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Autore: PerlaNera93    14/07/2013    1 recensioni
"Tutto è cominciato quell’estate: la più bella e la più strana della mia vita… Se non fosse stato per la mia anormale famiglia, per le mie cugine, per il campeggio, ma soprattutto per quel misterioso ragazzo, niente sarebbe successo.
Ma se sapeste quello che mi è capitato, pensereste che sono stata folle, pazza e che voi non avreste fatto lo stesso e potreste anche avere ragione... ma vi sto raccontando della mia vita, della mia strampalata famiglia. Vi sto parlando di seguire il proprio cuore, il vero amore"...
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che sarebbe successo
Sai quella sensazione che hai dopo un sogno? Quella in cui pensi che ciò che hai sognato si potrà avverare? Ecco, io ho smesso di provarla tempo fa, quando ho scoperto di avere uno strano potere.
Tutto è cominciato quell’estate: la più bella e la più strana della mia vita… Se non fosse stato per la mia anormale famiglia, per le mie cugine, per il campeggio, ma soprattutto per quel misterioso ragazzo, niente sarebbe successo.
Ma se sapeste quello che mi è capitato, pensereste che sono stata folle, pazza e che voi non avreste fatto lo stesso e potreste anche avere ragione, ma vi sto raccontando della mia vita, della mia strampalata famiglia. Vi sto parlando di seguire il proprio cuore, il vero amore.
 
Ok. Forse sto correndo troppo? Meglio raccontare tutto, dall’inizio.
 
