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Autore: Franfiction6277    14/07/2013    2 recensioni
"S-S-Shannon Leto?" balbettai, puntandolo con un dito tremante.
No, non poteva essere vero, non poteva essere lui.
Realizzai solamente in quel momento di essere praticamente nuda, eccezion fatta per un paio di mutandine striminzite che avevo addosso.
Trasalii e mi coprii il seno con le mani, guardando con aria incredula l'uomo di fronte a me.
Era un bel sogno, senza dubbio: lui indossava solamente un paio di boxer ed era a pochi centimetri da me.
"Sì, sono io, il bellissimo uomo che vedi tutti i giorni da due anni a questa parte" rispose, sorridendo e alzando gli occhi al cielo.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lime, Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
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                                                                   Made of dreams


No warning sign, no alibi...

"Oh no" protestai con voce impastata, spegnendo la sveglia, che finì irrimediabilmente scaraventata a terra.
Avvolsi la coperta fino agli occhi, accecata dalla luce che penetrava dispettosamente dalla finestra di fronte a me.
Non volevo uscire di casa, non volevo passare un'altra giornata immersa in quella dannata routine che mi stava divorando l'anima pian piano, giorno per giorno.
Fluttuavo, ancora in dormiveglia, sdraiata su un fianco, finché non mi accorsi che si stava facendo decisamente tardi.
Mi stiracchiai, rassegnata, dando una gomitata a qualcosa alle mie spalle, che in quel momento gemette piano.
"Ahio" mugugnò per il dolore, con voce assonata. Era una voce maschile, decisamente VIRILE.
Con il cuore in gola mi girai lentamente, sgranando gli occhi nel vedere la figura sdraiata accanto a me, che dormiva pacificamente.
Feci un urlo che probabilmente aveva svegliato tutto il vicinato e caddi dal letto, rialzandomi velocemente, tutto nel giro di qualche secondo.
"Che cazzo sta succedendo?" esclamò l'uomo sul letto, mettendosi a sedere e guardandosi attorno con aria smarrita e assonnata.
"S-S-Shannon Leto?" balbettai, puntandolo con un dito tremante. No, non poteva essere vero, non poteva essere lui.
Realizzai solamente in quel momento di essere praticamente nuda, eccezion fatta per un paio di mutandine striminzite che avevo addosso.
Trasalii e mi coprii il seno con le mani, guardando con aria incredula l'uomo di fronte a me.
Era un bel sogno, senza dubbio: lui indossava solamente un paio di boxer ed era a pochi centimetri da me.
"Sì, sono io, il bellissimo uomo che vedi tutti i giorni da due anni a questa parte" rispose, sorridendo e alzando gli occhi al cielo.
DUE ANNI?
"Da quando sei così narcisista come tuo fratello?" chiesi, confusa.
Cosa? Che razza di domanda era mai quella?
Shannon scoppiò a ridere.
"Oh, piccola, non dirlo davanti a lui, altrimenti la finirete a litigare come al solito" rispose, mettendosi in piedi e dandomi la schiena mentre apriva le ante di un armadio e tirava fuori dei vestiti puliti.
"Piccola"? Oh, la sua schiena...
Mi misi subito la camicia che trovai per terra, accanto alla mia parte del letto: i bottoni erano tutti sparsi per terra, notai con stupore.
Che cosa diavolo avevamo fatto, la notte prima? Io mi ricordavo solo di essermi addormentata nel mio letto, lo stesso che avevo da quando ero ragazzina, che aveva accolto qualunque creatura...tranne un uomo, tantomeno Shannon Leto.
"Sai quanto io adori vederti nuda, ma dovresti davvero cambiarti, Lily. Dobbiamo andare a lavorare entrambi" disse Shannon, avvolgendomi le braccia in vita e attirandomi a sé.
Aveva davvero un bel profumo, molto virile, mischiato a quello che presumi fosse odore...di sesso.
Mi divincolai di riflesso, inciampando sui miei vestiti e cadendo quasi a terra, se non fosse stato per Shannon che mi aveva presa appena in tempo per un braccio.
"Che ti prende? Oggi sei davvero strana" borbottò, confuso.
"Ho bisogno di stare sola" sussurrai, quasi sull'orlo delle lacrime: non di tristezza, ma di rabbia.
Non avevo idea di cosa stesse succedendo, non capivo come avessimo fatto ad arrivare a questo punto, non avevo idea di che cosa ci facessi lì, nemmeno di come ci fossimo conosciuti, visto io non ero nemmeno mai andata a un concerto dei 30 Seconds to Mars, nonostante li conoscessi da parecchi anni.
"Ok, allora vado a preparare il caffè" rispose Shannon, allontanandosi senza toccarmi nemmeno con un dito.
