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Autore: Remedios la Bella    15/07/2013    2 recensioni
Solo una volta i loro sguardi si incrociarono, e quella volta bastò: quando il navigator se ne accorse, Deimos tentò di distogliere lo sguardo,ma fu inutile. Il contatto visivo era stato avviato: Ethos scrutò con aria incuriosita l'altro per almeno cinque secondi, e poi sfoggiò un lieve sorriso. Il fighter non ricambiò il gesto gentile e spontaneo, preso come fu da un'indicibile disagio dinanzi a tanta innocenza: le sue mosse da osservatore silenzioso erano state vanificate e quel sorriso aveva appena mandato in tilt ogni suo tentativo di sembrare disinteressato al ragazzo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Deimos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buondi! Questa è la mia seconda fic su questa coppia crack di Starfighter ( che io shippo abbastanza, dato che secondo me starebbero bene insieme). La prima è "Myshonok", e potrei dire che questa è come uno sviluppo della prima, quasi una continuazione. Ma vi lascio leggere per poterlo dire voi!
Remedios


Attimi
DeimosxEthos


"Possiede quel tipo di labbra fatte per essere baciate e morse fino allo sfinimento." venne in mente a Deimos, prendendo ad osservare Ethos. Il navigator se ne stava seduto in disparte al suo tavolo della mensa, la bocca si apriva e chiudeva sul cucchiaio colmo della brodaglia che veniva servita quel giorno in mensa, e Deimos desiderò in maniera strana e perversa di poter essere quel cucchiaio anche solo per un piccolo momento.
Non si azzardò comunque ad avvicinarsi all'altro, sia colto come fu dalla timidezza sia perché tutto quel suo desiderio smanioso gli sembrava strambo e poco ragionevole.
Ethos non era Cain, o detto in parole semplici, quel navigator dall'aria pacata e dal viso da ragazzino non era l'ideale per uno come Deimos, che aveva puntato gli occhi su ben altro esemplare di essere umano.
Cain era forte, tremendamente bello, cafone in maniera irresistibile e, Deimos non ne aveva dubbi, sotto le coperte ci doveva saper fare. Ma un fighter non poteva stare con un altro fighter; in parole povere, la coppia Deimos/Cain non sarebbe potuta mai nascere.
E poi... l'altro sembrava aver trovato in Abel qualcuno con cui potersi tener sempre in allenamento, e non ne sembrava affatto dispiaciuto. Vederli insieme era per Deimos l'equivalente di un pugno allo stomaco sferrato con forza durante gli allenamenti: mozzava il fiato e stordiva per pochi secondi, e in seguito diffondeva nel corpo sensazioni di rabbia e umiliazione ingestibili al primo impatto. Che ora quel fighter stesse cercando in Ethos il rimpiazzo per il suo cuore spezzato?
Continuava a tenergli gli occhi addosso,cercando di non farsi notare dall'altro appena si fosse girato. Ingurgitò veramente poco, distratto nell'ammirare Ethos intento a mangiare. Solo una volta i loro sguardi si incrociarono, e quella volta bastò: quando il navigator se ne accorse, Deimos tentò di distogliere lo sguardo,ma fu inutile. Il contatto visivo era stato avviato: Ethos scrutò con aria incuriosita l'altro per almeno cinque secondi, e poi sfoggiò un lieve sorriso. Il fighter non ricambiò il gesto gentile e spontaneo, preso come fu da un'indicibile disagio dinanzi a tanta innocenza: le sue mosse da osservatore silenzioso erano state vanificate e quel sorriso aveva appena mandato in tilt ogni suo tentativo di sembrare disinteressato al ragazzo.
Si alzò travolto da panico improvviso con il vassoio in mano, e camminò rapidamente verso il cestino per buttare via tutto e correre prima che l'altro potesse avere il tempo di raggiungerlo, ma fece male i calcoli: se lo vide accanto alla mensola per i vassoi, intento a riporre il suo sopra il mucchio.
