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Autore: bruciato    14/07/2013    0 recensioni
Nel 1973, un pistolero si aggira per il Texas. Ha ucciso più di venti persone e ha una settimana per tornare a New York. Ma incontrerà più di un imprevisto durante il viaggio...
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pistolero sparò, e il prete si accasciò. Un altro colpo, un altro morto sulla coscienza. Ma non poteva fare altrimenti, lo aveva riconosciuto e sarebbe andato dallo sceriffo. Il pistolero prese una cartina e un po' di tabacco dalla tasca. Fumava sempre, dopo. Era una specie di rito e se la prese con comodo quella volta; la chiesa era vuota nonché lontanissima dalla città. Leccò la cartina e girò, avvicinando le due parti della carta. Prese un fiammifero dalla piccola scatola; lo accese, lo avvicinò all'estremità della sigaretta e tirò una boccata a pieni polmoni. Il tabacco era un po' vecchio, ma non ci fece molto caso. Non aveva molti soldi in quel periodo e doveva conservarli per quando sarebbero arrivati tempi ancora più difficili.

Padre Michael era a terra, il colletto bianco imbrattato del suo stesso sangue e gli occhi rivolti all'indietro. Il povero prete lo aveva riconosciuto in pochi minuti, quando era entrato a confessarsi nella piccola chiesa nei pressi di El Paso.

Confessò tutti gli omicidi, tutte le rapine, tutte le cose che aveva fatto. Cercava un perdono impossibile per tutti gli assassinii e sapeva in cuor suo che avrebbe mandato all'altro mondo anche l'emissario di Dio.

 

La sigaretta era ridotta a un mozzicone e la ripose in un sacchetto che teneva nella borsa nera. Di sacchetti ne aveva usati altri ventidue.

Ventidue sacchetti, ventidue morti, ventidue revolverate.

I primi li aveva ammazzati con una pistola silenziata, ma gli piaceva pensare di aver usato sempre il revolver; magari come i pistoleri veri, quelli del Far West. Ma erano nel '73, e il West era passato da un pezzo. Però facevano film belli a quei tempi su quel periodo, e il Pistolero ne voleva andare a vedere uno. Uno qualsiasi, non importava. L'unico che aveva visto era Il buono, il brutto, il cattivo nel '66. Ricordò anche che nel 1966 compì anche il suo primo omicidio, il poveretto non seppe nemmeno cosa lo aveva colpito. Gli arrivò da dietro senza farsi vedere e sparò alla nuca, restando invisibile. La strada era avvolta nel buio, ed era anche scarsamente frequentata. Fumò a un bar dall'altra parte del quartiere. La mattina dopo lesse sul Times: Omicidio nel South Bronx a scopo di rapina.

 

Ma quale rapina, aveva pensato il pistolero. Certo, aveva preso il portafogli, ma cosa poteva prendere dal cadavere di un negro del Bronx?

Eh, se lo ricordava a quel negro. William Noyers, ventisette anni, disoccupato e sposato. Con una certa tendenza al gioco e all'alcol senza dubbio, nonché alle droghe leggere. William era da poco entrato in una piccola banda locale, sperando di tirar su qualche gruzzoletto da poter buttare al poker o a puttane. Nancy, la moglie,veniva picchiata ogni volta che gli chiedeva dove aveva passato la serata. Una volta William le sfregiò una guancia, ma per fortuna della donna, era un piccolo taglio. Ma gli era rimasta la cicatrice, e suo padre, il grande e grosso James Aber, andò a cercarlo per tutte le piccole gang del Bronx.

Alla fine trovò William, quasi casualmente, al semaforo. Aveva passato tutto il giorno a cercarlo, e se lo era ritrovato alle otto di sera all'incrocio mentre trattava con una puttana. Scese dall'auto tra i clacson degli automobilisti dietro e si avvicinò alla Ford (rubata) di William Noyers. Ruppe il vetro del conducente con un pugno, mentre nell'altro stringeva la mazza da baseball dei Cleveland (tra l'altro, gli sembrava di ricordare, nel '65 i Cleveland iniziarono una lunga serie di scivoloni).