Quel piccolo dettaglio sul caffè mi fece sorridere, il primo sorriso in tutta la giornata.
Sospirai e pensai prima di tutto a indossare dei vestiti, la cosa più importante.
Scelsi una camicia a quadri blu, un paio di jeans neri e delle Converse blu che trovai nella scarpiera lì a fianco.
Mi avvicinai al mio comodino, alla ricerca di qualcosa che potesse spiegare come fossi arrivata fin lì, a stare con Shannon, che era praticamente l'amore della mia vita, ma platonico.
Aprendolo, arrossii immediatamente: una confezione di pillole...anti-concezionali.
"Oddio santo, io ci faccio sesso" esclamai, quasi senza volerlo.
Cominciai a camminare come una decerebrata per la camera, picchiandomi piano le tempie con i pugni, come a mettere in moto il mio cervello.
"Io ci faccio sesso...e non so nemmeno come sia fatto il suo...ODDIO" gemetti, scuotendo la testa.
Decisi di uscire dalla camera, prima di perdere definitivamente la testa e scesi delle scale, seguendo la scia del caffè.
Notai con piacere che vi erano delle foto appese alle pareti del corridoio che portava probabilmente alla cucina: Shannon e Jared da piccoli, da ragazzini, con la loro madre, e poi un'infinità di foto con Tomo.
"Il mio naso" gemetti, quando andai a sbattere contro un pilastro che non avevo visto, talmente ero distratta dalle foto.
"Cosa diamine ci fa un pilastro in mezzo alla stanza?" sbraitai, strofinandomi il naso dolorante.
Shannon stava bevendo il suo caffè, quasi in estasi, e non si accorse nemmeno che ero arrivata.
"Marte chiama Leto" urlai, e lui sobbalzò, sputando tutto il caffè sul lavandino di fronte.
"Cazzo, Lily, mi hai fatto venire un infarto" disse, mentre ridevo per la sua reazione.
Lui scosse la testa, sorridendo maliziosamente e avvicinandosi a me: oh no, conoscevo quello sguardo, l'avevo visto migliaia di volte...nelle foto.
Alzai le mani davanti a me, come per difendermi, indietreggiando.
"Ti devo spiegare...sì, perché, vedi...io non so come..." balbettai, mentre lui mi prendeva di peso e mi costringeva ad aggrapparmi alla sua schiena per non cadere.
Strillai, spaventata dalla sua irruenza.
Mi baciò prima piano, poi voracemente: gemetti nella sua bocca, scioccata.
"Mi sta baciando...e bacia anche bene..." pensai, ricambiando di riflesso: avevo sognato quel momento da anni e ora che stava accadendo, non sapevo cosa fare.
Mi mise giù prima che potessi solo reagire e fu costretto a reggermi per la vita con un braccio, visto che le gambe avevano deciso di abbandonarmi.
Mi accarezzò una guancia con la mano libera, sorridendomi adorante: arrossii violentemente.
"Non arrossivi così dai tempi in cui ci siamo conosciuti" sussurrò, con una luce ironica e divertita negli occhi, mentre si perdeva in ricordi...ricordi che non conoscevo.
Avrei voluto chiedergli come ci eravamo conosciuti, ma non lo feci: mi godetti quel momento, tra le sue braccia.
Mi lasciò andare poco dopo, porgendomi una tazza di caffè macchiato.
La presi ed esplorai con lo sguardo la cucina: pulita, essenziale, con i mobili neri e bianchi.
Camminai verso il soggiorno, incuriosita dalle numerose librerie che coprivano praticamente tutte le pareti.
Avvicinandomi, scorsi tutti i miei libri e mi chiesi come potessero essere finiti lì, visto che ero sicura del fatto che si trovassero a casa mia.
Presi un libro a caso e lessi il titolo: "Shadowhunters - Città di Ossa".
Sorrisi come una sciocca e sfogliai la copertina, rifinita e rovinata per tutte le volte in cui l'avevo letto.
Shannon si avvicinò dietro di me e si sporse oltre la mia spalla per vedere cosa avesse provocato il mio sguardo perso, e sorrise anche lui.
"Oh, quella saga! Mi avevi ucciso: eri così fissata che credevo volessi lasciarmi per stare con Magnus Bane" ridacchiò, e sentii il suo fiato sul mio collo: caldo, come la sua voce meravigliosa che graffiava la mia pelle in maniera piacevole.
"Beh, Magnus Bane è un gran bel personaggio" riflettei ad alta voce, e Shannon alzò gli occhi al cielo.
"Andiamo?" chiese, quasi con impazienza. "Jared odia le persone ritardatarie" continuò, in tono lamentoso.
Misi il libro al suo posto e mi girai verso Shannon: era davvero lì con me? Era reale?