Fin da bambina ho vissuto tra mille stranezze, a cominciare dalla mia famiglia: ho un sacco di parenti sparsi per il mondo e casa mia è stata sempre affollata per quanto mi ricordi.
I miei genitori sparivano spesso e mi lasciavano con la nonna e la zia Dorotea, che mi raccontavano sempre tutte le varie avventure della nostra enorme e pazza famiglia.
Ah, già! I miei genitori…non è che sparissero per tanto tempo, però lo facevano spesso. Loro in questo modo viaggiavano… no, un momento… non so se è chiaro… intendo dire che sparivano nel vero senso della parola!
Già, perché la mia famiglia è composta da maghi e streghe più e meno potenti.
Il potere di mio padre era quello di svanire e materializzarsi da un posto ad un altro e, prendendo per mano mia madre, anche lei poteva seguirlo. Devo ammettere che era un modo veloce, divertente e poco dispendioso per viaggiare e andare in vacanza.
Mia madre invece era telecinetica, cioè spostava gli oggetti con il potere della mente. Fino a poco tempo fa continuavo a ripeterle che secondo me era quello il motivo per cui aveva messo su qualche chiletto, perché gli oggetti andavano da lei e non viceversa.
La zia Dorotea era una bravissima veggente, oltre che un’ottima consulente di moda, ed era proprio con lei che mi confidavo sempre, anche perché era molto giovane.
E poi con noi quattro abitava la nonna. Il suo nome era Floralie ed era la strega più potente della famiglia, perché oltre a dominare i quattro elementi, sapeva tenere testa a tutti i diversi caratteri dell’enorme famiglia Pamphlet.
Già, i Pamphlet: famiglia di maghi e streghe di origine francese, ma che ormai si era sparsa in ogni angolo della Terra.
Tra i parenti più stretti c’erano anche altri componenti…
C’era la zia Sephora, sposata con lo zio Arnaldo, che erano due tipi strani e chi ha inventato il detto “parenti serpenti” deve averli sicuramente conosciuti, perché oltre a essere estremamente antipatici, avevano il potere di trasformarsi in serpenti.
Poi c’era la zia Alma, detta “la regina delle pozioni”, vedova dello zio Lorenzo, ma che comunque veniva a trovarci spesso insieme alle sue tre figlie, cioè le mie tre cugine preferite: Nadine, Lucille e Xeni.
Nadine era la più grande, ma anche se aveva il potere dell’invisibilità le piaceva stare sempre al centro dell’attenzione; Lucille, la sorella di mezzo, era di un anno più grande di me e il suo potere era quello di volare; Xeni, invece, che aveva la mia età, era una specie di Cupido e aveva quindi il potere di fare innamorare le persone, anche se raramente le piaceva intervenire sul destino della gente. Io ammiravo tanto il suo potere.
Quando loro venivano a trovarmi mi divertivo molto, tanto da considerarle come delle sorelle.
E poi facevamo moltissimi scherzi: il più bello fu quando ci mandarono per la prima volta al campeggio estivo. Lo stesso anno in cui tutto cambiò…
Era l’estate dei miei quattordici anni e dopo la fine degli esami, le mie cugine arrivarono a casa mia, raccontandomi di quanto ci saremmo divertite in campeggio.
I miei genitori in realtà erano preoccupati per me perché dopo i dieci anni avrei dovuto sviluppare il mio potere, ma questo non si era ancora fatto sentire. Decisero però di mandarmi comunque.
Così due giorni dopo eravamo già al campeggio.
Appena arrivammo, lo rividi: un bel giovane, alto, con i capelli neri e un poco ricciolini, e con dei bellissimi e profondi occhi scuri.
Non era la prima volta che lo vedevo però: la prima volta che vidi il suo viso era in un riflesso del finestrino del treno che ci stava portando al campeggio. Era dietro di me, ma rimasi senza fiato a fissare i suoi occhi attraverso il riflesso, decidendo di non girarmi per non rompere quel magico collegamento tra i nostri occhi. Poi Lucille mi chiamò e io mi girai verso di lei e quando riguardai nel finestrino lui non c’era più, solo allora trovai il coraggio di voltarmi.
Ma poi arrivata al campeggio lo vidi ancora, stavolta era in piedi vicino a dei borsoni, insieme ad altri due ragazzi. Ma mentre i due scherzavano tra loro, lui mi guardava in un modo strano.
Poi ci divisero nelle varie camerate.
Il campeggio era molto grande e quel giorno non lo rividi, ma le mie cugine si accorsero che ero diversa e così mi tormentarono con mille domande:
‹‹Che hai Crystal?››
‹‹No, niente. Sono solo stanca››
‹‹Sì, stanca e…innamorata!›› disse Xeni ‹‹Guarda che lo sai che queste cose le capisco io!›› continuò facendo un occhiolino.
‹‹Ma che bello! E chi è? Come si chiama, cuginetta?›› mi chiese Lucille.
‹‹Orlando, credo… anzi, no, sono sicura››
‹‹Ehi Crys, come fai a saperlo? Cioè ci hai già parlato insieme?›› chiese preoccupata Nadine.
‹‹Ehm, no. In realtà non lo so… NON LO SO! Come faccio a saperlo ragazze?›› dissi cominciando ad essere preoccupata anche io della situazione.
‹‹…Forse è meglio chiamare la zia Dorotea, la nonna o i tuoi genitori…››
‹‹No, no… Tranquille… Non ne sono sicura, ma potrebbe essere un effetto dell’amore. Fidatevi, io me ne intendo›› ci rassicurò Xeni.
‹‹Boh… se lo dici te!›› disse Nadine un po’ più tranquilla.
‹‹Quindi Xeni, dici che l’amore è così potente? Da farmi sapere addirittura il suo nome senza che lo abbia mai sentito o chiesto?››
‹‹Certo, perché l’amore vero è, come dice mago Merlino, “la magia più potente che ci sia”!›› disse la mia cuginetta sorridendo. Così mi tranquillizzai anche io e poi andammo a dormire.
Il giorno dopo, mentre giocavamo ad una mega partita di nascondino e io ero nascosta, lui mi si avvicinò senza che me ne accorgessi:
‹‹E così è questo che fai tu, eh?›› mi disse.
‹‹C-cosa?›› risposi vedendo che si avvicinava di più.
Mentre mi arrivava sempre più vicino vidi che aveva probabilmente qualche anno in più di me.
‹‹Diciannove, Crystal›› disse ancora.
‹‹Eh?››
‹‹Ho diciannove anni. E so che sai già il mio nome…vero?››
Non dissi nulla perché era come se mi avesse letto nel pensiero…ed ero sconvolta da questo!
‹‹E così ti sei innamorata di me… questo è incredibile! Tu devi essere proprio speciale per amarmi! Non poteva succedere! Ed ora con capisco più nulla, perché…anche io…mi sono innamorato di te, ma… non è possibile! Capisci?››
Mentre diceva quelle parole arrossii, ma quando pronunciò “non è possibile” fu come se mi strappassero il cuore, così: ‹‹Senti: io non ti conosco, non sapevo nulla di te, non so come ma so il tuo nome e a quando ho sentito tu sai il mio, guardando i tuoi occhi stupendi -si, è vero- mi sono innamorata, ma se non ti spieghi, no che non capisco! …Perché? Cosa “non è possibile”?›› gli urlai in faccia.
Così si avvicinò, tanto da arrivare ad un centimetro dal mio viso e poi…mi baciò.
Mentre la magia del bacio mi rapì, nella mia mente si susseguirono delle immagini, apparentemente distaccate una dall’altra:
…prima vidi la mia casa…
…poi io e Orlando nel mio giardino, dove sembrava presentarsi alla mia famiglia…
…lui che mi mette un anello al dito…
…lui che mi aspetta all’altare…
…una nuova casa…
…una culla con dentro una minuscola e bellissima bambina…
…una laurea di una ragazza che non avevo mai visto…
…io e Orlando che invecchiamo insieme…
Poi le immagini finirono, insieme al lungo bacio.
‹‹…Hai visto? Tutto questo… ogni cosa… non può accedere!›› mi disse poi.
Io non capii e stavo per fargli delle domande, ma mia cugina Lucille arrivò e mi disse che avevo vinto perché non mi avevano trovata.
 
