchio sulla prima pagina è... -

-No, non è uno scarabocchio...-

-Mamma, ma io ti adoro!!!!- Mi salta al collo cercando di strozzarmi (!?!?).

-Vero che mi ci porti a quella festa?!?!?-

Ecco dove voleva arrivare...

 

Guardalo là, in televisione in mezzo a una sacco di giornalisti che non fanno altro che porgli domande sciocche... Certo che però è cambiato un sacco, una volta era così timido e ora non perde un'occasione per ribattere a tono ad ogni battuta. 

Quanta strada ha fatto... Chi l'avrebbe detto... Certo che in tutti questi anni ne sono cambiate di cose...

Ora quel ragazzino che dovevo tormentare per lasciarmi leggere le bozze dei suoi racconti è uno scrittore di best seller e io, che all'epoca ero quella con i progetti più grandi e la strada spianata davanti, ora sono qui a fare la mamma single in una villetta in periferia.

Avevo detto così tanti no da giovane a chi invece si sarebbe meritato uno, dieci, cento, mille sì, perchè ero stupida e orgogliosa e volevo conquistare il mondo. Per poi ritrovarmi qualche anno dopo, cieca e innamorata, a dire sì al più stupido degli idioti, che mi aveva mollato dopo poco con due bambini da crescere e i miei sogni di gloria a pezzi dentro un cassetto di cui non potevo far altro che buttare la chiave. 

Tuttavia in fondo non me l'ero cavata male, no?!? Avevo trovato un ottimo lavoro e fatto una folgorante carriera per la mia età e la mia "condizione", avevo comprato una bella casa, una bella macchina e avevo cresciuto due figli spendidi; nonostante l'adolescenza ribelle...

Chissà che fine avevano fatto gli altri?

Mark lo sapevo, come non saperlo... Julia aveva aperto una palestra a quanto mi avevano detto, David era diventato socio di un importante studio legale, Jim aveva una società di software e gli altri.... non ne avevo idea... l'unico con cui ero rimasta in contatto era David, che si era preso a cuore la nostra situazione senza farci mai mancare il suo appoggio.

E' sempre stato troppo buono quel ragazzo... come fa a fare l'avvocato non l'ho proprio mai capito.

 

Sono ancora persa nelle mie riflessioni quando sento squillare il telefono.

 

-Pronto-

-Alex sei tu?-

-Chi parla?-

-Come chi parla?!?! Non dirmi che non mi riconosci più!-

-LUKE!?!?!?-

-In persona-

-Oh mio Dio, quindi vuoi dirmi che sto parlando con uno degli uomini più ricercati del pianeta!?!?!??- Lo prendo in giro.

-Così suona male, sai?-

Sorrido.

-Ti ho chiamato per sapere se ti era arrivato il mio invito-

-Certo, l'ha aperto mia figlia proprio l'altro ieri. A proposito, è una tua fan sfegatata sai?-

-Wow, quale onore...-

-Credo che si metterebbe a piangere se sapesse che sono al telefono con te-

-Non sapevo di fare quest'effetto...-

-I giovani d'oggi sono strani-

-Anche quelli di una volta...- Lo so che sta per scoppiare a ridere.

-Non ti dispiace se la porto con me, vero?!?-

-Nessun problema. Non sono ancora molto abituato alle fan, ma per la tua... Samantha, vero?-

-Si...-

-...farò un'eccezione.-

-Cercherò di tenerla a bada...- scherzo.

-Grazie.-

-Ci saranno anche gli altri?-

-Tutti-

-Sono secoli che non li vedo!-

-In realtà qualcuno ancora non sono riuscito a contattarlo...-

-E chi è che non potresti contattare ora che sei una delle persone più importanti del mondo!- Mi piace metterlo in imbarazzo... 

-Piantala di prendermi in giro! Piuttosto ti ho telefonato anche per questo-

-Dimmi...- sono curiosa.

-Hai visto la posta di oggi?-

-No, aspetta un secondo... ecco è qui...bolletta, pubblicità, publicità, lettera da...te-

-Perfetto. Aprila-

-Un attimo...-

-Ci sono dentro dei biglietti. Sabato ci sarà un mega concerto allo stadio della tua città. Diglielo tu. Quell'imbecille del mio segretario non riesce a trovare un modo di superare l'harem di assistenti maggiorate che si trascia in tournet e farmi parlare con lui!!! Sono più che convinta che tu non mi deluderai-

Scoppio a ridere davanti alla sua esasperazione.