Alzai una mano e gli accarezzai il viso, la linea del naso, le labbra, che in quel momento si schiusero.
Mi guardò sorpreso, lasciando però che andassi in esplorazione.
Continuai toccandogli il collo, le clavicole, posandogli la mano sul cuore: batteva a un ritmo più veloce, come se le mie carezze gli facessero effetto.
"Mi stai guardando e mi stai toccando di nuovo in quel modo, come se non fossi reale" sussurrò Shannon, confuso.
"Scusa" risposi, con un nodo in gola.
"No, è che pensavo che ormai avessimo superato quella parte" rifletté, cingendomi la vita con un braccio e attirandomi a sé, affondando la testa tra i miei capelli: piccoli brividi mi pervasero, sentendo il suo respiro sul mio collo.
"Mi sento solo un po' strana" gli dissi, liquidando in fretta la faccenda.
"Sono reale, sono un uomo come un altro. Quando lo capirai?" insistette Shannon, scuotendomi appena.
"Su questo avrei qualcosa da ridire" ridacchiai, rilassandomi.
"Oh, mi era mancata la tua ironia" sorrise, alzando gli occhi al cielo.
"Forza, animale, andiamo" dissi, dandogli un colpetto sul braccio.
Cinque minuti più tardi stavamo girando per le strade di Los Angeles: non facevo che guardare fuori dal finestrino, sorpresa dalla bellezza di quella città e dalla vitalità che sprizzava: era contagiosa, mi sentivo piena di vita.
"Mi sorprende il fatto che ogni volta che andiamo in giro per Los Angeles, tu abbia sempre quello sguardo perso" rise Shannon, stringendomi affettuosamente un ginocchio.
Mi girai a guardarlo, arrossendo appena.
"Sono ancora una bambina, me lo dicono tutti" feci spallucce, e lui rise ancora più forte.
"Oh, dolcezza, sei ancora una bambina solo per certe cose" disse, maliziosamente.
Arrossii ancora di più: era così imbarazzante quando era lui a fare quelle battute.
La sua mano era ancora sul mio ginocchio: la presi tra le mie, stringendola forte.
"Eccoci" disse, accostando vicino al garage di una casa enorme.
La scrutai a fondo: mi sembrava familiare, come se l'avessi vista molto spesso.
Quasi non mi accorsi che qualcuno aveva aperto la portiera posteriore, salendo in macchina.
"Ehi, bro" disse Shannon, allegro.
"Ciao, ragazzi" rispose qualcuno, e mi girai lentamente a guardare, raggelando: conoscevo quella voce, la conoscevo dannatamente bene.
"Oddio mio" strillai come un'oca impazzita, guardando a bocca aperta l'uomo che in quel momento stava controllando il suo BlackBerry: occhi azzurri, capelli lunghi e legati, vestito completamente di nero.
Shannon mi guardò come se fossi impazzita, e l'uomo alzò lo sguardo dal suo BlackBerry.
"Questa sì che è una reazione strana da parte tua, Lily" disse Jared, sorpreso...Jared Leto.
"Reazione strana?" ripetei, con voce stridula.
"Sì, in genere mi riempi di insulti ancora prima di vedermi" rispose Jared, alzando un sopracciglio.
"So che non ti vado a genio per il fatto che mio fratello ama più me di te" continuò, altezzoso.
"Bro, non cominciare" sospirò Shannon, rassegnato.
"Peccato che tu non possa fare certe porcate con Shannon che IO invece posso fare" risposi sarcasticamente, riprendendo un po' di contegno.
"Lily" esclamò Shannon, scoppiando a ridere.
"Questa è la Lily che conosco" disse Jared, soddisfatto. "Ora andiamo?" continuò, impaziente.
Shannon alzò gli occhi al cielo, riprendendo a guidare per le strade di Los Angeles.
"Dove andiamo?" chiesi, curiosa, guardando Jared di sottecchi: aveva le gambe accavallate e ogni tanto storceva la bocca per qualcosa che leggeva sul cellulare.
"Stai scherzando? Ecco, siamo arrivati" disse Shannon, scuotendo la testa in maniera impercettibile.
Jared scese dalla macchina e scrutò Shannon come per chiedergli "Ma che diavolo le prende oggi?", ma Shannon fece spallucce, aprendomi la portiera e aiutandomi a uscire da quel bestione di auto.
Mi preparai a fare un salto, ma lui mi precedette prendendomi per i fianchi ed esitando a mettermi per terra.
Arrossii nuovamente, aggrappandomi istintivamente a lui per non cadere: mi fece un gran sorriso.
Gli regalai un bacio - più un regalo per me stessa che per lui - e lui accolse entusiasta le mie labbra.