E lui sparì.
Non solo quando arrivò mia cugina, ma anche per il resto della prima settimana di campeggio.
E anche la settimana dopo non lo rividi più.
 
Quando tornammo a casa provai a non mostrare nulla alla mia famiglia, che, nonostante avesse dei poteri soprannaturali, non si accorse di nulla. Ma dentro la mia testa e nel mio cuore avevo mille domande e dubbi, a cui probabilmente non avrei saputo mai rispondere.
 
Passarono quattro anni e Orlando era ormai solo un lontano ricordo… Fino a quando un giorno, lo stesso giorno in cui quattro anni prima ero sul treno e lo vidi per la prima volta, mia zia Dorotea entrò nella mia camera in lacrime e mi disse che doveva parlarmi.
Disse che aveva avuto delle visioni, su di me:
‹‹Eri con un ragazzo, ma era qualche anno fa… appena vi guardaste negli occhi l’amore sbocciò, ma tu non sapevi una cosa… Dimmi che queste cose non sono successe davvero!! DIMMELO!››
‹‹Non posso zia… perché è tutto vero. Ci innamorammo, lui mi baciò anche…ma poi sparì e non l’ho più rivisto›› le risposi io.
‹‹No, no, no, no! Non è possibile! Perché non mi hai mai detto nulla! Avrei potuto avere delle visioni prima, anche se… non avrei potuto aiutarti lo stesso… questo è il tuo destino, nessuno può cambiarlo››
‹‹Zia, mi vuoi dire cosa è successo? O cosa succederà? Insomma dimmi qualcosa!››
‹‹Non è facile! In questi casi non vorrei mai avere il mio potere, sai?›› mi disse, ma poi con calma mi raccontò della sua visione…e di ciò che era del mio futuro.
 

