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Autore: GoodnightLynne    15/07/2013    1 recensioni
Una ferita al cuore è più dolorosa di qualsiasi altra, anche se quella che interiormente ti fa più male è la morte stessa...
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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22 Dicembre, tre giorni in meno a Natale.
La Grande Mela era completamente bianca e dei candidi fiocchi di neve scendevano fiocamente su essa, come batuffoli di cotone. L'allegria in città era oramai evidente; i negozi addobbati dalle vetrine, fino all'interno e, nelle case, grandi alberi di natale illuminavano e davano quell'accoglienza natalizia tanto amata.

Anche le nostre amate tartarughe avevano negli occhi quella scintilla di bontà; che oltremodo in quel periodo dell'anno, riaffiorava come petali di ciliegio in primavera.

Donnie si sistemò la sciarpa viola attorno al collo, sentendo il caldo tepore che essa emanava dalla calda lana.

Dovevano ammettere che anche nei condotti fognari si gelava.

Il genio sistemò la lunga scala vicino all'albero mezzo-addobbato, in modo tale da non farla traballare troppo; salì ad uno a uno gli scalini, e chiese a Michelangelo di passargli alcuni addobbi, come palline colorate e luci...

C'era da dire che il più piccolo dei fratelli Hamato non se lo fece ripetere due volte: si sfregò entrambi i palmi delle mani uno contro l'altro, cercando di far andar via un po' di freddo e, subito dopo, corse dal fratello maggiore, chinandosi e mettendosi in ginocchio di fronte all'enorme scatola di cartone, contenente gli addobbi per l'albero di Natale. I suoi occhi azzurrini si accesero, come una fiamma di un falò notturno; infilò una mano dentro la grande scatola e da questa uscì una scintillante pallina arancione e dorata, che porse immediatamente a Donatello.
«Grazie, Mikey» aveva aggiunto questo, sorridendogli ampiamente.
«Non c'è di che, Donnie!» rispose un raggiante Michelangelo, riponendo nuovamente una mano dentro la scatola, poi mise dentro anche l'altra, per prendere le luci colorate.

Dei passi leggeri ma pacati, echeggiarono ritmicamente nel corridoio, dove un allegro e solare Leonardo stava facendo il suo ingresso nella sala, dov'erano i due.
«Avete visto Raph?» domandò il blu, una volta entrato. Mikey negò con il capo e Don gli comunicò che era uscito con la moto qualche istante prima.
Leonardo sospirò «Allora dovremo andarci soli...» confessò.
Michelangelo e Donnie si scambiarono una fugace occhiata, non capendo dove volesse arrivare il Leader.

* * *

Il mutante dalle benda rossa era seduto sulla propria moto, già arrivato nel posto in cui doveva andare col blu. Con le braccia conserte e lo sguardo fisso sull'azzurrino del cielo, che non accennava nemmeno lontamente ad una nube nera di pioggia.

Ad un tratto ecco che le tre figure dei suoi fratelli, fecero capolino da una traversa, vestiti di rosso e con una barba finta. Muniti anche di sacchi.

Lo sguardo da malandrino di Michelangelo si strizzò e con l'indice, quest'ultimo indicò il fratello maggiore, trovandolo non poco esilarante. «Dovresti vederti!» esclamò «Sei...» ma non finì mai la frase, ancora un po' e poteva dire addio alla vita per quanto stava ridendo.
Raphael sbuffò e scese dalla moto, bloccandola. Poi a passo svelto si apprestò a raggiungere i suoi fratelli. «Senti chi parla!» ironizzò il rosso, sorridendo beffardo: - «Perché tu ti credi affascinante vestito in questa maniera?» e subito dopo gli mollò un piccolo scappellotto sulla nuca.
«Aia!» ansimò il minore.

Il blu scuose il capo e lanciò un sacco pieno zeppo di regali al Focoso. «Potevi anche avvertirmi» disse calmo Leo. «Mi sono caricato due pesi massimi, mentre tu stavi bellamente seduto sulla tua moto!» alla fine sospirò.

Davanti ai loro occhi, ecco l'imponente edificio, dentro al quale ogni emozione o sentimento ha mille varianti: solitudine, allegria, tristezza, depressione...
Conosciuto anche con il nome di... "Ospedale".

Le nostre amate e irriconoscibili Tartarughe, entrarono, sorpassando la grande porta; bastava solo fare un passo davanti ad essa e questa magicamente si apriva. «Apriti Sesamo!» esclamò il piccolo Mikey, un attimo prima di entrare, ridacchiando.

* * *

In un reparto spoglio e isolato da tutto il resto, dei bambini dai quattro agli otto anni, stavan seduti o sdraiati sui loro lettini; alcuni non conoscendo per niente la sorte che avrebbero dovuto affrontare: ...la morte.

Una giovane donna di almeno dicianove anni, andava avanti e indietro fra un lettino all'altro, sedendosi poi, esilmente, su una sedia; una bambina dai sette anni, restava a fissare il vuoto, incurante del proprio cancro maligno al cervello, che se la sarebbe portata via da lì a poco...
«Come stai oggi, Susannah?» la dolce voce della Maestra Elementare della scuola dalla bambina prima frequentata, si fece udire da ella come una medicina curativa. Infatti, questa girò il capo e allargò le braccia, piena di felicità. «Maestra Andy!» aveva esclamato la bambina, euforica; le si lanciò incontro, abbracciando la ragazza con le sue braccine esili e, oramai ossute. Il pigiamino era rosa, con delle cuciture fucsia quà e là.
Il cappellino di lana color porpora che aveva in capo, stava quasi per caderle in terra, ma Andrea, questo era il nome completo della Maestra, le tenne saldamente il capo, sorridendo. «Noto con piacere che stai meglio» disse, sistemando la bambina dentro al lettino e rimboccandole le coperte. «Non devi prendere freddo» le raccomandò, baciandole la fronte.  «Se non guarisci, chi mi leggerà le poesie?»
Susannah ridacchiò.

Andrea ebbe un forte dolore al petto, sapeva che, prima o poi, quel tenero e innocente sorriso si sarebbe spento, dissolto nell'aria.
«Allora, che cosa mi leggerai oggi?» domandò la Maestra, puntando i propri occhi color del mare alla piccola figura davanti a sè.

La bambina si schiarì la gola e da sotto le coperte, prese un piccolo foglietto; iniziando a leggerlo, con un po' di intoppi, ma col cuore.

- Se la neve è fresca,
lo è anche il mio cuore.
Se si scioglierà,
anche lui lo farà.
Oh, cara mia Andy,
che con il tuo sorriso
illumini il paradiso.
Adesso sì, che con il cuore mio,
chiedo perdono a Dio.
-

La ragazza, con gli occhi lucidi, quasi non scoppiò in lacrime davanti alla bambina. Si alzò di scatto e l'abbracciò forte al suo seno, baciandole il capo con dolcezza. «Suzy, è bellissima...»
e una lacrima solcò il suo viso diafano.
  
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