"Tenterete di concepire un bambino quando torneremo a casa, ma ora sbrighiamoci!" esclamò Jared, schioccando le dita come una di quelle donne nere dei sobborghi.
Shannon sogghignò, prendendomi per mano mentre camminavamo per strada.
Notai immediatamente una scritta: "Universal Studios".
Sgranai gli occhi, fermandomi di scatto di fronte all'entrata.
"Lily, che c'è?" chiese Shannon, allarmato. Anche Jared si fermò, guardandomi incuriosito.
"Un...un set cinematografico?" balbettai, dando dei colpetti isterici al braccio di Shannon.
"L'abbiamo persa" borbottò Jared, ma quasi non lo sentii: ero troppo concentrata a memorizzare ogni minimo dettaglio di quel posto, basita.
"Ehi, ehi! Fermati!" urlò una guardia lì accanto, rincorrendo un ragazzino che si dirigeva a tutta velocità dalla nostra parte.
Shannon mi mise dietro di lui, facendomi scudo con il suo corpo: aveva l'espressione seria e i muscoli contratti.
Jared sgranò gli occhi, balbettando qualcosa tipo: "Sono troppo giovane e bello per morire!".
Il ragazzino andò quasi a sbattere addosso a Jared, ma riuscì a fermarsi appena in tempo.
"Un autografo?" ansimò, affaticato dalla corsa. Jared ridacchiò, prendendo il foglio e il pennarello dalla mano del ragazzo.
"Ah, la fama!" esclamò: sembrava piuttosto voler dire "Un giorno mi uccideranno".
Il ragazzo si riprese poco dopo, proprio quando Jared stava per fargli l'autografo.
"Non intendevo te, ma Lily" balbettò, guardandomi timoroso.
Shannon scoppiò in una risata fragorosa, quasi piegandosi in due per il dolore.
Jared fece una smorfia disgustata, passandomi il foglio e il pennarello; Shannon non riusciva a smettere di ridere. "Finiscila" borbottò Jared, dandogli un colpo in testa.
Shannon si riprese, ma ridacchiò ancora, divertito.
"Perché io e non loro?" chiesi, stupita.
"Perché ormai tu sei più famosa di noi" disse Jared, disgustato.
Feci l'autografo, una semplice firma, e il ragazzino ci ringraziò, trascinato fuori dalla guardia.
Lo salutai con la mano, confusa.
"Incredibile. Questa me la paghi, Lily Fraser" borbottò Jared, puntandomi un dito addosso.
"Se la merita tutta la fama, non credi?" chiese Shannon, retoricamente, accarezzandomi la schiena.
"No" rispose Jared, andandosene dentro. Shannon sbuffò, più divertito che infastidito.
"Sono così confusa" gemetti, quasi in lacrime.
Shannon mi guardò, serio, valutando due possibilità: tornare a casa o stare lì.
"Vado a chiamare Jared, non muoverti" disse, dandomi un bacio a fior di labbra e correndo dentro.
Mi strinsi le braccia al petto, pervasa improvvisamente da un gran senso di vuoto.
Tornarono entrambi dopo qualche minuto, e salimmo in macchina in silenzio.
Posai la testa sul braccio di Shannon, accarezzando i suoi Glyphics e tracciandone i contorni con le dita; Jared guardava fuori dal finestrino, assorto.
Tornammo a casa di Jared, supposi per provare, in quanto tutta l'attrezzatura si trovava a casa sua.
Riconobbi dei dettagli e delle stanze che avevo visto in alcune fotografie, ma la casa era ben più grande.
Entrammo in sala prove, e mi accomodai su un divanetto posto di fronte agli strumenti.
"Salve a tutti" esclamò qualcuno, entrando come un tornado.
"Oddio, Tomo!" esclamai, saltando in piedi: era luminoso e aveva un sorriso magnifico, che ti lasciava senza fiato. "Piccola Lily" sospirò, abbracciandomi: ricambiai, felicissima.
Mi posò le mani sulle spalle, senza smettere di sorridere.
"Sei sempre più bella" disse, facendomi arrossire.
"Ehi, vuoi rubarmi la ragazza?" esclamò Shannon, dandogli un pugno scherzoso su un braccio.
Tomo gli mostrò la fede, alzando gli occhi al cielo.
"Cominciamo?" chiese Jared, impaziente.
Tornai a sedermi sul divanetto, mentre prendevano tutti in mano i propri strumenti.
"Concerto privato dei 30 Seconds To Mars, potrei morire!" esclamai: risero tutti.
Li guardai suonare per ore, con occhi adoranti, memorizzando ogni minimo dettaglio e sperando di non dimenticarmi nulla.
Alla fine feci un applauso, e Jared si inchinò scherzosamente, uscendo poi dallo studio con Tomo.