-E poi sappiamo tutti e due che non riesce a dirti di no-

-Sempre che riesca a parlargli...-

-Ti conosco, troverai un modo. Ora devo lascirti o QUELL'IMBECILLE FINIRA' PER DAR FUOCO ALLA CASA SE NON SPEGNE IL CAFFE'!!!! Ma ti sembra possibile lavorare con un assistente così!?!??! Vabbe', scappo cara, fammi sapere, ok?!?!?-

-Ok...-

-Allora ciao-

-Ciao- balbetto mentre sento il classico tuuu tuuu dall'altra parte del filo. Ho ancora la cornetta in una mano e i tre biglietti nell'altra. Quant'è strana la vita. Fino a qualche giorno fa ero una mamma come mille altre e ora non solo sono invitata ad una serata di gala al Plaza, ma devo anche trascinarci una delle star della musica metal mondiale. Niente di più facile...

 

-Hei Rick, lo sapevi del concerto di sabato?-

-Certo ma, la città è tappezzata dei manifesti... Ma sta pur tranquilla non ho intenzione di sgattaiolare dalla finestra per andarci di nascosto, i biglietti sono finiti mesi fa- sembra deluso... non è che se avesse trovato i biglietti l'avrebbe fatto sul serio?!?!?

-Be' visto che allora non hai altri impegni ti andrebbe di uscire con me e tua sorella?-

-Piuttosto studio...-

-Vabbe' vorrà dire allora che l'ultimo biglietto Sammy lo possiamo dare alla tua amica-

Sembra accendersi per un secondo.

-Hai detto ultimo biglietto?!?!?-

Si alza di colpo e mi strappa di mano il pezzo di carta che gli sto sventolando sotto il naso da alcuni minuti-

-Ma come?!?!??-

-Un amico...- Scambio con Sammy uno sguardo complice, prima di continuare -Allora hai cambiato idea?-

-Sulla luna con voi, mamma!!!!- che figli ruffiani...

 

Stiamo andando verso lo stadio, il traffico è impossibile. Rick sul sedile posteriore non sta più nella pelle. Anche Sammy è piuttosto agitata anche se cerca di fare la superiore.

-Sai, ma, in un'intervista sul giornale al tuo amico Luke, ho letto che il libro racconta una storia vera.-

-Mi sembra una sciocchezza-

-No, aspetta, non vera nel senso di realmente accaduta, ma vera nel senso che i personaggi esistono sul serio...-

Sorrido.

-...diceva che Zack, Fey, Unor, Elien e tutti gli altri sono persone reali. Così ho pensato che anche Key...è un nome d'arte, no?!? Non è che?!?-

-Oh, un posto! Mamma, fermati, un posto!!!-

 

Un bel concerto... certo, non ci sono più abituata e credo di essere diventata sorda tutta d'un botto, tuttavia mi sento giovane di almeno vent'anni. Anche se tutti questi ragazzini che mi guardano storto ci mettono poco a farmeli ripiombare addosso tutti quanti...

-Su, è quasi finito, è ora di avviarsi verso il back stage-

Faccio cenno a Rick che mi segue eccitato e trascino praticamente di peso Sammy impegnata a fare gli occhi dolci ad un bel ragazzone con la maglietta strappata. Beata gioventù...

La porta che da sul back stage è già invasa da mille e più fans esaltate e urlanti. Ma possibile che le cose non cambino mai?!?!?

Estraggo dalla borsa un singola rosellina blu che ha miracolosamente superato quasi illesa le due ore di concerto. Apro il bigliettino e ci scarabocchio poche parole. Non appena vedo passare un giovanotto con dei cavi a tracolla e un auricolare all'orecchio lo fermo con decisione. Sorrido, gli metto il fiore in una mano e un biglietto da cinquanta nell'altra. -Lo può far avere a Key in persona, per cortesia?- Gli strizzo l'occhio prima di girare i tacchi e tornare per la mia strada.

-Andiamo a mangiare qualcosa ragazzi-

-Ma come?!?!? Mamma!!!-

-Su, muovetevi, non crederete davvero uscirà di qui in mezzo a questo branco di scalmanati?!?!? Ma non vi ho proprio insegnato niente?!?!?-

 

Un'ora dopo siamo davanti ad una porticina laterale che dà sul parcheggio degli autobus.

-Mamma, ecco, hai visto?!?!? Non c'è più nessuno!!!!-

-Piantala di frignare e aspetta-

-Vedo che non sei cambiata di una virgola-

Quella voce...

