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Autore: I Fiori del Male    14/07/2013    10 recensioni
In ricordo di Oscar pubblico questa piccola storia oggi, il 14 luglio.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, Bernard Chatelet, Rosalie Lamorlière
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 Luglio 1789

In quel vicolo semibuio, un po’ riparato dalla battaglia che infuria in città, il corpo di Oscar giace immobile, composto, le mani intrecciate appena sotto il petto. È sempre stata pallida, Oscar, ancor più considerando che stava lottando contro la tisi, eppure, forse per via dell’espressione distesa, sembra solo addormentata. I colpi di fucile ricevuti le hanno provocato un rigurgito di sangue che le ha macchiato le labbra, rimaste così rosse, come quando era in vita.

Attorno a lei ci sono Rosalie, Bernard, i medici che hanno tentato invano di salvarla, Alain e i due soldati che lo hanno aiutato a portarla via dalla Bastiglia. In quel luogo regna il silenzio. Tutti si limitano ad osservare, come sperando di vederla riaprire gli occhi e imprecare vedendo i suoi soldati starsene lì senza far niente, ma tutti sanno che questo non è possibile. Lei non c’è più, forse ha già raggiunto André in quel luogo dove riposano le anime dei giusti, perché lei era una donna giusta e leale, che nel cuore di ognuno di loro ha lasciato qualcosa che adesso lotta per non essere strappato via, lacerando l’anima.

Si sente, a tratti, oltre i lontani echi della rivoluzione, solo il singhiozzare sommesso di Rosalie. Per qualche ragione non credeva che avrebbe mai visto Oscar morire, la vedeva come una figura intoccabile perfino dal tempo, ricca di bellezza, saggezza, gentilezza. Era stata prima solo una nobile un po’ più gentile, poi una sorella, la donna che le aveva offerto una nuova vita e la possibilità di vendicare sua madre proprio quando sembrava che non valesse più la pena di vivere. E poi se n’era innamorata, si, aveva amato Oscar di quello stesso amore che ora riservava a suo marito, ma che non l’aveva mai abbandonata. D’altronde come avrebbe potuto essere diversamente? I pochi che avevano saputo odiarla erano gente spregevole che nemmeno meritava di esistere. Le sue sono le lacrime di un amore assoluto, platonico, andato perduto.

Anche Alain, in piedi accanto a lei, piange, ma non emette alcun suono. Pochi eventi lo hanno portato a versare lacrime, perché è abituato alle peggio brutture della vita, ma quel momento per qualche ragione lo riporta alla morte della sua amata Diane, la sua sorellina distrutta dall’amore. Nemmeno lui credeva di sopravvivere a Oscar, il suo valore lo convinceva ogni giorno dell’idea che sarebbe morto ricordandola viva, e poi, quando qualche giorno prima lei stessa aveva annunciato di essere diventata “la compagna di André Grandier” tutto dentro di lui aveva gridato di gioia per quel suo amico che ogni giorno appariva sempre più abbattuto, sempre meno in grado di resistere, consumato da quell’amore tormentato. Già li vedeva vivere una vita serena, circondati magari da due o tre bambini. Sapeva con certezza che il suo amico sarebbe stato un padre amorevole e che lei sarebbe diventata una madre forse all’inizio un po’ rigidina, ma esemplare. Sarebbe andato a trovarli e si sarebbero fatti quattro risate con qualche aneddoto militare, i loro figli lo avrebbero chiamato zio ... far parte di quel sogno gli aveva infuso nuova energia in battaglia, quando credeva che non ci fosse più nulla per cui valesse la pena di vivere, e invece erano morti entrambi. Le sue sono le lacrime di un sogno ormai macchiato di sangue.

Dopo qualche minuto passato così, Alain prende in braccio il suo comandante e lo porta nella stessa chiesa in cui riposa il corpo di André, seguito da tutti gli altri e da parte del popolo, soprattutto donne e bambini, tutti tristi, che hanno imparato a leggere la sua vita in quei pochi gesti che le hanno visto fare e nelle poche parole che l’hanno sentita pronunciare.

Nella piccola chiesa il silenzio è ancora più fondo, sono ancora più lontani dalla Bastiglia, che ormai è stata presa. Alain ha già provveduto a guidare i soldati della guardia, se non altro l’ultima volontà di Oscar è stata rispettata.

“sparate. Sparate sempre ...”

Anche Oscar viene ricoperta di fiori, soprattutto rose, di ogni colore, anche se è bianca quella che tiene tra le mani. André diceva sempre che Oscar amava le rose bianche, o forse diceva che la rispecchiavano?

Perché in effetti è proprio così, quei petali candidi sembrano far parte della sua pelle, è una bellezza pura ma pallida, discreta, non certo sfarzosa, brillante come quella della regina, ma per questo di maggior valore, perché visibile solo a chi sa guardare. André lo sapeva fare, e lo aveva insegnato anche a lui. Chissà che avrebbe detto, il suo amico, se avesse saputo che anche a lui in fondo sarebbe piaciuto ricevere l’amore di quella donna ... perché si sarebbe sentito migliore. Lei aveva quel potere, di influenzare positivamente la gente.

Il silenzio religioso della chiesa viene interrotto, all’improvviso, da una voce melodiosa.

Una bambina se ne sta a pochi passi dalla tomba. È così piccola che probabilmente nemmeno riesce a vedere il corpo di Oscar disteso, ed è molto magra, come tutti i bambini della città, ma c’è qualcosa di profetico in quella pelle pallida, negli occhi color ghiaccio e nei capelli di un biondo chiarissimo, quasi bianco. Ha gli occhi chiusi, le mani giunte, e canta. La madre sorride mesta tenendole una mano sulla spalla, come a farle coraggio.

 

Nei giardini di Versailles,
fioriscon le più belle rose,
ammiccanti e vanitose
son fatte per farsi guardar
Ma là dove pochi sanno andare
Giaccion quelle più preziose
Quelle che al solo sbocciar
Attorno a loro cambian tutte cose ....

 
È un dolce ed innocente Requiem per la più bella e nobile delle rose di Versailles.
 

   
 
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