Shannon rimase a mettere a posto le attrezzature e la sua Christine.
Gli passai un asciugamano tra i capelli per asciugare il sudore, e lui si irrigidì per la sorpresa.
"Mi sento un bambino" ridacchiò, per alleggerire l'atmosfera.
"Fatto, bello come il sole" scherzai, facendogli una linguaccia: lui si illuminò.
Mi prese per la vita e mi issò in braccio a lui: arrossii, sentendo il rigonfiamento nei suoi pantaloni.
"Io...io...ehm..." balbettai, mentre avvicinava la sua bocca alla mia...
"Shannon, dov'è andato a finire il mio smalto nero opaco?" sbraitò Jared, dirigendosi a passi pesanti verso di noi.
"Che schifo! Ma quando vi decidete a fare un bambino? Così almeno avrete qualcun altro da torturare, invece di restare attaccati così" continuò il minore dei Leto, facendoci sobbalzare entrambi.
"Non rompere, bro" borbottò Shannon, mettendomi in piedi e alzandosi con me.
Aveva uno sguardo timoroso, sconvolto, come se volesse evitare a tutti i costi quell'argomento.
"Ho bisogno di una doccia" continuò Shannon, lasciando me e Jared da soli nello studio.
"Devo parlarti, ho bisogno che mi ascolti bene, capito?" mormorai a Jared, prendendolo per un braccio, quando fui sicura che Shannon si era allontanato.
"Cosa c'è?" chiese: sapevo di aver stuzzicato la sua curiosità.
"Devi aiutarmi a scoprire come ho conosciuto Shannon, devi raccontarmi tutto" risposi, timorosa della sua reazione.
"Sei impazzita?" replicò, a voce troppo alta: gli tappai la bocca con una mano.
"Fai piano, santo cielo. Non ricordo nulla, Jared: stamattina mi sono svegliata vicina a Shannon con solo le mutande addosso e..."
"Sporcaccioni!" ridacchiò Jared, scoccandomi un'occhiata maliziosa.
"Oh, dannazione!" esclamai, agitando le braccia al cielo.
"Ok, ok, ti aiuterò" disse, alzando le mani in segno di difesa.
"Grazie" sospirai, prendendololo per un braccio e uscendo dallo studio.
"Allora, come ci siamo conosciuti?" chiesi, impaziente.
"Un Meet & Greet" rispose Jared, prontamente.
"Strano che abbia avuto i soldi per permettermelo" borbottai, riflessiva.
"Credo che ai quei tempi facessi la baby-sitter" mi informò Jared: la cosa non mi sorprese, dato che amavo i bambini.
"E poi? Continua" lo incalzai, mordendomi convulsamente le labbra.
"Hai fatto sesso con Shannon" disse Jared.
"Cosa??" urlai, stritolandogli il braccio.
"Il braccio, Lily, mi serve. Non vorrai farmi fare la fine di Harry Goldfarb in Requiem for a Dream, vero?" chiese.
"No, certo che no" risposi di riflesso; ci sedemmo su un divano bianco di fronte alla TV.
Tomo si unì a noi, e gli scoccai un sorriso da ebete: lui me lo restituì senza esitare, illuminandosi.
"Non chiedere niente, davvero" borbottò Jared a Tomo, alzando gli occhi al cielo. Arrossii.
"Perché abbiamo fatto sesso, io e Shannon?" chiesi a Jared, e Tomo soffocò una risatina.
"Non lo so, santo cielo! Perché eravate attratti?" replicò retoricamente.
"No, voglio dire: io sono una Echelon" spiegai.
"Era scioccato..." cominciò Jared, aggrottando le sopracciglia.
"Non aveva mai fatto sesso con una Echelon, si sentì sporco per settimane", continuò Tomo, a voce bassa.
Jared annuì, apparentemente scioccato.
"Aveva violato la regola: niente sesso con le Echelon, loro sono la famiglia" disse, serio.
"Ma non poteva farci niente: era già innamorato di te" intervenne Tomo, riprendendo a sorridere.
Jared mi diede un pizzicotto, vedendomi sorridere come una sciocca: mi amava.
"Oddio, ne passò di tempo prima che riuscisse a sentirsi in pace con se stesso" ridacchiò, con un sorriso sghembo.
"Cosa gli ha fatto cambiare idea?" chiesi a entrambi, e loro si guardarono a vicenda.
"Sei la persona più testarda che conosca, Lily: hai semplicemente fatto ciò che avrebbe fatto qualunque innamorato" rispose Jared, facendomi l'occhiolino.
"E cosa avrei fatto?" insistetti: dovevo sapere.
"L'hai aspettato... e nel frattempo bastonato!" rise Jared.