Mi volto ed eccolo lì davanti a me, vestito di stracci e borchie, capelli lunghi e sorriso luminoso.

-Nemmeno tu- sorrido, mentre mi lancio ad abbracciarlo.

Mi stringe a sè come faceva tanti anni prima.

-Mi sei mancata-

-Anche tu-

Per un secondo ci perdiamo nei ricordi e sembra non esista più niente intorno a noi.

Poi, purtroppo però siamo costretti a tornare alla realtà. Si stacca da me e mi sorride, mette una mano nella tasca della giacca e ne tira fuori la rosellina sempre più malconcia.

Alza le spalle divertito e stacca il bocciolo dal resto del gambo per mettermela tra i capelli. Mi sorride spostandomi una ciocca dietro l'orecchio.

-Sei sempre bellissima-

Sorrido scuotendo il capo divertita.

Tra le mani ha ancora il bigliettino, lo apre e me lo rilegge:

"Complimenti per il concerto al Key che è solo mio,

ti aspetto tra un'ora con i miei due "angeli" custodi davanti alla porticina nel parcheggio dei pullman.

Un bacio.

la Tua Principessa"

-Solo tuo, eh?!?!?-

-Vuoi dire di no?!?- Chiedo sbattendo le ciglia.

Scoppia a ridere sollevandomi per aria.

Sembriamo due ragazzini...

E forse lo siamo tornati sul serio.

 

-Mamma....-

O cavoli... me ne stavo dimenticando...

All'improvviso mi stacco da Mark e faccio cenno ai miei due angeli di avvicinarsi.

-Ragazzi, vi presento Mark Sullivan, in arte Key degli Zanifer-

-Piacere signore...- Sammy si fa avanti rossa in volto per l'emozione mentre Rick è completamente inebetito...

-Mark, questi invece sono i miei due tesori, i miei angeli custodi -sorrido -Samatha e Fredrick-

-Hai detto Samatha e Fredrick?!?-

Arrossisco tentando di trovare una qualche scusa per l'assonanza, ma accetto la sconfitta alzando le spalle rassegnata e scatenendo un'altra sua fragorosa risata.

-Non cambierai mai...- Si avvicina e stringe calorosamente la mano ai due, riservando al piò piccolo anche un'arruffata alla zazzeragià non proprio pettinata.

 

-Allora, che mi racconti?-

-Hai saputo di Luke?-

-Certo, so che ti stupirò ma la tv la guardiamo anche noi rockstar...-

-Sarà, però pare non rispondiate al telefono-

-Ho uno stuolo di assistenti per questo...-

-Be' un consiglio da amica, la prossima volta assumine almeno una con meno forme e un pochino più di cervello...-

-Questa sembra gelosia...-

-Sempre il solito!-

-Cerchi un lavoro?!?-

-No. Volevo solo dirti che sono settimane che l'assistente di Luke cerca di contattarti per invitarti alla serata al Plaza questo venerdì per la consegna del premio a Luke. Ci saremo tutti. Come ai vecchi tempi-

Mi guarda in silenzio.

-Non puoi mancare- Ricambio lo sguardo perdendomi nelle profondità del cielo senza stelle che sono ancora i suoi occhi.

-D'accordo. Ci sarò.-

Sorrido.

-Allora ci vediamo là- Lo bacio sulla guancia e mi avvio verso l'auto trascinandomi dietro i miei tesori.

 

Avevo passato l'intera settimana circondata dai miei figli che saltellando eccitati mi tormentavano su come avevo fatto a conoscere i loro idoli, sul perchè non glieli avevo mai presentati prima, su cosa dovevano mettersi venerdì e su quando sarebbe arrivato venerdì...

Sammy ogni tanto mi squadrava sospettosa ogni volta che mi scovava leggere le pagine del suo libro o perdermi davanti allo specchio cercando di farmi stare a posto i capelli o di controllare lo stato della mia pelle non più da ventenne.

Rick al contrario sembrava non abitare più su questa terra. Da che aveva incontrato il suo idolo passeggiava canticchiando e fingendo di suonare un'immaginaria chitarra elettrica rivolgendomi dopo anni di assenza raggianti sorrisi orgogliosi.

Finalmente era giunta la grande serata, non so quanto avremmo potuto resistere ancora in quel clima di pazzia collettiva.

Non appena il campanello suonò Sammy si precipitò alla porta di gran carriera, lei era pronta da un pezzo, al contrario di qualcun altro...

-ALLORA RICK VUOI STARE FERMO O NO?!?!??!?!-

Le urla provenienti dal piano di sopra bloccarono l'uomo ancora sulla porta.