 
‹‹No, non può accadere! Io non lo farei mai! Ma poi, come è possibile che non mi sia mai accorta di nulla?›› dissi alla fine a mia zia.
‹‹Perché solo da oggi il tuo potere si manifesterà, tesoro. Adesso devi scegliere, scegliere se fare avverare la mia visione o lasciare che rimanga tutto così.››
‹‹Ma zia›› le dissi piangendo ‹‹sai bene che quello è il mio destino. Tu lo hai solo visto in anticipo, ma non posso approfittarne e cambiarlo. Non vorrei che accadesse, ma non credo di potermi ribellare…non è così?››.
Così ci abbracciammo e poi decisi di andare a fare un giro per schiarirmi le idee.
Non potevo credere a quello che mi aveva raccontato mia zia, a quello che mi sarebbe successo. E infatti non pensavo che sarebbe potuto accadere davvero, ma quello che si verificò poco dopo mi fece capire che ero io a sbagliarmi e che non potevo scappare dal mio destino.
Mentre camminavo verso casa delle mie cugine, dove stavo andando per raccontare tutto quello che avevo scoperto, vidi una donna in abito lungo passarmi accanto e, prestandole poca attenzione, le pestai il vestito:
‹‹Ehi, fai attenzione! Ma pensa te questi! Hanno sempre la testa tra le nuvole e mi pestano sempre il vestito! Forse dovrei farlo accorciare, così non ci sarebbe più gente che lo calpesta›› disse la donna, parlando da sola.
‹‹Ehm… mi scusi, non volevo›› le risposi lo stesso, prima di cominciare di nuovo a camminare velocemente verso casa di zia Alma.
La donna spalancò gli occhi e si girò verso di me, mentre io continuavo con il mio passo svelto. Finchè mi chiamò: ‹‹Ehi, ehi, ragazzina!›› così mi voltai pensando che volesse dirmi qualcosa, ma quando lo feci era come sparita. Allora mi rigirai e me la trovai davanti al naso, che mi fissava sbalordita:
‹‹Ahh…ma è pazza? Così mi spaventa! Scusi ancora per il vestito, ma sono di fretta…›› le dissi frettolosamente.
‹‹Oh, mamma! Ma allora non sono io che ho capito male: mi hai davvero chiesto scusa!››
‹‹C-certo signora, mi hanno educata bene›› risposi stupita.
‹‹Non ci posso credere! Tu mi hai parlato! Ahahah! Hai parlato con ME!›› mi disse, ridendo.
‹‹Non capisco››
‹‹Lo credo bene! Neanche io me lo spiego, ragazzina! Mi senti, mi vedi… addirittura mi parli! Ma lo sai chi sono io?››
‹‹Non…ne ho…idea››
‹‹No, no, scusa, mi sono espressa male: ma lo sai COSA sono io?››
‹‹…Adesso comincia a spaventarmi sul serio, signora!››
‹‹Ok, te lo spiego meglio: non sono reale…cioè, non sono come te…non sono umana…anzi no, viva!››
‹‹COSA? Cioè, lei sarebbe…››
‹‹Esatto, un fantasma!›› a queste sue parole mi tornò in mente mia zia: “Perché solo da oggi il tuo potere si manifesterà”…
…e così la prima parte della visione si stava già avverando. Ma la seconda? Era troppo strana! E poi l’ultima? No, quella non poteva accedere! Io non lo avrei mai permesso, MAI!
‹‹Ahahah… ma tu come fai a…. cioè, si, insomma, a sentirmi, vedermi…›› riprese la signora.
‹‹E’ una storia complicata, la mia famiglia ha dei poteri e a quanto pare io ne faccio ufficialmente parte da questo momento… Scusi, ma ora devo proprio andare››
‹‹Ok, ragazzina. Promettimi solo una cosa: che tornerai… perché io vorrei andare via da questo posto e tu probabilmente sei l’unica che può aiutarmi››
‹‹Va bene signora, tornerò››.
 