-Ciao.- salutò gentilmente. Deimos entrò nel pallone; tutta quella tranquillità da parte di Ethos era snervante. Bofonchiò un saluto incomprensibile e si avviò all'uscita, e ovviamente il navigator gli fu dietro come un cane. Il fighter se lo trascinò a presso fino alla fine del corridoio della navicella, poi si girò facendolo quasi scontrare contro di lui.
-Perché mi segui?- gli chiese con tono brusco.
-Non ti sto seguendo, tutti passano da qui appena escono dalla mensa, e questa è l'unica strada.- si giustificò l'altro, calmo:-Cosa ti dice che io ti stia seguendo?-
-Come stavo per andarmene anche tu lo hai fatto... é chiaro che mi stai seguendo!- rispose Deimos, incrociando le braccia al petto.
-E tu laggiù mi stavi guardando, o sbaglio?- ribatté dunque Ethos alzando un sopracciglio. Deimos trasalì e non rispose, imbarazzato. In effetti lo sbaglio l'aveva fatto lui nel farsi scoprire.
Il biondo continuò:- Pensi che non mi sia accorto delle occhiate che mi lanciavi lì dentro?- 
-Non sono affari tuoi.- squittì il moro, abbassando la testa e aggiustandosi il ciuffo dietro l'orecchio,intenzionato a non incontrare lo sguardo del navigator.
-A me pare di sì... Deimos.- scandì Ethos,allungando poi la mano e prendendo delicatamente il volto dell'altro e sollevandoglielo.
Appena il fighter sentì quel tocco sfiorargli la pelle trasalì, ma non ebbe la forza di ritrarsi.
Puntò gli occhi sulla persona che aveva davanti e all'improvviso si perse nell'osservare le labbra che si muovevano nel pronunciare qualche parola che non arrivava alle sue orecchie, inebriato da quella visione.
Non sentì niente di quel che Ethos gli disse, troppo concentrato da quella bocca che aveva visto chiudersi e aprirsi sul cucchiaio in mensa. Senza quasi rendersene conto, pose la sua mano sopra quella del navigator e premette per aumentare il contatto.
-Deimos?- sentì dire:- che...-
La mano di Deimos andò a sfiorare la guancia del biondo, scendendo poi verso il mento per afferrarglielo delicatamente e fargli alzare il viso. Diede un'occhiata in tralice al corridoio, notando solo in quel momento che era pressoché deserto. Fino a quel momento non aveva tenuto conto dei possibili sguardi che gli altri abitanti della navicella spaziale potevano aver rivolto alla coppia, ma poco gli importava. Nell'istante in cui si trovavano erano solo lui e Ethos.
Deimos fissò lo sguardo sulle labbra dell'altro, leggermente schiuse in un'espressione assorta. Avvicinò quindi il suo volto, controllato dall'istinto, annullando la distanza esistente tra quei due. Tutti i suoi pensieri verso Cain, Abel e i suoi problemi vennero annullati per un istante, quello in cui le sue labbra accarezzarono timidamente quelle di Ethos, in un tocco che chiedeva il permesso di poter essere approfondito.
Sulle prime il navigator fu incapace di dar una risposta a quella richiesta, sorpreso. Ma insieme al bacio si scatenò in lui qualcosa simile alla confusione e all'intorpidimento. Sentì di star sollevando la mano libera, che si posizionò sulla nuca di Deimos.
Il ragazzo poi tirò verso di sè la testa, piegando appena la sua per far aderire meglio il bacio, schiudendo la bocca quel tanto che bastava per acconsentire la richiesta di un bacio piú intimo.
Deimos non si lasciò scappare l'occasione data: mosse la bocca e la lingua, avido di quel nuovo sapore e della morbidezza di quelle labbra che aveva tanto voluto toccare. Si staccò un attimo e, tirando fuori la lingua, leccò piano il contorno, afferrandogli il viso con entrambe le mani.