-Tranquillo zio David, è tutto a posto, arrivano subito...-

-MA PERCHE' DEVO VESTIRMI IN QUESTO MODO RIDICOLO?!?!??!-

-NON SEI RIDICOLO STAI BENISSIMO E ORA SCENDI IMMEDIATAMENTE-

-MI VERGOGNO!-

-PIANTALA DI FARE IL BAMBINO SARANNO VESTITI TUTTI COSI' QUESTA SERA-

-SCOMMETTO CHE KEY LO NON SE L'E' MESSO LO SMOKING!!!-

-CERTO CHE SE LO METTE!!!- non ci credo neanche se lo vedo...-E ORA MUOVITI O TI LASCIAMO QUI!-

-Heilà ragazzi...- Fermo ai piedi della scalinata accanto alla mia bambina David sorrideva a proprio agio nel suo smoking di alta sartoria.

-Ciao David... Scusaci per il casino...-

-Non c'è problema Alex, lo sai che adoro le tue piccole pesti-

-Hei!!! Io non sono più piccola!- Sammy guardava minacciosa il vichingo in smoking davanti a lei dal basso all'alto.

-Già, ormai sei una sgnorina...- Sorrise inchinando la testa in cenno di scuse.

In effetti la mia bambina tutta agghindata in quell'abitino rosso fuoco, corto fino alle ginocchia, non sembrava più così piccola...

 Al contrario di qualcun altro...

-Allora, vogliamo andare?!?!?- I capelli arruffati in contrasto con l'abito che era stato costretto ad indossare lo facevano sembrare un pulcino bagnato... mi veniva da ridere, ero così tentata di farlo tornare in camera per lasciarlo vestire come voleva, ma che mamma sarei se glielo avessi permesso?!?!?!

 

Arrivammo all'hotel in perfetto orario. L'ingresso era invaso da fotografi e paparazzi e la hall era già gremita. David venne bloccato dal sindaco per alcune questioni di lavoro così ci avviammo da soli all'avventurosa ricerca del nostro tavolo.

 

D'un tratto sento il calore di mano sulla schiena, di un'inconfondibile mano sulla schiena... Mi volto e eccolo lì: lavato, pettinato, stirato nel suo smoking firmato faccio fatica a riconoscerlo. Però, quegli occhi, quel sorriso, quanto mi sono mancati in tutti questi anni...

-Oh mio Dio signor Key!!!!- Rick cerca di balbettare qualcosa di sensato in maniera abbastanza ridicola...

-Ragazzi-

-Hai visto che è in smoking?- sussurro a mio figlio mentre Key ci fa strada verso il nostro tavolo.

-Credo non me lo toglierò più...- Ma perchè è così difficile fare la mamma...

 

Al tavolo ci sono proprio tutti.

Julia in uno splendido abito d'oro che mette in risalto le sue curve perfette da sportiva e la sua cascata di riccioli rossi illumina il gruppo di uomini in completo scuro. Accanto a lei Steve troneggiava con la sua mole sopra tutti gli altri, sapevo avesse giocato per anni nella squadra di football dell'università ma non immaginavo continuasse tutt'ora. Ian, decisamente più basso, ma sicuramente non meno muscoloso continuava a borbottare come una pentola a pressione stretto in quell'odioso completo che era stato costretto dalla moglie ad indossare. Disse di aver messo in piedi un'attività di trasporti e che era vissuto più che bene fino a quel giorno senza essere mai stato obbligato a conciarsi così fino a quella sera. Kevin e Robbie accanto a lui sogghignavano divertiti a proprio agio nei completi firmati che parevano cucitigli addosso. Jim fu il primo che si accorse di noi e ci venne incontro allargando le braccia per abbracciarmi. Ricambiai assaporando l'inconfondibile profumo di shampoo alla pesca che ora come allora il suoi riccioli biondi emanavano ad ogni suo movimento, divertendo me e Julia e inorridendo tutti gli altri.

Dopo alcuni minuti in cui tutti, come si usa fare dopo anni di lontananza, raccontarono in breve le loro vite, compresi David e Luke che alla fine erano riusciti a raggiungerci, riuscimmo a prendere posto e iniziare la cena. 

 

Chi l'avrebbe detto, ma eravamo tutti quanti seduti nel tavolo d'onore, proprio ai piedi del palco... Io ero rossa di vergogna mentre fotografi e paparazzi continuavano impreterriti a scattare le foto che il giorno successivo avrebbero fatto bella figura sui vari giornali da parrucchiere.