Ripresi così la mia passeggiata, che si era trasformata ormai in una corsa, ed arrivai a casa di mia zia con il fiatone:
‹‹Ehi Crys, ciao! Come stai, mia piccola strega senza poteri?››
‹‹Ciao zia, posso dirti che non puoi più chiamarmi così?››
‹‹Davvero? Che bello!! E cos’è?››
‹‹Posso percepire, sentire, vedere, parlare con… i fantasmi!››
‹‹Wow, è un gran bel potere!››
‹‹Già… se solo…›› dissi con l’aria triste senza continuare la frase.
‹‹Uhm? Se solo, cosa?››
‹‹No…niente zia. Dove sono le tre Pamphlet?››
‹‹Nella loro camera. Vai pure, cara. Ci vediamo più tardi››.
 
Raggiunsi le mie cugine e dopo un breve saluto, si accorsero della mia faccia e mi chiesero se stavo bene:
‹‹No. Zia Dorotea ha avuto una visione. Su di me. Sul mio passato. E sul mio futuro››
‹‹Bè… che aspetti? Racconta, no?››
‹‹Non è semplice da raccontare, ma ci proverò. Ha detto che ha visto me, noi, al campeggio, quattro anni fa. Ha visto anche lui. E quello che ci è successo. Ha detto che io non sapevo una cosa. Ma poi lei ha avuto un’altra visione, dove il mio potere si manifestava: posso vedere e sentire i fantasmi. Questa è la prima novità, cugine.››
‹‹Non è male, dai! Poteva andarti peggio…come alla zia Sephora›› disse ridendo Lucille.
‹‹Zitta, Lucille! Falla continuare!››
‹‹Poi la zia ha visto ancora Orlando. Ha detto che quello che non sapevo era qualcosa che lo riguardava. Il mio potere si è manifestato oggi…ma lei ha detto che non è stata proprio…la prima volta. La prima volta è stata quando ho visto lui, sul treno e poi al campeggio››
‹‹Quindi…lui era…››
‹‹…Un fantasma. Ed ecco la seconda grande notizia: mi ero innamorata di un fantasma! Eh…non mi sono mai resa conto che nessun altro a parte me lo aveva visto quell’estate, neanche voi. Non ci ho mai dato peso… Invece…››
‹‹Wow…saperlo deve averti sconvolta, Crys!››
‹‹Oh, sì Xeni… ma non è la parte che mi ha sconvolto di più… sentite l’ultima: la zia ha visto anche il mio futuro. Ha visto me e Orlando felici, insieme, ma come spiriti… quindi morti… entrambi››
‹‹Oddio! Ma è terribile!››
‹‹No…quella è la parte migliore, perché allora sarò felice. La parte peggiore è che questo succederà tra poco tempo, non so quando, ma non passeranno tanti anni. La zia ha detto poi che sarà una mia scelta, quella di morire intendo. Ha detto che morirò per raggiungerlo, per poter stare con lui, per poter essere felice. Ma come può essere vero? Non può accedere! Non lo permetterò! Non morirò!›› finii il discorso, tra le lacrime di tutti, comprese le mie.
Dopo qualche minuto di silenzio prese la parola Xeni:
‹‹Sai cuginetta, quel giorno, quando ci raccontasti dell’incontro con Orlando, io sentivo il tuo cuore e lo vedevo tramite il mio potere. E’ lui il tuo vero amore, ti sta aspettando e -lo so che sembra folle- quando accadrà dovrai andare…altrimenti la tua non sarà comunque una vita felice››
‹‹Xeni! Ma sei diventata pazza? Non può lasciarsi morire per colpa di un fantasma! Troverà un altro amore, ne sono sicura, ma senza doversi necessariamente ammazzare!››
‹‹Uh… Tu non hai idea…tu non hai idea di quanto sia difficile avere il mio potere: voi pensate che sia bello fare innamorare la gente, aiutare le persone ad avvicinarsi… Ma non sapete che dolore sia quello di amare ma non essere ricambiati, quello di amare una persona che ci ha lasciato, o amare una persona che ormai non c’è più… io queste cose le sento sempre, tutti i giorni, questi “amori” sono ovunque: per la strada, a scuola, negli uffici, sugli autobus… ed io? Bè, io li sento tutti! Uno solo di quelli potrebbe far star male una persona, ma tutti insieme allora? E’ un dolore così immenso che non saprei come fare se… se non ci fosse l’amore… si, la stessa causa di tutto quel dolore, né è la medicina. E’ forse l’unica cosa che cura il dolore che lei stessa provoca. Quindi se vi dico che lei deve seguirlo, è perché so che solo con lui sarà davvero felice. Non vi importa che, se rimane, sarebbe ingiusto per lei? Il dolore sarebbe straziante e niente la potrebbe consolare davvero. E anche per lui, stessa cosa. Lui vagherebbe per sempre come un fantasma, perché la sua “questione in sospeso”, ovvero il suo amore per lei, non sarebbe cancellata.
Credo che se lei non lo raggiungerà, si chiederà per sempre cosa sarebbe potuto accadere se solo lui non fosse morto. Ma la risposta, Crys, la sai già, visto che lui quando ti ha baciata ti ha fatto vedere le immagini di una vita che non potreste mai avere.
Quello che sarebbe successo, se lui non fosse morto, sarebbe stata una vita felice –lo so-, ma ora hai la possibilità di raggiungerlo e vivere una vita che si può definire “diversamente felice”.
Segui il mio consiglio, se non vuoi sprofondare nel dolore, vai da lui.
Io…loro…la tua famiglia: capiremo e ti vorremo sempre bene››.
 