Lo baciò ancora, e Ethos avvicinò ancora di più il volto, acchiappando il labbro inferiore di Deimos con i denti e tirando appena. Ridacchiò:- Sarà meglio andare in stanza a questo punto.- disse, schioccandogli un bacio sulla guancia.
Il fighter sorrise ricambiando il bacio, porgendoglielo all'angolo della bocca.
-Non sembri sorpreso.- fece, staccandosi quel tanto che bastava per poterlo guardare. Ethos alzò le spalle:- E di cosa dovrei sorprendermi?-
-Del fatto che io ti abbia... baciato.- nel dirlo, spostò lo sguardo sulla punta dei piedi.
-Dovresti esserlo tu del fatto che io abbia accettato.- ribatté l'altro:- Potevo mettermi a urlare o roba del genere.-
-Mi chiedo ancora perchè non l'hai fatto.-
-Sono stato io a toccarti, era chiaro.- rispose Ethos, accarezzandogli il viso e facendolo trasalire di nuovo.
-E io ti ho guardato... è un po' colpa mia.- disse Deimos flebile.
-É colpa di entrambi.- lo tranquillizzò il biondo. Lo baciò sulla punta del naso facendolo arrossire.
Ethos non conosceva in cuor suo perchè aveva accettato di baciare Deimos. Lui stava in squadra con Praxis, era come un tradimento indiretto. Poi pensò a come il collega fissasse Abel e poco si interessasse a lui, nonostante il navigator cercasse di collaborare piú che poteva. E si disse che comunque nessuno in quella navicella era obbligato a stare appiccicato al proprio partner tutto il tempo, ognuno poteva fare quel che voleva con chi voleva.
Inoltre, sentiva che Deimos, nonostante la scorza da duro, era solo e abbandonato a sè stesso. Il suo animo da brava persona gli imponeva in qualche modo di dovergli stare accanto, almeno per poterlo consolare. Se non si fosse presentata quella bizzarra occasione, Ethos aveva comunque deciso di provarci in un futuro non troppo distante. 
Un'unica cosa si chiedeva: perchè Deimos aveva scelto proprio lui?
-Deimos...- lo chiamò, richiamando la sua attenzione:- quello che senti per me è qualcosa di sincero?- 
L'altro su preso totalmente alla sprovvista da tale domanda. La sua attrazione per Ethos cos'era in realtà? Fascino, innamoramento, semplice ammirazione?
Aveva visto in quel sorriso da bambino e in quegli occhi scrutatori qualcosa di ammaliante, o lo stava usando semplicemente come distrazione da Cain e dall'impossibilità di poter raggiungere il collega? La gola gli si seccò, e non emise suoni. Si limitò ad abbassare la testa indeciso, e alla fine sospirò:- Non lo so in verità...- disse più a sè stesso che a chi aveva davanti:- È difficile, sono confuso.-
-Non volevo metterti tanto a disagio, accidenti!- intervenne il navigator per rimediare all'evidente situazione imbarazzante appena creatasi. Era arrossito tutto d'un botto:- Fai finta che io non te lo abbia chiesto!-
Deimos allora alzò la testa verso Ethos. Lo vide impacciato nella sua premura, con un'espressione di pura preoccupazione sul volto. Sorrise, ponendogli il dito davanti alla bocca per farlo tacere.
Vederlo in quelle condizioni gli fece dimenticare il resto del mondo per un attimo. Bramò ferocemente di poter avere quel ragazzo tutto per sè anche per una sola ora.
-Stiamo perdendo tempo qui...- disse con voce roca e abbassata fino a un sibilo, afferrandolo per la vita e avvicinandolo:- Non avevi detto che avevamo bisogno di una stanza?-
L'altro alzò un sopracciglio:- Sei ancora intenzionato a farlo?- gli soffiò sulle labbra.
-Come non mai, Ethos.- rispose l'altro, rubandogli fiato con il secondo, e non ultimo, bacio della giornata.
   
 
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