E devo dire che il fatto di essere seduta proprio accanto a Mark non aiutava di certo a passare nell'anonimato...

Tuttavia la serata procedette tranquilla e piacevole, il tempo sembrava essersi bloccato e tornato almeno una ventina d'anni indietro... Dopo i primi momenti di imbarazzo, infatti, e soprattutto dopo i primi bicchieri di champagne eccoci tornare ragazzini, annoiati e divertenti, impegnati nella scoperta del mondo e nel superamento delle difficoltà dell'adolescenza.

 

Accanto a me Mark stava raccontando a Rick, che finalmente era riuscito a sciogliersi un po', la sua vita da star e il suo inizio di carriera, dall'altro lato Sammy chiacchierava con Robbie e Luke.

Jim teneva con naturalezza la mano di Julia, ascoltando le prodezze di Steve e Ian, Mentre David parlava con Kevin di questioni di lavoro. Possibile che non riusciva a tranquillizzarsi un attimo? Il senso del dovere di que ragazzo era qualcosa di spaventoso... al contrario di quello del fratello che, infatti, pareva sopravvivesse con l'eredità di famiglia, passando le giornate tra campi da tennis, locali, scommesse e belle donne... 

A proposito...

-Hei Robbie, lo sai quanti anni ha la mia Sammy, vero?!?!?-

Alzò lo sguardo verso di me colpevole come un bambino colto con le dita nella marmellata....

-Meno di diciotto?-

Annuii.

-Oh...- Scoppiarono tutti a ridere davanti al siparietto domestico, tranne Sammy e Rick, che ovviamente non avevano capito gran che.

 

Al momento del dolce le luci si spensero e un uomo comparve sul palco. Era il momento della premiazione.

Luke ci lasciò per salire a ritirare il suo premio. Aveva gli occhi lucidi e credo li avessi anch'io...

-Be' che posso dire, a parte ...grazie. Un Grazie di cuore a tutti quelli che hanno letto questo libro, a quelli che hanno dato fiducia e hanno deciso di publicarlo, a tutti quelli che hanno pensato di darmi questo importante premio, ma soprattutto grazie ai miei personaggi... Che poi in fondo non sono solamente miei.- Ci guardò ad uno ad uno sorridendo. Il mio sguardo seguendo il suo vide l'oro del vestito di Julia farsi di pelle, e le orecchie sembrare più a punta, i capelli di Jim risplendere come fiamme vive, lo smoking di David trasformarsi in una lucente armatura, la carnagione di Kevin sbiancare, gli occhi di Robbie diventare rossi, la barba di Ian sembrò allungarsi e i capelli di Steve arruffarsi. Sentii Key strongermi la mano mentre con lo sguardo fiero e le labbra serrate osservava il palco. Dentro di me assaporai la strana sensazione della magia che tornava a fluirmi nelle vene come un fiume impetuoso... Sorrisi ricambiando la stretta e imitando gli altri inchinai la testa al Master in segno di ringraziamento.

 

Quando alla fine Luke terminò il suo discorso e le luci tornarono su tutta la sala, ci guardammo intorno spaesati, ma felici. 

Sammy accanto a me, stava contando con il dito i presenti: -...sette, otto e nove-

La guardai sorridendo.

-...Nove, come ...-

-Come?- la imboccai.

-...come la compagnia...-

-Già-

-Quindi, volete dire che...-

-Già-

-ELIEN!!!!-

Sorrisi.

-Mamma quindi tu sei...Elien?!?!?-

-A quanto pare...-

-Key, Betel, Unor, Zack, Ryaner, Fey, Rafel e Miko...-

-Per servirla, principessa- Zack, ops, volevo dire David, come al solito aveva parlato per tutti.

-Io non ci capisco niente...- Rick si intromise scatenendo la risata generale.

 

La cena ormai era finita e la gente si stava spostando verso la pista da ballo allestita ai piedi del palco. La musica suonava già da un po', quando d'un tratto sentii la mia sedia spostarsi indietro e Mark alle mie spalle che mi faceva cenno di alzarmi.

Lo guardai curiosa.

-Mi concede l'onore di questo ballo, principessa?-

-Con piacere, generale-

Sorrise, appoggiandomi una mano sulla schiena e accompagnandomi verso la pista da ballo.

 

Presto la mia sedia venne occupata da Kevin, da vampiro a giornalista d'assalto,... ne aveva fatta di strada in questi anni...