"Ti ricordi? Moriva di gelosia, quando lo vedeva uscire con altre ragazze! Lo aspettava davanti a casa e gli urlava sempre contro" esclamò Tomo, ridendo fragorosamente.
"Sono contenta di non essermi arresa" sussurrai, quasi tra me e me: ne era valsa la pena.
"Che avete da ridere?" chiese Shannon, spuntando dal corridoio: aveva ancora i capelli lunghi bagnati dalla doccia... ed era ancora turbato.
"Niente, raccontavamo a Lily della nostra infanzia" rispose prontamente Jared, alzandosi dal divano: grazie al cielo era un attore.
Shannon ci guardò sospettoso, ma fece spallucce e non commentò.
Mi alzai anch'io, avvicinandomi a lui con timore: avevo bisogno di toccarlo, avevo bisogno che tornasse a sorridere.
Si sedette su una poltrona, accavallando le gambe e giocando con il suo I-Phone.
"C-ciao" sussurrai, pentendomi subito di averlo detto.
CIAO? "Sei pazza", pensai.
Alzò lo sguardo, guardandomi e sospirando, ma senza rispondere: sembrava combattuto.
Mi sedetti sul tavolino di fronte, toccando il suo ginocchio con le dita: mi concentrai sulla piega dei jeans, senza guardarlo negli occhi.
Notai distrattamente che Jared e Tomo erano spariti, sporchi traditori!
Sentii il suo respiro accelerare, forse per le mie carezze.
"ORA BASTA" sbraitai, alzandomi in piedi: Shannon sgranò gli occhi.
"Non mi importa di come ci siamo conosciuti, se tu hai infranto le regole per stare con me, se hai avuto migliaia di donne prima di me, se non vuoi un figlio o chissà cosa: ci siamo io e te, qui, adesso...e io ti amo, dannazione! Ti ho amato dietro lo schermo di un computer, ti ho amato prima di conoscerti, ti amo adesso e ti amerò tra 50 anni! Come la mettiamo, Shannon? Vuoi continuare a tenermi il broncio?" dissi tutto d'un fiato, gesticolando furiosamente.
Mi guardò a bocca aperta, incerto se rispondere o portarmi a un manicomio.
Si alzò in piedi di scatto, mettendosi di fronte a me e guardandomi.
"Allora?" chiesi, spavalda...in realtà mi tremava la voce e avevo le lacrime agli occhi: perché non diceva nulla?
Sentii la mia schiena sbattere contro un muro prima che potessi solo spiccicare parola, e delle labbra calde e carnose invasero le mie, facendomi annaspare.
"Dannazione, donna. Mi farai impazzire, prima o poi" sussurrò Shannon, sulle mie labbra.
"Potrei dire lo stesso" risposi, con voce ansante per l'intensità del suo bacio.
Mi guardò attentamente, divorandomi con i suoi occhi: quel giorno erano quasi verdi, notai.
Mi stavo abituando ad averlo vicino come compagno, mi stavo abituando ai suoi baci impetuosi.
Non avevo mai avuto una relazione, ma con lui era diverso: era un compagno, un confidente, un avversario.
"A cosa pensi?" chiese, staccandosi da me.
"Penso a quanto sono fortunata ad averti" risposi, quasi senza rifletterci: si illuminò.
"La cosa è reciproca, Lily" shignazzò, accarezzandomi maliziosamente un fianco.
"Porco" risi, dando un colpetto alla sua mano.
Rise anche lui, passandosi una mano tra i capelli per toglierseli dagli occhi.
Sentii il suo stomaco brontolare, e in effetti notai che era quasi ora di pranzo.
"Allora, che si mangia?" chiese, leggendomi nel pensiero.
"Io cucino?" replicai, perplessa: la mia conoscenza della cucina si limitava a far bollire l'acqua per la pasta.
"Sì, e lo fai dannatamente bene. Se non vuoi cucinare, posso farlo io...o Jared" rispose, incerto.
"No, ho la sensazione che dareste fuoco alla cucina" ridacchiai, ricordandomi del VyRT.
"Molto divertente" borbottò Jared, sbucando dal corridoio.
"Pura verità" dissi, facendo spallucce.
"Devo chiamare Emma, devo spiegarle di stanotte" disse Jared, cambiando argomento e sedendosi su un divanetto accanto alla cucina.
"Di nuovo?" chiese Shannon, sorpreso.
"Di nuovo: lei viene qui nel cuore della notte, si infila nel mio letto e...puff!" rispose Jared.
Mi irrigidii, sgranando gli occhi e stringendo convulsamente una padella tra le dita: lo sapevo, facevano sesso.
"Quindi è lei che ti provoca" mormorai, schiarendomi la gola per fingere noncuranza.