Il discorso di Xeni fu davvero toccante e da quel giorno pensai a quello a cui andavo incontro.
Intanto passò un anno. Un solo anno, pieno di magia e aiuto che donai ai miei nuovi amici fantasmi, di cui la signora dall’abito lungo fu solo la prima.
Poi arrivò. Un giorno. Quel giorno.
Ero al lago, insieme alle mie tre inseparabili cugine e alcuni loro amici. Decisero di giocare a nascondino, nonostante mia cugina Lucille dicesse loro che io ero imbattibile, ma proprio mentre ero nascosta, lui riapparve.
Mi si avvicinò da dietro e mi disse ‹‹Sei cresciuta, ma ti riconoscerei tra mille… ti ricordi di me, Crys?››, così mi voltai e lui mi baciò, come al campeggio.
Ci sedemmo sotto un albero e mi raccontò della sua vita e poi della sua morte. Poi mi prese per mano e andammo sulle sponde del lago.
Fu lì che decisi e presi la mia scelta.
Ho sempre pensato che sarebbe stato lui a chiedermi di farlo, ma non fu così. Anzi, quando gli raccontai la mia strana storia, lui mi disse che sarei stata pazza se fossi morta per lui.
Allora, sentendo quelle parole, mi buttai nel lago e così, senza ripensamenti, mi lasciai annegare.
 
La mia prima frase da morta, rivolta al mio Orlando, fu: ‹‹Sono sempre stata pazza. E’ nel mio DNA l’essere folle!›› e così scoppiammo a ridere.
Due fantasmi innamorati che ridevano: che scena fantastica avresti visto!
Dopo pochi minuti riuscii a parlare con le mie cugine, perché Orlando mi disse che ora potevo comunicare telepaticamente, visto che sia io che loro avevamo un potere soprannaturale. Così dissi loro di non preoccuparsi e che ciò che aveva detto Xeni era tutto vero, visto che in quel momento mi sentivo felicissima anche se ero morta. Dissi anche di raccontare tutto ai miei genitori, alla nonna e al resto della nostra famiglia.
Loro piansero e mi dissero che gli sarei mancata, ma che erano felici per me, se io ero contenta.
Qualche minuto dopo io e Orlando diventammo spiriti celesti e volammo in cielo.
 
Da quel giorno comunque cominciò la mia vita.
Quella vita gioiosa e piena di amore di cui mi parlava sempre Xeni.
…La mia “diversamente felice” vita.
  
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