-Hei Robbie, allora che ti avevo detto?!?!?-

-Non vale, io contavo sul fatto che quell'imbecille dell'assistente di Luke non riuscisse a mettersi in contatto con Mark e che lui non venisse nemmeno. Così era fin troppo facile!-

-Ma possibile che non ti ho insegnato niente in questi anni?!?!? Chi credi che li abbia recuperati i biglietti per il concerto e abbia suggerito a Luke di mandarci Alex?!?!?-

-Questo vuol dire barare...-

-Questo vuol dire saper giocare, ragazzino, e ne deve passare ancora di acqua sotto i ponti prima che tu riesca a battermi-

-Hei, un momento, mi volete spiegare che sta succedendo?!?!?- Sammy si era intromessa nel discorso.

-Non lo vedi con i tuoi occhi piccola?- Lo sguardo della ragazzina si spostò seguendo gli altri sulla pista da ballo dove sua madre e una delle più famose rock star degli ultimi anni stavano ballavano un lento.  

-Volete dirmi che quei due una volta stavano insieme?!?!?- Sembrava schioccata.

-No, non sono mai stati insieme, almeno non nella realtà come la conosci tu- che stava cercando di dirle?!?!?

-Allora non potevano di certo. Avevano altri progetti, altre strade da percorrere. Lui era uno scapestrato, un poco d buono, lei al contrario, era la ragazza perfetta. La più bella della scuola, la presidentessa del comitato degli studenti.-

-MIA MADRE?!??!?!?

-Proprio lei. Non ve lo ha mai detto?-

-No- Quante altre cose non le aveva raccontato? 

Sorrise prima di continuare -Nessuno gli avrebbe mai permesso di stare insieme. Solo con noi, un gruppo male assortito di nerd, secchioni e lupi solitari, gente che non giudicava perchè non voleva esserlo, in un'altra vita, in un'altro mondo, in un altro tempo potevano essere loro stessi e stare insieme...-

-Non credo di capire...-

-Non lo avrebbero mai ammesso neanche sotto totrura, nemmeno con noi, ma si volevano bene lo sapevamo tutti-

-Ma?!?-

-Guardali. E poi dimmi se non abbiamo ragione-

 

Persi tra le note di una lento dopo l'altro non riuscivo a smettere di fissare gli occhi profondi di Mark, che mi osservava con un'espressione stranamente serena.

Nonostante non lo incontrassi da secoli non mi ero mai persa una sua apparizione in tv e ogni volta mi ritrovavo a chiedemi dove fosse finito il mio Key. Non c'era più quella luce nei suoi occhi, quella luce che si accendeva ogni volta che tirava fuori la chitarra e si metteva a strimpellare la sua nuova canzone, quella luce che brillava sotto l'elmo di Key ogni volta che sfoderava al spada, quella luce che amavo così tanto. Ed ora eccola lì, ancora una volta, ad illuminargli lo sguardo.

 

Mi dispiace, sai?-

-...?-

-Di essere stato un idiota-

-Scusa?!?-

-Ti ho lasciato andare, allora...-

-....-

-Sapevo di non essere all'altezza-

Ho smesso di respirare, cosa sta tentando di dirmi?!?-

-...e ho capito che dovevo dimostrarti che non ero solo un incapace buono a nulla. E se lo avessi fatto un giorno forse...-

-No, è stata tutta colpa mia del mio orgoglio e del mio egoismo. Avrei dovuto combattere per quello che credevo, non farmi condizionare da tutti gli altri... sono io che ho sbagl...-

-Zitta...- Sento la punta del suo dito sulle mie labbra, mi sta guardano dritta negli occhi, come quella volta. E come quella volta mi sento incatenata a lui. Completamente e totalmente dipendente da lui. Sento piano il suo dito scorrere sulle mie labbra e vedo le sue piegarsi in un sorriso. Come allora, esattamente -...come allora...- lo sento sussurrare. Mi si avvicina piano. La sua mano lascia le mie labbra per appoggiarsi, assieme alla compagna, ai lati del mio viso ormai incandescente. Mentre appoggia la fronte sulla mia, ritrovo la forza di parlare.

-L'ultima volta è qui che ci hanno interrotto.-

Il suo sorriso si allarga ancora.

-E' proprio per questo che ho voluto diventare quello che sono. Ora più nessuno oserebbe farlo...-

Non faccio in tempo a rispondere al sorriso che le sue labbra sono sulle mie e, per la prima volta dopo così tanti anni, so di essere al posto giusto.

 

   
 
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