"Non proprio" rispose Shannon al posto di Jared, con un ghigno malizioso.
"Piantala, Shannon: è successo e basta. Non riesco più nemmeno a guardarla negli occhi senza sentire il desiderio di portarla a letto" borbottò Jared, e io cercai di frenare una risatina isterica che minacciava di uscire dalle profondità della gola.
Shannon si mise a sghignazzare, scuotendo la testa mentre pensava a qualcosa.
"Lily mi ha raccontato delle cose, cose che non credevo mi avrebbe mai detto: quando era una semplice Echelon, sai cosa faceva? Si metteva a scrivere...come le chiamano? Fanfiction su te ed..." disse, indicando Jared.
Prima che potesse pronunciare il nome di Emma, lasciai la padella e corsi verso di lui, tappandogli la bocca con una mano.
"Sei pazzo?" sbraitai, guardando Jared con timore: lui mi guardava confuso, dato che il fratello non aveva finito di pronunciare la frase.
"Fanfiction" rifletté tra sé, prendendo il suo immancabile BlackBerry e digitando furiosamente.
"Jared, davvero, lascia perdere" lo pregai, ma lui stava cercando informazioni.
"Oddio, cos'è questa JaredxColin? Colin?" chiese Jared, isterico.
Sentii Shannon gemere e premere contro la mia mano, ma io ero concentrata su Jared.
"Zitto, Shannon, siamo nel bel mezzo di una crisi per il fandom degli Echelon" gli dissi, ma i gemiti erano sempre più forti.
Lo guardai, notando che gli avevo tappato anche il naso, oltre alla bocca, e che stava soffocando.
Tolsi immediatamente la mano e lo vidi prendere aria e riprendere a poco a poco un colorito decente.
"Mi...stavi...ucc..." cominciò, ma lo interruppi con un bacio.
"Scusa" ridacchiai, e lui mi guardò in cagnesco.
"Lily? Allora?" chiese Jared, riguardo a Colin.
"Davvero, sono solo delle sciocchezze" risposi, agitando la mano con finta noncuranza.
"Non sono sciocchezze: credono che io mi faccia Colin Farrell! Ma se non lo vedo da un'eternità!" sbottò Jared, quasi urlando.
"Mmm, Jared, in realtà l'hai visto..." cominciò Shannon, ma Jared lo interruppe con un'occhiataccia.
"Dove, dove l'ha visto? E quando?" chiesi, avvicinandomi a Shannon con aria cospiratoria.
"Non posso dirtelo" rispose Shannon, scuotendo la testa in segno di diniego.
"Dai, tesoro, dai" lo pregai, riempiendolo di carezze un po' dappertutto.
"Lily" mi ammonì, con poca convinzione: stava cedendo.
"Farò tutto quello che vuoi" lo pregai, pentendomi immediatamente della proposta: fece uno sguardo perverso e cattivo.
"Tutto?" mi incalzò, accarezzandomi un fianco.
"Oh, io..." risposi, e vidi Jared scuotere la testa.
"Ok, l'ho visto due anni fa, a un concerto! Ma non è successo niente" mi assicurò Jared, prima che Shannon potesse farmi accettare qualsiasi proposta malsana.
"Uh, fantastico! Se le Echelon sapessero" ridacchiai, scuotendo la testa al pensiero delle loro reazioni: Jared mi fulminò.
"Fanfiction..." borbottò di nuovo tra sé, mentre se ne andava dalla cucina.
"Andiamo a casa" propose Shannon: si era fatto improvvisamente serio.
"E il pranzo? Jared?" chiesi, indicando la cucina.
"Se la caverà, come sempre" mi assicurò Shannon, prendendomi per mano e scrivendo un biglietto a Jared. *
"Ti aspetto in macchina" gli dissi, notando non voleva farmi vedere ciò che doveva scrivere.
"Grazie" rispose semplicemente, un po' nervoso.
Guardai la casa di Jared da fuori, memorizzando ogni minimo dettaglio: stava per succedere qualcosa, me lo sentivo.
Notai che qualcuno aveva scostato le tende da una finestra del piano superiore: era Jared, ma non mi notò.
Una macchina si fermò di fronte a quella di Shannon, proprio mentre io stavo salendo.
Notai che era Emma e il mio cuore perse un battito: era proprio bella dal vivo.
Lei mi salutò con un cenno della testa, sorridendo, e io ricambiai il saluto, agitando la mano.
Entrò in casa e in quel momento notai che Shannon era salito in macchina.
Non parlammo per tutto il tragitto: lui era perso nel suo mondo e io avevo una strana sensazione.
Appena arrivammo a casa, andai di nuovo a rovistare tra i miei libri e i miei DVD: ne avevo a migliaia, e la maggior parte avevo progettato di comprarli, ma senza mai farlo davvero.