In ogni caso, iniziò a prendere a mazzate lo sportello, sfiorando William più volte. Lo avrebbe ammazzato, ma Will prese la pistola e mandò al Creatore il suocero. Legittima difesa; Nancy non aveva più nessuno a proteggerla, e si era ritrovata a venti anni con un padre morto, una madre disabile e un marito violento e alcolizzato. In un certo senso, il pistolero si era sentito un salvatore. Non gli dispiaceva l'idea di vedersi come un eroe atipico che brandiva ogni bocca da fuoco. Una sorta di giustiziere, ma la realtà era diversa.

 

Uscì dalla piccola chiesa. Il deserto circondava quella piccola struttura; la sua Mercedes 250 ce emanava solitudine, parcheggiata al lato opposto della strada. Era sicuro che nessuna altra auto le fosse passata accanto da quando era entrato nel tempio di Dio. Una folata di vento caldo si alzò, dando al pistolero un po' di fastidio. Il sole era alto e batteva impietoso come un martello ardente; il pistolero già grondava. Prese le chiavi, attraversò la strada e entrò in auto, alla ricerca della bottiglia d'acqua fresca che si portava dietro dal Messico. La trovò e bevve, sputando fuori dal finestrino. Era un piscio. Inserì la chiave, girò e mise in moto. L'auto tedesca partì, lasciandosi la piccola chiesa di Georgeville alle spalle, con un cadavere al suo interno.

Prese una sigaretta dal pacchetto che aveva poggiato sul cruscotto. Odiava le prefabbricate, ma era la soluzione più comoda per fumare mentre guidava. Il fumo gli riempì di nuovo i polmoni, facendolo sentire ancora più caldo. Posò il cappello nero sul sedile del passeggero sopra la ventiquattrore nera.

Nei tempi a venire ripensò sempre a quel giorno in cui entrò nella chiesa di Georgeville e uccise il prete, mentre chiedeva il perdono. Non lo avrebbe più fatto, non sarebbe mai più entrato in una chiesa, neanche per sbaglio. Avrebbe avuto per sempre l'immagine del sacerdote a terra, con il naso spappolato e il sangue a fiumi. Un giorno il Signore lo avrebbe giudicato? Pazienza.

Fino a quel momento, avrebbe evitato le chiese e mai più chiesto il perdono.

Billy poteva aspettare, quindi si fermò a El Paso. Prese qualche bottiglia di Jack Daniel's e tabacco a sufficienza per raggiungere New York. Di solito avrebbe lanciato qualche occhiata al locale prima di comprare, oppure avrebbe pagato con i soldi in mano, senza tirar fuori il portafogli. Ma quella volta poco gli importava dei rapinatori texani. Messicani, italiani, negri, non gli importava. Tanto li avrebbe ammazzati tutti.

Comunque, il pistolero tornava nella Grande Mela dopo un anno o forse anche di più, ma non ne sentiva la mancanza. Rimontò sulla Mercedes e ingranò le marce, macinando chilometri fino a sera, dove si fermò a un Motel sgangherato. Sentiva gli orgasmi di più di una donna, le pareti erano di carta, ma non se ne curò e dormì piuttosto bene. Ripartì la mattina dopo, dopo aver fatto benzina e aver preso un caffè al piccolo bar lì accanto. Accese la radio ma parlavano dell'omicidio in una chiesetta vicino El Paso. Cambiò stazione. Hey Joe, di Jimi Hendrix. Era una delle sue prime canzoni, ma era più che orecchiabile. La Mercedes aggredì l'asfalto per tutto il giorno. Non che il pistolero avesse particolarmente fretta, ma non gli andava di far incazzare Billy.

Purtroppo però, a Dallas si fermò per diverso tempo.

  
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