Dedussi che le possibilità economiche di Shannon, e a quanto pare anche le mie, mi avevano aiutata ad avere quella piccola ma consistente collezione.
C'erano gli scaffali che portavano il mio nome e quelli che portavano il nome di Shannon, dato che, da quanto potei notare, lui non leggeva libri fantasy, mentre i miei erano quasi tutti di quel genere.
"Ti...ti devo parlare" sussurrò Shannon, affiancandomi e guardandomi con timore.
"Ok" risposi perplessa, mentre mi prendeva per mano e mi portava verso un divano nero di pelle.
Ci sedemmo e lo presi per mano, e lui cominciò a parlare, a parlare davvero.
"Io non ho mai amato una donna...sai, tutte quelle storie, tutte quelle donne che ho avuto nella mia vita, loro non significavano nulla, finché non ho incontrato te. Mi sono pentito di tutto ciò che avevo fatto prima, della sofferenza che ti avevo causato. Posso sentire ancora tutti gli insulti che mi rivolgevi per indurmi a smettere..." sussurrò: arrossii.
"E posso ancora sentire il tuo tono di voce nella mia mente, così amareggiato, e distrutto, e sofferente, di una persona che stava lottando per ciò che amava. Mi dava fastidio che mi amassi, dannazione! Come potevi amarmi, senza avermi mai conosciuto veramente, essendo venuta a letto con me solo una volta? Io non potevo sopportarlo, ma sapevo che tu non eri come una di quelle donne che in genere mi portavo a letto, che se ne andavano il mattino dopo senza chiedere numeri di telefono o roba simile..." continuò, mentre io metabolizzavo le informazioni: che storia d'amore a dir poco travagliata: la cosa strana era che potevo sentire il dolore, nonostante non ricordassi assolutamente nulla di quella lotta.
"E poi ho capito che ti amavo anch'io, che non potevo stare senza di te. Quando hai smesso di lottare, arrendendoti - dannazione, ti eri presa una bella influenza quella volta, mentre litigavamo sotto la pioggia - e vedendo che ti avevo persa per sempre per delle donne che non contavano niente...allora mi sono reso conto che non volevo nessun'altra donna al mio fianco, se non te... Oh, è così difficile!" si interruppe, scoppiando a ridere nervosamente.
Gli strinsi la mano, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime: oh, Shannon, resta per sempre al mio fianco.
Sapevo che era irreale, ma speravo in fondo al cuore di avere una sorta di vuoto di memoria momentaneo.
"Sposami, Lily. Sposami, e viviamo felici come Tomo e Vicki. Voglio essere felice, per una volta" disse, guardandomi come se mi vedesse per la prima volta.
Mi sentii risucchiare da una corrente, le pareti persero consistenza, io persi consistenza, Shannon perse consistenza.
"I've been up in the air, out of my head, stuck in a moment of emotion I destroyed..."
C'era chiasso, c'era gente che saltava a fianco a me, c'era Jared che cantava.
Le luci erano accecanti, potevo vedere migliaia di persone davanti a me, e molto al mio fianco.
Mi guardai attorno, confusa: ero su un palco!
"Jared" lo chiamai, sperando che mi riconoscesse: lui mi guardò, confuso.
Mi girai verso Tomo, che mi guardò con calore, ma era lo stesso che riservava a tutti gli Echelon.
Nel panico, con le lacrime agli occhi, mi resi conto che non mi conoscevano.
Mi girai a cercare Shannon, e notai che stava suonando come un pazzo, era concentrato.
Il suo sguardo incontrò un attimo il mio, e mi guardò perplesso, sbattendo le palpebre più volte, come se fosse stato improvvisamente messo di fronte a una luce accecante: quello sguardo l'avrebbe tormentato per sempre.
FINE.

 
* Il biglietto che Shannon scrive a Jared dice:
CIAO, BRO! LE CHIEDO DI SPOSARMI, JARED.
CAPIRAI CHE DOPO TUTTI QUESTI ANNI ERA ORA.
SPERO CHE UN GIORNO POTRAI TROVARE L'AMORE DELLA TUA VITA, QUELLA DONNA CHE TI GUARDERA' COME UNA VERA PERSONA, COME MERITI.
TI VOGLIO BENE, AUGURAMI BUONA FORTUNA!

ϟx

Note dell'autrice:
Salve a tutti! Finalmente, dopo aver finito l'esame di maturità, sono tornata a scrivere!
Spero di riuscire anche a continuare le longfic che ho lasciato in sospeso.
Grazie a tutti coloro che scriveranno una recensione e anche a coloro che leggeranno e basta.
Alla prossima!
Fran

   
 
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